Norcia
Il sacro e il profano
Comune di norcia
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 604 s.l.m.
Abitanti
4940 (1200 nel borgo)
Patrono
San Benedetto, 21 marzo
info turismo
Ufficio Turismo, Comune
Piazza San Benedetto tel. 0743 828711
Il nome
Con la penetrazione della civiltà etrusca nei territori umbri e sabini si è probabilmente diffuso il culto della dea Nortia, la “Nemesi” dei greci, che indica “buona fortuna”. In Etruria esisteva del resto una città chiamata Nortia o Norchia.
La storia
IX-I sec. a.C., estremo lembo settentrionale della Sabina, il territorio di Nursia svolge un ruolo importante come punto d’incontro delle varie etnie del mondo italico. Nursia è assoggettata a Roma nel 290 a.C. III sec. d.C., il Cristianesimo giunge in Umbria con il vescovo di Foligno San Feliciano. Norcia è sede di vescovado e vi nascono nel 480 i Santi gemelli Benedetto e Scolastica.
962, Norcia, che in età longobarda era inglobata al ducato di Spoleto, viene con questo donata da Ottone I al Papa Giovanni XII, entrando così a far parte dello Stato della chiesa. XVI sec., con l’istituzione della Prefettura della Montagna, Norcia ha giurisdizione su una vasta zona, ma sempre sotto il giogo della chiesa. Se alla fine del secolo la città è molto attiva, nel ‘600 vive una fase di stagnazione.
1703-1730, due terremoti sconvolgono la cittadina, che decade anche dal punto di vista demografico.
1860, con la fine dello Stato della chiesa Norcia è annessa al Regno d’Italia.
Il genius loci
Norcia è un luogo dalla doppia anima, dove sacro e profano si uniscono sapientemente (una sapienza tutta italica, di lunga tradizione) per dare piacere allo spirito e alla carne. Oltre che per le bellezze artistiche, sopravvissute quasi per miracolo ai numerosi terremoti, a Norcia si viene sia per conoscere la profonda spiritualità benedettina, oggi rinvigorita dal ritorno di una giovane comunità di monaci americani, sia attratti dalla sua fama gastronomica. Con profusione barocca, degna di una natura morta fiamminga o di una macelleria carraccesca, le botteghe espongono insaccati, pecorini, ricotte, tartufi, teste di cinghiale, cosce di maiale e tutte le forme e i colori della trionfale arte locale della “norcineria”. Accanto alle specialità del tagliere, magari sulla stessa piazza, stanno una chiesa soffusa di spiritualità, un oratorio di tempi lontani, un fremito di aldilà. Dalle chiese affiorano le gesta di San Benedetto, il viso dolce di Santa Scolastica, umili Madonne umbre sedute sui troni o impegnate in ascensioni, Santi tra gli infermi: un mondo di chiostri, di parole sussurrate, di carne addormentata nell’estasi della beatitudine. “Grazie per il silenzio – direbbe Cristina Campo – l’astensione, la santa gnosi della distanza, il digiuno degli occhi, il veto dei veli…”.
Norcia è un luogo dalla doppia anima, dove sacro e profano si uniscono sapientemente (una sapienza tutta italica, di lunga tradizione) per dare piacere allo spirito e alla carne. Oltre che per le bellezze artistiche, sopravvissute quasi per miracolo ai numerosi terremoti, a Norcia si viene sia per conoscere la profonda spiritualità benedettina, oggi rinvigorita dal ritorno di una giovane comunità di monaci americani, sia attratti dalla sua fama gastronomica. Con profusione barocca, degna di una natura morta fiamminga o di una macelleria carraccesca, le botteghe espongono insaccati, pecorini, ricotte, tartufi, teste di cinghiale, cosce di maiale e tutte le forme e i colori della trionfale arte locale della “norcineria”. Accanto alle specialità del tagliere, magari sulla stessa piazza, stanno una chiesa soffusa di spiritualità, un oratorio di tempi lontani, un fremito di aldilà. Dalle chiese affiorano le gesta di San Benedetto, il viso dolce di Santa Scolastica, umili Madonne umbre sedute sui troni o impegnate in ascensioni, Santi tra gli infermi: un mondo di chiostri, di parole sussurrate, di carne addormentata nell’estasi della beatitudine. “Grazie per il silenzio – direbbe Cristina Campo – l’astensione, la santa gnosi della distanza, il digiuno degli occhi, il veto dei veli…”.
Il nucleo storico di Norcia è raccolto entro una cinta muraria del XIII secolo dalla singolare forma a cuore. Lungo il perimetro sono visibili le otto antiche porte della cittadina, che hanno conservato il nome e le caratteristiche di un tempo, ed i torrioni medioevali.
Entrando da porta Romana, percorrendo l’ottocentesco Corso Sertorio si arriva nella piazza principale, naturalmente dedicata a San Benedetto. Qui, intorno alla statua in onore del figlio più illustre di Norcia (1880, opera di Giuseppe Prinzi), si affacciano i più importanti edifici della cittadina. Il palazzo Comunale, costruito nel secolo XIII, fu restaurato in varie epoche a causa dei frequenti terremoti. Dell’edificio originario rimane il portico con colonne basse e tozze, mentre la parte superiore ha acquistato l’aspetto attuale dopo il terremoto del 1859. Sul lato destro del palazzo Comunale vi è la basilica di San Benedetto. Presenta una facciata a capanna della fine del sec. XIV in stile gotico con un bel portale a fasci di colonnine, e sorge sopra i ruderi (visibili nella cripta) di un edificio romano del I-II sec. d.C. identificato, secondo la tradizione, come la casa natale del santo. L’interno, a croce latina, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli. Alla fiancata destra della chiesa è stato addossato verso il 1570 il portico delle Misure, con lo scopo di creare una sorta di mercato coperto dei cereali. La rocca che occupa l’intero lato occidentale della piazza, chiamata Castellina, era una residenza fortificata ad uso dei governatori apostolici. Il progetto dell’edificio, iniziato nel 1554, è del Vignola. Splendidi il portale, il cortile, la scalinata d’accesso al piano superiore. Oggi è sede del Museo Civico e Diocesano. Leggermente defilata rispetto alla piazza, la concattedrale di Santa Maria Argentea ha origini romane, dato che sull’area ora occupata dalla Castellina sorgeva un tempio dedicato alla Dea Fortuna Argentea, convertito nel III secolo d.C. al culto cristiano. I resti dell’antica pieve si possono vedere nei sotterranei della Castellina. L’attuale chiesa fu costruita tra il 1556-1570 in stile rinascimentale, con grandi arconi in pietra e cappelle gentilizie. Presenta una semplice facciata a capanna in pietra bianca e un elegante portale con imposte lignee del 1576. Il portale laterale è di fattezze gotiche (fine secolo XIV) e proviene dalla demolita pieve. Danneggiata da eventi sismici, fu restaurata in stile neoclassico nel XVIII secolo. L’interno conserva numerose opere d’arte come il crocifisso ligneo di Giovanni Tedesco del 1494, una tela di Giuseppe Paladini (1756) e, nella cappella della Misericordia, il sontuoso altare di Francesco Duquesnoy (1640) e un pregevole affresco cinquecentesco con l’immagine della Madonna col Bambino e i Santi Benedetto e Scolastica. Degna di nota, in piazza Garibaldi, è la ex-chiesa di San Francesco, uno dei più significativi esempi d’arte gotica della zona, con affreschi interni del XV-XVI secolo. La chiesa, duramente colpita dal terremoto del 1859 e oggi adibita ad usi comunali, è stata ricostruita dai francescani verso il 1385, anno di costruzione del rosone della facciata. Risalendo verso la parte più alta del borgo, lungo via Anicia si trova la chiesa di Sant’Agostino. Conserva al suo interno altari barocchi in legno, una secentesca cantoria in noce e interessanti affreschi votivi nella controfacciata (secoli XIV-XVI) e nelle pareti laterali (secoli XVI-XVII). Poco distante da via Anicia, in via Umberto, si può ammirare un’interessante edicola votiva: il tempietto. È un piccolo monumento romanico-gotico del 1354. Opera di un artista locale, Vanni della Tuccia, è l’edificio storico meglio conservato e più originale di Norcia. Nel rione di Capolaterra, le cui casupole dalla candida facciata sono oggi quasi tutte restaurate, in piazza Palatina è da visitare l’oratorio di Sant’Agostinuccio con il magnifico soffitto ligneo dorato e dipinto e sedili in noce del XVII secolo. Camminando per le vie di Norcia si notano numerosi palazzi gentilizi, costruiti dalle famiglie più facoltose, con interessanti elementi architettonici e capolavori d’artigianato che decorano portali, balconi e finestre. A differenza di altre città dell’Umbria, nell’edilizia civile non predomina la pietra medievale ma l’intonaco e una commistione di stili che si spiega con le vicende sismiche che hanno cambiato più volte il l’aspetto di Norcia. Splendidi sono i balconi settecenteschi in ferro battuto dei palazzi Cipriani e Accica, i portali bugnati dei palazzi Passerini, Coalizzi e Seneca, le scalinate interne e i saloni.
Escursioni nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini (Casa del Parco di Norcia, via Solferino 22, tel. 0743 817090), trekking, tiro con l’arco, orienteering, mountain bike, rafting, birdwatching, soft air (Centro Surviving e Outdoor, tel. 0743 816679), trekking con i muli (tel. 0743 816361), escursioni guidate alla raccolta di tartufi e funghi (tel. 0743 829178), mountain bike (tel. 0743 828076).
Museo Civico e Diocesano della Castellina, piazza San Benedetto, tel. 0743 817090: vi sono conservate preziose opere d’arte provenienti dalle chiese del territorio; all’interno mostra Partire per l’Aldilà e la Collezione Massenzi, che raccoglie un centinaio di reperti archeologici del VII-VI sec. a.C.
Partire per l’aldilà con alcune tombe d’epoca ellenistica rinvenute nella frazione di Popoli e nelle località intorno a Norcia. Al piano terra è allestita la Collezione Massenzi, una raccolta di inestimabile valore composta da reperti archeologici del VII-VI secolo a.C.
Criptoportico di Porta Ascolana,
via Roma, tel. 0743 817030: ospita epigrafi, cippi, corredi di tombe appartenenti alla civiltà sabina, monili, vasi, databili tra il IX sec. a.C. e il IV sec. d.C.
Archivio storico,
presso Palazzo Accica.
La Pasquarella,
5 gennaio: è il canto popolare dei “pasquarellari” che, di casa in casa, annunciano la nascita del Messia.
Festa di Sant’Antonio Abate,
17 gennaio, con la tradizionale benedizione del bestiame, del sale e del grano.
Mostra Mercato internazionale del Tartufo nero di Norcia e dei Prodotti tipici della Valnerina e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini,
ultimo week-end di febbraio.
San Benedetto, la celebrazione dei valori benedettini che hanno dato vita alla civiltà europea è affidata alla Fiaccola Benedettina “Pro Pace”, una staffetta simbolica della luce di San Benedetto, scortata da giovani tedofori, in viaggio dal 1964 nelle giornate precedenti il 20 e 21 marzo.
Venerdì Santo,
la processione del Cristo Morto lungo le mura di cinta.
Piantamaggio,
30 aprile: si celebra il mese di maggio con feste e cerimonie dei tempi remoti.
La Fiorita, in località Castelluccio,
in località Castelluccio, seconda o terza domenica di giugno:l’esplosione estiva di colori sul maestoso Piano di Castelluccio di Norcia, piccolo centro montano a oltre 1400 m. di altitudine, si accompagna alla degustazione delle prelibate lenticchie di Castelluccio. Informazioni: tel. 0743 817090.
Festa del Patrocinio di San Benedetto, 11 luglio.
Estate Nursina,
luglio e agosto: balli in piazza, concerti, sagre paesane nelle diverse frazioni del comune.
Stagione teatrale,
novembre-aprile.
Le Campane o Li Fauni,
9 dicembre: la festa ricorda la traslazione della casetta della Madonna da Nazaret a Loreto, avvenuta nella notte del 1291.
Spaghetti al tartufo, zuppa di lenticchie e salsicce, torta di ricotta.
Norcia è un vero paradiso gastronomico dove regnano produzioni tipiche d’eccellenza, quali il pregiato tartufo nero, la lenticchia di Castelluccio e il prosciutto; da non dimenticare i salumi e in genere i prodotti della norcineria per i quali Norcia è celebre, ma anche i formaggi, il farro e il miele.