Barolo
Il Paese e il Vino
Comune di BARolo
(Provincia di Cuneo)
Altitudine
m. 490 s.l.m.
Abitanti
652 (402 nel borgo)
patrono
San Luigi dei Francesi 25 agosto.
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
presso la biglietteria del Wi.Mu. Castello comunale Falletti
Piazza Falletti
Tel. 0173/386697
info@wimubarolo.it
www.comune.barolo.cn.it
www.wimubarolo.it
La storia
La zona pare fosse abitata in epoca preistorica da tribù celto-liguri, il primo insediamento effettivo sul territorio è di origine barbarica e risalente all’Alto Medioevo. Durante il dominio Longobardo dipendeva da Gastaldo di Diano, passò poi sotto la Contea di Alba e successivamente sotto la Marca di Torino. Il nucleo originario del castello fu eretto in quel periodo da Berengario I, come difesa dalle scorrerie Saracene. Nel 1200 il paese viene citato nel Rigestum Comunis Albe con il nome di Villa Barogly.
Nel 1250 la famiglia Falletti, acquisì tutti i possedimenti di Barolo dal Comune di Alba. I Falletti erano una potente famiglia di banchieri, esponenti della nuova borghesia, i quali segnarono il destino di Barolo e delle zone circostanti. Intorno al 1300 arrivarono a controllare fino a una cinquantina di feudi piemontesi. Nel 1486 Barolo entrò a far parte dello Stato Monferrino, passando poi nel 1631 ai Savoia con il trattato di Cherasco.
Barolo divenne poi Marchesato nel 1730, il primo Marchese fu Gerolamo IV. Dopo Gerolamo IV ci furono soltanto altri due Marchesi: Ottavio Alessandro Falletti e Carlo Tancredi, alla morte di quest’ultimo governò sua moglie la Marchesa Juliette Colbert, la quale si distinse per la sua brillantezza e per le sue azioni a favore dei più deboli. Alla sua morte nel 1864 tra le sue volontà vi fu la costituzione dell’Opera Pia Barolo alla quale lasciò l’intero patrimonio di famiglia.
l’Enoteca Regionale del Barolo sita nelle cantine marchionali del castello Falletti dove sono esposte numerose bottiglie dei produttori della zona di produzione che comprende, oltre al comune di Barolo, quelli di Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d’Alba, Gallo Grinzane, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Serralunga e Verduno. E’ possibile effettuare degustazioni didattiche per avvicinarsi al barolo o per approfondirne la conoscenza.
Davanti al castello troviamo la chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Donato Vescovo e Martire. La prima notizia è del 1429 ed è probabile che non sia che l’antica cappella gentilizia dei castellani di Barolo, dove, all’interno cinque Marchesi sono sepolti dal 1524 al 1828 ed in una lapide marmorea incastrata nel muro di destra del presbitero, un Falletti chiama la Parrocchia ‘avitum templum’ inteso come tempio dei miei avi.
Sul lato destro dell’altare maggiore la cappella dedicata a San Ludovico IX (o Luigi) Re di Francia, compatrono di Barolo, dove si conserva una statua di legno, dentro una nicchia, rappresentante detto Santo non poco miracolosa a cui concorrono continuamente persone forestiere.
A fianco della Parrocchiale la Confraternita di Sant’Agostino del 1566 in cui, oggi al suo interno, si trova l’Aula Picta, una sede espositiva dove si possono ammirare dipinti ed incisioni di grandi artisti internazionali.
Wi.Mu. nel castello comunale Falletti
Il visitatore è centrale alla narrazione è così si parte dal terzo piano del castello e dalla terrazza panoramica. Una serie di ambienti evocativi avvolgono il visitatore, lo stimolano all’interpretazione. Qui al centro del racconto è la natura, il suo contributo alla creazione di un grande vino tramite i suoi elementi, il tempo, il sole, la luna, la terra, le stagioni. Il tempo, specialmente, quello che è attesa paziente che la terra nutra la vite, che i grappoli maturino al sole, che il vino riposi nelle botti.
E poi si scende, in questa immersione che al secondo piano del castello pone il visitatore al cospetto della lunga storia del vino, per comprendere come le sue vicende si sono intrecciate a quelle dell’uomo in un rapporto secolare, quotidiano, costante, che si è fatto intimo e profondo. Il racconto del rapporto del vino con l’uomo, dalla preistoria ad oggi, è offerto al lettore con più piani di lettura e di partecipazione, adatti a coinvolgere tanto il visitatore esperto quanto quello appena curioso, tanto gli adulti quanto i bambini. La storia si può raccontare anche grazie a manovelle da girare e meccanismi da azionare. Lo stupore coltiva l’attenzione, se un museo è speciale. E così si sosta nell’atelier di un pittore, si assiste ad una chiacchierata fra cuochi in cucina, ci si accomoda in una sala da musica e in un cinema e si trova sempre lui, il vino, protagonista di ogni espressione artistica, dalla pittura alla letteratura, dalla musica alla gastronomia al grande schermo.
Scendendo al primo piano del castello, quello in cui alloggiavano i marchesi Carlo Tancredi Falletti di Barolo e Juliette Colbert, più nota come Giulia di Barolo. Qui gli allestimenti del museo moderno si affiancano agli arredi originali ottocenteschi e il racconto inclina a un doveroso omaggio alla nascita del barolo, avvenuta nelle cantine del castello, negli stessi anni, e con il concorso degli stessi protagonisti, in cui il processo risorgimentale portava all’Unità nazionale. Fra le sale storiche si conoscono i Marchesi Falletti, la storia del barolo e del castello, la genesi del museo.
Al piano inferiore in un’ultima sala, allestita come un’aula scolastica per ricordare gli anni in cui il castello fu trasformato in un collegio per volontà della marchesa Giulia, un professore virtuale insegna come si fa il vino.
WiLa la Wine Labels Collection
lo spazio dedicato alla ricca collezione di 282mila etichette messe a disposizione dal professor Cesare Baroni Urbani, marchigiano di Sirolo. La raccolta, donata nel 2016 al Comune di Barolo, comprende diversi pezzi datati da fine Settecento e, tra le altre etichette, alcune realizzate da grandi artisti quali Picasso, Chagall, Mirò, Andy Warhol fino ad una serie dedicata a Marilyn Monroe.
Museo dei cavatappi
Museo privato in cui sono esposti oltre cinquecento pezzi di diverse epoche.
A tutta trippa
Evento enogastronomico che vede come protagonista la zuppa di trippa, il salame di trippa e molte altre specialità locali.
Queste specialità facenti parte dei cibi della cucina povera del territorio, ma ricche di sapori, fantasia, profumi, sensazioni e ricordi, faranno parte del menù, che si potrà consumare comodamente seduti nella piazza centrale del paese.
A completare il menù di trippa si potranno gustare formaggi, salumi dop, salsiccia in umido e polenta, pane prodotto con svariate farine, acciughe, olio extra vergine Taggiasco ed infine i classici torroni del Gallo ed i dolci a base di nocciola.
La ricchezza e la qualità dei cibi sarà posta in risalto dai vini del paese e dal Barolo di Barolo.
Il desco viene allietato dalle musiche popolari
Calici di Stelle
Nella notte di San Lorenzo il 10 di agosto viene organizzato un grande banco di assaggio di Barolo dei produttori di Barolo, nella panoramica piazza Falletti, all’ombra del castello che ospita il Wi.Mu., museo del vino, che rimane eccezionalmente aperto durante la serata, anche per consentire l’osservazione delle stelle tramite telescopi. Musica live e intrattenimento. Evento organizzato dal Comune di Barolo in collaborazione dalla Barolo & Castles Foundation e la Pro Loco di Barolo nell’ambito degli eventi organizzati con il supporto della Associazione Città del Vino di cui Barolo fa parte.
Possiamo farci attrarre dai profumi che provengono dai ristoranti, pizzerie e tavole calde dove ancora una volta tradizione ed innovazione si confondono nelle varie proposte gastronomiche con piatti che hanno fatto la storia e che bisogna assolutamente gustare se si decide di vivere fino in fondo questo territorio. Battuta al coltello o in fettine sottili la carne all’albese viene servita con olio, limone, spezie e scaglie di tartufo; vitello tonnato vale a dire girello di fassone marinato nel vino e cotto con verdure e spezie servito a fettine ricoperte da una salsa tonnata; la bagna cauda dove nell’olio sono stati sciolte acciughe e aglio da servire su peperoni cotti al forno oppure in un tegamino intingendovi verdure; i tajarin pasta all’uovo servita con sughi di carne o burro e salvia coperti di tartufo bianco, il bollito un insieme di diverse carni accompagnate da salse come il bagnet verd e ross, il brasato al barolo un piatto di carne cotta nel barolo. Per chiudere il bonet un budino di cioccolato con amaretti e rhum e la torta di nocciole della specie tonda gentile delle Langhe, senza farina.
Agnolotti al plin cioè ravioli con il pizzicotto ripieni di carne con una preziosa grattata di tartufo quando è stagione. Si possono gustare nei tanti ristoranti od acquistarli presso la macelleria Sandrone presente nel borgo.
Barolo, il vino.
Il barolo è indubbiamente il vino italiano che gode di maggior prestigio internazionale. Il suo sapore austero, il suo bouquet ricco lo rendono ideale accompagnamento di arrosti, selvaggina e formaggi stagionati.