Introdacqua
Si seminano cipolle, nascono bandisti
Comune di introdacqua
(Provincia de L’Aquila)
Altitudine
m. 650 s.l.m.
Abitanti
1980 (810 nel centro storico)
Patrono
San Feliciano, penultima domenica di agosto
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
C/o Comune di Introdacqua tutti i giorni dalle ore 08:30 -12:30 e la domenica dalle ore 10:00 alle ore 13:00
c/o Associazione Culturale Futura in Piazza Cavour; Tel. 0864.47116
E-mail: introdacquaturismo@gmail.com
www.comune.introdacqua.aq.it
FACEBOOK: Comune di Introdacqua
Whatsapp: 086447116
Il nome
Introdacqua deriva dal nome latino “Interaquas”, ossia dentro le acque, a significare l’abbondanza delle acque nel territorio.
La storia
Il documento più antico nel quale per la prima volta si parla di Introdacqua reca la data 983. Esso riguarda un Judicatum de Intredaque, cioè una sentenza emessa nei confronti di un Anso, figlio di Teuderamo, e di un Ferualdo, figlio di Oderisio, usurpatori di terre di proprietà del monastero di San Clemente a Casauria.Con la venuta dell’età medievale, la popolazione del luogo si stabilì presso l’attuale locazione. Dunque l’origine, non va oltre il IX secolo. I Di Sangro (1173-1239), primi feudatari Introdacqua subì le invasioni di Longobardi, Franchi, Saraceni e Normanni, e fu proprio con l’occupazione dei Normanni, nel 1173, che il paese fu affidato ai Conti Di Sangro. Durante la signoria Di Sangro Introdacqua era popolata da 48 fuochi (famiglie), e calcolando una media di 5 persone per famiglia, il numero degli abitanti si aggirava sui 240 ed al contrario era lo sviluppo nella via della civiltà e del progresso, visto l’elevato numero di chiese esistenti entro e fuori dall’abitato.Il dominio dei Di Sangro durò oltre mezzo secolo (1173-1239), tra i fatti di notevole importanza durante questo periodo vi sono le numerose chiese costruite, molte delle quali sono andate distrutte, ma soprattutto è stata molto importante la costruzione del Castello, la cui torre centrale svetta tuttora sulla sommità del paese, la costruzione del Palazzo marchesale, dei due bastioni e del torrione, ancora esistente e ben conservato prospiciente la piazza Cavour. Da ricordare i: I d’Aquino (1318-1548) e L’invasione degli Aragonesi (1443-1516) La dominazione spagnola (1516-1700) I d’Avalos (1548-1649) e il ritorno dei Di Sangro (1598-1607)Fatto di rilievo del periodo fu la costruzione del Campanile, iniziata e terminata nel 1600, la costruzione della Porta della Terra rivolta a nord, e la Via Piana, consistente in un vasto caseggiato, poi trasformato in diversi palazzi. L’invasione dei Borbone (1708-1798)I Trasmondi (1649-1806)e dei Bonaparte (1798-1799 e 1806-1815).Questo in generale è un periodo di importanza per Introdacqua: qui si fece notare Giuseppe Pronio, che da capomassa divenne Generale Comandante dei Tre Abruzzi, e Paolo Pronio, suo figlio e anch’esso generale.Si sono inoltre verificati numerosi fatti: la costruzione della Fontavecchia; venne edificata la Confraternita della SS. Trinità, venne eretta la Confraternità del SS. Sacramento,la creazione della Cappella ed Ospedale di S. Antonio Abate,la formazione del Catasto onciario, la traslazione delle ossa di S. Feliciano dalle Catacombe Ponziane a Introdacqua; del Tribunale di Giustizia,la costituzione della Banda di Introdacqua.Nel 1943 il paese, nonostante la vicinanza alla linea Gustav, non fu coinvolto direttamente nel conflitto. Fu per un certo periodo sede di un comando tedesco.Nel dopoguerra la popolazione diminuì a causa dei grandi flussi migratori, che spinsero molti abitanti verso l’estero. Negli anni cinquanta il paese fu protagonista della pellicola Signorinella. Nel corso del tempo il paese ha conosciuto una moderata crescita demografica, con un ripopolamento nelle frazioni.
“Tra du pinéte vèrde sta nascuoste, mmiézz’a na valle nu pajese bbelle”, recitano i versi di Nicolò D’Eramo. È una canzone dedicata al paese, perché questo è Introdacqua: un paese com’erano quelli della nostra infanzia.Il paese è il luogo in cui tornare per sentirsi parte di una comunità di volti, gesti, abitudini che abbiamo lasciato ma non dimenticato, dove alla vita si chiede esattamente ciò che può dare.
Va cercato in montagna, tra le pinete della Plaia, dove avevano probabilmente dimora i più antichi abitanti, prima della fondazione di Introdacqua. Lì ci sono i misteriosi geòdi e le sbrònze, resti di muraglia megalitica. Dalla Plaia, dice una leggenda citata da Gabriele d’Annunzio, si vedrà un giorno il sole rotolare insanguinato nel cielo. Sarà l’alba di un 24 giugno, il giorno che rotolò la testa tagliata di San Giovanni Battista.
Il campanile seicentesco, costruito in pietra locale, ben simboleggia la solidità di Introdacqua, se è vero che ha resistito, senza nemmeno scalfirsi, a quattro o cinque terremoti. Gli fa da pendant, nella parte alta del borgo, la torre medievale (XIII sec.) che qui chiamano “il castello”. Si tratta in realtà di un dongione, una tipologia difensiva poco diffusa, non adatta a contenere la dimora del feudatario. Il muro di cinta, a pianta esagonale, ha il lato di m. 7,30, mentre la torre, a pianta quadrata, ha il lato di m. 5,20. Intorno a lu castiélle si sviluppa la parte antica dell’abitato, con i suoi scorci caratteristici, con le case che fanno da corona alla torre che è l’icona di Introdacqua, l’immagine che subito entra nella visuale percorrendo il viale d’accesso al borgo. La chiesa Madre è stata costruita intorno agli anni 1474-1510.
Ha l’interno basilicale a tre navate, di armonica solennità, con un bell’altare barocco. Vi sono custodite le spoglie di San Feliciano, protettore del paese. A destra del portale sud c’è un affresco dedicato a San Cristoforo. La sua attuale collocazione al di sotto del piano stradale è dovuta ad un’alluvione che ha colpito il paese. Aveva il soffitto a lacunari con 1200 riquadri raffiguranti ognuno una testa d’angelo, perduti in occasione dei restauri.
La chiesa della Santissima Trinità, edificata sulle rovine della chiesa di San Panfilio, che era stata sommersa dalla stessa alluvione che colpì la chiesa Madre, fu ultimata nel 1706 all’interno è conservata la statua della “Madonna Che Vele” che la mattina di Pasqua viene portata in “Volo” da quattro ragazzi verso il Cristo Risorto. La chiesa campestre di San Giovanni Battista si può far risalire intorno al Mille e conserva alcuni affreschi originari.
La fontana vecchia è una costruzione in pietra viva, costituita da un parapetto a cortina con una vasca-abbeveratoio rettangolare per la raccolta dell’acqua. Sotto la cornice di coronamento presenta lo stemma in pietra del paese, con la data di costruzione, 1706, e la scritta in latino con i nomi dei massari dell’epoca. Furono loro a volere la grande fontana che è stata per lungo tempo l’unica fonte di approvvigionamento per gli abitanti, altrimenti costretti a recarsi alla sorgente detta la fonte delle streghe.
La chiesa di Sant’Antonio, posta in amena posizione a m.735 s.m., fu costruita nel 1518 in onore del santo invocato come protettore contro il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.
La chiesa dell’Addolorata, si trova nel nucleo urbano. Al suo interno vi si conservano le statue di Cristo Morto e dell’Addolorata, che vengono portate in processione il Venerdì Santo.
Il palazzo marchesale, detto anche Trasmondi dal casato degli ultimi feudatari di Introdacqua, risale al 1400. Piazzato al centro del paese con la sua mole imponente, è custode di segreti legati al potere feudale. Per la gente del posto è Còcciatuòste, dal soprannome di un membro della famiglia Susi, che nel 1855 qui fece nascondere lo scrittore e patriota Panfilo Serafini, fuggiasco da Sulmona. In anni lontani vi si era rifugiato, ospite dei D’Aquino, anche Giovanni Quatrario, l’umanista amico di Petrarca.
Delle due porte dette della terra, in passato munite di pesanti battenti che venivano chiusi al sopraggiungere della notte o in caso di pericolo, la più interessante è quella rivolta a nord, posta a ridosso del palazzo marchesale. Lo stemma quadripartito in pietra che la sovrasta è quello della famiglia Trasmondi. Di ultimo restauro il Palazzo Monaco del’700 sede del Palazzo di Giustizia Locale fino ad inizi 900.
17 gennaio: fuochi di S. Antonio in ogni rione a cura delle famiglie;
Pasqua: Processione del Cristo Morto il venerdi e la domenica di Pasqua La Madonna che ‘’vèle ‘’ (vola);
24 giugno: ascesa sul monte Plaja in onore di San Giovanni;
Luglio: varie manifestazioni organizzate dall’Amministrazione Comunale, Pro Loco ed Associazione Futura e comitati locali di Introdacqua e Frazione di Cantone;
Agosto: Festa di San Rocco, varie manifestazioni tra cui, “Festival Musicale” organizzato dal gruppo “Intro Sounds’’, concittadini esteri residenti a Introdacqua.
Il 10 agosto passeggiata notturna della notte delle stelle; a seguire varie sagre di paese, aperitivi suonati, concerti jazz, Feste patronali di S. Feliciano e S. Antonio e Madonna del Rosario di Cantone;
Settembre: festa della Madonna Addolorata;
Novembre: Festa del Ringraziamento; il 22 novembre Festa di Santa Cecilia, patrona della musica.
Natale, addobbi natalizi ed accensione dell’albero di Natale con presepe.
Il giro dei Rifugi recentemente restaurati tra cui il Rifugio Pelino a 1650m. del 1924, il Rifugio “LE RISVOLTE”, Il Rifugio “La Defenze” e Forca Ristoppia, tutti alle pendici del Monte Genzana e Monte Rognone(2089m).
Per le famiglie si consiglia il percorso che dalla Torre Medioevale si snoda lungo il sorgente denominato Forma del Mulino per riuscire all’area attrezzata dove le famiglie possono trascorrere le loro giornate.
“FRESCARIELL” Simile alla polenta da condire con verdure o classico sugo di carne
“MALTERRATA” Mandorle ricoperte di cioccolato ed assemblate insieme
Cipolla piatta: cipolla classica ma schiacciata rispetto alle altre
Grano di solina: antico grano di montagna riscoperto negli ultimi anni













