
LE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA NEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA: fra riti antichi e spiritualità.
La Settimana Santa si sta avvicinando e i Borghi più belli d’Italia si preparano a celebrarla, trasformandosi in scenari perfetti per un viaggio tra fede, tradizione e suggestioni senza tempo. In queste piccole perle incastonate tra montagne, colline e coste, la Pasqua assume un significato profondo, arricchito da riti antichi e celebrazioni suggestive che coinvolgono intere comunità.
Le vie acciottolate si animano di processioni storiche, fiaccole e canti sacri, mentre il suono delle marce religiose accompagna il raccoglimento e la devozione dei fedeli. Ogni borgo custodisce le proprie tradizioni: dalle Processioni del Lunedì Santo, alle suggestive rievocazioni della Passione di Cristo, con attori in costume che ripercorrono gli ultimi momenti della sua vita.
Ma la Pasqua nei borghi non è solo spiritualità: è anche un’occasione per scoprire sapori autentici e tradizioni culinarie che si tramandano da generazioni. Ogni regione offre specialità tipiche, dalle uova di cioccolato ai piatti a base di agnello, senza dimenticare le usanze ludiche che coinvolgono tutta la comunità in un clima di festa.
Tra riti, tradizioni e gastronomia, vivere la Settimana Santa nei Borghi più belli d’Italia significa immergersi in un’atmosfera unica, dove il tempo sembra sospeso tra passato e presente. Ecco alcuni dei borghi con le tradizioni pasquali più affascinanti… Buona lettura!
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CASTELSARDO (Sardegna): i “Lunissanti”.

Ph Maurizio Mandarino
La Settimana Santa è uno dei momenti più intensi e significativi della tradizione, un periodo ricco di riti e celebrazioni che rievocano la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. In Sardegna è un evento che fonde fede, tradizione e folklore in una serie di celebrazioni uniche. Tra i riti più suggestivi dell’isola spicca il Lunissanti, che si tiene nel borgo di Castelsardo (SS) il Lunedì Santo. Si tratta di una delle cerimonie più antiche e solenni della Sardegna, dalle origini medievali, caratterizzata da un’atmosfera mistica e da un forte coinvolgimento della comunità locale.
Il Lunissanti prende il via alle sette del mattino, quando i membri della Confraternita di Santa Croce, vestiti con lunghe tuniche bianche e cappucci, si riuniscono nella chiesa di Santa Maria per la consegna dei Misteri: antichi simboli della Passione di Cristo, come la corona di spine, i chiodi e la croce, segnano l’inizio della processione. L’evento è scandito dai canti gregoriani e polifonici dei “Cantori”, che creano un’atmosfera suggestiva e solenne. La processione si dirige poi verso l’antico monastero di Nostra Signora di Tergu, a circa dieci chilometri da Castelsardo, dove viene celebrata la messa.
Nel corso della giornata si susseguono altri momenti cerimoniali, fino a culminare nella suggestiva processione notturna. Questa segue un ordine preciso: apre il primo coro, il “Miserere”, seguito da sei misteri che rappresentano le sofferenze di Cristo. Poi viene il secondo coro, lo “Stabat”, accompagnato da altri quattro misteri, fino a giungere all’ultimo coro, il “Jesus”, che chiude il rito. I dieci misteri simboleggiano le tappe della Passione, dall’accettazione della volontà divina fino alla crocifissione.
Il rito dura circa tre ore, con numerose soste in cui i cantori, provati dalla lunga giornata, si esibiscono. L’atmosfera è resa ancora più suggestiva dalla simbologia cruenta, dai misteri artigianali illuminati dalle fioche luci delle lampade a olio e dalle fiaccole portate dai confratelli e dalle consorelle, rendendo questa celebrazione uno degli eventi più intensi e toccanti della Settimana Santa in Sardegna.
Scopri il programma della Settimana Santa a Castelsardo: https://www.sardegnacultura.it/articolo/settimana-santa-a-castelsardo
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GROMO (Lombardia): la tradizione dei “bocconi”.

Ph Vincenzo Piramide
La Settimana Santa a Gromo rappresenta un momento di profonda spiritualità e tradizione, che culmina nella suggestiva processione del Venerdì Santo. Questo antico rito, tramandato da generazioni, coinvolge l’intera comunità del borgo, trasformando le vie in un percorso di raccoglimento e memoria della Passione di Cristo.
I preparativi iniziano giorni prima della celebrazione: la pubblica illuminazione viene spenta per l’occasione e le vie del borgo si illuminano con il bagliore delicato dei lumini e delle fiaccole, mentre sui cancelli di ferro battuto vengono incollati gusci di lumaca riempiti con olio o grasso e uno stoppino, trasformandoli in piccole fiammelle che rischiarano le viuzze. Il Giovedì Santo, gli abitanti si dedicano alla preparazione dei “bocconi”, stracci imbevuti di benzina sistemati nei secchielli attaccati alle croci, che quando vengono accesi danno simbolicamente “fuoco” alla croce in un rituale di grande impatto visivo e spirituale.
La sera del Venerdì Santo, al calare del sole, la processione notturna prende vita con la statua del Cristo morto che percorre solennemente la via principale del paese. Il mesto suono della banda accompagna il corteo, amplificando l’atmosfera di riflessione e devozione. Ad aprire la processione, un maestoso Crocifisso del Cinquecento, simbolo di fede e protezione; segue la fiumana di persone che accompagna i sei Crocifissi e gli otto simboli della Passione, che precedono la Statua del Cristo morto. Quest’ultima viene portata in processione dai trentatreenni, un gesto simbolico che richiama l’età di Cristo al momento della crocifissione.
Al termine del rito, la tradizione gastronomica si intreccia con quella religiosa: la comunità si riunisce per condividere la “maiassa“, una tipica torta preparata con farina gialla, cipolle (o porri), fichi secchi e mele renette.
Maggiori informazioni: https://www.valseriana.eu/blog/dolore-intenso-e-condiviso/
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GESUALDO (Campania): la Passione in un incantevole scenario medievale.

Ph Nicola Abbrescia
La Passione di Gesualdo, celebrata nel suggestivo borgo irpino il Venerdì Santo, è uno degli eventi più intensi e solenni della Settimana Santa. Questa rievocazione sacra, profondamente radicata nelle tradizioni popolari, coinvolge l’intera comunità e richiama numerosi visitatori, affascinati dalla sua atmosfera mistica e dall’incantevole scenario medievale.
Le stradine acciottolate e il maestoso castello che domina il borgo diventano il palcoscenico ideale per la rappresentazione della Passione di Cristo. La processione attraversa il centro storico, ripercorrendo le tappe della Via Crucis con scene viventi che rievocano gli ultimi momenti della vita di Gesù. I figuranti, vestiti con abiti d’epoca, danno vita a una rappresentazione di straordinaria intensità emotiva, interpretando con realismo i protagonisti della Passione.
La rievocazione della condanna a morte di Cristo è stata pensata proprio nei luoghi che furono testimoni dell’espiazione e del tormento interiore di Carlo Gesualdo. Il borgo si trasforma così in una suggestiva Gerusalemme d’epoca, in cui non solo la Crocifissione, ma anche alcuni tra i più significativi episodi evangelici vengono riportati in scena. Sul sagrato del Cappellone, in Piazza Umberto I, si susseguono le scene della cattura di Gesù, del processo e della flagellazione davanti a Ponzio Pilato.
Dopo la condanna, ha inizio la Via Crucis. Il corteo si snoda lungo la ripida salita di Via Municipio, rievocando l’ascesa al Monte Calvario, fino a raggiungere i bastioni dell’imponente Castello di Gesualdo. Qui, tra fiaccole tremolanti ed effetti luminosi che amplificano la drammaticità del momento, si svolge la scena più toccante: la crocifissione. Il tutto è reso ancora più suggestivo dalle struggenti note dei Responsoria di Carlo Gesualdo, che si intrecciano con il suono potente delle chitarre rock, creando un contrasto musicale di grande impatto emotivo.
Pasqua a Gesualdo: https://prolocogesualdo.jimdofree.com/la-passione-di-cristo/
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RIPATRANSONE (Marche): il “Cavallo di Fuoco”

Ph Giacomo Straccia
Ripatransone (AP) è un incantevole borgo che vanta una ricca tradizione di eventi pasquali; infatti qui gli eventi della Settimana Santa e soprattutto quelli della successiva sono molto sentiti e partecipati.
Dal punto di vista religioso ci sono due importanti processioni che vedono la partecipazione di tutte le Confraternite cittadine e della Banda del paese. La prima, quella della Madonna Addolorata, si tiene il venerdì precedente la Settimana Santa (11 aprile 2025) e quella del Cristo Morto si svolge la sera del venerdì santo (18 aprile 2025).
Il culmine dei festeggiamenti avviene la domenica in Albis, quest’anno domenica 27 aprile, quando prende vita la rievocazione del Cavallo di Fuoco, che nel 2011 ha ricevuto il riconoscimento speciale di Patrimonio d’Italia per la Tradizione dal Ministero del Turismo.
La manifestazione folkloristica, tra il sacro e il profano, si lega alla profonda devozione dei cittadini di Ripatransone nei confronti del Simulacro della Madonna di San Giovanni, realizzato a Recanati da Sebastiano Sebastiani e giunto in Città la Domenica in Albis del 1620. La manifestazione si svolge nelle affollate Piazze Matteotti e Condivi a partire dalle ore 21. Il cavallo, (oggi una sagoma in lamiera) alto e magnifico, addobbato di micce, petardi e girandole, arriva tra la folla da Largo Speranza, preceduto dal suono della Marcia n. 23 del Maestro Vincenzo Guarino, divenuta inno della manifestazione, eseguita dalla banda cittadina. Dopo aver fatto un giro iniziale ancora spento, la coda si infiamma producendo sibili spaventosi, e lo spettacolo vero e proprio inizia.
Da alcuni anni si organizza, la sera prima della rievocazione, uno spettacolo pirotecnico dedicato ai più piccoli chiamato Cavallino di Fuoco.
Maggiori informazioni: https://www.visitripatransone.it/cavallo-di-fuoco/
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BADALUCCO (Liguria): il tradizionale “Scotezzo”

Nel cuore della Valle Argentina, il borgo di Badalucco, in provincia di Imperia, custodisce usanze antiche che si tramandano di generazione in generazione: tra queste, una delle più suggestive e partecipate è la tradizione pasquale dello Scotezzo, un particolare e divertente rito della Domenica di Pasqua.
Lo Scotezzo è un gioco popolare che coinvolge l’intera comunità, da grandi a piccini, e che ha come protagoniste le uova sode. Dopo la messa, gli abitanti si riuniscono nella piazza principale e si sfidano a colpi di “scotezzo”: ogni partecipante sceglie un uovo e lo batte contro quello dell’avversario, cercando di romperne il guscio senza danneggiare il proprio. Vince chi riesce a mantenere il suo uovo integro più a lungo.
Questa tradizione non è solo un semplice gioco, ma un momento di condivisione e convivialità, che rafforza il senso di appartenenza e mantiene vivo il folklore locale. Lo Scotezzo rappresenta la gioia della Pasqua e il legame con le usanze del passato, rendendo Badalucco un luogo speciale in cui riscoprire il valore delle tradizioni.
Scopri di più sullo Scotezzo: https://fb.watch/yA224djIlk/
APRILE 2025
Febbraio 2024