Montefalco
Ebbrezza e santità
Comune di montefaLCO
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 473 s.l.m.
Abitanti
5630 (1600 nel borgo)
Patrono
San Fortunato, 1 giugno
info turismo
Museo Civico, tel. 0742 379598
Comune, tel. 0742/616131
Associazione strada del Sagrantino, 0742 378490
www.montefalcodoc.it
Il nome
Il toponimo è un omaggio a FedericoII, grande appassionato della caccia al falcone, che soggiornò in Montefalco dal 1249 al 1250.
La storia
Età romana, il luogo per il suo benefico clima e per la sua posizione eccezionale, è sede di numerose ville patrizie, tra cui quella presente di Marco Curione che dà origine, pare, al primo toponimo, Coccorone, poi soppiantato dal falco di Federico II.
XI-XII sec., l’insediamento sul colle è cinto da mura (XII secolo) e già ben organizzato, nel periodo del libero comune, intorno al castello e ai diversi edifici religiosi.
1249, invischiato nelle lotte tra papa Innocenzo IV e Federico II, rappresentato dal vicario Tommaso Acerra conte d’Aquino, il borgo è preso e devastato dalle truppe di Federico. In seguito s’insedia a Montefalco la curia del ducato di Spoleto.
1383-1439, sotto la chiesa nell’epoca delle signorie, finisce sotto i Trinci di Foligno con alterne vicende.
1446-1860, Montefalco ritorna sotto l’autorità della Santa Sede che ne riconosce l’autonomia di governo e infine, le concede il titolo di città nel 1848.
Poi la storia locale s’intreccia, con l’Unità d’Italia, a quella nazionale.
Le uve di Sagrantino quasi si aggrappano coi loro profumi di more di rovo, di bosco e di selvatico, alle vecchie mura e alla torre merlata di accesso alla città. Chiamata “la ringhiera dell’Umbria” perché dal Belvedere lo sguardo spazia su azzurrità lontane, stilla quasi dalle sue antiche pietre i nettari rossi e gialli del vino e dell’olio e quelli multicolori delle pitture di Benozzo Gozzoli. Montefalco sta tutta dentro questo bouquet di colori, di sensazioni, di aromi spirituali, di sapori terreni, è parte dell’elegia umbra che trascorre dal virginale al bacchico, dal silente al liberatorio, e che per questo non cessa di incantarci.
Montefalco da sempre insegue la perfezione: lo dimostra la sua struttura urbana radiocentrica, con tutte le principali vie che convergono verso il grande invaso circolare della piazza, un tempo “dei Cavalieri”, ma chiamata anche “Campo del Certame”. Vi si specchiano il palazzo Comunale (1270), l’ex chiesa di San Filippo Neri (1705) trasformata nel 1895 in Teatro Comunale, il piccolo oratorio di Santa Maria (secolo XIII) e significativi esempi di residenze signorili, ossia i palazzi Senili, Santi-Gentili, Langeli e Camilli, tutti cinquecenteschi. Dalla piazza s’imbocca la strada che conduce al duecentesco rione di Colla Mora, dove si trova la La chiesa di San Francesco, costruita insieme al convento tra il 1335 e il 1338, ricca di opere d’arte (dal 1895 è Museo Civico) tra cui una Natività del Perugino, affreschi di scuola umbra del ‘400 e le celeberrime Scene della vita di San Francesco dipinte nel 1452, con grande capacità narrativa e decorativa, da Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico. In fondo alla stessa via, fuori le mura sorgeva la rocca demolita nel Quattrocento. Costeggiando le mura due-trecentesche, si arriva nel borgo San Leonardo dove spiccano la chiesa e il convento di Santa Chiara.
La prima pietra della chiesa fu posta nel 1303 per volere di Chiara da Montefalco, che vi sarebbe poi morta cinque anni dopo. Oggi la chiesa si presenta con i rifacimenti e le ricostruzioni seicentesche. Ma nella piccola cappella di Santa Croce è custodito un prezioso ciclo di affreschi di poco posteriore alla morte della santa (1333), di cui illustra la vita: ne sono autori due anonimi ma pregevoli maestri. In fondo al rione, nella quattrocentesca chiesa dell’Illuminata si ammirano gli affreschi di Francesco Melanzio, altre opere del quale sono visibili al Museo Civico. Di fronte alla chiesa, il convento di San Leonardo chiude il borgo trecentesco. Risalendo nel centro lungo Corso Mameli, si incontra la duecentesca chiesa di Sant’Agostino, dalla splendida facciata gotica, con un bel chiostro del ‘400 e affreschi di scuola umbra (XIV-XV secolo) all’interno. Più avanti si trovano i palazzi rinascimentali Pambuffetti e Tempestivi. La visita si può concludere con il giro della cinta muraria (secolo XIII), possente e ben conservata, dove spiccano per bellezza porta Federico II (1244), porta Sant’Agostino con la trecentesca torre merlata e porta Camiano, presso la quale sorge la chiesa di Santa Lucia (fine secolo XII) con le viti di Sagrantino dintorno, a raccontare l’antica presenza di vigne domestiche cinte dagli alti muri degli orti.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
Passeggiate ed escursioni a piedi, in bici o a cavallo.
Montefalco è Città del Vino e Città dell’Olio. Per valorizzare il celebre rosso, è stato istituito un percorso enogastronomico e culturale chiamato “La strada del Sagrantino” che si snoda lungo cinque borghi che risplendono di arte, sapori e profumi unici: Montefalco, Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, e Castel Ritaldi; www.stradadelsagrantino.it
Museo Civico di San Francesco,
via Ringhiera Umbra 1, tel. 074 2379598. Allestito dal 1895 nella ex chiesa di San Francesco, si divide in tre sezioni: la pinacoteca con opere di artisti locali, la Raccolta lapidaria e l’antica chiesa, nella cui abside centrale risplendono le Scene della vita di San Francesco affrescate nel 1452 da Benozzo Gozzoli.
Mostra mercato dei prodotti tipici delle Terre del Sagrantino,
settimana di Pasqua. Cantine Aperte, maggio, si degusta il vino della nuova annata.
Festa di Santa Chiara,
17 agosto.
Agosto Montefalchese e Fuga del Bove, tre settimane di spettacoli in piazza, degustazioni e antica giostra con sbandieratori e corsa dei tori.
Settimana Enologica,
settembre: rassegna enogastronomica con escursioni nei dintorni, presentazione della nuova annata del Sagrantino e degustazione anche di olio, miele, salumi, formaggi.
Festa della Vendemmia,
settembre, con sfilata dei carri.
Frantoi Aperti,
prima decade di novembre: laboratorio di sapori e degustazioni guidate. Andar per Frantoi e Mercatini, primi di dicembre, mostra mercato dell’olio nuovo.
Grandi piatti a base di carne e selvaggina da accompagnare con il Sagrantino. Ad esempio: agnello e tagliata di chianina, agli odori d’orto o di tartufo, oppure filetto di maiale, tipico il risotto alla montefalchese.
Ci si può sbizzarrire con i primi al Sagrantino: ottimi gnocchi e pappardelle.
Montefalco nel mondo significa Sagrantino, il pregiato nettare rosso Docg che nella versione passita è perfetto per accompagnare gli arrosti e i dolci. Il colore è il caratteristico granato cui tende con l’invecchiamento, più giovane è un intenso rosso rubino con sfumature violacee. è di sapore asciutto e armonico e profuma di more. D’obbligo la gradazione di 13 gradi e l’invecchiamento di almeno 30 mesi,
di cui 12 in botti di legno. Montefalco non è però solo vino. Gli uliveti danno un olio extravergine pregiatissimo, di sapore fresco e intenso che richiama fragranze fruttate o di erbe aromatiche. L’attuale tendenza a produrre biologico esalta al massimo le caratteristiche di questo oro giallo che si avvale del Dop dei Colli Martani.