Citerna
La porta dell’umbria
Comune di CITERNA
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 480 s.l.m.
Abitanti
3300 (310 nel borgo)
info turismo
Comune, Corso Garibaldi – Tel. 075 8592119
Pro Loco Citerna, Corso Garibaldi – Tel. 075 8592119
I.P.N., corso Garibaldi 39 – Tel. 075 8579025
www.citerna.net
Il nome
Le origini del nome sono incerte. Potrebbe derivare da una contaminazione linguistica di cisterna, dal momento che in molti edifici sono presenti cisterne di raccoglimento di acque piovane.
La storia
Età romana, ritrovamenti di fittili e monete testimoniano la presenza romana (castrum Citernae) in un territorio già abitato dagli etruschi.
Medioevo, sopravvissuta alla fase di decadenza che coinvolse l’intero territorio altotiberino durante le invasioni barbariche, risorse in epoca longobarda per motivi strategici e successivamente fu contesa da Arezzo (ghibellina) e da Città di Castello (guelfa). Dopo essere stata feudo dei Marchesi del Colle, Citerna nel 1199 fa atto di sottomissione a Città di Castello, rinnovato nel 1273.
Dal 1310 al 1340 sono suoi signori i Tarlati di Pietramala, finché richiede la protezione dei Perugini. è di nuovo governata dai Pietramala, e poi dai Malatesta, finché nel 1463 passa allo Stato Pontificio.
XVI-XVII sec., Citerna agli inizi del Cinquecento è data in vicariato alla famiglia Vitelli di Città di Castello. Sotto la loro signoria inizia per il borgo il periodo di maggior splendore. I Vitelli sono dei condottieri, ma anche mecenati amici dei Medici: al loro servizio operano artisti quali Raffaellino del Colle, Donatello, Pomarancio, Signorelli, le cui opere arricchiscono il borgo. I Vitelli costruiscono nuovi edifici e mantengono la signoria sino alla fine del Seicento, secolo funestato dalle pestilenze del 1619 e del 1630. 1849, Citerna ospita Garibaldi durante il percorso di ritiro verso Ravenna. 1860, prima tra tutte le città umbre, entra a far parte del Regno d’Italia.
Da tempo Citerna si è messa al lavoro per recuperare la sua anima antica: quella già ammirata dallo scrittore romano Plinio il Giovane, quando lodava, di questi luoghi, la salubrità dell’aria e la bellezza del paesaggio. Come dargli torto: Citerna sta in cima a un colle da cui domina l’Alta Valle del Tevere, nell’Umbria che confina con la Toscana e le Marche. Durante i lavori di restauro del palazzo comunale è emersa una struttura sotterranea fatta di passaggi, ambienti, locali e cisterne: in pratica, un doppio livello urbanistico – il sopra e il sotto. Anche i camminamenti medievali che si snodano per buona parte della cin ta muraria, denotano questa attitudine a star coperti, come se il borgo dovesse difendere la tenerezza che ha in grembo. Il percorso di ronda protegge infatti tiepidi spazi rinserrati, dove ci si scalda al fuoco del camino degli Innamorati, o si nasconde la ragazza che ha prestato il volto alla Madonna con Bambino, nella terracotta attribuita a Donatello.
La collocazione di Citerna ne denota la caratteristica di fortilizio con funzioni di avvistamento dei flussi militari provenienti dalle terre circostanti, Romagna, Marche e Toscana, di cui l’Alta Valle del Tevere costituisce la confluenza naturale. Contesa ripetutamente per questa sua posizione strategica, conserva ancora nella cinta muraria, nei camminamenti medievali e nell’acropoli sovrastante il borgo, la memoria della sua ricca storia. La particolare struttura edilizia, disegnata su due livelli urbanistici sovrapposti, si sviluppa nel sottosuolo con camminamenti, percorsi, volte e numerose cisterne di raccoglimento di acque piovane, costituenti un sistema complesso di reperimento idrico. L’acqua è l’altro elemento identificativo del borgo, presente al suo interno e nel territorio circostante come parte integrante di un paesaggio ancora incontaminato nei suoi profili collinari, resi immortali da numerosi artisti che ne hanno lasciato traccia nelle chiese: da Pomarancio a Donatello. Il nucleo storico di Citerna è racchiuso dentro la cinta muraria, realizzata tra XIII e XIV secolo con due accessi principali: a sud Porta Romana e a nord Porta Fiorentina. Subito a ridosso della prima si sviluppa il monastero di Santa Elisabetta, nella cui chiesa a forma esagonale si trova una Vesperbild, iconografia tedesca raffigurante una Pietà del XIV secolo. Lungo il perimetro delle mura, sui lati est e ovest, si trovano i camminamenti medievali, con aperture a tutto arco perfettamente conservate. Dal corso principale si accede a Casa Prosperi – Vitelli, al cui interno si ammira il camino del XVI secolo detto degli Innamorati. Proseguendo, oltre l’ingresso del palazzo Municipale si incontra la parte conventuale della chiesa di San Francesco, confiscata alla chiesa dopo l’unità d’Italia. San Francesco è una chiesa-museo per il gran numero di opere d’arte che vi si conservano. Costruita nei primi decenni del Cinquecento, ha pianta a croce latina con nove altari riccamente decorati. Vi si trovano dipinti di Simone Ciburri, un affresco di Luca Signorelli e della sua scuola (1550 circa), una deposizione del Pomarancio, alcuni dipinti di Raffaellino del Colle e una collezione di paramenti sacri finemente lavorati in seta e oro. Nel transetto di sinistra si ammira un crocifisso ligneo di fattura bizantineggiante risalente alla fine del Duecento. Dietro l’altare maggiore si apre un maestoso coro ligneo in noce, realizzato nel XVI secolo e dotato di 25 scanni e di un monumentale leggio. Sopra il coro è collocata la Madonna con Bambino, recentemente attribuita a Donatello giovane. È una statua in terracotta policroma alta 110 cm, datata attorno al 1415, che arricchisce il piccolo museo della chiesa. Proseguendo il cammino lungo il corso si arriva alla piazza principale, Scipione Scipioni, da cui si ammira in tutta la sua bellezza l’anfiteatro naturale che si stende ai piedi di Citerna: il bacino idrografico del Tevere e la corona appenninica che lo delimita come un enorme catino, dal monte de La Verna a nord ai Monti Sibillini a sud. Sulla piazza, la torre civica reca un orologio a incastri meccanici in legno risalente al XVI secolo. Sulla leggera salita di fronte, svetta la facciata della chiesa di San Michele Arcangelo, costruita intorno al 1680, che conserva al suo interno una bellissima Madonna con Bambino della scuola di Giovanni della Robbia, una pregevole Crocifissione su tavola (1570) con relativo altare ligneo del Pomarancio e una campana datata 1269. Sulla parte orientale di questo antico nucleo di Citerna si apre la piazzetta del piccolo ma elegante teatro Bontempelli, fatto costruire dalla famiglia Vitelli nel Cinquecento, ora recuperato alla piena attività. Sulla parte occidentale si erge invece la Rocca, la parte più antica del castello. Di origine longobarda (VII sec.), ricostruita nel XIV secolo, era l’antica residenza dei signori del luogo. Il bastione occidentale e il torrione rotondo, divenuto simbolo del paese, completano il lato occidentale della cinta muraria. Si comprende, ora, come il borgo sia costituito da due strutture urbane sorte in tempi diversi: l’acropoli, che è il nucleo originario del paese, e il burgus, aggiunto nel Duecento e dislocato lungo l’asse viario del corso principale. Dal punto di vista urbanistico abbiamo due livelli: uno corrispondente all’isolato incluso tra Porta Romana e piazza Scipioni, l’altro consistente negli ammassi, situati sotto l’ex convento di San Francesco, in cui sono stati recuperati spazi espositivi, camminamenti di grande suggestione e un complesso sistema di cunicoli sottostanti il corso principale. Qui si trovano alcune delle cisterne che danno nome al borgo. Si tratta di recipienti costruiti o scavati sotto terra per il recupero delle acque piovane. Ne sono state censite sette, ma è probabile che ve ne siano altre. La più importante, con una capienza di 450 metri cubi, è visitabile negli Ammassi dell’ex convento. Subito fuori le mura, nel versante occidentale, si trova anche un pozzo medievale profondo oltre 20 metri.
Passeggiate, escursioni su sentieri segnalati, percorso francescano, trekking. Un centro polivalente (Le Querce, loc. Lavatoio) offre divertimenti adatti alle famiglie: giochi per bambini, calcetto, calciotto, tennis e pattinaggio. Nelle immediate vicinanze si possono trovare piscine in molti agriturismi.
San Francesco compì due miracoli a Citerna, raccontati da Bartolomeo da Pisa e Giacomo Oddi, biografi francescani. Liberò una quercia dalle formiche e si sbarazzò di una donna che disturbava la sua predica. Il fervore religioso seminato da Francesco ha lasciato molti segni a Citerna, dove nel corso dei secoli hanno prosperato diversi ordini monastici: Minori Cappuccini, Minori Osservanti, Minori Conventuali, ma anche Benedettini e Agostiniani. Oggi restano le suore del Terzo Ordine francescano nel monastero di Santa Elisabetta e le Benedettine del SS. Crocifisso (nome derivato dal dipinto del 1300 posto nella chiesa), poco distante dal paese. Sono ancora visibili l’ex piccolo convento di Santa Croce, anch’esso poco lontano dal centro storico, e la cappella della Madonna del Carmine di Greppalto costruita dalla omonima confraternita tra il XV e XVI secolo. La spiritualità francescana è un altro aspetto di questi luoghi. Recentemente il flusso di pellegrini che ripercorrono l’itinerario La Verna – Assisi ha ripreso con vigore sul modello del Sentiero di Santiago de Compostela.
Piccolo Museo per l’Arte Contemporanea, tel. 075 85921: nella frazione di Fighille, ospita ogni anno un premio nazionale di pittura.
Chiesa di Santa Maria Assunta:
nella frazione di Pistrino, custodisce affreschi votivi del XIV e XV secolo insieme a una collezione delle sculture di bronzo di Bruno Bartoccini (1910-2001).
Il Torrione,
aprile-giugno: rassegna nazionale di teatro comico dialettale riservata alle compagnie amatoriali.
Masterclass per strumenti a corda e pianoforte, ultime due settimane di luglio: scuola di alto perfezionamento aperta a studenti e professori provenienti dall’Italia e dall’estero, con seminari e concerti.
Mostra mercato nazionale di ceramica, prime due settimane di agosto: esposizione e vendita di ceramiche, sulla scia del tradizionale legame del borgo con la ceramica, dovuto alla pregiata argilla estratta nella frazione di Fighille.
Festa d’Autunno,
terza domenica di ottobre: vetrina dei prodotti del bosco, funghi, tartufi, castagne, miele. Nell’ambito della Festa si svolge la Bisaccia del Tartufaio, gara di caccia al tartufo tra esponenti del mondo della politica, della cultura e dello spettacolo.
Il Torrione d’Inverno, durante le festività natalizie: teatro di figura per bambini.
Tagliatelle fatte a mano con uova e farina. Si possono offrire in due modi: precedute da antipasto di crostini al tartufo e condite con tartufo; oppure crostini con impasto di interiora di pollo a cui seguono le tagliatelle condite con sugo d’oca. Secondo piatto: filetto e bistecca di chianina cotta ai ferri o arrosto misto di pollo, oca, anatra, coniglio, piccione.
E ora i dolci: torcolo, castagnole o crostini ‘briachi a Carnevale. Accompagnati da vinsanto, naturalmente.
A Citerna si conserva la tradizione del vinsanto, un passito amabile tipico umbro. Un vino potente, ottenuto da uve scelte raccolte da vigne vecchie e poste sui graticci o attaccate sulla soffitta fino a Natale, per compiere il necessario appassimento. Poi la spremitura e il raccoglimento del prodotto in appositi caratelli mescolato alla “madre”, una specie di lievito derivante da residui concentrati di precedenti annate. Dopo tre anni si procede alla “spillatura” e il vino è pronto.
Ospitalità
Poggio di Villa Fano
Ai piedi del borgo, immersa nella natura dell’Alta Valle del Tevere e a cavallo tra Umbria e Toscana, questa struttura a 480m s.l.m. dispone di tre tipici casolari provvisti di tutti i confort. Possibilità di praticare sport e passatempi, contornati da uno scenario naturale unico e a distanza strategica da città d’arte e borghi pittoreschi. Disponibile piscina esterna e box per cavalli.
Località Villa Fano
+39 347 0834295
info@poggiodivillafano.it