stemma_gromoGromo
Una miniera di tesori

Comune di GROMO
(Provincia di Bergamo)
Altitudine
m. 676 s.l.m.
Abitanti
1140

Patrono
San Giacomo, 25 luglio
info turismo

Ufficio Turistico di Gromo
Piazza Dante, 7
Tel. 034641345

ufficioturistico@comune.gromo.bg.it

www.gromo.eu

Lo spirito del luogo

stemma_gromoIl nome

Il toponimo del paese deriva da una parola latina: Grumus che significa appunto collina, altura.

 

La storia

  • 50 a.C., secondo alcuni storici sarebbero stati i Celti installatisi nella zona i primi a estrarre il ferro dalla roccia.
  • 1000 d.C., in conflitto con il proprio casato a Bergamo, un membro della famiglia Ginami verso il Mille risale la Valle Seriana col suo seguito e prende possesso del luogo.
  • 1080, in un documento sono nominate per la prima volta le miniere d’argento, chiamate Argenterie.
  • 1226, il villaggio è concesso in feudo dall’imperatore Federico II alla famiglia ghibellina Ginami De Licini, che dà inizio alla costruzione del castello.
  • 1267, il 12 febbraio si costituisce la “comunità del borgo di Gromo”, come sta scritto nella pergamena che riferisce la concessione dei privilegi comunali da parte della “Magnifica comunità di Bergamo”.
  • 1428, Venezia sottrae Bergamo e le sue valli al ducato di Milano; l’industria delle armi, iniziata nel XII secolo, conosce sotto la Serenissima il periodo più fiorente: le fucine di Gromo fabbricano spade, pugnali, alabarde, insomma tutta l’industria delle armi bianche.
  • 1666, questa fiorente industria è messa in forte crisi dall’alluvione che distrugge case e officine lungo la Valle del fiume Goglio.
  • 1798 con l’arrivo di Napoleone Gromo venne nominato capoluogo delle “Sorgenti del Serio” e costretto a inglobare nei propri confini amministrativi anche i vicini comuni di Valgoglio e Gandellino fino al 1816. Il regime fascista poi li riunì nuovamente dal 1927 al 1947.
  • Nel 1968, le frazioni di Ripa e Bettuno, parte del comune di Gandellino, furono aggregate a Gromo
  • In tempi più recenti il paese visse periodi di relativa tranquillità, trovando un deciso rilancio a partire dagli anni 50 del ‘900, grazie all’industria del turismo.

Sentire il legno, il ferro, la pietra. Gromo è un villaggio nell’alta Valle Seriana che fu presidio di ricche miniere di ferro, poi sede di libero Comune e quindi luogo di smistamento verso i mercati europei di armi bianche, forgiate dai poderosi magli mossi dal suo torrente. L’acqua è stata la sua ricchezza e la sua rovina. Ne ha plasmato le forme nelle ere preistoriche, ha portato energia e guadagno alle sue botteghe, e cancellato con una inondazione tutte le sue fucine, un giorno di novembre del 1666, scardinando la sua economia. Da precoce borgo industriale, Gromo torna a essere un alpestre villaggio rurale. Il borgo oggi non è tanto diverso da come appariva nel dipinto secentesco conservato nella chiesa di San Gregorio. Sorprende, anche, la bellezza racchiusa in un luogo tanto piccolo: altari dorati, affreschi cinquecenteschi, statue di legno, antiche pergamene, portali in pietra, artistiche inferriate. E tutt’intorno alle strecie, le strette viuzze, si dispiega il verde dei monti.

Castello Ginami: costruito dalla famiglia Ginami dei Licini e completato probabilmente nel 1276, il castello sorge su uno sperone di roccia in posizione elevata rispetto al piano dove scorre il fiume Serio, rendendolo perciò un punto strategico per la difesa. Oggi il castello è un rinomato ristorante, ma al suo interno si possono ancora trovare oggetti di valore, soffitti a cassettoni e un bellissimo lampadario in ferro battuto con il cigno, stemma del Comune di Gromo.

Palazzo Milesi: risalente al XV secolo, fu realizzato in marmo grigio venato delle vicine cave di Ardesio. Presenta due loggiati sovrapposti e capitelli delle colonne con foglie angolari ripiegate in volute, tratti tipici dell’edilizia dei decenni susseguenti alla metà del quattrocento. Al suo interno ospita la Sala Consiliare, l’ufficio del Sindaco, gli uffici comunali, il Museo MAP, l’EcoMuseo faunistico e l’ufficio turistico.

Chiesa Parrocchiale di San Giacomo: Posta apparentemente fuori dall’attuale centro, risulta in eff­etti collocata in funzione dell’antica urbanizzazione sul percorso viario del fondo valle tra le contrade di Bettuno, Boario e Ripa. Fondata nel XIII secolo si articola in più parti, risultato di secolari aggiunte e integrazioni. L’interno, di impianto romanico a tre navate, presenta ambienti rinascimentali (il battistero) e barocchi (le navate laterali e il presbiterio). Conserva pregevoli e numerosi elementi degni di segnalazione: il cinquecentesco fonte battesimale, un ciclo pittorico di Antonio Cifrondi, tele della seconda metà del ‘700 di ambito veneto, preziose reliquie e l’antico altare ligneo della scuola del Fantoni.

Ville Liberty: A seguito della famiglia milanese dei Crespi – presente in Gromo con interessi ed iniziative in ambito idroelettrico e tessile – il paese divenne tra il 1800 e il 1900 luogo di una villeggiatura elegante e sofisticata. Di questo periodo restano le ville sparse di gusto liberty con fantasiose forme, intonaci istoriati, pietre e legni decorati, pregevoli ferri battuti e giardini.

Chiesa di San Gregorio: è una costruzione che risale al 1335 e nasce, probabilmente, come oratorio privato del Castello Ginami. Nel 1550 veniva utilizzata dalla comunità civile di Gromo come luogo per far “parlamento”. Viene completamente ristrutturata a fine ‘800 conservando il bel portale in pietra serena di fattura cinquecentesca. Nella pala dell’altare maggiore è esposta la tela del 1621 di Enea Salmeggia detto il Talpino, con la Madonna con Bambino tra i Santi Gregorio e Carlo Borromeo sovrastanti una visione dell’antico abitato di Gromo così come era nel 1600.

Torre del Gananderio: La torre del Gananderio si eleva su un poggio dominante la valle. Dal catasto del 1784 compare nella zona del Bure un castello con Torre del Gananderio di proprietà dei Franzini. Tale palazzo che si presenta attualmente in stile castellano con torre e merlatura, nel cortile interno mostra un porticato e delle bifore.

Piaceri e Sapori

Parco Sospeso nel bosco: emozionanti percorsi di abilità sugli alberi che si snodano nella foresta di abeti bianchi e rossi nell’incantevole scenario delle Alpi Orobie.

Bike Park: Tre percorsi adrenalinici con difficoltà crescente per sperimentare l’emozionante mondo del gravity a due ruote, adatti sia ai principianti sia ai downhiller super atletici.

Trekking: Il territorio di Gromo, inserito nel Parco delle Orobie, è ricco di percorsi escursionistici e passeggiate che uniscono la bellezza del paesaggio alle testimonianze di antiche attività economiche lungo i corsi d’acqua, come miniere, mulini, edicole votive, fucine, case e rustiche architetture.

Museo MAP (Museo delle Armi Bianche e delle Pergamene): Mediante affreschi e pergamene documenta come si forgiavano e commerciavano le armi bianche nel XV secolo e XVI secolo, prodotte nelle fucine presenti sul borgo, un tempo chiamato “La piccola Toledo d’Italia”.

EcoMuseo Faunistico: due ampie vetrate dedicate alla fauna selvatica presente sulle Orobie: marmotte, stambecchi, tassi, volpi e cervi non avranno più segreti

Museo Parrocchiale: La parrocchia di Gromo dedicata ai Santi Giacomo il maggiore e Vincenzo levita, possedeva arredi sacri di notevole valore, frutto di lasciati acquisiti nel tempo, o donazioni degli abitanti del paese. Il museo si divide su due piani con sale dalle differenti caratteristiche, l’ingresso con le raffigurazioni di santi e angeli accoglie e accompagna il visitatore in questi ambienti ricchi di sacralità.

Gromo Sempre in forma: concorso caseario che prevede la collaborazione di Coldiretti e ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio) con lo scopo di valorizzare e far conoscere l’importante produzione casearia della Val Seriana.

Gromo Medievale: rievocazione che riporta al XV secolo… i gromesi si vestono in abiti medievali, le vie del paese si popolano di falconieri, arcieri, dame e cavalieri; così come vengono riproposte attività artigianali tipiche dell’epoca.

Processione del Venerdì Santo: suggestiva e sentita processione. La parte più emotiva è suscitata dai vari trii di croci in legno a cui viene poi dato fuoco creando così un emozionante gioco di luci ed ombre della notte

Léstrabù: evento enogastronomico con stand di prodotti tipici, intrattenimenti musicali, aperitivo e cena presso il centro storico di Gromo

La Notte Romantica: evento dedicato a celebrare l’amore in tutte le sue forme Laboratorio gratuito d’arte per gli innamorati seguito dalla cena romantica presso i locali convenzionati e in serata concerto a tema.

MAIASA: il Venerdì Santo a Gromo si mangia la “Maiasa”, una specialità gastronomica veramente singolare. Si tratta di una specie di torta a base di farina, cipolle, fichi secchi e mele, condita con olio e cotta nel forno. Mangiare la “Maiasa” significa annunciare, secondo la tradizione di Gromo, che la Quaresima è finita.

FORMAGGELLA: l’amore per la propria terra, l’allevamento di ovini e bovini e l’arte paziente di trasformare il latte in formaggio fanno sì che questi prodotti e in particolare la formaggella porti ancora quei sapori e aromi tipici della tradizione bergamasca.