13 luglio 2017. Si è tenuta questa mattina a Viverone (BL) la XVIII Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni, dal titolo “Small City, Small Land”, organizzata da ANCI in collaborazione con Anci Piemonte
Il tema conduttore dell’incontro ha riguardato la coesione di idee, progetti, politiche nazionali ed europee, frutto di un lavoro sinergico tra i territori più piccoli, le medie e le grandi città. Hanno partecipato all’iniziativa il Presidente della Regione Piemonte Chiamparino, il Presidente dell’Anci De Caro, il sottosegretario alle Finanze Castelli e l’On. Realacci.
Importanti i temi trattati, come quello dello spopolamento e della rigenerazione urbana. In particolare, è stata presentata una ricerca dell’Anci da cui emerge che, nonostante gli indicatori statistici ci dicano che nei piccoli Comuni si vive meglio, l’esodo dai centri minori verso le aree urbane accelera. In sei anni i piccoli comuni – in Italia sono 5.544 – hanno perso oltre 74 mila abitanti.
Ampio spazio è stato riservato anche alla legge sulla rivitalizzazione dei piccoli comuni approvata a ottobre 2017 e presentata dal’On. Realacci.
Il Presidente de I Borghi più belli d’Italia, Fiorello primi, è intervenuto alla Conferenza in rappresentanza dei 280 Borghi selezionati dall’Associazione.
Pubblichiamo un estratto del suo intervento odierno.
La legge 6 ottobre 2017, n.158 “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni.” è un passo avanti verso il riconoscimento del valore che hanno i piccoli comuni e le comunità che li abitano nel conservare il grande patrimonio di arte, cultura, tradizioni e paesaggio che caratterizzano il nostro Paese. Sono questi, di fatto, gli elementi fondanti dell’immagine dell’ Italia nel mondo.
Purtroppo fino ad oggi, soprattutto negli ultimi anni, nella “furia” di colpire la cosiddetta casta degli amministratori e dei politici, gli unici a subirne pesantemente le conseguenze sono stati proprio gli amministratori e le finanze dei comuni, specie quelli di minore popolazione.
Ormai ridotte al lumicino le possibilità di intervenire sul territorio e, figuriamoci sul patrimonio, gli amministratori dei piccoli comuni sono costretti a pietire risorse a destra e a manca con enormi difficoltà di programmazione.
Con questa legge s’intravede una qualche possibilità si cambiamento di rotta purché essa venga adeguatamente finanziata e corredata da un regolamento attuativo possibilmente non farraginoso.
Se poi ci mettiamo la progressiva chiusura di sportelli bancari, di uffici postali e la ormai pratica impossibilità di organizzare una qualche iniziativa che preveda la presenza di persone si capisce come diventi sempre più complicato definire i Comuni “autonomie locali”, quando di autonomo hanno ormai soltanto la denominazione.
Come Associazione de I Borghi Più belli d’Italia, oltre a fare una intensa attività di promozione, ci siamo anche posti l’obbiettivo, spesso raggiunto, di organizzare reti regionali che possano interloquire, come rete appunto, con le rispettive regioni per progetti integrati ad ampio respiro sia sul piano della rigenerazione urbana e dell’accessibilità dei luoghi che su quello della messa in campo di attività e sistemi di promozione, di accoglienza e di ospitalità omogenei su tutto il territorio.
E’ nostro compito oltre che riconoscere la Bellezza anche quello di contrastare gli elementi di degrado e lo spopolamento, favorendo lo sviluppo locale socio-economico e culturale, il reinsediamento abitativo e in questa direzione, sostenere diffuse opere di manutenzione e tutela dei beni dei comuni.