gradisca-stemmaGradisca d’Isonzo
Barocco di frontiera

Comune
di GRADISCA D’ISONZO

(Provincia di Gorizia)
Altitudine
m. 34 s.l.m.
Abitanti
6465 (458 nel borgo)

Patrono
Santissimi Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno
info turismo
Ufficio IAT – Informazione Accoglienza Turistica
via Ciotti 49 – tel. 0481 960624
www.comune.gradiscadisonzo.go.it

Lo spirito del luogo

gradisca-stemmaIl nome

Il nome è di probabile origine slava: deriverebbe da gradisce, “luogo fortificato” e, per estensione, “paese, forte, castello”. Secondo alcuni potrebbe avere origine gotica o longobarda: da warda, o wardicula, cioè “piccolo posto di osservazione”.

 

La storia
Barocco di frontiera
Il compatto centro storico accoglie con un impianto urbano regolare dai larghi assi viari paralleli intersecati da strette calli: immediata la similitu¬dine con gli accampamenti militari. Proprio così la Repubblica di Venezia, insediatasi nel Friuli patriarcale nel 1420, volle lo sviluppo di Gradisca, fon¬data nel 1479, che doveva permettere facili spostamenti di truppe ai confini dei suoi possedimenti, insidiati dai Turchi. La cinta muraria alta venti metri rispetto al fossato sottostante era munita di sette torri circolari d’avvista¬mento e due porte d’entrata.
Di quel periodo è la Casa dei Provveditori, residenza dei rappresentanti del governo veneto, con un tipico impianto massiccio del tardo Quattrocento e un barbacane a rinforzare l’angolo mentre settecentesche sono le finestre a trabeazione rettangolare della facciata e il balconcino a ringhiera in ferro battuto. Dal XV secolo sopravvivono anche i soffitti a volta del piano terra e le due bifore a sesto del lato settentrionale di Palazzo Coassini, già Palazzo del Fisco, la cui facciata fu rifatta nel ’700, e la chiesa della Beata Vergine Addolorata, costruita fra il 1481 e il 1498. Trasformata in magazzino per de¬creto napoleonico nel 1810, perse gli oggetti sacri, il grandioso altare mag¬giore e quelli laterali, venduti dai francesi, mentre la statua della Madonna Addolorata fu messa in salvo. La chiesa fu riconsacrata nel 1850 dopo che i coniugi Francesco Giovanni e Anna Coassini la ricomprarono e donarono alla città, ma di nuovo fu magazzino durante la prima guerra mondiale e ad¬dirittura incendiata con i fatti della vicina Caporetto per essere ricostruita e pacificata nel 1921¬3. Il pericolo turco a cui si deve il centro fortificato di Gra¬disca non destituì il potere della Serenissima. Fu Massimiliano I d’Asburgo a farlo nel 1511, dando inizio a una fase di tensioni con la repubblica veneta sfociato nelle guerre gradiscane (1615¬-17). Il borgo ne uscì così danneggiato da essere venduto nel 1647 dall’impero austriaco, impegnato in Germania nella guerra dei Trent’anni, ai nobili stiriani Eggenberg. In questo periodo, terminato nel 1717 a causa della mancanza di eredi maschi con il ritorno nelle mani degli Asburgo, i ceti dominanti locali raggiunsero una notevole autonomia e il centro da militare divenne amministrativo ed economico. L’a¬rea era conosciuta come un vero e proprio granaio, rinomata per i vini rossi, per la lavorazione e commercializzazione della seta e contrabbandi d’ogni sorta.
Entro la fine del ’600 erano sorti tutti i palazzetti nobiliari più rappre¬sentativi: l’imponente Palazzo de’ Comelli-Stuckenfeld con lo squadrato portale sormontato da una balaustra su cui si affaccia una porta finestra ad arco conclusa da un’ulteriore trabeazione, e su suo stile Casa de’ Portis, Casa de’ Salamanca e Casa Wassermann, seguite a inizio ’700 da Casa de’ Brumatti, Casa Brumat, Casa Spangher e Casa Ciotti. Al XVII secolo ri¬salgono pure, entrambi pressoché intatti, la slanciata Loggia dei Mercanti, con tre archi bugnati dal fusto rustico, e il Palazzo del Monte di Pietà, con eleganti cornici marcapiano in pietra bianca del Carso e un portale a chiave di volta sul quale spicca un gran baldacchino barocco con scolpita una Pietà. Fra inizio ’600 e il 1725 si formò l’attuale Palazzo Torriani, l’edificio più rap¬presentativo di Gradisca, avamposto della cultura veneta con la sua conce¬zione palladiana con corpo centrale e ali laterali simmetriche. Oggi ospita il municipio e la Galleria d’Arte Contemporanea Spazzapan. A metà ’600 risalgono anche la severa Casa Toscani, che serba, affac¬ciato sul cortile interno, un doppio loggiato con il secondo ordine ad archi ribassato molto simile a soluzioni tipiche stiriane e carinziane dell’epoca, e Palazzo de Fin-Patuna già proiettato dal barocco al rococò.
Nel 1754 Gradisca subì la battuta d’arresto: l’imperatrice Maria Teresa d’A¬sburgo decise l’unione delle contee di Gorizia e Gradisca. Quest’ultima non era più strategica perché l’impero aveva eroso la Serenissima e si era este¬so per gran parte dell’Italia settentrionale. Tale cambiamento autorizzò il borgo a demolire un tratto delle mura in cui era vissuto per secoli. La verde “Spianata” così creata divenne il centro della vita sociale cittadina.

Vicinissima al fronte della prima guerra mondiale (è gradiscana la donna che scelse la bara per il monumento nazionale al Milite Ignoto), Gradisca conserva anche memorie della prima guerra: basta guardare l’Isonzo e immaginare il fronte. Memorie di guerre più lontane: basta fare un giro lungo le mura venete. La fortezza, qui, è un’ossessione: contemporaneamente difesa e cancellata. In 500 anni Gradisca si è richiusa dentro le mura sicura della loro protezione, per poi demolirne l’idea, abbattendo uno dei fronti per fare spazio a un giardino. La fortezza comunque non si cancella. Per contrasto, la cittadina, con la sua aria asburgica curata e accogliente, dona un gran senso di libertà, come tutti i posti di frontiera. Grandi spazi verdi, il cielo che si vede sempre. Un salotto barocco, ricco di bei palazzi e di caffè. La città fortificata si è trasformata in una città giardino, piena di luce, che non ricorda più il pesante cancello di ferro del carcere asburgico con la scritta: K.K. Strafhausansstalt.
La vita continua, sotto la colonna del Leone di San Marco: meglio prenderla con filosofia, e andarsi a bere un bicchiere di vino al Mulin Vecio. Facendo un brindisi all’Isonzo, uno dei più bei fiumi d’Europa.

PERCORSI NELLA CITTÀ FORTEZZA
I nuovi itinerari urbani

Nel 2023 sono stati inseriti degli itinerari turistici pedonali cittadini che permettono al turista la fruizione in autonomia di due percorsi culturali (denominati “I Palazzi fra Venezia e Impero”, “Il Castello e le Mura”) per valorizzare i beni storici e architettonici cittadini.

Ai due percorsi culturali sono stati aggiunti il tratto del percorso dell’Alpe Adria Trail che giunge nella cittadina e un percorso verde di 6,5 km che segue i parchi cittadini, le aree verdi costeggiando il fiume Isonzo denominato “I Parchi e le Aree Verdi”.

Per il percorso “Il Castello e le Mura” sono anche previste visite guidate gratuite, accessibili da aprile a novembre su prenotazione.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Passeggiate nel verde dei parchi cittadini e lungo l’Isonzo, escursioni in bicicletta, tennis e tanto altro. Ma il piacere qui si manifesta anche nella sosta al caffè, nel rito del bicchiere di vino, nella degustazione di un piatto locale, davanti a un quadro di Luigi Spazzapan, visitando il Museo documentario della Città o facendo shopping nelle suggestive vie del centro storico cittadino.

L’antica Contea di Gorizia e Gradisca e le Terre dei Patriarchi rappresentano una cerniera tra mondi diversi – latino, germanico, slavo – in cui si fondono, in un paesaggio di grande bellezza, tradizioni che sono patrimonio di tutta la civiltà europea. Gradisca è nota per l’ospitalità che s’incontra nelle numerose trattorie e osterie, e nei celebri caffè dall’aria mitteleuropea che si affacciano sul parco, con i tavolini circondati dal verde. A portata di mano vi sono Cormòns, il cuore del Collio; Gorizia, ricca di tesori d’arte; Aquileia, la seconda Roma; Palmanova, la città stellata; Cividale, l’antica Forum Julii, perla storica e architettonica del Friuli che fu anche capitale longobarda; Grado, l’isola del sole con un bel centro storico.

Casa Maccari – Museo Documentario della Città

Rinnovato nei contenuti e dotato dei più innovativi apparati tecnologici per una visita interattiva e divertente, il Museo, collocato all’interno del Polo Culturale di Casa Maccari, racconta sinteticamente la storia di Gradisca dalle origini al ‘900.

Sede e contatti
Casa Maccari – Museo Documentario della Città
via della Campagnola 18 – Gradisca d’Isonzo (GO)
tel. +39 0481 967909-915-913
email: cultura@comune.gradiscadisonzo.go.it
sito web: https://www.comune.gradiscadisonzo.go.it

La Galleria Spazzapan

La Galleria regionale d’arte “Luigi Spazzapan”, polo d’eccellenza a livello regionale per esposizioni ed iniziative legate ai linguaggi del contemporaneo.

Sede e contatti
Galleria regionale d’arte contemporanea “Luigi Spazzapan”
Palazzo Torriani – via Marziano Ciotti 51 – Gradisca d’Isonzo (GO)
tel. +39 0481 960816
email: galleriaspazzapan@regione.fvg.it
sito web: https://galleriaspazzapan.regione.fvg.it/

Stagione teatrale e concertistica, ottobre-aprile.

Manifestazione calcistica internazionale Torneo delle Nazioni, fine aprile – primi di maggio

Rassegna letteraria Lettere Mediterranee, luglio: incontri letterari di culture e di pensiero

Festival musicale Onde Mediterranee, luglio

Festival ARS Arti Relazioni Scienze, luglio-agosto

Calici di stelle, agosto: serata con degustazioni eno-gastronomiche locali ed accompagnamento musicale

Mostra ornitologica e rassegna cinofila, 15 agosto

Festival In\visible Cities, settembre

Festival Klezmer, settembre

Torneo calcistico internazionale “Città di Gradisca” – Trofeo Nereo Rocco, settembre

Manifestazione Gran Premio Noè, novembre-dicembre: selezione di vini di tutta la regione scelti da un’apposita giuria e offerti in degustazione al pubblico

Dicembre Gradiscano, manifestazioni natalizie

Raduno Internazionale 4×4 Città di Gradisca, dicembre

Mercatino dell’antiquariato: ogni terza domenica del mese

Ottimi i salumi e i formaggi, e tra i primi la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti. Tra i classici della cucina isontina ci sono il goulasch, le trippe, il baccalà e, nella stagione fredda, il cotechino (che qui si chiama “musetto”) servito con le rape acide. I dolci a Gradisca rivestono un ruolo importante e, su tutti, lo strudel di mele e la gubana. Quest’ultima contiene in un involucro di pasta una farcitura a base di noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato, e viene servita a fette irrorata con grappa. Un dolce barocco, come i palazzetti gradiscani.

Visitando le cantine dei produttori del territorio ci si può rendere conto dell’eccellenza dei vini di questa regione. D’altronde, la vite in Friuli è ovunque. In particolare, la fertile pianura bagnata dall’Isonzo e che ha per centro Gradisca produce vini che rientrano nella Doc “Isonzo del Friuli”: il meglio è dato dai rossi, come il robusto Cabernet, il fragrante Merlot e il corposo Refosco; tra i bianchi, il meraviglioso Pinot.

Ospitalità

Hotel Trieste

In pieno centro, questa elegante struttura ecofriendly dispone di ambienti dal design moderno e raffinato. Grazie alla sua lunga tradizione di ospitalità, offre servizi e accoglienza di alto livello. Spa interna e terrazzo panoramico.

 Piazza dell’Unità d’Italia, 27
  +39 0481 1980888
  info@hthoteltrieste.com