"Le bizzarre e possenti sagome degli Aurunci (...)"

Da sempre Pico accoglie e ispira i letterati italiani: Eugenio Montale nella Elegia di Pico Farnese – scritta a seguito di una sua visita all’amico e scrittore Tommaso Landolfi, nativo di Pico, descrivendo il suggestivo borgo – si esprime così:

Strade e scale che salgono a piramide, fitte
d‘intagli, ragnateli di sasso (…) 

Landolfi invece definisce Pico: “un minuscolo borgo sperduto tra le montagne (…) ” ossia “(…) le bizzarre e possenti sagome degli Aurunci”.

Casa di illustri letterati italiani

Per far conoscere Tommaso Landolfi, l’illustre scrittore, singolare autore del ‘900 e le sue opere attraverso il luogo in cui egli ha vissuto, è stato istituito nel 2014 un Parco Letterario® (Sito web ufficiale) che si snoda lungo gli stretti vicoli del Centro Storico, censito da un anno dal prestigioso Club de I Borghi più Belli d’Italia. I dodici pannelli che lo costituiscono sono in legno proveniente dalla lavorazione della risulta della pulizia dei boschi e da una lamina in alluminio realizzata da una ditta che opera nel circondario del piccolo centro abitato, nell’ottica dell’utilizzo del Km 0. Un equivalente percorso si snoda anche sui sentieri delle zone montane del territorio comunale, care allo scrittore.

A fine maggio 2017 Pico ha stretto un gemellaggio con Ronciglione, luogo dove Tommaso Landolfi è morto, ma è stato tumulato a Pico.

L' origine e la storia di Pico

Pico è un suggestivo borgo di circa tremila abitanti, arroccato su una collina a ridosso di monte Pota, in provincia di Frosinone.

L’origine del nome è oggetto di controverse discussioni: l’unica accezione più probabile è la derivazione dalla radice celtica “pik”, punta aguzza, forse per lo sperone su cui sorgeva il castello. Le prime testimonianze inerenti al paese risalgono al 589 d.C. data dell’invasione dei Longobardi di Zotone, duca di Benevento che distrusse Montecassino, Pico, Pastena, comune confinante con quello di Pico.

Ufficialmente l’esistenza di Pico e del Castello, fatto erigere da Giovanni Scinto signore di Aquino, è attestata dalla formula “Castrum qui nominatur Pika” del 1049 e da questo momento la storia del paese si intreccia strettamente alla storia del suo castello, intorno alle cui mura si è sviluppato il primo nucleo abitativo. La fortificazione ha una data storica certa in quanto esistono numerosi documenti antichi nei quali sono riportati riferimenti al Castrum e all’Oppidum Pica, quest’ultima citazione risale al 1126 AD: Annales Casinenses seu Anonymi Casinensis Chronicon.

Attualmente il centro storico ricorda una tipica strutturazione di età medioevale, con strade strette, regolari, concentriche, collegate da scalinate che si snodano attorno al castello e una cinta muraria interrotta da quattro porte per l’accesso al centro abitato, di cui resta intatta quella di San Rocco.

Passeggiate tra i monti, ecosostenibilità e automobili

Il paese è ricco di zone verdi, percorsi naturalistici e di un paesaggio naturale di grande respiro e suggestione, con la visione sullo sfondo dell’Abbazia di Montecassino e i monti innevati dell’Abruzzo. Pico è inserito nel Parco Naturale dei Monti Aurunci ed è sede della XVI Comunità Montana Monti Ausoni.

L’interesse per la sostenibilità ambientale ha portato il Comune, unico Ente in Italia riconosciuto dall’ACI per l’organizzazione di eventi sportivi automobilistici, a rendere il proprio rally famoso a livello nazionale perché tra le tre gare di tale genere più antiche del Centro-Sud Italia e anche l’unico appuntamento del Campionato Europeo in collaborazione con il Rally di Roma Capitale, il primo rally in Italia ecocompatibile, progetto nato tre anni prima di quello che da quest’anno è portato avanti dalla FIA.

Senza trascurare il buon cibo del territorio

L’olio e il vino, i salami e la pancetta di maiale stagionati sono i protagonisti dell’enogastronomia picana; da non trascurare la salsiccia, nobilitata da una rinomata spezia: la pitart(e)la; la marzolina, formaggio di capra o bovino, di forma allungata che prende il nome dal mese di marzo, periodo in cui viene cagliato e poi degustato semi-fresco o stagionato. Rinomate sono le sagnette (la sfoglia di sola acqua e farina viene tirata a mano) e fagioli. Gustose sono anche le minestre contadine di antico sapore e le lumache al profumo di mentuccia.

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Pico

Verde oasi di tranquilla ospitalità

Telefono Comune: 0776 544012
Sito web: Comune di Pico
Sito web: Parco Letterario Landolfi

Il borgo di Pico entra a far parte nel 2016 del Club de “I Borghi più belli d’Italia”