panicale stemmaPanicale
Terra di artisti e condottieri

Comune di Panicale
(Provincia di Perugia)
Altitudine
m. 450 s.l.m.
Abitanti
5.925 (90 nel borgo)

info turismo
Piazza Umberto I n. 6  tel. 075 837433
Uff. Cultura Comune, via Vannucci 1 – tel. 075 8379531
cultura@comune.panicale.pg.it
www.comune.panicale.pg.it
www.sistemamuseo.it
www.terredelperugino.it

Lo spirito del luogo

panicale stemmaIl nome
“Luogo dove ardono are al dio Pan” (Pani calet), o “dove tutto è bello” (Pan kalòn), oppure “colle sacro a Pan” (Panis collis) o, ancora, “luogo dove si coltiva il panìco” (pan colis), cereale rappresentato nello stemma da due spighe: qualunque sia la vera etimologia, Panicale è luogo di grande fascino.

 

La storia
VII sec. a.C., nel periodo etrusco il luogo faceva probabilmente parte della potente lucumonia di Chiusi.
41 a.C., la presenza romana è attestata all’epoca della guerra tra Ottaviano e il fratello di Marco Antonio, quando vi si stabilirono cittadini scappati da Perugia.
917, si ha la prima notizia certa del borgo nel diploma con cui l’imperatore Berengario I dona in feudo al marchese Uguccione la curtis di Panicale.
1037, resosi indipendente dal feudatario, Panicale diventa il primo Comune libero d’Italia, in netto anticipo rispetto agli altri.
1216, nelle lotte tra guelfi e ghibellini, Panicale rimane sempre fedele alla guelfa Perugia, sotto la cui signoria passa nel 1276, pur mantenendo autonomia amministrativa.
1316, con il nuovo Statuto approvato dai Priori di Perugia, Panicale ritorna libero Comune.
1373, è dato in feudo a Guglielmo di Beaufort, nipote del Papa Clemente VI, ma nel 1376 gli si ribella, guidato dal capitano di ventura Boldrino, nativo del luogo, che diventa nuovo padrone di Panicale fino alla sua morte nel 1391.
1416, Panicale è assoggettata dal condottiero Fortebraccio da Montone.
1503, è saccheggiata dalle truppe di Cesare Borgia.
1540, dopo la conquista di Perugia da parte delle truppe papali, passa allo Stato della chiesa, sotto il quale resta fino all’annessione al Regno d’ Italia (1860), con la sola eccezione del 1798, quando l’esercito di Napoleone, entrato in città, decreta la fine del potere papale.

Chissà se per le sue Madonne avrà rubato il volto alle ragazze di qui, il buon pittore Masolino, maestro di Masaccio. Tutto è lieve a Panicale, terrazza naturale dell’Umbria: dagli ovali dei volti femminili che occhieggiano nelle chiese, agli impalpabili disegni sul tulle delle maestre ricamatici; dalla pietra serena di cui sono vestiti i palazzi, i portali, le formelle, al paesaggio di lago e colline. Un paesaggio che il Perugino ha catturato per sempre portandolo in chiesa, in un gioco di specchi che ci consente di vedere quello che lui, il genio umbro, ha visto. Anche il martirio non è crudele in un borgo che nello stemma ha spighe, cereali, e affida le sue origini al danzante dio Pan: danzante come gli arcieri del Perugino intorno al corpo di San Sebastiano.

Panicale conserva ancora la struttura del castello medioevale, un tempo circondato dal fossato, con i due ingressi verso Perugia e verso Firenze, e con le sue tre piazze inglobate in un giro di ellissi concentriche. Entrando da porta Perugina, s’incontra subito piazza Umberto I, dove spicca la bella cisterna ottagonale in travertino del 1473, poi trasformata in fontana, di fronte al trecentesco palazzo Pretorio. Questo è il primo dei tre livelli su cui si sviluppa il borgo, ognuno con le sue stradine che convergono verso la piazza. Al secondo livello sta la piazza del potere religioso, che prende nome dalla maestosa collegiata di San Michele Arcangelo. La chiesa, di origine longobarda, più volte ampliata e infine ricostruita in forme barocche nel 1618, racchiude pregevoli opere d’arte, prime fra tutte la tavola dedicata alla Natività di Giovan Battista Caporali, allievo del Perugino (1519) e, dietro l’altare centrale, l’affresco dell’Annunciazione attribuito a Masolino da Panicale, il maestro di Masaccio. Tra fastose decorazioni barocche si notano anche l’organo Morettini (1835), recentemente restaurato, un crocefisso ligneo monumentale (XVI sec) restaurato nel 2009 e la tela dell’Ultima cena di autore ignoto tardo settecentesco.
Sulla stessa piazza si affaccia la casa di Giacomo Paneri, meglio conosciuto come Boldrino da Panicale, capitano di ventura che ebbe un importante ruolo nelle vicende locali. Costeggiando la dimora del condottiero si sale di livello e si arriva a piazza Masolino, il punto più alto di Panicale, dove si trova il palazzo del Podestà del XIV secolo, sede dell’Archivio storico e notarile, costruito in stile lombardo-gotico dai maestri comacini. Qui la vista spazia sul lago Trasimeno e le terre di confine tra Umbria e Toscana. Scendendo attraverso le viuzze del borgo, si raggiunge in breve il piccolo e prezioso teatro Cesare Caporali, costruito nel XVIII secolo e totalmente ristrutturato dall’architetto Giovanni Caproni nel 1858 secondo la tipologia classica del teatro all’italiana: pianta a ferro di cavallo, due ordini di palchi e un loggione. La sua struttura è interamente in legno decorato con stucchi e medaglioni. Conserva il sipario dipinto nel 1859 da Mariano Piervittori, dedicato alla consegna delle chiavi di Perugia al condottiero Boldrino Paneri.
Appena fuori Porta Fiorentina, si arriva alla cinquecentesca chiesa di Sant’Agostino, dal 2001 adibita a Museo del tulle. Al suo interno, resti di affreschi attribuiti alla scuola del Perugino e il pregevole altare in pietra serena di Giambattista di Cristoforo da Cortona (1513) fanno da cornice ai manufatti ricamati, tipici esempi di ars panicalensis. L’arte, d’altronde, è di casa a Panicale: basti vedere, poco oltre Sant’Agostino, l’elegante facciata della chiesa della Madonna della Sbarra (1625), così chiamata perché sorta nel luogo dove si praticava il controllo del dazio. L’altare maggiore è caratterizzato da quattro imponenti angeli dorati e l’edificio oggi ospita una raccolta di oggetti e paramenti sacri. Ma tutto quello che abbiamo visto sinora non è che il preludio al grande capolavoro custodito in questo piccolo borgo umbro: l’affresco dipinto dal Perugino nel 1505, Il martirio di San Sebastiano, che decora la parete di fondo dell’oratorio di San Sebastiano. La grandiosa scenografia architettonica sul fondo, dove si ammira il paesaggio che ispirò il Perugino, esalta la gestualità ritmica: più che a una scena di martirio, l’atmosfera fa pensare a una performance teatrale, alla danza degli arcieri intorno al corpo nudo e (poco) sofferente di San Sebastiano. E’ la lievità del Rinascimento, che il Perugino interpreta al meglio, avendo qui raggiunto la piena maturità artistica. Nella stessa chiesetta si ammira un affresco staccato, la Madonna in trono con angeli musicanti, che recentemente è stato attribuito alla mano di Raffaello.

Piaceri e Sapori

Scuola di vela sul lago Trasimeno, cicloturismo, passeggiate a piedi o a cavallo, trekking, birdwatching, corsi di equitazione.

La visita a Panicale non esaurisce le bellezze della zona. Richiede attenzione innanzitutto il Santuario della Madonna di Mongiovino,vero scrigno d’arte tra Rinascimento e Manierismo dove la tradizione colloca l’apparizione della Madonna a una pastorella del luogo. Vero scrigno d’arte rinascimentale, il santuario, completamente restaurato nel 2000, presenta – tra le tante opere – un portale in pietra serena scolpito da Bernardino da Siena nel 1532-34 (da notare anche la porta di legno del 1548) e diversi dipinti molto interessanti di Niccolò Circignani detto il Pomarancio (1569-70), dei pittori fiamminghi Johannes Wraghe (1567) e Arrigo Van der Broeck (1564-87) e di Giovan Battista Lombardelli (1587-89).
Sempre nei dintorni, a 4 km da Tavernelle, merita una sosta il Santuario delle Grondici, immerso nel verde e meta di pellegrinaggi.
È dedicato alla Madonna che cura gli ammalati, di cui conserva un’immagine ritenuta miracolosa, dipinta su tela nel 1495 da Gregorio Teutonico.

Museo del tulle, ex-chiesa di Sant’ Agostino, tel. 075 8379531: dedicato ad Anita Belleschi Grifoni, la colta signora che ha riportato in vita l’ars panicalensis all’inizio del XX secolo, raccoglie splendidi manufatti ricamati su tulle, antichi e contemporanei. Presso la ex chiesa della Madonna del Rosario ha sede la Scuola Ars Panicalensis, che tiene corsi di ricamo (anche per turisti) con moduli da uno a tre giorni. Informazioni: tel. 075 837523.

Museo degli arredi sacri, presso la chiesa della Sbarra: oggetti, paramenti e tele di notevole fattura; custodisce un altare barocco con cariatidi dorate.

Pinacoteca Mariottini, presso la sede del municipio in palazzo Landi: provengono dalla collezione di Francesco Mariottini (1765-75) i 31 ritratti di altrettanti protagonisti della storia di Panicale.

Musica Insieme Panicale,
agosto-settembre: prestigiosa rassegna di concerti di musica antica, barocca, romantica, contemporanea e d’avanguardia con la direzione artistica del maestro Klaus Huber; i concerti si svolgono nei luoghi più suggestivi di Panicale.Info: tel. 075 8379531.

Stagione di Prosa,
ottobre-novembre/marzo-aprile: si svolge presso il Teatro Cesare Caporali e prevede anche la produzione di operette liriche.

Mosaico Sonoro, luglio-agosto: concerti di musica jazz, blues, pop in piazza Umberto I, nella calda atmosfera dei tavoli rossi illuminati dalle candele.

Festival Organistico Morettini, settembre: concerti per organo nella collegiata di San Michele Arcangelo con la direzione artistica di Eugenio Becchetti.

Festa dell’Uva, seconda settimana di settembre: carri allegorici, cantine aperte, degustazioni e corsi per sommelier in onore dei vini del lago Trasimeno.

Si può scegliere tra bruschette all’olio d’oliva, umbricelli al sugo, crostino con faraona.

L’olio extravergine di oliva è a bassa acidità e di grande qualità. Da provare anche il vino delle colline panicalesi.