Presentazione del rapporto Deloitte sull’impatto economico e occupazione del turismo nei “Borghi più belli d’Italia”
- 9 milioni i visitatori dei Borghi più belli d’Italia, di cui il 37% internazionali
- Oltre 90 mila gli occupati dei Borghi tra alloggio, ristorazione, commercio e trasporti
- Per ogni euro speso nei Borghi, generati 1,1 euro di Pil nel Paese
- 2,3 miliardi di euro le entrate fiscali generate dall’economia dei Borghi
- Trentino-Alto Adige, Toscana, Liguria, Marche e Lombardia le regioni più visitate
Roma, 16 aprile 2024 – Cinque miliardi di euro di contributo al Pil Italiano nel 2022 e una spesa complessiva di 13,8 miliardi grazie al turismo indotto. Questi alcuni dei numeri dei 360 “Borghi più belli d’Italia” secondo lo studio di Deloitte “L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia”. Lo studio è stato presentato oggi all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e commissionata dall’associazione I Borghi più belli d’Italia, che dal 2002 opera per valorizzare i piccoli centri abitati che esprimono un’eccellenza del nostro Paese e della sua bellezza.
«Valorizzare il potenziale dei borghi italiani significa non solo preservare il nostro patrimonio storico, paesaggistico, artistico e culturale, ma anche contribuire ad una crescita sostenibile e inclusiva del sistema Paese. Adottando misure che favoriscano la digitalizzazione dei nostri borghi e ne contrastino lo spopolamento, si può generare valore condiviso con il territorio in termini economici, occupazionali e sociali», ha commentato Marco Vulpiani, Partner e Responsabile dell’area Valuation, Modeling & Economic Advisory di Deloitte.
«L’Associazione dei Borghi più belli d’Italia è impegnata fortemente nel favorire lo sviluppo di attività di valorizzazione e promozione delle ricchezze enogastronomiche, storiche, artistiche e paesaggistiche dei borghi, con l’obiettivo di creare nuove occasioni di lavoro per i giovani e di contrastare il fenomeno dello spopolamento», ha detto Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia”.
«La tutela e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, architettonico e artistico italiano, così come della lingua e delle tradizioni del nostro Paese fa parte della storia dell’Istituto della Enciclopedia Italiana sin dalla sua fondazione. La presentazione di questo interessante progetto, che ci aiuta a comprendere non solo il valore culturale dei Borghi Storici più belli d’Italia ma anche le loro notevolissime potenzialità per il turismo e l’economia, ci spinge a continuare il lavoro di diffusione del sapere proprio della nostra missione», ha dichiarato Massimo Bray, Direttore Generale della Treccani.
L’economia dei Borghi: 4,6 miliardi di spesa diretta e oltre 9 miliardi di spesa indiretta
Secondo l’analisi di Deloitte i visitatori complessivi dei Borghi sono stati nel 2022 oltre 8,8 milioni, per un totale di circa 21,5 milioni di pernottamenti. Circa il 37% di questi visitatori sono internazionali, mentre circa il 32% sono visitatori giornalieri. La spesa diretta in Italia derivante dalle presenze turistiche indotte dai Borghi nel 2022 è stimata in circa 4,6 miliardi di euro. A fronte di tale spesa diretta, si stimano oltre 9 miliardi di euro di ulteriore spesa indiretta e indotta, per un totale di circa 13,8 miliardi di euro di spesa complessiva generata in Italia. Si stima inoltre che il turismo indotto dai Borghi abbia sostenuto nel 2022 circa 91,400 occupati in Italia, e abbia avuto un importante effetto positivo sulle entrate fiscali a livello nazionale, pari a più di 2,3 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo di euro di Iva. I settori maggiormente impattati dal contributo al Pil sono alloggio e ristorazione, commercio e trasporti, beneficiando del 60% dell’impatto totale. In totale si stima che l’impatto economico generato dal turismo indotto dai Borghi nel 2022 sia equivalente a circa lo 0,3% del Pil italiano.
Le zone più impattate dalla presenza dei Borghi: in testa il Centro Italia con Marche, Umbria e Toscana
Le località inserite nella lista «Borghi più belli d’Italia» sono 360 e si trovano per lo più nelle regioni del Centro Italia: Marche (31 borghi), Umbria (31) e Toscana (29) occupano le prime 3 posizioni della classifica. La distribuzione per aree territoriali dei «Borghi più belli d’Italia», dunque, segnala una presenza particolarmente concentrata nel Centro (32,2%). Trentino-Alto Adige, Toscana, Liguria, Marche e Lombardia, invece, sono le regioni che hanno ricevuto più visitatori. Considerando l’impatto economico generato dal turismo indotto dai Borghi nel 2022 come percentuale del Pil, si stima che questo sia maggiore al Centro e al Nord-est. In particolare, le aree in cui il contributo economico come percentuale del Pil risulta maggiore sono il Centro e Nord-est, con circa lo 0,4% del Pil, seguite dalle Isole, con oltre lo 0,3% del Pil.
I Borghi più belli d’Italia: un tesoro a rischio spopolamento
A fronte dell’impatto economico e sociale evidenziato, i borghi sono però caratterizzati da un accentuato fenomeno di spopolamento, molto maggiore rispetto alla media dei comuni italiani. In particolare, i comuni presenti nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”, secondo l’Istat, presentano una popolazione media pari a circa la metà di quella dei comuni italiani nel complesso. Nel periodo 2011-2021 si è registrata una riduzione media della popolazione residente nei Borghi pari al -4,2%, a fronte di una riduzione della popolazione residente a livello nazionale pari a 0,7% nello stesso periodo. Si prevede che tale fenomeno si accentuerà nel periodo 2020-2030, con una variazione del -4,4% nei Borghi e pari a -2,8% in media sul complesso dei comuni italiani. Così la popolazione residente nei Borghi più belli d’Italia nel 2030 sarà pari a circa 1.285.000 persone.
Digitalizzazione e smart-working le leve di rilancio dei Borghi
Dalle analisi condotte da Deloitte, emerge che l’evoluzione storica della copertura della Banda Ultra-Larga (BUL) nei Borghi più Belli d’Italia è in forte crescita negli ultimi anni, sia considerando i comuni che le unità immobiliari (UI) coperte: ad oggi il 63,9% dei Borghi gode di una copertura “Fiber to the Home” (FTTH) – una percentuale molto rilevante, se si considera che solo nel 2019 questa arrivava solo al 2,2%. Solo con un tale sviluppo infrastrutturale, infatti, sarà possibile ridurre il gap di mercato e creare condizioni di sviluppo economico e sociale attrattive per i lavoratori.
Un dato molto incoraggiante è quello della crescita del numero di lavoratori che soggiornano nei borghi in modalità smart-working dopo la pandemia Covid-19. Infatti, secondo una ricerca di Svimez, il 41,5% dei lavoratori sarebbe disposto a trasferirsi in un luogo più isolato a contatto con la natura ed il 34,5% in un piccolo centro abitato. Si tratta di un fenomeno da osservare in parallelo al livello di digitalizzazione medio delle imprese, che nel 2022 ha registrato un miglioramento: secondo i dati Istat le aziende con un livello «Alto» o «Molto alto» hanno raggiunto circa il 32% nel Nord-Ovest e il 29% nel Nord-Est. Nel Centro e nel Mezzogiorno, la percentuale, seppure in aumento, resta a un livello più basso (23%).