Sperlinga
Nata dalla roccia

Comune di sperlinga
solo centro storico
(Provincia di Enna)
Altitudine
m. 750 s.l.m.
Abitanti
1070

Patrono
San Giovanni Battista, 24 giugno
info turismo
Municipio, via Salita Municipio 2
tel. 0935 643025
www.comune.sperlinga.en.it

Lo spirito del luogo

Il nome

Il toponimo è di origine greca, ma è arrivato a noi attraverso la mediazione del latino spelunca, che significa grotta, spelonca. Il sito su cui sorge Sperlinga, come tutto il territorio circostante, è caratterizzato da numerose grotte artificiali scavate nell’arenaria.

 

La storia

1132, si ha la prima notizia ufficiale del castrum: risulta in possesso della famiglia Rosso che lo tiene fino alla vigilia dei Vespri Siciliani.
1282, durante i Vespri Siciliani, Sperlinga è l’unica fortezza dell’isola a non ribellarsi agli Angioini. Di qui il celebre motto: QUOD SICULIS PLACUIT SOLA SPERLINGA NEGAVIT (la sola Sperlinga negò ciò che piacque ai Siciliani), inciso sull’arco a sesto acuto del vestibolo del castello nel tardo Cinquecento.
1360, il castello e la baronia di Sperlinga sono venduti dal figlio di Francesco Ventimiglia, conte di Geraci, al fratello Federico.
1408, Sperlinga è feudo di Giovanni Ventimiglia e ricordata come castrum et locum, quindi come insediamento già avviato.
1597, Giovanni Ventimiglia vende a Giovanni Forti Natoli la baronia di Sperlinga per poco meno di 31 mila scudi. In questo stesso anno al Natoli è concessa la licentia populandi, cioè la possibilità di provvedere all’ingrandimento del borgo feudale.
1658, Francesco Forti Natoli vende Sperlinga a Giovanni Stefano Oneto ad esclusione del titolo. Per questo motivo i Natoli dal 1658 fino al 1788 mantengono il titolo di principi di Sperlinga ma senza la proprietà del feudo. Il titolo sarà venduto più tardi ad Alvaro Paternò.
1862, il castello passa in enfiteusi al barone Nunzio Nicosia da Nicosia.
1973, il castello diviene proprietà del Comune di Sperlinga.

Qui tutto è cominciato nelle grotte. Fin dalla preistoria la parete rocciosa che sovrasta il paese è stata scavata dall’uomo per ricavarne rifugi che nel tempo sono diventati abitazioni. Oggi le grotte hanno porte, finestre, alcune addirittura balconi. Quelle scampate all’urbanizzazione, che non hanno dovuto fare posto a strade e cemento, sono solo poche decine, ma restano a testimoniare, forse per l’eternità, le antiche civiltà che hanno scelto questo luogo come dimora. Attraversando le sale del castello interamente scavato nella gigantesca mole di arenaria, sembra di tornare a vivere al tempo degli antichi Siculi che mille anni prima di Cristo si insediarono qui, amando questo paesaggio che allora era infinitamente più bello di adesso. Forse solo il vento e gli uccelli ricordano la regale dimora che essi scavarono per la loro regina. E solo il vento, che s’insinua tra la cavità della rocca e le feritoie del castello, resta a vegliare su questo mondo rupestre.

Tra i Nebrodi e le Madonie, quasi al centro della Sicilia, sorge un castello in parte scavato in una gigantesca mole d’arenaria dai Siculi a partire dal XII secolo a.C., e in parte costruito sulla stessa roccia intorno all’anno Mille. Fra i castelli rupestri della Sicilia, quello di Sperlinga è sicuramente uno dei più affascinanti. Al suo interno nel 1282, all’epoca dei Vespri Siciliani, si asserragliò una guarnigione francese resistendo all’assedio per un anno. L’episodio è ricordato da una scritta postuma (sec. XVI) sull’arco nell’androne: Quod Siculis placuit sola Sperlinga negavit. Oltrepassato quello che doveva essere il ponte levatoio, si entra in una serie di ambienti che portano nel cuore del castello, dove l’ingegno dell’uomo si fonde con la bellezza della natura: la roccia diventa ora scuderia, capace di ospitare decine di cavalli, ora officina per i metalli, e poi carcere e serbatoio per l’acqua, oppure magazzino per le derrate. Curioso è un ambiente circolare che presenta nella parete dodici piccole nicchie distanziate tra loro con interspazi crescenti: l’arcana grotta secondo alcuni era un luogo di culto, secondo altri ospitava un particolare sistema per la misurazione del tempo. Le ripide scale, quasi incise nella roccia, portano alla torre, dai cui merli il mondo sembra stare ai piedi di chi guarda.
Un altro spettacolo è dato dall’”aggrottato”: tutto il fianco del castello che si riversa sul paese è interamente “traforato” da una cinquantina di grotte artificiali, scavate dall’uomo in tempi lontanissimi. Collegate le une alle altre da stradine e scalini anch’essi ricavati dalla rupe, costituiscono, nel loro insieme, un suggestivo borgo rupestre. Ognuna, al suo interno, si è trasformata in umile abitazione, con una o due stanze al massimo che ancora recano i segni dei millenni trascorsi lì dentro. Alcune sono state acquistate dal Comune e adibite a museo etnografico.
Ai piedi del castello si trova la chiesa della Mercede, dove si conserva un pregevole crocifisso ligneo che un tempo era posto nella chiesa interna della rocca. La chiesa Madre, a navata unica e molto semplice, fu fatta costruire dal principe Giovanni Natoli a partire dal 1597. La terza chiesa del borgo è quella di Sant’Anna: la costruzione, della seconda metà del ‘600, è annessa ad un convento degli Agostiniani e custodisce un crocifisso ligneo della scuola di Frate Umile da Petralia.
Tutta la zona intorno a Sperlinga è, come dice il nome, ricca di spelonche, di grotte scavate nella roccia arenaria. Tra i siti rupestri più interessanti si segnalano quello di Contrada Rossa, che forse ospitava una comunità paleocristiana (sulla cui chiesa è stata successivamente impiantata una moschea, come si può notare), quello della Contrada SS. Quaranta, nelle cui grotte sono ricavate nicchie sepolcrali dei sec. IV-VI sec. d.C., e quello di Peirito, con tombe paleocristiane.

Piaceri e Sapori

Escursioni naturalistiche nel bosco comunale di Sperlinga, lungo il fiumee nella riserva orientata Sambughetti. Escursioni archeologiche presso i vari siti rupestri del circondario.

Il castello e il borgo rupestre, la parlata antica, l’incantevole panorama e la tranquillità sono alcuni dei motivi che consigliano di abbandonare i consueti itinerari di agenzia per immergersi in una Sicilia nascosta, bellissima e genuina, lontana da ogni inquinamento e ossigenata per la presenza di un esteso bosco naturale a roverella, ricco di fauna selvatica (volpe, istrice, riccio, donnola, corvo reale, upupa e diverse specie di rapaci). Tra i canti degli uccelli, il profumo del bosco e l’aria fresca di montagna è bello percorrere i tanti sentieri che per km e km smarriscono dai rumori del mondo, per poi ritrovarsi in una delle tante masserie sparse per il bosco a mangiare formaggio davanti a un buon bicchiere di vino rosso.

Museo etno-antropologico:
ai piedi del castello, in un’ampia grotta di 165 mq sono esposti, divisi per cicli produttivi, gli oggetti del lavoro contadino e di uso domestico.

Grotte-Museo:
nel borgo rupestre il Comune ha acquistato cinque grotte per mantenere viva la memoria delle condizioni di vita degli abitanti fino agli anni Sessanta del Novecento. Sono stati ricostruiti alcuni ambienti, quali la casa contadina e la stanza del telaio.

Corteo Storico delle Dame dei Castelli di Sicilia,
16 agosto: l’evento rievoca l’episodio del 1282, quando, durante i Vespri Siciliani, una guarnigione francese nel castello rupestre di Sperlinga resistette all’assedio per un anno. Al corteo delle dame, accompagnate da sbandieratori, musicisti e figuranti, partecipa una ventina di Comuni siciliani sededi castelli. Fra le nobildonne che rappresentano i Comuni, è incoronatala Dama dei Castelli di Sicilia. Chiude la manifestazione un suggestivo spettacolo pirotecnico dalle terrazze del castello. Nel circuito dei castelli medievali siciliani è uno degli eventi di maggior successo, anche grazie al taglio meno turistico e più culturale impresso negli ultimi anni.

San Giovanni Battista,
24 giugno: è la festa del patrono.

Sagra del Tortone,
16 agosto: la manifestazione si svolge ai piedi del castello, dove si degustail casereccio tortone, espressione di una genuina tradizione culinaria, insieme al vino locale e tra le bancarelle dei prodotti dell’artigianato.

Festa di Santa Liberata,
18 agosto, con processione.

Festa del Signore,
Terza domenica di settembre.

Festa della Madonna della Mercede,
quarta domenica di settembre, con processione.

Presepe Vivente,
6 dicembre.

Ottimi i formaggi locali come il caciocavallo, il piacentino e la ricotta fresca, che è ingrediente fondamentale per la cassata, il dolce tipico natalizio. Pietanza locale è la frascàtela, polenta di farina di grano duro o di cicerchia, con lardo e broccoletti. Il tortone invece è un dolce fatto con la pasta del pane fritta in olio e cosparsa di zucchero misto a cannella.

Sperlinga è conosciuta in Sicilia anche per le produzioni artigianali, come le antiche frassate, variopinti tappeti tessuti a mano su vecchi telai in legno. Vi si lavorano, inoltre, la canna, il salice e l’olivastro per costruire ceste, il giunco per le fiscelle, che sono contenitori per ricotta e formaggi, e la ferula per i furrizzi, i caratteristici sgabelli contadini. Nel castello è possibile assistere alla lavorazione dei tappeti.

Ristorazione

Sperlinga, Agriturismo Arona

Agriturismo Arona

Trattamento B&B in un tranquillo casolare di campagna.

  Contrada S. Venera
  +39 0935 643192
  +39 347 4836266
 www.agriturismoarona.it