Villalago
Tra le gole e le acque

Comune di villalago
(Provincia dell’Aquila)
Altitudine
m. 930 s.l.m.
Abitanti
615

Patrono
San Domenico Abate, 22 agosto
info turismo
Pro Loco, piazza Celestino Lupi – tel. 0864 740567
www.comune.villalago.aq.it

Lo spirito del luogo

Il nome

Dal latino volgare Valle de Lacu, evoca la presenza nel territorio di nove laghi, molti dei quali scomparsi.

 

La storia

1010 circa, all’origine di Villalago c’è la fondazione, da parte del monaco benedettino San Domenico Abate, del monastero di San Pietro de Lacu.
1067, i discendenti dei conti di Valva che avevano promosso la fondazione del monastero di San Pietro del Lago, lo donano a Montecassino insieme con le terre di sua pertinenza, le celle e l’eremo di Prato Cardoso.
1230, è documentata sul monte Argoneta l’esistenza della torre di avvistamento sulle Gole del Sagittario. Come entità civica, Villalago non appartiene a nessun feudatario: fino al 1474 si sviluppa all’ombra del monastero di San Pietro e nel 1568 diventa Università ribellandosi ai conti Belprato di Anversa, che cercano di inglobarla nei loro domini.
1806, Villalago perde lo status di Università e piomba in un feudalesimo che non aveva conosciuto prima.
1892, la costruzione della Strada Statale 479 Sannite pone fine all’isolamento di Villalago; nel 1914 con la prima centralina elettrica arriva l’illuminazione.

Se c’è una cosa che non manca a Villalago è l’acqua: quella che si scorge dalla bifora dell’eremo di Prato Cardoso, dove visse il monaco itinerante che fondò il borgo; l’acqua del lago di Scanno e del lago Pio; quella dei fiumi Sagittario – il Fluturnum dei romani – Giordano e Sega. Tra invasi artificiali e rive dove si seppellivano i morti, le acque cercano un loro spazio scavando nella roccia. Le gole del Sagittario s’incuneano nel mondo selvaggio che appartenne agli orsi e agli eremiti. Villalago, centro geografico dell’alta valle, con le case del versante nord a picco sulle gole, se ne sta appartata guardando il lago San Domenico come un presepe che ha voglia di tornare a illuminarsi, dopo essere stato svuotato dall’emigrazione.

Al visitatore che viene da Sulmona attraverso le aspre gole del Sagittario, Villalago appare all’improvviso in alto, sulla sommità del Monte Argoneta.
Le case allineate su precipizi e dirupi sembrano sempre sul punto di scivolare. Giù in basso scorre tra folti pioppeti il fiume Sagittario e si formano i laghi dalle acque limpide e verdi, oasi di uccelli acquatici.
Dalla piazza principale il borgo si arrampica ad anfiteatro sul versante orientale del monte, in un’affascinante sequenza di gradinate, vicoli e piazzette. Caratteristica del luogo sono i suppuort, vale a dire gli archi che supportano sopra di loro un’abitazione costruita in pietra e travi di legno. Lungo le viuzze del centro storico si notano molti stemmi in pietra sui portoni delle case, che raffigurano animali, fiori, volti. Ma procediamo con ordine. Dalla piazza Celestino Lupi, salita la grande gradinata, si arriva al cuore del paese. S’incontra subito la chiesa parrocchiale in stile romanico abruzzese. Vi si conservano un dipinto in tela del 1521 raffigurante la Madonna del Rosario e l’altare di San Domenico, prezioso monumento del XII secolo scolpito in pietra.
Salendo ancora, si giunge alla Porticella, dove anticamente era posta una piccola porta che dava l’accesso all’abitato, e quindi al vecchio Municipio della seconda metà dell’Ottocento. Qui sorgeva la chiesa di San Giovanni Battista, la cui torre campanaria fu trasformata in torre civica e dotata di orologio nel 1887.
Da qui si arriva al palazzo della Cancelleria (XVI secolo), sede dell’antica Università e ora adibito ad abitazioni. Sono ancora visibili i resti di bifore e gli architravi in pietra.
Delle cinque chiese di Villalago, due si trovano nel borgo: la chiesetta di San Michele Arcangelo e quella della Madonna Addolorata. La prima, nella parte alta del paese, presenta sul portale una magnifica lunetta in pietra risalente all’XI o XII secolo, raffigurante Cristo con in mano il libro della vita, affiancato da due angeli genuflessi e coronato da visi di monaci incappucciati.
La cappella della Madonna Addolorata risale invece al 1575 ed è incorporata al palazzo della famiglia Lupi. Nella sua torre campanaria è custodita la campanella di San Domenico, rinvenuta nel monastero di San Pietro, che reca al suo interno l’incisione Ave Maria Gratia Plena A.D. 600. Nella parte bassa del paese si trovano la chiesa della Madonna di Loreto documentata già agli inizi del secolo XIV nei registri delle decime valvensi. Sul portale c’è un bassorilievo che ricorda la lunetta della chiesetta di San Michele raffigurante un angelo. Al suo interno, il dipinto della Madonna del Rosario è datato 1561. Sotto l’altare che ospita nella nicchia più grande la statua di San Domenico, è conservata la trave del letto del santo nell’eremo di Prato Cardoso; in sagrestia, invece, un suo dente è custodito in un magnifico reliquario del XV secolo.
C’è poi la chiesetta delle Grazie presso i giardinetti pubblici, impreziosita da un portalino in pietra datato 1555. Per scovare il genio del luogo, l’idea e la pratica di vita da cui è nata Villalago, bisogna recarsi all’eremo di San Domenico, luogo di ritiro spirituale dove visse l’anacoreta intorno al 1010.
Qui San Domenico trovò la pace che cercava: l’eremo sorge come una gemma incastonata tra rocce e acque di uno splendido verde smeraldo. Il portale in pietra della chiesa riporta disegni bizantineggianti ma è la bifora che conduce lo sguardo sul lago dove albergano germani reali, oche, folaghe, a far pensare che Dio vi abbia trasferito il paradiso terrestre. Oggi questo luogo è riserva naturale insieme al lago Pio. circondato da montagne con boschi di cerri e faggi, ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Piaceri e Sapori

Escursioni a cavallo o in mountain bike, nuoto, gite in barca, windsurf, pesca sportiva (trota fario presso il bacino di San Domenico).

Alla certificazione di qualità ambientale I.S.O. 14001 si accompagnano la mappa dei sentieri che conducono ai rifugi di Montagna Grande (6/8 posti letto) e delle Cese Vecchie (12 posti letto), e la possibilità di escursioni naturalistiche. Un miglior approccio all’ambiente ha consentito la crescita di una fauna interessante (cervi, cinghiali, volpi, scoiattoli, tassi, faine e soprattutto l’orso).
Il lago Pio, infine, è diventato Riserva Naturale della Regione Abruzzo.

Torre Civica:
vi sono conservati gli attrezzi dell’artigianato locale e del mondo contadino.

Museo Multimediale delle Tradizioni del Lavoro,
presso la vecchia sede comunale: esposizione permanente della gualchiera e mulino in scala ridotta.

Mulino,
loc. Fontevecchia: recentemente restaurato e rimesso in funzione, conserva la vecchia macina e la gualchiera per il trattamento dei tessuti.

Fanoglie,
20-22 gennaio: cataste di legna accese in ogni rione in onore di San Domenico Abate nel giorno della sua morte.

Carnevale,
con concorso in costume.

Festa Patronale,
di San Domenico Abate, 21-22 agosto: nel giorno della sua santificazione s’incontrano i pellegrini che giungono a piedi da Fornelli (Isernia).

Madonna Addolorata,
sabato della prima settimana di settembre: emozionante processione notturna.

Presepe Subacqueo,
26 dicembre: unico del suo genere in tutto l’Appennino, si svolge nell’invaso del lago di San Domenico nel tardo pomeriggio in collaborazione con i sub del Tortuga Club di Teramo.

Concerto di Capodanno,
27-28 dicembre: concerti sinfonici presso la Residenza Sanitaria Assistita.

Cazzelliti e fagioli oppure sagne e fagioli; tipiche anche le pacchiarozze (una pasta simile alle fettuccine) con sugo di agnello e pecorino. Tra i dolci, i mostaccioli con mandorle, mosto e cioccolata ricoperti di glassa.