I grandi paesaggi dei Borghi più belli d’Italia.
I Borghi più belli d’Italia sono dei piccoli gioielli che rivelano l’Italia più vera e autentica, custodi di una storia e di un patrimonio artistico e architettonico unico al mondo. Un grande museo diffuso lungo tutto lo stivale impreziosito da una scenografia mozzafiato: dalle ruvide e maestose montagne a scogliere e promontori a picco sul mare scintillante, dalle dolci colline che cambiano colore con le stagioni alle pianure attraversate da fiumi e torrenti.
Ogni borgo è immerso in un paesaggio straordinario, l’abbraccio di una Natura forte e generosa. In questo #ViaggioItaliano – “Scopri l’Italia che non sapevi” andiamo alla scoperta di piccoli grandi borghi dove il connubio fra storia arte e natura dà origine a capolavori senza tempo.
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Monte Sant’Angelo, Puglia: il santuario nella grotta e la foresta incantata.
Ph Matteo Nuzziello.
Monte Sant’Angelo, arroccato sul promontorio del Gargano a 800 mt di altezza, è un luogo magico che incanta i visitatori con la sua bellezza artistica e il suo fascino naturalistico.
Un gioiello architettonico, il cui cuore pulsante è il Santuario di San Michele Arcangelo, patrimonio dell’UNESCO dal 2011 e da più di 1500 anni è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Costruito tra il V e il VI secolo, il Santuario è il più importante dell’Occidente dedicato all’Arcangelo Michele, un complesso religioso che custodisce la maestosa grotta scavata nella roccia dove, secondo la leggenda, apparve l’Arcangelo Michele. La basilica, con la sua facciata barocca e il suo interno riccamente decorato, è un capolavoro di architettura romanica e pugliese.
Oltre al santuario, Monte Sant’Angelo vanta un centro storico medievale ben conservato, un dedalo di vicoli stretti, case bianche e archi in pietra che regalano scorci pittoreschi. Qui Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio. Da non perdere il Castello normanno-svevo, con la sua torre aragonese e la vista mozzafiato sul mare Adriatico.
Monte Sant’Angelo è un eccezionale connubio fra storia arte e cultura. L’incredibile paesaggio costruito dall’uomo, che ha disegnato i contorni di un borgo che è uno scrigno di storia e di monumentale cultura, si fonde con quello creato da Madre Natura: nel Parco Nazionale del Gargano, i millenari alberi di una Foresta incantata disegnano percorsi inaspettati. E’ la Foresta Umbra, un vero e proprio Santuario Naturalistico riconosciuto Patrimonio Mondiale tutelato dall’UNESCO.
La Foresta Umbra è una foresta di circa 15.000 ettari situata nel Parco Nazionale del Gargano ed in parte ricade nel territorio del comune di Monte Sant’Angelo. È la più grande foresta d’Italia ed è composta principalmente da faggi, cerri e carpini. La foresta ospita una ricca varietà di flora e fauna, tra cui cinghiali, caprioli, lupi e falchi. E’ una destinazione ideale per escursioni, trekking e ciclismo. Ci sono una serie di sentieri che attraversano la foresta, che offrono splendide viste sul paesaggio circostante. La foresta ospita anche una serie di siti storici e religiosi, tra cui l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano e il Santuario di San Matteo.
Per gli amanti del mare, Monte Sant’Angelo è immersa nella bellezza selvaggia del Parco Nazionale del Gargano. I dintorni del paese offrono una varietà di paesaggi incontaminati, dai boschi rigogliosi alle falesie a picco sul mare. La costa garganica offre spiagge incantevoli come la Baia dei Turchi e la Foce Varano, dove è possibile rilassarsi al sole e praticare sport acquatici.
La Foresta Umbra.
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Castelmezzano e Pietrapertosa, Basilicata: i due gioielli delle Dolomiti Lucane.
Castelmezzano, Ph Lorenzo Palazzo.
Immerso nel cuore della Basilicata, all’interno del Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, sorge un paesaggio mozzafiato che cattura l’anima: le Dolomiti Lucane. Un susseguirsi di guglie calcaree, frastagliate ed aguzze, modellate dal tempo e dagli agenti atmosferici, che si elevano maestose verso il cielo regalando scorci di rara bellezza.
Un nome evocativo per una bellezza unica: il nome “Dolomiti Lucane” non è casuale. Queste montagne, infatti, presentano una morfologia simile alle più celebri Dolomiti alpine: suggestive pareti rocciose del colore dell’arenaria, sovrastate da cime e guglie, un paragone che rende omaggio alla grandiosità di questo luogo incontaminato. Negli anfratti più inaccessibili, fanno il loro nido splendidi esemplari di cicogna nera, nibbio reale, gheppio, falco pellegrino.
Le Dolomiti Lucane si estendono tra due splendidi borghi, i comuni di Castelmezzano e Pietrapertosa, due borghi pittoreschi rinomati per il loro paesaggio mozzafiato e l’atmosfera autentica, che offrono un’ampia varietà di esperienze per gli amanti della natura e dell’avventura. Escursioni a piedi, sentieri per mountain bike, vie di arrampicata e speleologia sono solo alcune delle attività che è possibile praticare in questo angolo di paradiso.
Adagiato a una parete di guglie e picchi, in un fantastico paesaggio di roccia, Castelmezzano ha conservato l’originario impianto urbanistico medioevale, un agglomerato concentrico di case arroccate in una conca rocciosa secondo l’antica forma di terrazzamento, con i tetti in lastre di pietra arenaria. Girare per il centro storico è suggestivo per la presenza irreale della roccia inserita nelle costruzioni, per le numerosissime e ripide scale e scalette che intersecandosi tra loro invitano a salire alle vette sovrastanti e a godere i meravigliosi panorami. Scenografico è l’arrivo in paese, che compare improvvisamente – come un coup de théâtre – adagiato ad anfiteatro alla parete rocciosa, subito fuori da una galleria scavata nella roccia, dopo il superamento di una spettacolare gola. La roccia è sempre presente: nelle sue viscere sono scavati i sottoportici che uniscono stradine e piazzette, un tempo luogo di socializzazione. Tra le sue principali attrazioni troviamo il Castello Normanno, risalente al XI secolo, che offre una vista spettacolare sulla vallata sottostante, e la Chiesa Madre di San Nicola, con il suo campanile a guglia.
Come Castelmezzano, il borgo dirimpettaio, anche Pietrapertosa vive tra le guglie delle Dolomiti lucane, appoggiata ad anfiteatro alle rocce. Pietrapertosa, situata a 1020 metri di altitudine. All’imbocco del borgo un imponente masso da attraversare accoglie i visitatori, che lo devono attraversare per entrare nell’abitato, che si presenta a forma di anfiteatro protetto da rocce. Fra un susseguirsi di vecchie case signorili dagli splendidi portali a casette a uno o due piani che si inerpicano sulla montagna si giunge al cuore segreto del borgo, il quartiere arabo. L’Arabata da lontano sembra una colata lavica di casette tra pareti rocciose, una piccola casbah accudita in un grembo di arenaria. Gli arabi si annidarono qui portati dal principe Bomar, vivendo a diretto contatto con la rupe, in abitazioni di pietra e coperte di lastre di pietra, collegate da stradine ripide e tortuose. Tra i suoi punti di interesse troviamo la Chiesa Madre di San Giacomo, con il suo portale romanico, e la Casa Grotta di Pittarelli, un’abitazione scavata nella roccia risalente al XVII secolo.
Oltre alla bellezza dei borghi, le Dolomiti Lucane offrono anche numerose opportunità per gli amanti del trekking, della mountain bike e dell’escursionismo. Ma l’esperienza unica, da non perdere, è il Volo dell’Angelo: una delle attrazioni più celebri di Castelmezzano e Pietrapertosa, un’esperienza unica che permette di volare tra i due borghi sospesi a 400 metri di altezza su un cavo d’acciaio lungo 1400 metri, ammirando il suggestivo paesaggio.
Pietrapertosa Ph Lorenzo Palazzo
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Tremosine sul Garda: tra lago e Forra.
Tremosine sul Garda non è solo un comune, ma un insieme di 18 borghi arroccati sul monte Baldo, che offrono panorami mozzafiato sul Lago di Garda, un territorio idilliaco dove il mondo dell’altopiano dialoga con il lago, e le atmosfere alpine incontrano quelle mediterranee. Pieve di Tremosine, certificato come uno dei Borghi più belli d’Italia, si trova sulla sommità di una falesia a 423 m. d’altitudine. Il Garda è a 65 m.: per secoli li ha uniti uno dei sentieri più belli del mondo, e dal 1913 una strabiliante strada, scavata nella roccia e a sbalzo su strapiombi, definita da Churchill “l’ottava meraviglia del mondo”.
Ma iniziamo dal borgo. Conosciuto per i suoi panorami mozzafiato, le sue case in pietra e le sue strette viuzze, Pieve di Tremosine, di origine medievale e conserva ancora la sua struttura originaria, con il castello, la chiesa e la piazza centrale. La vista da qui è davvero unica: si può spaziare su tutto il lago, dalle montagne circostanti fino alle coste veronesi. Inoltre Tremosine è famosa perché nel borgo c’è uno dei luoghi più “instagrammabili” della Lombardia: la Scala Tonda è uno dei luoghi simbolo del borgo, una scala semicircolare in pietra che prende il nome dalla sua forma insolita, che si dice assomigli al guscio di una lumaca, divenuta oggi una popolare attrazione turistica e uno dei luoghi più fotografati di Pieve di Tremosine.
La Strada della Forra: un capolavoro di ingegneria. Chi dal lago guarda le case di Pieve allineate sull’orlo dell’altopiano, circa 400 metri più in alto del filo d’acqua, si chiede come possa una strada giungere fin là. Per secoli un ripido sentiero ha unito il porto al capoluogo, per secoli gli uomini hanno trasportato a spalla legna, carbone, olio, grano. Il sentiero è ancora tutto a sbalzi e gradini e punte di roccia affioranti. Una volta arrivati giù, c’era da solcare l’ampia distesa del lago, verso Desenzano e Bardolino, prima affidandosi a barche e barconi, poi ai battelli che nel secondo decennio dell’Ottocento comparvero anche sul Garda. Solo nel 1913, fu costruita una strada di collegamento con il porto sul lago. Per gli amanti delle emozioni forti, la Strada della Forra è un must. Questa strada panoramica, scavata nelle viscere della montagna, lungo la forra scavata dal torrente Brasa. Si snoda per 4 km tra tornanti mozzafiato e gallerie suggestive, offrendo viste spettacolari sul lago e sulla vallata sottostante. Bisogna percorrerla a piedi o in bici, per meglio ammirare le evoluzioni della roccia che accompagnano il percorso.
La Strada della Forra, Ph AdobeStock_561909648 Tmag
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Anversa degli Abruzzi
Anversa sorge arroccato su di un ampio sperone di roccia, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, a circa 600 metri di altitudine. In posizione dominante sullo sbocco delle gole scavate dal fiume Sagittario, il borgo e il paesaggio circostante sono di una bellezza tanto primitiva e misteriosa da colpire anche Gabriele D’Annunzio: Anversa degli Abruzzi vanta un legame indissolubile con il Vate, che qui soggiornò più volte tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, attratto dalla sua bellezza selvaggia e dalla sua atmosfera ricca di storia e tradizioni. Proprio qui, nel 1904, D’Annunzio trasse ispirazione per la tragedia “La fiaccola sotto il moggio”, ambientandone alcune vicende all’ombra dell’imponente palazzo dei Sangro.
I caratteri architettonici del borgo sono tipici dei secoli che vanno dal XVI al XVIII, quando Anversa era un fiorente centro dell’economia armentizia e le ricche famiglie locali, pur nel rigore di un’austera e atavica parsimonia, non lesinavano il denaro destinato ad impreziosire le loro dimore e accrescere il prestigio familiare. Fu così che il paese divenne un centro di valenti artigiani. Da non perdere una visita alle due chiese più importanti del borgo, la Chiesa di San Marcello, risalente al XIII secolo, che conserva un pregevole portale romanico e un affresco raffigurante la Madonna con Bambino, e la Chiesa della Madonna delle Grazie, risalente al XVI secolo, che custodisce una statua lignea della Madonna venerata come patrona del borgo.
Affascinante è l’atmosfera che si respira tra i vicoli interni e i sottopassaggi ad arco del borgo medievale, individuato nella cinta esterna di case, costruite per la maggior parte sopra dirupi, che circoscrivono il vecchio abitato sormontato dai ruderi del castello.
Dal castello si giunge in breve al Belvedere che si affaccia sulle Gole del Sagittario, una delle riserve naturali più belle della regione. Le Gole del Sagittario sono un canyon spettacolare scavato dal fiume Sagittario nel corso dei millenni, sono lunghe circa 20 chilometri e profonde fino a 800 metri, caratterizzate da alte pareti rocciose, vegetazione rigogliosa e sorgenti d’acqua cristallina. Sono un’oasi di natura selvaggia, dove vivono numerose specie di animali, tra cui l’orso marsicano, il lupo appenninico e l’aquila reale. La riserva è un luogo ideale per gli appassionati di birdwatching.
Una fitta rete di sentieri ben segnalati è a disposizione degli escursionisti, di tutti i livelli. Il sentiero più famoso è quello che conduce alla Grotta Azzurra, una cavità carsica illuminata da riflessi di luce blu. ll fiume Sagittario è un paradiso per gli amanti degli sport acquatici. È possibile noleggiare kayak e canoe per esplorare il canyon in autonomia o partecipare a escursioni guidate in rafting.
Da visitare, infine, la frazione di Castrovalva, un borgo semi-abbandonato dove is respira un’atmosfera senza tempo e che si affaccia sulle incantevoli Gole.
Le Gole del Sagittario
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