Sellano_stemmaSellano
Forgiata dalle acque

Comune di sellano
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 640 s.l.m.
Abitanti
1061

Patrono
San Severino (festa 8 giugno)
info turismo
Comune di Sellano 0743 926622 – 0743 926623
www.comune.sellano.pg.it

Lo spirito del luogo

Sellano_stemmaIl nome
Sellano è un castello di poggio che sorge a quota mt. 640 s. l. m., in posizione dominante sulla valle del fiume Vigi, affluente del Nera. Molto si è ragionato intorno al suo nome. Il toponimo è infatti del tipo che tecnicamente si definisce prediale, ossia legato ad un praedium, ad un possedimento fondiario. I toponimi prediali sono derivati da un nome o da un gentilizio latino seguito dal suffisso di appartenenza –anum: nel corso dei secoli, nonostante i passaggi, la traccia di quella proprietà si è conservata, giungendo fino all’età medievale e poi fino a noi. Il cavaliere spoletino Severo Minervio (†1530 circa), identificava gli abitanti di Sellano con i Syillates citati da Plinio il Vecchio nel III libro (§114) della sua “Naturalis Historia”. Il Minervio rafforzava l’affermazione citando due iscrizioni, pertinenti ad una gens Suilla attestata nella zona. Ludovico Jacobilli (1598-1664) scriveva invece che “Sillano o Sellano, già castello, hoggi terra murata della diocesi e territorio di Spoleto” sarebbe stato edificato dai seguaci di Lucio Cornelio Silla all’epoca delle guerre civili (I sec. a.C.). Lo stemma del paese raffigura san Michele arcangelo in piedi sopra una sella, alludendo a tutt’altra lettura del toponimo, inteso come riferentisi a “sella” nel senso di valico, passo.

 

La storia
Alcuni ritrovamenti sparsi fanno pensare ad una occupazione in età preromana (castelliere di Santa Maria del Monte) e romana. In età alto medievale il territorio era inserito all’interno della giurisdizione del Ducato longobardo di Spoleto, per poi vedere la crescita di alcune famiglie feudali (fra cui gli Alviano) e divenire infine libero comune. Per la sua posizione Sellano e i castelli vicini furono ambìti dal comune di Spoleto che ne contese il possesso con la Curia imperiale prima e con i centri confinanti poi (in particolare Foligno, Trevi, Mevale, Camerino).
A partire dal sec. XIV, insieme con altri castelli vicini, Sellano difese la propria autonomia amministrativa con ribellioni che culminarono nella rivolta fallita del 1522 contro Spoleto. A partire da questa data Sellano rimase sotto il controllo spoletino, all’interno dello Stato Pontificio, fino al 1861, quando entrò a far parte del nascente stato italiano. Al comune vennero uniti anche i territori dei centri più piccoli di Apagni, Postignano, Cammoro, Orsano e Montesanto che non avevano abitanti sufficienti a mantenere la propria autonomia amministrativa.
Territorio oggi estraneo alle direttrici principali del traffico e del commercio, Sellano ha conservato la sua natura di comune montano immerso in un ambiente quasi intatto, di grande bellezza naturalistica, nel quale sono sparsi piccoli borghi, castelli, casolari isolati. Proprio la montagna rappresentò in passato la ricchezza di questi luoghi: legno, carbone, pastorizia, produzione di cereali e legumi, ma anche coltivazioni che non ci aspetteremmo come alberi da frutto e viti, favorite dall’abbondanza di corsi d’acqua. Di questa passata ricchezza sono ancora oggi testimonianza, dove sopravvissuti ai violenti terremoti che hanno purtroppo nel corso dei secoli sconvolto il territorio, gli apparati decorativi delle chiese e delle cappelle.

Sellano, capoluogo del Comune, presenta una bella pieve cinquecentesca che conserva opere pregevoli fra le quali si cita una tela raffigurante la Madonna del Rosario e uno splendido tabernacolo ligneo (entrambi degli inizi del XVII secolo). All’ingresso del paese sorge invece la chiesa di San Francesco o di Santa Maria della Croce, bel tempietto a pianta ottagonale sorto nel XVI secolo intorno ad una immagine mariana. Lungo le vie del borgo, che conserva ancora gran parte della cinta muraria, si possono ammirare alcuni palazzetti con portali e mostre di finestre in pietra lavorata, fra cui spicca il palazzo comunale (al suo interno, affreschi cinquecenteschi).
Oggetto in tempi recenti di un accurato e felice lavoro di recupero, il vicino borgo di Postignano consente di potersi muovere per le vie di un borgo fortificato medievale, ricco di scorci suggestivi e di testimonianze artistiche (chiesa di San Lorenzo, appartamento Foligno, la vicina chiesa di Sant’Agata in località Colle).
Gli eventi sismici hanno profondamente segnato gli edifici e i borghi del comune, accentuando in alcuni casi l’abbandono dei centri vicini, come a Montesanto e Orsano, castelli a cui il silenzio e le rovine conferiscono un grande fascino. Splendido è poi il castello di Cammoro con le sue chiese (Santa Maria Novella e Santa Lucia) e il vicino ospitale di Pie’ di Cammoro, lungo l’antica via della Spina, a servizio dei viandanti e dei pellegrini che percorrevano l’antico percorso lauretano.
Fra gli altri centri si segnalano: Villamagina (chiesa di San Silvestro), Casale, San Martino (chiesa parrocchiale), Ottaggi, Vio, Forfi (chiesa di San Pietro), Pupaggi (chiesa di San Sebastiano), Montalbo (chiesa di San Severino), Mocali (chiesa di Sant’Anna), Apagni (chiesa di San Giovanni Battista), Fonni con i suggestivi resti di Rocca Brigida, Petrognano, Ceseggi (chiesa di San Martino e della Madonna del Monte), Civitella, Setri (chiesa di San Cristoforo), Peneggi, Piaggia, Renaro. Il convento dell’Acqua Premula, fra Sellano e Montesanto, fu noto nel corso dei secoli per le sue acque curative, oggi sfruttate in parte per l’imbottigliamento industriale (Acqua Tullia).
I molti corsi d’acqua, la vegetazione varia e lussureggiante, la ricca fauna selvatica, le testimonianze geologiche, ma soprattutto un territorio segnato dall’alternarsi di montagne, valli e altipiani, con vedute suggestive e scorci sorprendenti, rappresentano la splendida cornice degli insediamenti umani. A piedi, in auto, ma anche a cavallo o in mountain bike, si possono percorrere interessanti itinerari naturalistici, storico-artistici, letterari (“le vie di Edvige”), musicali (“Sulle note di Mustafà”).
Peculiare fu la produzione nel territorio fra Sellano e Villamagina di lime e raspe. Sebbene le fonti dirette non consentano di risalire oltre il XVII secolo, tracce di una lavorazione artigianale del ferro nel territorio si può far risalire ancora più indietro nel tempo addirittura fino al XIV secolo quando un fabbro di Sellano fu chiamato a lavorare a Spello. La qualità delle lime e delle raspe era tale che venivano esportate in tutto il territorio dell’Italia centro-settentrionale e anche oltre. La lavorazione manuale consentiva infatti agli artigiani di realizzare raspe con una disposizione irregolare delle punte, garantendo così maggiore qualità e efficacia degli strumenti. Il locale Museo della Produzione delle Lime e delle Raspe raccoglie documenti, immagini, manufatti e testimonianze di questa importante tradizione artigianale del sellanese. A Montesanto presso l’antico palazzetto della comunità è ospitato il Centro studi “Montesanto per la scienza”, che promuove, sostiene, gestisce, coordina attività di studio, ricerca, formazione e divulgazione riguardanti la Scienza, compresi i risvolti filosofici ed etici, organizza convegni e seminari in collaborazione con l’Università e i centri di ricerca nazionali e internazionali nonché attività editoriali.
Il territorio di Sellano ha dato i natali nel corso dei secoli a personaggi illustri come il beato Giolo, Taddeo Collicola (che nel Cinquecento fu medico alla corte pontificia) e Giovan Battista Tutorio (letterato del XVII secolo). In epoca più recente si può ricordare la poetessa Edvige Pesce Gorini (1890-1983): allieva di Luigi Pirandello, insegnante, dedicò tutta la sua vita alla poesia, fondando “Il Giornale dei Poeti”, intorno a cui ruotarono i maggiori scrittori dell’epoca, italiani e stranieri. A Piaggia nacque invece Dario Sabbatucci (1923-2004), che fu docente di Storia delle Religioni all’Università “La Sapienza”, uno dei principali esponenti della Scuola romana che rinnovò gli studi del settore calandoli in una prospettiva aconfessionale e storicistica. Di Sterpare fu Domenico Mustafà (1829-1912), maestro di canto alla Cappella Sistina e direttore dei concerti. Ultimo della tradizione antica dei cantori evirati, compose musica sacra. Trascorse gli ultimi anni della sua vita, a Montefalco, dove è sepolto.

Piaceri e Sapori

“Festa Contadina” di Casa Rampi (metà di agosto) e “Cammoro in Festa” (fine aprile).  Appuntamenti religiosi ancora molto sentiti sono la processione per la festa del Beato Giolo (giugno) e quella per San Paterniano (luglio). Il patrono è San Severino e si festeggia l’8 giugno.

Ogni anno fra la tarda primavera e l’autunno, presso il Castello di Postignano si può assistere ai diversi eventi de “Un castello all’orizzonte” con un ricco repertorio di concerti, cineforum, conferenze, corsi di formazione, presentazione di libri.

 

Piatti tipici sono la Fojata (una sfoglia di pasta salata con ripieno di verdure e formaggio) e l’Attorta (un dolce costituito da una sfoglia con ripieno di frutta secca, uva e fichi), a cui è dedicata l’omonima sagra (metà di agosto).

Il territorio di Sellano è caratterizzato da una ospitalità diffusa, con agriturismi e strutture ricettive presso cui si possono gustare i prodotti della zona: legumi, cereali, formaggi, castagne, tartufi.

Ospitalità

Castello di Postignano Relais

Luogo esclusivo, ideale per il riposo, al centro delle bellezze artistiche e naturali della regione e delle sue eccellenze enogastronomiche.

  Postignano – Sellano
  +39 0743 788005
 info@castellodipostignano.it
 www.castellodipostignano.it