Castellabate
Nella luce del Cilento
Comune di castellabate
solo centro storico
(Provincia di Salerno)
Altitudine
m. 278 s.l.m.
Abitanti
8330 (900 nel borgo)
Patrono
San Costabile Gentilcore, 17 febbraio
info turismo
Ufficio Turistico, piazza Lucia 1
Santa Maria di Castellabate – tel. 0974 962321
www.comune.castellabate.sa.it
turismocultura@comune.castellabate.sa.it
Il nome
Il nome di Castrum Abbatis – castello dell’Abate – è legato alla costruzione del castello, iniziata dall’abate Costabile Gentilcore nel 1123.
La storia
1123, il 10 ottobre inizia la costruzione del castello su iniziativa di Costabile Gentilcore, quarto abate della Badia di Cava dei Tirreni; il borgo si sviluppa intorno ad esso. In precedenza queste terre avevano visto la presenza di longobardi e normanni, nonché quella dei monaci basiliani profughi dell’oriente. I longobardi, devoti di San Michele Arcangelo dopo la conversione al cristianesimo, diedero nome al colle su cui poi sarebbe sorto il castello. Sotto i normanni, furono i monaci benedettini di Cava dei Tirreni a bonificare le terre, tanto da meritarsi il privilegio di costruire una fortezza per difendere la popolazione dai saraceni, che partivano dall’attuale Agropoli, dove si erano insediati, per le loro scorribande.
1138, il Beato Simeone, quinto abate della Badia di Cava dei Tirreni, completata la fortezza dopo la morte, nel 1124, di Costabile Gentilcore, e costruito il porto per sviluppare i commerci, dona ai sudditi un diploma di privilegi larghissimi: concede loro le case e le terre e riduce le tasse. Grazie al castello che diventa sicuro rifugio per gli abitanti della zona e allo sviluppo dei traffici e dei commerci, Castellabate diventa nel tempo la più ricca baronia del Cilento.
1835, l’antico palazzo baronale è venduto a un privato: termina così, dopo settecento anni, la presenza dei benedettini al castello.
1848, zona di attività carbonara, dal Cilento e anche da Castellabate partono i moti risorgimentali del 1848.
Guardare da una ringhiera di ferro le candide luci sul mare. E vedere apparire, nel sorgere fresco dell’alba, la sirena Leucosia, che proprio su questa costa scomparve, nei giorni senza tempo del mito. Il verde smagliante dei pini di Aleppo si stacca dal folto della macchia mediterranea e richiama i Fenici, cui era sacra la pianta. L’abate che fondò questo borgo era un mistico, un asceta: faceva penitenza, studiava i misteri divini. La leggenda dice che molti marinai in balia delle onde si salvarono invocandolo. Tanti miracoli e visioni dovrebbero indurci ad avere ben cara questa terra, perché sia il Cilento costiero sia i borghi dell’interno sono perennemente a rischio. Il delirio edificatorio che ha investito molti centri marinari, qui ha avuto, per fortuna, mano leggera.
E Castellabate se ne sta ancora lì, balcone di pietra, a ricevere tra le case la brezza del mare, e il luminoso silenzio che scende dalle colline.
Il centro storico di Castellabate, compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è riconosciuto dall’Unesco “Patrimonio dell’umanità” nell’ambito del programma Man and Biosphere. Partiamo da questo dato – che riconosce il profondo valore di questo “Paesaggio culturale” ricco di memorie e di beni artistici e naturali – per andare alla scoperta del borgo, il quale conserva ancora la struttura urbana medievale. Stradine, vicoletti, archi, brevi gradinate, palazzi, slarghi e case intercomunicanti dove domina la pietra grigia, si rincorrono senza soluzione di continuità, ora volgendo le spalle alla luce intensa ora spalancandosi sul verde del pendio che digrada verso il mare splendente, macchiato solo dai banchi delle posidonie, in uno degli angoli più suggestivi della costa del Cilento. Il castello voluto da San Costabile non fu solo luogo di culto ma anche centro economico e sociale di rilievo, dal momento che proprio da un’ intuizione dell’abate partì una riforma fondiaria portata a compimento dal Beato Simeone. Questi affidò ai contadini la terra chiedendo in cambio solo l’impegno alla bonifica e alla coltivazione. Ben presto il territorio paludoso e malarico tornò all’antica vocazione marinara dei commerci e della pesca. Proprietari terrieri e piccoli armatori trovarono, così, i mezzi per arricchire Castellabate di palazzi, chiese, ville e giardini. Alle due estremità del borgo, villa Principe di Belmonte e villa Matarazzo nella frazione costiera di Santa Maria, preannunciano il fascino che poi si svela nella ragnatela di strette stradine che conducono alla piazza rettangolare, da cui si gode il panorama della vallata che scende al mare lucente di Licosa.
La piazza ha un contorno di antiche case che rende vago e leggero questo medioevo di mare, il quale trova compiuta espressione nel castello, posto in cima a un percorso in lieve salita. A posare la prima pietra fu l’abate Costabile il 10 ottobre 1123. La fortezza, che aveva lo scopo di proteggere la popolazione e i traffici marittimi dalle incursioni dei Saraceni, appare ancora solida e imponente.
Le mura, con le quattro torri angolari rotonde poste a presidio dei punti cardinali, racchiudevano all’interno abitazioni, magazzini, forni e cisterne. Dalla fortezza si raggiunge in breve la basilica di Santa Maria de Giulia, la cui facciata cinquecentesca è affiancata da una torre campanaria modulata su quattro piani. L’interno, suddiviso in tre navate, custodisce un dipinto di autore anonimo trecentesco raffigurante San Michele Arcangelo vittorioso su Satana, e un Polittico con la Vergine in trono con Bambino, San Pietro e San Giovanni Evangelista, opera di Pavanino da Palermo (1472). Un altro luogo di culto, proprio di fronte alla Basilica, è la piccola chiesa del Rosario della seconda metà del Cinquecento.
L’interno si presenta a una sola navata coperta da una volta a cassettoni ottagonali e conserva un altare settecentesco in marmo policromo. Da vedere anche la bella costruzione ad archi nel porticciolo di Santa Maria, chiamato “porto delle gatte”.
Passeggiate, escursioni, trekking, nuoto, vita di mare, immersioni e pesca subacquea con l’assistenza del locale Centro Subacqueo.
La bellezza della costa e la limpidezza delle acque hanno consentito al territorio di Castellabate, che si affaccia sul mare con il popoloso centro di Santa Maria e quello più piccolo di San Marco, di ottenere la Bandiera Blu, le Quattro Vele e i riconoscimenti di Legambiente. Castellabate ricade interamente nel Parco Nazionale del Cilento e presenta un territorio caratterizzato da rilievi degradanti verso il mare. La costa è formata da una successione di falesie, lunghe spiagge dorate, insenature, scogliere e promontori ricchi di grotte marine e sorgenti di acqua dolce. Ai piedi del borgo medievale, il golfo tra Punta Licosa e Punta Tresino è uno dei tratti più belli della costiera, tanto che le marine di San Marco e di Santa Maria sono meta di turismo nazionale e internazionale.In particolare, la baia di Ogliastro Marina e l’isola di Licosa sono tra le zone meglio conservate del Cilento costiero e costituiscono un caposaldo della storia ambientalistica italiana. Sull’isolotto di Licosa vive una rarissima lucertola che presenta una bella livrea verde e azzurra. Altre due rarità sono custodite dal mare: il crostaceo chiamato Siriella astellabatensis e il pesce pappagallo mediterraneo. Avvolgono questo tratto di maree la macchia mediterranea, le distese di pini
di Aleppo – pianta portata dai Fenici e che qui cresce spontanea – e le coltivazioni della vite e dell’ulivo.
Museo del Mare:
presso villa Matarazzo, fraz.Santa Maria, tel. 0974 961098 reperti archeologici subacquei (anfore, vasi ecc.) rinvenuti presso la costa cilentana.
Settimana della Cultura,
10-17 febbraio. Informazioni:
tel. 0974 962321.
Fiera di San Costabile,
16-17 febbraio: due giorni di festa dedicati al patrono e fondatore di Castellabate.
Fiera di San Marco,
24-25 aprile: il secondo giorno si svolge una processione in mare con le imbarcazioni da pesca.
Sant’Irene,
5 maggio: ci si diverte con i giochi del Palio.
Castellabate in Musica,
10-20 luglio: concerti bandistici e tanta musica fino alla Notte Bianca nella frazione costieradi Santa Maria. Informazioni: tel. 0974 962321.
Libri & Libri,
15-25 luglio: a cura dell’Associazione Culturale Icarus.
Rassegna di Suoni e Voci Mediterranei,
4-26 agosto: le musiche e i canti del Mare Nostrum fanno danzare e sognare i turisti nelle sere d’agosto.
Notti d’agosto al Borgo,
è la manifestazione che racchiude le iniziative estive, tra le quali c’è la Festa del Mare – il 20 agosto, a cura dell’Associazione Pescatori – e La Castellana il giorno dopo. Sempre il 21, un’occasione per conoscere la gastronomia locale è data da I Sapori della Contrada Alano. Informazioni: tel. 0974 9623 21.
Premio Leucosia,
primo sabato di settembre, nella frazione Santa Maria. Festival Musicale Castellabate, settembre. Informazioni: tel. 0974 962321.
Mo’ vene Natale,
23-27 dicembre e 6 gennaio.
I fusilli con ragù di castrato.
Olio, fichi e vino.
Ristorazione
Ristorante Vineria Divino
Ristorante tipico, accogliente, situato nella famosa Piazzetta di Castellabate. Cucina tipica del luogo con specialità pesce. Ampia scelta di vini.
Piazza 10 Ottobre, 1123
+39 339 8080457
depontel@tiscali.it
www.divinoristorante.it