Amatrice-stemmaAmatrice
Il borgo del gusto

Borgo colpito dal sisma del 24/08/2016

Comune di amatrice
(Provincia di Rieti)
Altitudine
m. 955 s.l.m.
Abitanti
2673

info turismo
Ufficio Turismo Comune di Amatrice
Corso Umberto n.70, tel. 0746 83081
uff.turismo@comune.amatrice.rieti.it
Ufficio Turistico Associazione Pro Loco Amatrice
Corso Umberto n.98, tel. 0746 826344
info@prolocoamatrice.it

Lo spirito del luogo

Amatrice-stemmaIl nome
Sul nome della cittadina di Amatrice, si sono fatte diverse ipotesi, ma è indiscutibile che questa denominazione rievochi per tutti il significato di “Madre”.
Per molti Amatrice sarebbe “La madre del Tronto”, ovvero Mater Truentum da cui “Ma-Tru’” e poi Amatrice, in quanto le sorgenti del fiume Tronto nascono proprio dai monti amatriciani.
Per altri e come accadeva spesso in altre zone della penisola, rappresentava il contesto de “La Chiesa Madre”, detta appunto Matrice, da cui poi Amatrice.
Importante è anche lo stemma della città, quello più antico è scolpito sull’architrave del portale della Chiesa di Sant’Agostino, la facciata della chiesa fu costruita nel 1428. Anche nelle Monete, uscite dalla zecca di Amatrice nel 1486, sono riportati gli stessi elementi: nel campo la Croce, simbolo delle crociate, nelle quali si presume si siano distinti guerrieri Amatriciani; nel capo il rastrello con tre gigli di Francia. Infatti, per premiare coloro che erano rimasti fedeli durante le sommosse provocate nel Regno di Napoli da Re Pietro d’Aragona, Carlo D’Angiò concesse di fregiare i loro stemmi del rastrello con i gigli di Francia. Fu in seguito alla conquista del reame da parte di Carlo di Borbone (1783) che lo stemma del Comune ebbe i colori del ramo di Napoli della casa Borbone : blu nel capo e rosso nel campo

Amatrice, cittadina costruita ai piedi dei Monti della Laga in età medievale, insieme alle sue 69 frazioni (dette “ville”), è assai nota per le oltre 100 chiese presenti nel territorio. Viene menzionata per la prima volta nel 1012. Dal 1991 fa parte del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, celebrato ad Amatrice nel “Parco in Miniatura”, ovvero un giardino tematico della conoscenza, aperto tutto l’anno, dove è possibile ammirare le riproduzioni degli animali presenti nell’area protetta oltre che dell’intero territorio del Parco. La vocazione ambientale di Amatrice è testimoniata dalla continua nidificazione dell’Aquila Reale sul versante amatriciano dei Monti della Laga.
La pianta attuale della città è duecentesca costituita dal corso principale, l’antica “piazza”, da 7 vie parallele e 2 che si intersecano ortogonalmente. Il centro storico era circondato da un sistema di fortificazioni, alcuni tratti sono ancora visibili, e si accedeva da sei porte alcune ancora esistenti: Porta Carbonara, Porta Castello, Porta San Francesco e Porta Ferrata.
All’estremità orientale si trova la Chiesa di Sant’Agostino, la facciata,contemporanea a quella della Basilica di San Francesco, è in pietra arenaria e presenta un portale in travertino. Sull’architrave troviamo incisa la data del 1428 e uno dei più antichi stemmi della città. All’interno sono conservati solo pochi affreschi tra cui un’Annunciazione del tardo XV secolo, attribuita a Dionisio Cappelli.
Adiacente alla Chiesa è possibile ammirare la Torre Campanaria, anticamente era inglobata nelle mura cittadine ed era una delle torri difensive, e Porta Carbonara uno degli accessi alla città medioevale.
La Torre Civica, situata al centro del corso principale e di fronte al Palazzo Comunale, è alta 25 metri, ed è a pianta rettangolare. E’ documentata la sua esistenza già dal XIII secolo. Attaccata alla torre vi era la Chiesa parrocchiale di Santa Lucia che venne fatta demolire nel 1545 dopo che Amatrice divenne feudo di Alessandro Vitelli. L’antico campanone del 1494, dal 2013 in esposizione al Museo Civico, di considerevoli dimensioni, è stato sostituito nel 1985 con una nuova campana.
Alle sue spalle si trova la Chiesa di San Giovanni. L’interno si presenta a navata unica con un coro terminale e copertura con volte a botte. Di particolare interesse artistico il pulpito in legno intagliato del ‘500, simile come fattura a quello di San Francesco.
La facciata è caratterizzata da un portale ligneo, sormontato da una finestra e due nicchie laterali che ospitavano due statue in legno, oggi esposte al Museo Civico
La Basilica di San Francesco, posta al confine meridionale di Amatrice, è stata edificata tra il XIV e XV secolo; originariamente era intitolata a Santa Maria dei Francescani. Nella sua facciata a coronamento orizzontale si aprono il rosone e il portale gotico con arco a sesto acuto nella cui lunetta spicca un gruppo di statue in terracotta formato dalla Vergine in trono col Bambino affiancata da due angeli adoranti. L’interno ad un unica navata era fino al 1600 completamente affrescata, in seguito alla Controriforma nella chiesa furono realizzati degli altari barocchi, rimossi nel 900. L’unico altare rimasto è quello dedicato alla Madonna di Filetta, protettrice della Città, realizzato nel XVII secolo dall’artista locale Giovan Battista Giglio. Nel sontuoso altare in legno intagliato e dorato, viene conservata nell’antico forziere, chiuso con sette chiavi diverse, la miracolosa reliquia della Madonna di Filetta.
Adiacente alla Basilica si trova il monumentale convento dei francescani, la sua costruzione è iniziata nel XII secolo, in seguito alla diffusione dell’ordine minore di S. Francesco di Assisi, nei secoli successivi il complesso ha subito notevoli cambiamenti. Nel 1809, per effetto del Decreto Murat, il convento venne soppresso e trasformato prima in gendarmeria poi in seguito in scuola elementare e carcere. Oggi sono in corso ulteriori interventi di recupero del complesso.
Accanto alla chiesa, nell’ex palazzo della pretura, già Chiesa di Sant’Antonio risalente alla fine degli anni ’20 del Novecento, oggi troviamo la sede del Polo Agroalimentare del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Nelle vicinanze della piazza è possibile vedere il portale dell’ex chiesa di San Fortunato, oggi ufficio postale, e la Chiesa di Santa Maria di Porta Ferrata, costruita nel 1466, chiudendo Porta Ferrata uno degli antichi accessi alla città, è rilevante per la sua pianta ottagonale.
La chiesa di Santa Maria del Suffragio o Purgatorio, situata sul Corso principale, è un importante esempio di barocco. in facciata è presente un bel portale in pietra arenaria, all’interno l’unica navata è abbellita da tre altari barocchi e da finti marmi .
Proseguendo il corso principale si può ammirare l’ex Chiesa di San Giuseppe oggi Centro Culturale e sede della Biblioteca e del Consiglio Comunale. La chiesa, fatta costruire alla fine del 1600 per volontà di Don Domenico Paolini, era di proprietà dell’omonima famiglia, come si può notare dallo stemma che sovrasta il bel portale barocco in facciata. L’interno ad un unica navata aveva una copertura a volta a botte.
In Via Nibbi si trova la piccola Chiesa dell’Immacolata Concezione, l’interno si presenta a navata unica con altari barocchi e statue lignee, la facciata semplice è caratterizzata dal portale in arenaria.
Proseguendo per il borgo in via Cola è possibile visitare la chiesa di Sant’Emidio già della Madonna delle Laudi, risalente al XIV secolo. La Chiesa ospita il Museo Civico “Cola Filotesio” che raccoglie importanti opere di arte sacra provenienti dalle oltre 100 chiese del Comune, tra cui il reliquiario della Madonna di Filetta e le croci processionali di Pinaco-Arafranca e Preta, realizzate nel XV secolo dall’orafo Pietro Paolo Vannini.
Dedicato all’illustre concittadino, pittore, architetto e scultore Cola Filotesio dell’Amatrice, nato nel 1480 e morto ad Ascoli Piceno dopo il 1547, probabile allievo di Raffaello, all’interno del museo è possibile ammirare la Sacra Famiglia che di fatto rappresenta l’unica opera dell’artista ancora conservata ad Amatrice.
Il campanile è strutturalmente una torre urbica, simile stilisticamente alle altre torri presenti ad Amatrice, da cui si differenzia per la parte terminale che si conclude con una vela.
Proseguendo verso la parte nord della cittadina possiamo incontrare il Convento e la Chiesa del Santissimo Crocifisso che furono eretti sui ruderi di un antico castello che si elevava su un’altura in vista del Tronto e del Castellano.
La chiesa fu fino al termine della prima guerra mondiale, la casa delle suore Benedettine. Nel 1919 Padre Giovanni Minozzi acquistò il vecchio convento, ridotto in rovina, provvedendo a lavori di ampliamento e ristrutturazione, collocandovi la prima sede dell’Orfanotrofio Femminile dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia.
L’interno della chiesa è in stile barocco e sull’altare maggiore emerge un Crocifisso Ligneo del Quattrocento ritenuto miracoloso in base ad un evento prodigioso accaduto il 15 maggio 1534. Le cronache narrano che la Sacra Immagine mutò colore e alcune gocce di sangue sgorgarono dalle ferite del costato e della fronte.
I sacri lini con i quali fu asciugato il sangue sgorgato dal crocifisso sono conservati in un’urna e vengono esposti nei giorni precedenti la festa dell’Ascensione
Per le vie di Amatrice oltre alle numerose chiese, torri e fontane è possibile ammirare Palazzi di importanti famiglie nobiliari che vi hanno dimorato: Palazzo Vitelli, Palazzo Orsini, Palazzo Paolini e Palazzo De Berardinis.
Al di fuori dell’abitato l’imponente Orfanatrofio Don Minozzi, regala al visitatore opere architettoniche del XX secolo. Il Santuario di Santa Maria Assunta, realizzato secondo i canoni dell’architettura razionalista, è stato costruito su disegno dell’Architetto A. Foschini e decorato dalle sculture di A. Monteleone e F. Nagri. Sulla parete presbiteriale della chiesa superiore, è possibile ammirare l’affresco della Resurrezione, opera di F.Ferrazzi, mentre l’altare marmoreo centrale fu realizzato da D. Tassotti. Nella chiesa inferiore è possibile ammirare gli affreschi del pittore A. Della Torre e, soprattutto, la cripta dove riposa il venerato Padre Giovanni Minozzi.
Notevoli infine sono alcune chiese situate fuori da Amatrice e assai importanti da visitare, come il Santuario della Madonna dell’Ascensione (Frazione Filetta), il Santuario dell’Icona Passatora (Frazione Ferrazza), il Santuario della Madonna delle Grazie (Frazione Varoni), la Chiesa di Sant’Antonio Abate (Frazione Cornillo Nuovo), la Chiesa della Madonna delle Grazie (Frazione Prato) e la Chiesa di San Martino (Fraz. San Martino).