Conca dei Marini
Scalinatelle e sfogliatelle
Comune di conca dei marini
(Provincia di Salerno)
Altitudine
m. 400 s.l.m.
Abitanti
742
Patrono
Sant’Antonio da Padova, 13 giugno
info turismo
Pro Loco, tel. 089 831301
proloconca@libero.it
www.concadeimarini.org
Il nome
Il toponimo deriva dalla morfologia del luogo, annidato in una baia a forma di conca, e dal mare, perché qui tutto parla di navigazione, di vele che si gonfiano al vento, bastimenti nella tempesta, naufragio e salvezza.
La storia
481 a.C., il piccolo borgo marino di Cossa, fondato dai Tirreni di stirpe etrusca, è conquistato dai Romani.
218 a.C., durante la seconda guerra punica, Cossa – di cui Conca dei Marini è probabilmente l’erede – fornisce a Roma uomini capaci di contrastare sul mare i Cartaginesi.
IX sec., grazie alle capacità di navigazione dei suoi uomini, il borgo intensifica i commerci nel Mediterraneo e arriva a disporre di 27 galeoni, che mette al servizio della vicina Repubblica marinara di Amalfi.
1275, diventata feudo degli Angioini, Conca conosce un lungo periodo di prosperità.
1441, il territorio passa sotto il dominio degli Aragonesi. Dopo la scoperta dell’America e per tutto il secolo seguente, marinai e capitani di Conca solcano i mari: i luoghi di approdo più frequenti sono Venezia, Costantinopoli, Smirne, Odessa.
1528, il borgo è colpito dalla peste; il flagello ritorna nel 1556.
1543, i pirati turchi sbarcano da cinque galeotte presso il capo di Conca, devastano l’abitato e profanano la chiesa di San Pancrazio.
1956, soppiantata dai più moderni metodi di pesca, chiude l’unica tonnara della costa, attiva dal Settecento e sorta – si dice – grazie all’intuizione di un pastore di Conca.
1997, la Costiera Amalfitana è dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Raccontano qui – ed è scritto in tutte le guide turistiche – di aver visto un giorno due anziane americane inginocchiate davanti alla torre di Conca dei Marini, posta sopra un lembo di roccia proteso nel Tirreno. La torre Bianca, che nel Cinquecento scrutava i pirati saraceni, è stata usata fino a cinquant’anni fa anche come minuscolo cimitero. Le due turiste pregavano Dio di essere sepolte lì, “nel posto più bello del mondo”. Verità o leggenda, il promontorio di Capo di Conca con la sua solitaria torre contesa ai gabbiani, racchiude una visione da paradiso terrestre.
Alfonso Gatto, il grande poeta salernitano: “Godo in occhi marini / paeselli colorati / ai tuoi fianchi di carne”. Non si poteva dire meglio: la costiera amalfitana è punteggiata di paeselli, come Conca dei Marini, dove il godimento è tutto nel mare che acceca d’azzurro gli occhi, nelle sporgenze rocciose che hanno in cima una chiesetta bianca, nelle visioni a strapiombo, dove cielo e mare confondono i loro colori. In più, a Conca, storie di bastimenti e di vele evocano un desiderio di navigazione: l’antica Cossa dei Tirreni, poi sottomessa a Roma, è sempre stata un borgo marinaro e luogo di reclutamento di marinai per la Repubblica di Amalfi. Il mare, qui, è un anelito, una chiamata imperiosa, un sogno di rocce.
“In ogni finestra il sole, da ogni finestra il mare”: in questo detto si riassume il fascino del borgo marinaro arroccato in un’ansa del Tirreno, in un tripudio di luci e colori.
Conca è divisa in due: in basso, le casette a filo d’acqua che si specchiano in una piccola baia; in alto, adagiate sulla collina, case imbiancate a calce, sparse tra gli orti, gli uliveti e le terrazze di limoneti che scendono a mare. Tutti i luoghi del borgo sono collegati da “scalinatelle” che fanno strada ai nostri passi tra i profumi delle erbe aromatiche. Scale lunghe dal cielo al mare: è la Conca dei gradini – Stairway to Heaven.
Sono sei le chiese da vedere, tutte in posizione panoramica. Di quella di San Pancrazio, si ha notizia dal 1362. Ulivi tutt’intorno e palme sul sagrato, avvolti da una luce messicana. Proprio nell’uliveto, attraversato da uno scaleo citato nei versi di Alfonso Gatto, la leggenda ambienta gli incontri delle janare, le donne che per la loro dimestichezza con riti, erbe e filtri magici erano considerate streghe, ma forse solo si struggevano per i mariti assenti, lontani sui mari – e loro, sole, senza compagnia sotto
il cielo trapunto di stelle.
Belvedere sul mare e lontana origine duecentesca, la chiesa di Sant’Antonio (in realtà dedicata a San Giovanni Battista), ha un’armoniosa facciata e un campanile con volta a cuspide ricoperta da piastrelle maiolicate. L’ex convento di Santa Rosa con l’annessa chiesa di Santa Maria di Grado, diventa sempre più visibile man mano che si procede verso Amalfi. Fu eretto a strapiombo sul mare nel 1681 per volontà di suor Rosa Pandolfi, appartenente a una ricca famiglia locale. In questo precipizio di luce e di azzurro, le monache domenicane colloquiavano con Dio. Erano monache di clausura, ombre che scivolavano lungo intonaci bianchi di preghiera: in questa dimora avevano trovato il loro anticipo di paradiso. Nelle cucine del convento fu creata – segno di chiara beatitudine – la sfogliatella di Santa Rosa, uno dei dolci più noti della pasticceria napoletana. Morta l’ultima suora nel 1912, il convento è stato trasformato in albergo. Nella chiesa di Santa Maria di Grado è custodito il capo di San Barnaba, una delle reliquie più importanti della provincia.
Gli altri tre luoghi di culto di Conca sono la chiesa di San Michele Arcangelo in via San Michele, la cappella dell’Immacolata in piazza Olmo e la cappella della Madonna della Neve presso la marina. Andiamo a vedere la grotta dello Smeraldo, un antro marino nascosto in una piega della costiera, le cui acque, incise da una lama di luce proveniente da un foro sotterraneo, assumono riflessi smeraldini in un paesaggio stupefacente di stalattiti e stalagmiti. Infine, isolata sul promontorio
come un’indiana “torre del silenzio”, l’antica torre di guardia di Capo di Conca, detta torre Bianca, è quadrangolare come usava nel Cinquecento.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
Alle passeggiate in una natura superba e alla visita alla grotta dello Smeraldo, va aggiunto il giro delle scogliere, chiamate dai pescatori con nomi affettuosi, come aqua roce, ‘o rummiello, ‘o runghetiello, ‘a senghetella, ‘o funta none, punta ape. Per il noleggio barche, tel. 338 2051848, www.noleggiogambardella.it. Lo stabilimento balneare è a Lido Capo di Conca, tel. 089 831512, www.capodiconca.it.
E’ chiamata anche “Conca dei gradini” questa piccola località che invita a romantiche promenades, salendo “scalinatelle” che portano verso il cielo e a guardare il mare dall’alto.
La passeggiata più panoramica è quella che dal sentiero “delle cinque essenze” (la vite, il limone, l’ulivo, il carrubo e il melograno) conduce alla chiesa di Sant’ Antonio, poi a quella
di San Michele e quindi a una piccola edicola sacra posta ai margini di una roccia dalla quale si scorgono gli impressionanti precipizi di Furore, che vanno a perdersi nell’ombra di una gola selvaggia.
La grotta di smeraldo annidata nella baia di Conca è stata scoperta nel 1932 da un pescatore che fino alla sua morte ha indossato una fascia con la scritta: “scopritore della grotta”. Vi si arriva dalla strada nazionale, con ascensore o scala, o dal mare. Si entra con una zattera in questo fantastico tempio verde, trafitto da lame di luce, popolato di stalagmiti, figure e bassorilievi rocciosi, opera dell’acqua stillante dalle volte nei millenni.
Torre del Capo di Conca,
visitabile su prenotazione.
Chiesa Santa Maria di Grado,
visitabile su prenotazione.
Carnevale delle Janare,
febbraio (il sabato che precede il martedì grasso): tra tante feste religiose, è l’unica pagana, e si ispira a leggende di streghe del XVI secolo. Le janare (dal latino janua, “porta”, con riferimento ai riti fatti per proteggere la casa dal malocchio) erano fattucchiere che s’incontravano di notte nel campo d’ulivi presso la chiesa di San Pancrazio, vicino alla grotta dello Smeraldo, o sulla spiaggia del fiordo.
Festa di San Pancrazio,
12 maggio.
Festa patronale di Sant’Antonio da Padova,
13 giugno.
Festa di San Giovanni Battista,
24 giugno.
Festa della Vergine del Carmelo,
16 luglio.
Sagra del Mare,
23 luglio: a base di pesce, si celebra nella marina di Conca in onore dei caduti in mare.
La Sfogliatella Santarosa,
2 agosto: un dolce ricordo delle suore che l’hanno inventata, con l’accompagnamento di altri piatti della cucina locale.
Festa della Madonna della Neve,
5 agosto: alla protettrice dei pescatori è dedicata una lunga processione in mare sulle imbarcazioni locali, che inizia e termina alla marina di Conca dopo aver toccato Amalfi e il fiordo di Furore.
Festa della Madonna Assunta,
15 agosto.
Festa di Santa Rosa da Lima,
23 agosto.
Festa di San Michele Arcangelo,
29 settembre.
Festa dell’Immacolata Concezione,
8 dicembre: i suoni della zampogna e della ciaramella accompagnano la statua dell’Immacolata Concezione portata in processione dalla cappella in piazza Olmo, dov’è collocata, alla chiesa di Santa Maria di Grado. Al ritorno, si festeggia con zeppole al miele e cioccolata e, la sera, con i fuochi d’artificio.
La sfogliatella Santa Rosa è il dono più bello delle monache a Conca. I piaceri della tavola sono come un comandamento cui bisogna obbedire e che comprende le pennette al pomodoro “piennolo” o con zucchine dell’orto, spaghetti al sugo di gambero rosso del corallo, zuppa di pesce di scoglio, coniglio alla foglia di limone, parmigiana di melanzane e zucchine, “passolini” (acini d’uva passa, in cartoccio di foglie di limone legate con filo di giunco) e ortica di mare, basata su un’alga preparata come una frittella, reperibile sono in estate.
Sui terrazzi soleggiati maturano i pomodorini “a piennolo”, cioè sistemati – dopo la raccolta – “a campanile”, in modo da essere appesi in luogo asciutto e ombreggiato per una migliore conservazione. Salse e zuppe di pesce non possono fare a meno di loro.
Ospitalità
Monastero Santa Rosa Hotel & Spa
Antico monastero del XVII sec..Ubicato tra Amalfi e Positano. Ristorante stellato “Il Refettorio” SPA, giardini terrazzati con spettacolare infinity pool. Venti esclusive camere e suites. Panorama mozzafiato. Servizio navetta per Amalfi gratuito.
Via Roma, 2
+39 089 8321199
info@monasterosantarosa.com
www.monasterosantarosa.com
Ristorazione
Ristorante La Tonnarella
Nell’incantevole baia di Conca dei Marini, a pochi passi dal mare. Da più di mezzo secolo i suoi ospiti, tra cui l’iconica first lady Jacqueline Kennedy, vengono conquistati dalla semplicità dei piatti, che esalta la freschezza e la genuinità dei prodotti utilizzati.
Via Marina, 1
+39 089 831939
+39 339 5912526
info@ristorantelatonnarella.com
www.ristorantelatonnarella.com
Ristorante La Bontà del Capo
Grazie alla passione, tenacia e dedizione di Salvatore Criscuolo, oggi, il Ristorante della Polisportiva denominato “Le Bontà del Capo “ è uno fra i locali più conosciuti ed apprezzati della Costa d’Amalfi.
Via I Maggio, 14
+39 089 831515
+39 338 8803764
info@lebontadelcapo@gmail.com
www.lebontadelcapo.it