Casale Marittimo
Un borgo che fu di Principi Guerrieri
Comune di casale marittimo
(Provincia di Pisa)
Altitudine
m. 214 s.l.m.
Abitanti
1074 (209 nel borgo)
patrono
Sant’Andrea, 30 novembre
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
Piazza della Chiesa, sn
Tel. 0586 1880769
prolococasalemarittimo@gmail.com
https://www.comune.casale-marittimo.pi.it/su-casale-marittimo/turismo/5540
Il nome
Nel 1862 il comune, fino ad allora chiamato “Casale nelle Maremme”, fu denominato “Casale di Val di Cecina”, finché nel 1900 assunse l’attuale denominazione, Casale Marittimo.
La storia
“A mano destra si stacca una propaggine di collina, che si estende verso il mare, e nel cui ultimo
dorso è situato il moderno Casale”. Giovanni Targioni Tozzetti, viaggiatore ed erudito, a metà del
‘700, dava evidentemente voce alla tradizione secondo cui erano esistiti due castelli: Casalvecchio, il cui nome è rimasto ad indicare una collina a sud-est dell’attuale paese, e Casalnuovo, l’odierno Casale Marittimo. La zona, ricca di acque minerali, di selvaggina, di sale, insieme alla mitezza del clima, aveva del resto favorito fin dai tempi più antichi l’insediamento umano.
E proprio sulla collina di Casalvecchio gli scavi archeologici hanno riportato in luce i resti di un
villaggio etrusco del VII sec. a.C., e gli edifici di un secondo insediamento, stabilitosi nel IV sec. a.C.
Ma la scoperta più straordinaria è quella della necropoli di Casa Nocera, un complesso di sepolture, di età orientalizzante, appartenute ai principi guerrieri etruschi, che dominavano la zona. Al VI sec. a.C. risale la tholos delle Poggiarelle, un eccezionale esempio di architettura funeraria etrusca, scoperto nel 1896.
L’epoca romana ha lasciato le sue vestigia nella villa della Pieve, dai cui scavi vengono molti materiali riutilizzati in vari edifici del paese: tra tutti spiccano le zampe di leone reimpiegate nel trono della chiesa di Sant’Andrea.
Nel 1551 Casale aveva 245 abitanti e, nel secolo successivo, sappiamo che dovette rafforzare le difese contro le incursioni dei pirati. Critico anche il quadro sanitario se nel 1709 “fu proposto come sarebbe stato molto necessario munirsi all’occasione di un medico, stante l’aria cattiva, e le multità dei malati che spesso ne muoiono miseramente”. La situazione, tuttavia, dovette migliorare rapidamente: nel 1742 il Targioni Tozzetti definiva Casale “il più grosso, e più salubre castello di tutto il Marchesato”.
La ragione della salubrità è non solamente una vicina Fontana d’acqua buona, come anche la situazione favorevole in uno sporto di Collina elevata, e benissimo ventilata”. Nel 1854, con la progressiva bonifica della palude costiera, gli abitanti erano saliti a 1070. Fino al 1862 chiamato Casale nelle Maremme, dal 1862 al 1899 il paese prese il nome di Casale di Val di Cecina e solo nel 1900 quello di Casale Marittimo.
Nel 1936 il numero degli abitanti raggiunse il limite massimo di 1583, ma negli anni ’50 iniziò l’emigrazione verso i centri di pianura in rapido sviluppo industriale. Nel 1971 si era scesi a 837 unità e, da allora, il rischio dell’abbandono è stato superato sia per il “ritorno” di molti abitanti sia per l’arrivo di turisti stranieri: così come è avvenuto nei poderi dei dintorni dove è ripresa, in termini di qualità, la coltivazione tradizionale di cereali, olio e vino indirizzata soprattutto al turismo, attuale prevalente fonte di reddito per un paese tranquillo, adagiato su una collina a 214 metri s.l.m. che domina un vasto panorama della costa tirrenica.
Il “Castello”, come ancora oggi viene chiamato il cuore storico del paese, nonché a documenti importanti del suo passato remoto. Il lastrico infatti è in pietra arenaria locale: un sedimento marino del Pliocene, come denunciano i fossili, soprattutto conchiglie, che vi sono inclusi.
La torre dell’Orologio, eretta nel 1854 dove in precedenza era una porta. Subito dopo, sulla sinistra, è la cosiddetta Casa del Camarlingo (n. 13 di via del Castello), che faceva parte della cinta muraria ed è sicuramente uno dei palazzi più vecchi del paese.
Le prigioni, al n.19 di via del Castello, sopra la porta d’ingresso, si trova una piccola pietra scolpita che secondo tradizione raffigurerebbe un teschio: qui la memoria locale sostiene si trovassero le prigioni.
La pieve di Sant’Andrea, costruita nel 1838, nominata per la prima volta nel 1305 e che verso la metà dell’800, ormai insufficiente per la comunità, divenne scuola elementare e, dal 1874, municipio. La porta della pieve è riconoscibile sotto la volta, dove è anche la lastra di marmo con le nuove unità di misura adottate dopo l’unità d’Italia.
Il palazzo della Canonica, si trova di fronte al municipio: affascinante citazione di edificio quattrocentesco risalente al 1940 e realizzato con materiali provenienti dalla Villa romana (vi si riconoscono capitelli e stipiti). All’interno si trovai reperti della “Sala Romana”: pavimento in mosaico bianco e nero, frammenti di stucchi colorati e un piccolo dipinto con Sileno.
La Chiesa di Sant’Andrea, costruita nel 1872-74: sopra il portale un bassorilievo di Sant’Andrea del casalese Alberto Sparapani. All’interno: affreschi, eseguiti da Stefano Ghezzani nel 1987-88, con scene di vita di Sant’Andrea; fonte battesima le ricavato da un capitello rinascimentale; sedia liturgica con braccioli a zampe di fiera di recupero classico.
La Cappella della Madonna delle Grazie, all’estremità opposta della piazza davanti alla chiesa è la cappella della Madonna delle Grazie, eretta nel 1712-16 grazie alle prestazioni di lavoro volontario fornite dagli abitanti.
La Chiesa di San Sebastiano, si trova sul lato orientale in piazza del Popolo, costruita nel 1775 e restaurata nel 1937 con altri materiali della Villa romana. Le due sfere di pietra, una murata in alto a destra, l’altra posta in cima alla scalinata al lato sinistro, sono probabilmente chiusure oppure cippi di tombe etrusche.
Parco del tamburello, un ampio parco dove si pratica il gioco omonimo. L’area comprende anche una campo da calcio a 5 polivalente e le strutture per svolgere sagre ed eventi.
Palestra all’aperto, “Lo Sport è Salute”, tale area si trova all’interno del Parco La Valle ed è finalizzata, alla promozione del benessere fisico e psichico, della salute e della qualità della vita di cittadini e turisti.
Parco giochi, un’ampia superficie a verde pari a circa mq. 650,00, ubicata in Piazza della Chiesa, una zona particolarmente favorevole in quanto in prossimità del centro storico a pochi passi da un capiente parcheggio. Il parco comprende spazi aggregativi inclusivi per attività ricreative con i bambini, così da supportare le famiglie nella conciliazione dei tempi lavoro/scuola/famiglia.
Sagra della chiocciola, si svolge ogni anno nella seconda metà di luglio al Parco del Tamburello. E’ la sagra che segna l’inizio della stagione estiva, a cui partecipano le associazioni locali. Non a caso il nome completo è “Sagra di benvenuto al turista/ Sagra della Chiocciola”
Festival del Pensare, aperto a tutte le persone interessate al dibattito culturale, nel senso ampio della parola, abbraccia la filosofia e l’arte, ma anche i problemi della società, della scienza e dell’ambiente. Tutte le manifestazioni sono gratuite.
Diotto Casalese, la tradizione si rinnova ogni anno il giorno 8 settembre (da qui il nome “diotto”), il paese è in festa e l’Associazione omonima organizza passeggiate solidali nelle campagne del territorio.
Trekking e passeggiate a cavallo, nel territorio comunale si sviluppano itinerari di interesse storico-ambientale, ciascuno definito dal nome del colore che ne indica anche il tracciato sulla mappa Trekking.
Zuppa e cacciucco di chiocciole alla casalese, forma di fichi e cantuccini.
Gli ambiti imprenditoriali territoriali sono rappresentati dai settori Agricoltura e Turismo. I punti di forza della produzione agricola sono l’olio extravergine di oliva, il vino e il miele.
Olio extravergine di Oliva, i produttori locali sono attenti custodi della cultivar “LAZZERO” pianta tipica della Valle del Cecina e della varietà “LASTRINO” pianta tipica di Casale Marittimo censita nel germoplasma delle cultivar toscane.
Vino, i produttori locali hanno cercato per i loro vigneti le posizioni migliori per ottenere uve idonee alla produzione di vini in linea con gli elevati standard presenti nella provincia. Il territorio vanta un numero rilevante di denominazioni di origine dedicate al vino, Costa Toscana IGT, Monteregio di Massa Marittima DOC, Toscano o Toscana IGT.
Il Miele, monoflora e millefiori sono prodotti nel pieno rispetto della natura.