Guardiagrele
La porta della Maiella 

Comune di guardiagrele
solo centro storico
(Provincia di Chieti)
Altitudine
m. 576 s.l.m.
Abitanti
8390 (1440 nel borgo)

Patrono
San Donato e Sant’Emidio, 6-7-8 agosto
info turismo

Centro Informazioni Turistiche, Piazza San Francesco
Tel. 0871 82063, info@lineaverde.biz

URP: 0871 8086242
info@comune.guardiagrele.ch.it
www.comune.guardiagrele.ch.it

Ente Mostra dell’Artigianato artistico Abruzzese
tel. 0871 83829 – info@artigianatoabruzzese.it

PRO LOCO, via traversa San Francesco
guardiagrele.proloco@gmail.com

Lo spirito del luogo

Il nome

Secondo alcune fonti il nome primitivo di Guardiagrele era Aelion, da un antico tempio dedicato al dio del sole, Apollo (Hélios), sul quale sarebbe poi sorta la chiesa di Santa Maria Maggiore. Il nome Aelion sarebbe divenuto nel IV sec. a.C. Graelion, per poi essere trasformato in Graelium dai Romani, in Grele dai Longobardi e Graeli dai Normanni, e infine in Guardia (dal longobardo warda, che indica un posto di vedetta militare) di Grele, da cui l’attuale Guardiagrele.

La storia

VII sec., del presidio militare longobardo resta oggi solo il torrione. La prima menzione completa del nome si ha solo nel 1308, nei registri delle decime che parlano di clerici castri de Guardia Grelis. Nell’XI secolo una bolla papale nomina tra i possedimenti del monastero di San Salvatore a Maiella una villa quae vocatur Grele.
XII-XIV sec., l’agglomerato comincia ad assumere l’aspetto di una cittadina: è completata la cinta muraria e si costruiscono chiese e palazzi. Si sviluppa un artigianato raffinato e originale, che all’inizio del XV secolo raggiungerà le vette dell’arte orafa con i capolavori di Nicola da Guardiagrele. A conferma della sua vivacità economica e civile, Guardiagrele ottiene nel 1391 il permesso di battere moneta dal Re di Napoli; nel periodo di maggior splendore, che si prolunga per tutto il XV secolo, la città conta 33 torri ed è una piazzaforte militare del Regno di Napoli.
1706, un terremoto distrugge buona parte del borgo.
1799, Guardiagrele è devastata dalle truppe francesi del generale Coutard, cui si uniscono facinorosi provenienti dal vicino comune di Orsogna, con il quale da anni era aperta una disputa su alcune proprietà.
1863, i briganti della “Banda della Maiella”, con a capo Domenico Di Sciascio di Guardiagrele, sparano contro i bersaglieri piemontesi, considerati invasori; al fenomeno del brigantaggio, nei primi decenni dopo l’Unità d’Italia, segue quello dell’emigrazione, negli anni a cavallo tra Otto e Novecento.
1943-44, Guardiagrele, occupata dai tedeschi, subisce pesanti bombardamenti dagli alleati.

A Guardiagrele si lavora di fino, si cesella, si ricama: questa è la patria, infatti, di Nicola da Guardiagrele, scultore e orafo sublime, uno dei più grandi artisti del Quattrocento italiano. Questa abilità inventiva è rimasta tesoro del borgo, ne è l’anima visibile, perché i suoi concittadini sono ancora gli artigiani più bravi d’Abruzzo, e i più strenui difensori dei “mestieri di una volta”, il cui centro di resistenza è organizzato proprio a Guardiagrele intorno alla mostra dell’artigianato artistico della Maiella, la “montagna madre” dell’Abruzzo. Su un muro roccioso, poco distante dal centro storico di Guardiagrele, è scolpita la frase: “La Maiella Madre che vi guarda e vi benedice in eterno”. In effetti, è così: questo imponente massiccio, oltre ad essere oggi uno splendido parco dove praticare la wilderness, la vita selvaggia, sprigiona un arcano valore materno e magico-sacrale che affonda le sue radici nel mito. Era un tempo il regno della dea Maia, venerata dalle genti italiche. Arrivata qui dalla Frigia, Maia perse il figlio e morì di disperazione trasformandosi nella Maiella nel cui profilo pare ancora di intravedere i dolci lineamenti di una donna.

La particolare posizione in faccia alla Maiella spiega l’uso alternato della pietra e del mattone nel nucleo storico, il cui tessuto urbanistico si è formato tra il XIII e XV secolo, quando la cinta muraria, dall’originario presidio longobardo, raggiunse il suo massimo sviluppo sull’acrocoro.
Purtroppo quella che Gabriele D’Annunzio chiamò “città di pietra”, quasi un pezzo di “natura” dentro la natura, presenta nel corso principale numerose incongruenze (saracinesche, infissi in alluminio, insegne luminose). In attesa di una più decisa opera di riqualificazione, conviene andare subito al sodo e iniziare la visita al centro storico partendo dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, sorta intorno all’XI secolo. Il prospetto principale presenta uno stupendo portale ogivale trecentesco, tra i più eleganti del gotico abruzzese. Magnifico è anche, nella lunetta del portale, il gruppo scultoreo dell’Incoronazione della Vergine attribuito alla scuola di Nicola di Guardiagrele. Sotto il porticato con colonne, a fianco della porta laterale, vi è un grandioso affresco di Andrea De Litio (1473) raffigurante San Cristoforo. Nell’interno, ricostruito nel Settecento a causa di un terremoto, rimangono fatiscenti stucchi barocchi, un’edicola dell’epoca e un affresco del XV secolo raffigurante la Madonna del Latte. Il complesso monumentale di San Francesco si presenta oggi nelle forme della trasformazione settecentesca, ma la struttura risale al Trecento, quando furono realizzati il portale e il campanile; nella sacrestia è murata una fontana tardo-rinascimentale in pietra bianca. Secondo la tradizione, la Chiesa di San Nicola di Bari fu fondata nel IV secolo su un antico tempio pagano dedicato a Giove. Ha un impianto a navata unica, e anche qui l’interno è frutto della ricostruzione seguita al terremoto del 1706. Notevoli sono i portali di età rinascimentale; la torre è squadrata agli angoli con conci di pietra della Maiella, mentre la struttura è in pietrame. È di epoca rinascimentale anche il portale della chiesa, oggi sconsacrata, di San Silvestro, edificata nel IV secolo su un tempio pagano dedicato a Diana. La Chiesetta di Santa Chiara è caratterizzata all’interno da una profusione di stucchi settecenteschi; interessante è anche il Crocifisso del XVI secolo, in legno scolpito e dipinto, di scuola guardiese. Il Convento dei Cappuccini e la chiesa annessa risalgono al 1599. Qui si conserva un prezioso altare ligneo di gusto tardo-barocco del XVIII secolo. San Rocco, d’impianto medioevale, è una chiesa divisa in tre navate con volte a botte e archi a tutto sesto e sontuose decorazioni barocche; sulla parete di fondo delle navate laterali, vi sono due magnifici archi ogivali di stile tardo-gotico trecentesco. Quanto all’architettura civile, l’esempio più importante è il Palazzo Vitacolonna, realizzato nel XVIII secolo interamente in mattoni. La monumentale facciata, ispirata a canoni rinascimentali, presenta una lunga balconata su mensole; di rilievo l’ingresso, con un vano scala costruito in mattoni e pietra della Maiella e pavimentazione in ciottoli di fiume; presenta inoltre un imponente scalone su volte rampanti e, al piano nobile, un birichino dipinto di metà Ottocento, Leda e il cigno, di De Benedictis. Palazzo De Lucia è un magnifico monumento di architettura residenziale del XVI secolo. Ha un importante portale e una scalinata interna a volte rampanti. A Palazzo Elisii (XV-XVIII secolo) si entra attraverso un grande portale bugnato; da notare l’elegante fattura delle finestre barocche. Palazzo Marini, che ospitò la Zecca Guardiese del 1391, conserva ancora il portale trecentesco a sesto acuto. Da ammirare anche Palazzo Iannucci (XV secolo), Palazzo Liberatoscioli, realizzato negli anni Venti e raro esempio di architettura Liberty, Palazzo Aloè (XVIII secolo) e l’adiacente Palazzo Vassetti, con facciata monumentale caratterizzata dai bugnati in pietra della Maiella. Numerosi i portali in pietra nel centro storico, molti dei quali da restaurare.

Piaceri e Sapori

Passeggiate, trekking, escursioni su sentieri natura attrezzati e segnalati con cartelli botanici (informazioni presso il Club Alpino Italiano, sezione di Guardiagrele, tel. 0871 84624).

A Guardiagrele ha sede il Parco Nazionale della Maiella (tel. 0871 800159).
La Maiella è una montagna dolce e invitante, ricca di acque, boschi e pascoli, che racchiude, come in un grembo misterioso, anfratti e valli nascoste.
Da qui partono splendidi itinerari che portano in luoghi panoramici costeggiando torrenti e fontanili, attraversando canyon e grotte, grandi faggete e fitti boschi. I sentieri sono segnalati e attrezzati dal C.A.I.; su questi monti vivono ancora l’orso, il lupo e l’aquila.

MUSEO ARCHEOLOGICO “F. FERRARI”

Istituito nel 1999 e curato dai volontari dell’Archeoclub, il Museo Archeologico “Filippo Ferrari” di
Guardiagrele, espone nelle sue sei sale corredi e manufatti provenienti principalmente dalla necropoli
preromana di Comino. Al suo interno, una copia della funebre “Stele di Guardiagrele”, che riproduce le
fattezze di un guerriero del VII secolo a.C. Visitare il Museo Archeologico equivale ad intraprendere uno
straordinario viaggio nella storia antica di uno dei Borghi più Belli d’Italia: Guardiagrele.

ANTIQUARIUM MEDIEVALE “ANTONIO CADEI”

Grazie ai lavori di restauro, di allestimento e di valorizzazione iniziati e proseguiti dalle amministrazioni
succedutesi negli anni, nel 2018 è stato inaugurato l’Antiquarium Medievale di Guardiagrele. Intitolato al
Prof. Antonio Cadei, studioso del Medioevo guardiese, e curato dai volontari dell’Archeoclub, ospita
numerosi reperti quali sculture, epigrafi, frammenti architettonici e votivi provenienti da Chiese ed altri edifici
della Città. Un luogo autentico nel quale far tesoro di ciò che siamo.

MUSEO DEL COSTUME

Nato da un progetto dell’amata Delia Caramanico, il Museo del Costume di Guardiagrele viene istituito nel
1999 in collaborazione con un’associazione di volontari e i ragazzi del Punto Giovani. Suddiviso in sei settori,
nel corso degli anni il Museo si è arricchito di nuovi elementi, dando vita ad un’area espositiva di circa 1500
reperti autentici d’epoca, creati dagli artigiani guardiesi. Nella splendida cornice del chiostro francescano, il
Museo rappresenta uno spaccato di storia locale a cavallo tra 800 e 900. Un viaggio nel passato, quando
l’uomo era al passo con la natura e l’animale suo compagno di lavoro.

MUSEO DEL DUOMO

Allestito nei tre locali della cripta medievale, il Museo del Duomo “Don Domenico Grossi” di Guardiagrele, in
Santa Maria Maggiore, venne istituito nel 1988. Espone una preziosa raccolta di oggetti di arte e oreficeria
sacra provenienti sia dal Duomo sia da altre chiese cittadine. Le opere qui ospitate appartengono al periodo
che va dal XIV secolo fino al 1700 e i pezzi più importanti, che provengono dal Duomo appunto, scamparono
al terremoto del 1703. Uno specchio di bellezza, di verità e civiltà.

Festa di San Nicola Greco:
tre serate di festa con orchestre di musica folk e leggera, la terza domenica di maggio, con sabato e lunedì. Ogni 25 anni si svolge la Processione che porta per il borgo il sarcofago del Santo.

Mostra dell’Artigianato della Maiella,
1-20 agosto. Presenta i risultati migliori
della produzione d’Abruzzo.

Matita Film Festival,
settembre.

Feste patronali in onore di San Donato e Sant’Emidio,
6-7-8 agosto. La processione è caratterizzata dalla sfilata delle conche (vasi di terracotta) addobbate di fiori e grano.

Eventi teatrali,
concerti di musica classica e jazz, cori folcloristici e fiera nel centro storico.

Momenti dell’arte in Abruzzo,
fine agosto- inizio settembre.

Festa di San Rocco e Santa Maria del Popolo,
seconda domenica di ottobre.

Particolarmente apprezzata dai visitatori è la produzione dolciaria e pasticcera: torroni, amaretti, marzapane e, soprattutto, le sise delle monache, pudicamente chiamate anche tre monti, paste fresche di pan di spagna farcite di crema e cosparse di zucchero a velo.

Sede del “Centro d’eccellenza per l’artigianato d’Abruzzo”, Guardiagrele offre al visitatore tutta la bellezza del “fatto a mano”: ferro battuto, ceramica, legno tornito, rame lavorato, tombolo, coperte e costumi abruzzesi, pietra lavorata, arte orafa e gioielli.

Acquisti

Azienda Agricola Tommaso Masciantonio

Dal 1874 questa azienda è un punto di riferimento nella regione per l’olio extravergine di alta qualità. Pluripremiata nel corso degli anni, offre un prodotto 100% made in Abruzzo, lavorato con antica sapienza tramandata di generazione in generazione

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