FEBBRAIO NEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA:

LA FESTA DEL CARNEVALE E IL ROMANTICISMO DI SAN VALENTINO

Febbraio è un mese ricco di eventi nei Borghi più belli d’Italia. Il Carnevale e San Valentino sono due occasioni speciali per festeggiare in questi luoghi pieni di fascino. I colori e l’atmosfera gioiosa del Carnevale e il romanticismo della Festa degli Innamorati, insieme allo spirito con cui le comunità dei borghi si adoperano per organizzare i vari eventi e celebrare queste ricorrenze, rendono i borghi unici e irripetibili.

Scopri l’Italia che non sapevi per un #viaggioitaliano tutto da vivere fra le atmosfere festose del Carnevale e quelle romantiche del San Valentino nei Borghi più belli d’Italia. Buona lettura!

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CARNEVALE NEI BORGHI: antiche tradizioni e dolci tentazioni.

Il Carnevale è una festa popolare che si celebra in tutto il mondo e che nel corso dei secoli ha assunto significati diversi, ma ha sempre mantenuto la sua funzione di festa popolare e di occasione di divertimento e di aggregazione. In Italia il Carnevale vanta una lunga e ricca tradizione che affonda le sue radici nell’antichità. In particolare, i Borghi più belli d’Italia custodiscono antiche tradizioni carnevalesche che si tramandano da secoli e che spesso si ispirano a storie e leggende suggestive. A coronare un’esperienza già di per sé affascinante è la ricca e variegata tradizione culinaria del Carnevale: il cibo è un elemento importante di questa festa, che rappresenta un momento di abbondanza e di gioia prima della Quaresima, periodo di digiuno e di penitenza. I dolci del Carnevale variano da regione a regione e cambiano di nome a secondo del luogo: via libera a chiacchiere, chiamate anche bugie, frappe, castagnole, struffoli o sfrappole…ce n’è davvero per tutti i gusti.

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BOSA: “Carresecare ‘Osincu”, le storie del Carnevale bosano.

Il Carnevale di Bosa, in Sardegna, è una delle più importanti e originali manifestazioni carnevalesche dell’isola. Si svolge ogni anno dal 16 gennaio fino al martedì grasso e si caratterizza per i suoi costumi tradizionali, le sue maschere e le sue musiche. Il carnevale bosano è chiamato “carrasegare”, termine che deriva dal sardo e significa “chiacchierone”. La festa si divide in due fasi: la prima, chiamata “laldaggiolu”, si svolge il giovedì che precede il giovedì grasso. In questa fase, i giovani di Bosa girano per le strade del centro storico, alla ricerca del Giolzi Moro, una maschera che rappresenta il male. È un personaggio spaventoso, che indossa un costume nero e rosso e una maschera con un volto deforme. La festa si conclude di notte con il rogo con cui si brucia un enorme pupazzo che rappresenta Giolzi.

La mattina del Giovedì Grasso si entra nel vivo del Carrasecare ‘Osincu: imponenti carri allegorici sfilano per le vie con una scia di grandi e piccini provenienti dalle scuole e non solo, tutti mascherati per l’occasione. Ad aprire le danze è la Banda Musicale, una presenza imprescindibile nel Carnevale Bosano dagli anni ’80! Non servono che un camice bianco, il viso dipinto di rosso, una parrucca colorata o un cappello e in mano strumenti creati ad hoc: da “sa serraggia” – una lunga canna con una vescica di maiale legata alle estremità – a coperchi e pentole, tutto è perfetto per fare rumore e scatenare la festa!

Nelle strade di Sa Costa, il sabato sera le cantine spalancano le loro porte ai visitatori, offrendo generosamente vino e deliziose specialità locali. Nel frattempo, la Piazza del Carmelo si trasforma in una vera e propria discoteca all’aperto! È una notte di festa in cui adulti e giovani mascherati si uniscono, ballando e divertendosi fino a tarda notte. Un momento di magia condivisa, in cui la musica, il gusto dei sapori locali e la gioia dell’incontro si fondono in un’esperienza indimenticabile.

Nel pomeriggio della domenica, il Fiume Temo diventa il palcoscenico di una festa straordinaria. La suggestiva cornice del Castello Malaspina e di Sa Costa ospita una singolare parata: maschere variopinte solcano le acque a bordo di piccole imbarcazioni di legno e canoe. È un evento che mira a coniugare la modernità con la tradizione del Carrasecare ‘Osincu, creando un’atmosfera magica che abbraccia il passato e il presente in un’unica celebrazione festosa.

Il carnevale di Bosa si conclude il martedì grasso con un’altra antichissima rappresentazione: le “Sos Attittadoras”, donne vestite di nero, irrompono nelle strade gridando lamenti struggenti, cercando disperatamente “unu ticchirigheddu ‘e latte” nel cuore del centro cittadino. Portano con sé “sos pitzinnos”, bambolotti o pupazzi, simboli del neonato affamato e del Carnevale morente. Al calar del sole il nero lascia spazio al bianco della rinascita: inizia la caccia a Giolzi, il Re Giorgio, il Re del Carnevale. Gli irriverenti partecipanti indossano un lenzuolo e una federa bianchi e portano un cesto (sa Pischedda) con un lume acceso. Si addentrano tra gli spettatori increduli, illuminando con il piccolo lampioncino le zone puberali, convinti che Giolzi si nasconda lì, cercando di sfuggire al suo destino. Una volta trovato («Ciappadu!») verrà bruciato sotto forma di fantoccio in un grando falò, rito che sancisce ufficialmente la morte del Carnevale ma simboleggia altresì la speranza della sua rinascita nell’anno successivo.

Bosa – Ph Valentino Selis (@borghitalia Ambassador)

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SAPPADA: la tradizione dei “Rollate”

Sappada è un piccolo comune di montagna situato in provincia di Udine, in Friuli-Venezia Giulia. È noto per le sue bellezze naturali, le sue tradizioni alpine e il suo carnevale, uno dei più antichi e suggestivi dell’arco alpino. Il carnevale di Sappada si svolge nelle tre domeniche che precedono la Quaresima. È un momento di grande festa e allegria per gli abitanti del paese, che si ritrovano per sfilare in maschera per le vie del centro.

Le maschere tipiche del carnevale di Sappada sono i Rollate, maschere antropomorfe che indossano una pesante pelliccia scura di montone (pelz) con un cappuccio scuro ornato da uno sbuffo di lana rossa. Portano legata alla vita una catena con dei campanacci (rolln), dai quali deriva il nome Rollate, che risuonano ad ogni passo marcando la loro presenza.

Sappada

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OFFIDA e “lu Bov Fint”

Il Carnevale di Offida è una delle manifestazioni carnevalesche più antiche e importanti d’Italia. Si svolge ogni anno tra il 17 gennaio e il Martedì grasso, e coinvolge l’intero borgo marchigiano, situato in provincia di Ascoli Piceno. Le origini del Carnevale di Offida risalgono al Medioevo e sono legate alle feste dionisiache e saturnali, che celebravano l’arrivo della primavera. Nel corso dei secoli, la manifestazione ha assunto un carattere sempre più popolare e oggi è un appuntamento imperdibile per turisti e residenti.

Il Carnevale offidano si svolge ogni anno secondo un rituale fissato dalla tradizione: inizia ufficialmente il 17 gennaio, giorno di S. Antonio. Seguono la «Domenica degli Amici», che precede di due settimane il Carnevale; la Domenica dei Parenti, una settimana prima del Carnevale; i «veglionissimi» al Teatro Serpente Aureo, la mascherata dei bambini del giovedì grasso, «Lu Bov Fint» (il bove finto) del venerdì e la fantasmagorica sfilata dei «Vlurd» l’ultimo giorno.

I visitatori giungono ad Offida non per assistere da spettatori a sfilate di grandiosi carri allegorici, ma per essere coinvolti in un’autentica festa di popolo dove, messa da parte ogni regola o convenzione sociale, è d’obbligo divertirsi, quasi attori di rappresentazioni il cui valore simbolico cede più a quello reale delle forze vitali e istintive. La maschera tipica è il «guazzarò» (saio di tela bianca con fazzoletto rosso al collo). Un ruolo molto importante è ricoperto dalle Congreghe, gruppi mascherati che, al suono delle loro fanfare, danno vita a piccole farse propiziatorie incentrate per lo più sui temi della virilità e della fertilità.

Offida – Ph Alessio Minzetti

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SAN VALENTINO: quando l’amore si coniuga con la bellezza.

Il 14 febbraio è la festa di San Valentino, il patrono degli innamorati. In Italia, San Valentino è una festa molto sentita, e in molti borghi si organizzano eventi e manifestazioni per celebrare l’amore. La festa di San Valentino è una ricorrenza che viene celebrata in tutto il mondo. In Italia, molte coppie decidono di trascorrere questa giornata in un borgo, per vivere un’esperienza indimenticabile.

I borghi italiani sono luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni, e offrono un’atmosfera romantica e suggestiva. Molti di loro hanno anche leggende legate all’amore, che rendono la festa di San Valentino ancora più speciale. Tanti sono gli eventi dedicati agli innamorati, come cene a lume di candela, passeggiate romantiche, mercatini di San Valentino e concerti di musica classica.

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Gradara: San Valentino nel castello di Paolo e Francesca.

(Ph Proloco Gradara)

Gradara è un borgo meraviglioso situato in provincia di Pesaro-Urbino, famoso per la bellezza del suo patrimonio storico e artistico, ma soprattutto perché qui si consumò l’amore proibito tra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, sublimamente immortalato da Dante nella Divina Commedia. La storia di Paolo e Francesca è una delle più tragiche e romantiche della letteratura italiana. I due giovani si innamorarono perdutamente, ma il loro amore era impossibile, poiché Francesca era già sposata con Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo. Un giorno, i due amanti si ritrovarono soli nella biblioteca del castello di Gradara e, leggendo insieme la storia di Lancillotto e Ginevra, si baciarono. Gianciotto, geloso e accecato dalla rabbia, uccise i due amanti con la spada.

Gradara e quindi il borgo dell’amore per eccellenza e, in occasione di San Valentino, organizza una serie di eventi e manifestazioni a tema: Gradara d’Amare è un lungo week end che va dal 14 al 18 gennaio 2024, denso d’emozioni per tutti gli innamorati che, solo in questo straordinario luogo potranno vivere l’emozione del sentimento e della passione in uno dei Borghi più belli d’Italia. Tour romantici dedicati alla passione di Paolo e Francesca, Il Pozzo dei Pensieri, Il Selfie dell’Amore nel Pozzo…. Gradara offre agli innamorati un ricco calendario di iniziative coinvolgenti.

Gradara – Ph proloco Gradara

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Vico del Gargano: San Valentino patrono degli innamorati … e degli aranceti!

San Valentino è il Patrono di Vico del Gargano e degli aranceti, oltre ad essere “il santo degli innamorati”. La “festa degli innamorati”, il 14 febbraio, è una ricorrenza che a Vico del Gargano è ricca di riti suggestivi, profumi e colori che la Regione Puglia ha inserito nel progetto “Patroni di Puglia”. Sono tante le peculiarità di questo grande evento popolare che unisce spiritualità, religione e tradizioni rurali. La Chiesa Matrice, i vicoli, le piazze e ogni casa del centro storico, per l’occasione, sono addobbate con meravigliose arance. Gli agrumi del Gargano, e in particolare le arance e il limone “Femminello” di Vico (la varietà di limone più antica d’Italia), sono un presidio Slow Food. Tutto l’antico borgo vichese è inghirlandato di arance, a cominciare dal “Vicolo del Bacio”, una strada strettissima, pittoresca, uno dei simboli del giorno di San Valentino in Puglia. I giorni che precedono la festa presentano un paese in fermento, con una partecipazione popolare che si respira in ogni casa, nelle sedi delle Confraternite e in quelle delle associazioni, ed è visibile in ogni strada, su ogni vetrina delle attività commerciali grazie ad allestimenti e addobbi del tutto caratteristici e originali. La mattina del 14 febbraio, prende il via la solenne processione di San Valentino, con la statua del Patrono portata in ogni strada, vicolo e piazza del paese.

Dal primo pomeriggio dello stesso giorno, si svolge la Sagra dell’Arancia, con l’esposizione e la vendita dei tipici agrumi e dei prodotti alimentari che derivano dalla loro trasformazione. Per tutta la Settimana di San Valentino, a partire dai giorni immediatamente precedenti al 14 febbraio, Vico del Gargano diventa il centro di piccole e grandi iniziative, concerti, mercatini e visite guidate.

Vico del Gargano

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