Torgiano-StemmaTorgiano
Dove il vino è protagonista

Comune di torgiano
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 219 s.l.m.
Abitanti
6.644

patrono

San Bartolomeo, 25 Agosto

info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche, piazza della Repubblica 9
tel. 075 6211682
infopoint@comune.torgiano.pg.it
www.comune.torgiano.pg.it

Lo spirito del luogo

Torgiano-StemmaIl nome
Il toponimo del borgo compare alla fine del Seicento negli atti del Comune come “Torsciano”, che la tradizione popolare fa derivare da “torre di Giano”, mentre altri avvalorano le origini longobarde del nome:
Trausan è un’espressione che indicherebbe il “cader giù, porre dentro a una grande fossa”, con riferimento
all’impaludamento della base del colle di Torgiano nell’alto medioevo.

 

La storia
Antico borgo fluviale sorto in epoca romana, Torgiano nasce come castello medievale, del quale oggi non restano che poche tracce. Nel 595 d.C., i Goti di Agilulfo distruggono l’insediamento romano formatosi come attivo porto fluviale connesso con la via Amerina, quando il Tevere era navigabile da Città di Castello a Roma; nelle spartizioni del territorio umbro fra Longobardi e Bizantini, l’area occupata da Torgiano è assegnata a questi ultimi. Nel 1274 il comune di Perugia, con l’intento di fortificare il confine meridionale, deliberò la costruzione del “Castrum Torsciani” nell’area dell’antica pieve di San Bartolomeo; e a est del “Castrum Grifonis”, l’attuale Brufa. Nei decenni seguenti il castello di Torgiano assume sempre più la fisionomia di un borgo fortificato; è in questi anni che Fra Bevignate riceve l’incarico di costruire un Ponte
Nuovo poco più a valle della confluenza dei fiumi Tevere e Chiascio. Nel 1426, sono approvati i nuovi Statuti Comunali che sanciscono lo status giuridico di Torgiano, il cui governo è affidato a un vicario al quale sono demandati i poteri amministrativi e giudiziari. Il destino di Torgiano è legato a quello della città di Perugia e alle sue lotte politiche. 1500, il castello è saccheggiato dall’esercito del Duca del Valentino, nonostante questi sia al servizio dei Perugini; nel 1540, invece, sfugge alle devastazioni che interessano Perugia durante la Guerra del Sale, resistendo alle truppe papaline impedendone l’ingresso in città; i torgianesi festeggiano lo scampato pericolo con l’allestimento della prima infiorata. Da allora, l’episodio viene ricordato durante la festa del Corpus Domini, in cui si adornano le strade della processione con tappeti di fiori. Nel corso del Seicento i possedimenti della famiglia Signorelli sono divisi tra i casati dei Baglioni, dei Graziani e degli Ansidei. XIX sec., mentre in Umbria si registra un generale sfaldamento delle grandi proprietà terriere, a Torgiano si costituiscono due importanti possedimenti di pertinenza dei conti Meniconi Bracceschi e del marchese e futuro cardinale Pietro Ugo Spinola, titolare di una vastissima tenuta tra Perugia e Torgiano.

E’ sufficiente attraversare il Tevere e puntare alla prima collina per trovarsi immersi nella quieta campagna. Torgiano, fin dall’antichità, ha avuto accanto ad una fiorente attività artigianale, un’economia prevalentemente agricola, e il vino è il grande protagonista dell’economia cittadina. Vigneti a perdita d’occhio ci dicono che questo non è il borgo di Giano (torre di Giano: Torgiano) ma, piuttosto, quello di Bacco. Anche lo stemma comunale, un antico cartiglio avvolto in un grappolo d’uva, ricorda che la sua vocazione vitivinicola è di antica data. Torgiano ha saputo preservare la sua naturale vocazione agricola, incentrandola sulla coltivazione della vite e dell’olivo, che ha permesso la protezione di un ambiente rurale sapientemente indirizzato verso un turismo alternativo e di qualità. Vigneti e oliveti si confondono, si contendono lo spazio per disegnare un paesaggio che è un’opera d’arte. Anche il vino è arte. A Torgiano il vino prova addirittura a farsi pittura, scultura, a uscire da sé invadendo i vicoli e le piazze. Le brocche che lo contengono, le ceramiche d’autore – tutto riconduce al fuoco della passione che è lo stesso della materia. Gli artisti che animano con le loro opere queste contrade del vino, cercano di coniugare vino e bellezza come si è sempre fatto a partire dal Cantico dei Cantici. Questo territorio permeato dalla genuina semplicità della sua tradizione contadina e dalle eccellenze agroalimentari e artigianali che lo connotano è il primo a ricevere la Doc in Umbria nel 1968 e anche la Docg nel ’90.

Le origini di questo antico borgo sono legate alla leggenda di Giano, il dio bifronte, al quale fu dedicato l’antico torrione denominato appunto “Torre di Giano”. Costruita nel XIII secolo ed eretta a simbolo di Torgiano, la Torre Baglioni testimonia l’antica cinta muraria fortificata.

Entrando nel centro storico da Piazza Matteotti, in cui un tempo si apriva la Porta del Forno, e percorrendo Corso Vittorio Emanuele II: si incontra sulla sinistra l’Oratorio della Misericordia, al quale si affianca la Chiesa di San Bartolomeo edificata nel XVIII secolo. Continuando lungo Via Pasquale Tiradossi, sono tuttora visibili alcuni tratti di mura castellane. Si giunge poi a un ampio spazio delimitato da un pergolato aperto sulla valle del Tevere.

Di fronte alla chiesa si innalza il seicentesco Palazzo Manganelli, il Palazzetto delle manifatture Stocchi e l’antica dimora della famiglia Falcinelli. Proseguendo lungo Via di Mezzo in leggera pendenza, s’incontra sulla sinistra il Palazzo Comunale, che si presenta nelle forme d’inizio Novecento in angolo con Piazza Baglioni.

Sull’altro lato della piazza il barocco Palazzo Graziani-Baglioni ospita l’importante Museo del vino e conserva al piano nobile una galleria affrescata di fine Seicento, una ricca biblioteca e numerose sale arredate con mobili d’epoca; le sale espositive sono gestite dal Comune, per esposizioni temporanee che si succedono in tutto l’arco dell’anno . Al termine delle mura che delimitano il giardino del palazzo, si notano le antiche scuderie, oggi sede della Pro Loco. L’Oratorio di Sant’Antonio custodisce un affresco del XVI secolo raffigurante “Madonna con Bambino” e attribuito alla scuola di Domenico Alfani, noto pittore perugino della prima metà del Cinquecento, allievo di Raffaello.

Ancora da vedere la Chiesa di Santa Maria del Castello, posta dietro il Palazzo Baglioni, sulla via parallela, e la Chiesa della Madonna dell’Ulivello che custodisce pregevoli tele del XVI e XVII secolo.

Numerosi interventi di artisti contemporanei hanno voluto rendere omaggio alle origini e alla storia di Torgiano con varie opere disseminate per il borgo. Segnaliamo ad esempio le sculture di Nino Caruso, noto ceramista, “La Fonte di Giano” in Piazza Baglioni rende omaggio alla divinità romana dalla quale la tradizione popolare fa derivare il nome di Torgiano, e le delicate pitture di Mario Madiai, il borgo cerca così di coniugare forma e struttura, arte e territorio.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Nel “cuore dell’Umbria”, al viaggiatore che vuole conoscere in profondità nei suoi vari aspetti uno dei territori più romantici della regione, si presenta una interessante e notevole opportunità, quella di percorrere la Strada dei vini del cantico. Per questo il territorio offre la possibilità di compiere innumerevoli escursioni, a piedi e in mountain bike, nel parco fluviale, dove poter ammirare anche antichi Molini storici, e lungo i sentieri del vino e dell’olio, e di dedicarsi a sport quali l’equitazione e il nuoto; inoltre il borgo umbro propone una serie di eventi a carattere enogastronomico e culturale.

Per scoprire le suggestioni del paesaggio agrario che incornicia l’insediamento medievale di Brufa, frazione di Torgiano, è bene visitare il Parco delle Sculture, contemporanee, che anima la Strada del Vino e dell’Arte, e ospita ogni anno artisti che lasciano le proprie opere sul territorio, dando vita ad un vero e proprio museo all’aria aperta. Tra gli artisti che hanno proposto la loro personale interpretazione di questo paesaggio disegnato dai filari di vite, ricordiamo Gino Marotta, Pietro Cascella, Joaquin Roca Rey, Bruno Liberatore, Nino Caruso, Federico Brook, Eliseo Mattiacci, Beverly Pepper, Ugo La Pietra

-Sosta Camper. Area gratuita in via Perugia, nella zona degli impianti sportivi a 300 m dal centro storico di Torgiano.

– Museo MACC (P.zza della Repubblica 9, tel. 075 6211682, www.macctorgiano.it)

Il MACC (Museo d’Arte Ceramica Contemporanea) si trova a Palazzo Malizia e ospita due importanti collezioni dedicate alla produzione di artisti contemporanei d’eccezione e di fama internazionale: la Mostra permanente Vaselle d’Autore, e la Collezione di sculture in ceramica di Nino Caruso. La Collezione Nino Caruso custodisce le 58 sculture in ceramica realizzate dal maestro siciliano a partire dagli anni Cinquanta e donate al Comune di Torgiano, a cui l’artista era profondamente legato. Negli anni la raccolta è stata
implementata dalle opere realizzate durante la rassegna “Vaselle d’autore”.

– Museo del Vino (MUVIT) (Corso Vittorio Emanuele II 31, tel. 075 9880200, www.lungarotti.it)

Il MUVIT, uno dei più famosi musei enologici in Italia, fortemente voluto dai Lungarotti, importante famiglia di viticultori della zona, fu fondato nel 1974 e ha sede nel seicentesco Palazzo Graziani – Baglioni. Si sviluppa in venti sale e attraverso disegni, incisioni, testimonianze archeologiche, ceramiche artistiche (tra cui un piatto di Mastro Giorgio Andreoli del 1576 e una Testa di Bacco di Luca della Robbia) e una ricca biblioteca, il museo rappresenta la più completa ed importante raccolta delle tecniche di viticoltura e vinificazione, e della cultura vinicola presente nella nostra penisola.

– Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) (Via Giuseppe Garibaldi 10, tel. 075 9880300, www.lungarotti.it)

Il MOO di proprietà, come il Museo del Vino, della Fondazione Lungarotti, è situato in un piccolo nucleo di abitazioni medioevali all’interno delle mura castellane. Il museo conserva documenti, incisioni, recipienti d’epoca per la conservazione dell’olio ed altri oggetti storici, ed è suddiviso in sezioni che evidenziano le tecniche tradizionali della coltivazione dell’ulivo.

– Scultori a Brufa. (La Strada del Vino e dell’Arte, piazza Mario Raspa, 1 tel.075 6211682)

Il parco di scultura contemporanea allestito sulla collina di Brufa, un vero e proprio museo en plein air, è un’originale esperienza artistica che indaga il rapporto tra arti plastiche e paesaggio, celebrando il vino come elemento di continuità con la cultura. Gli scultori, di fama nazionale ed internazionale, che hanno disseminato di opere il percorso, in un armonioso connubio tra natura, paesaggio urbano, paesaggio rurale e scultura contemporanea, intervengono sulla natura trasformandola allo stesso modo dell’agricoltore, ma con consapevolezza e finalità diverse.
Ogni anno il penultimo martedì di agosto si inaugura una nuova scultura da collocare in questo museo a cielo aperto.

– Collezione Roca Rey (ex Scuola Primaria di Brufa tel.075 6211682)

La collezione: 27 opere documentano il percorso dal 1970 al 2000 dello scultore Roca Rey, fondato su un vitalismo magico di memoria precolombiana.

– Collezione Vaselle d’Autore per il Vino Novello (palazzo Malizia, tel. 075 6211682)

La Collezione raccoglie le “vaselle” in terracotta realizzate da pittori, scultori, ceramisti (tra cui Dorazio, Accardi, Ceccobelli, Heyerdahl) che si cimentano con questo Apico contenitore, capace di mantenere a lungo la fragranza del vino novello.

-Fuochi di San Giorgio (notte del 23 aprile)
Si rinnova nelle campagne la remota usanza dei fuochi propiziatori per proteggere il raccolto.

-Cantine Aperte (ultima domenica di maggio)
Le cantine associate al Movimento Turismo del Vino aprono le proprie porte al pubblico, proponendo degustazioni e favorendo un contatto diretto con gli appassionati del vino.

-Corpus Domini (giugno)
Le strade del centro storico si adornano con magnifici tappeti di fiori, realizzati da cittadini e turisti, a ricordo della prima infiorata, risalente a un episodio avvenuto durante la Guerra del Sale nel 1540.

-Calici di Stelle (10 agosto)
La notte di San Lorenzo, le vie del centro storico si animano di numerosi punti di ristoro, dov’è possibile gustare i piatti della tradizione accompagnati dai vini Torgianesi; musica e fuochi d’artificio finali.

– I Vinarelli (il primo lunedì dopo ferragosto)
Serata e cena conviviale, al termine della quale il vino, grazie agli artisti invitati, si trasforma in colore, creando delle opere originali.

-Scultori a Brufa (23 agosto – 5 settembre)
Rassegna di arte contemporanea che contribuisce ogni anno ad aumentare la collezione del Parco delle Sculture di Brufa lungo la Strada del Vino e dell’Arte, esposizione permanente a cielo aperto, testimonianza dell’incontro tra arte e ambiente naturale.

– Guerra del sale (novembre)
Le vie del capoluogo rievocano la battaglia rinascimentale che coinvolse Torgiano, baluardo dello scontro tra le coalizioni perugine e il papato, con cortei storici, musici, sbandieratori, falconieri, saltimbanchi, arti e mestieri e mercato artigianale. La Torre Baglioni di Torgiano, è il luogo che nel 1540 si rese protagonista di un assedio in cui l’esercito papalino ebbe la peggio. Ai tempi di Papa Paolo III, i popoli umbri, in quanto lontani dal mare, dovevano importarlo pagando tasse e gabelli. I perugini lo compravano dai senesi, ad un prezzo conveniente, ma il Papa, ai territori che controllava, impose di acquistare quello di Ostia, ad un prezzo maggiorato. Nel 1531 dunque, su tutti i territori pontifici venne imposta una tassa sul sale. Ed i perugini si ingegnarono: secondo la leggenda, pur di non comprare il sale del Papa, si inventarono il pane sciapo, quel filone che ancora oggi è sulla nostra tavola, secolare ricordo di ingiustizia, ma buonissimo e capace di esaltare qualsiasi companatico. Da secoli dunque, il pane sciapo è l’emblema della resistenza perugina contro lo Stato Pontificio.

Il grano e la farina rappresentano l’elemento base di numerose ricette tradizionali della zona come la “torta al testo”, dal nome della pietra arroventata al fuoco del camino su cui si cuoce l’impasto di acqua e farina, farcito poi con prosciutto e formaggio, o salsicce e verdura o a piacimento; la schiacciata, una focaccia bassa cotta al forno e condita con foglie di salvia o cipolla; la torta di Pasqua, dove la farina si associa all’uovo e al formaggio pecorino, ottima accompagnata da affettati; e la ciaramicola, una torta a forma di ciambella, di colore rosso con glassa bianca e confettini colorati di copertura. Altre specialità del territorio sono le zuppe di legumi e ortaggi. Soprattutto nelle campagne, in occasione dei festeggiamenti per la vendemmia, è molto diffuso il consumo del Pane di Mosto o Mostaccioli, biscotti secchi al mosto, a forma di piccole ciambelle o di filette schiacciate. Tipici dolcetti preparati tradizionalmente nel periodo natalizio le pinoccate (dolcetti a forma di rombi di zucchero e pinoli, bianchi con la vaniglia o neri al cioccolato)

Torgiano è dunque sinonimo di buon vino, come abbiamo visto. I suoi gioielli sono il Torgiano Rosso Riserva (l’unica DOCG dell’Umbria insieme al Sagrantino di Montefalco), vino elegante, da lungo invecchiamento; e il Torgiano DOC nelle Apologoie bianco, rosso, rosato e in cinque vini monovitigni (Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Chardonnay, Riesling Italico, Pinot Grigio). Territorio inserito nell’itinerario della Strada dei Vini del Cantico, Torgiano è però anche Città dell’Olio, con il suo Olio ricercato.