Millesimo-stemmaMillesimo
Il ponte sulla Bormida

Comune di MILLESIMO
(Provincia di Savona)
Altitudine
m. 428 s.l.m.
Abitanti
3280 (1800 nel borgo)

info turismo
Comune, Piazza Italia 2 – Tel. 019 564007 – Fax 019 564368
www.comune.millesimo.sv.it – protocollo@comune.millesimosv.it
IAT, Piazza Italia 27 – Tel. 019 564007 – Fax 019 564368
Agenzia turistica Ciao Mondo, Piazza Italia 8
Tel. 019 5604867 – Fax 019 5600335 – ciaomondo@libero.it

Lo spirito del luogo

Millesimo-stemmaIl nome
Non si conosce con certezza l’origine del nome. Tra le ipotesi formulate la più affascinante è quella che prende spunto da un diploma imperiale del 917, in cui gli abitanti del luogo sono definiti plebs melosina (dal sostantivo greco mélos), per indicare la loro indole dolce e la loro attitudine al canto. Uno studioso è invece partito dal nome dialettale del paese mrésciu, collegando la sua radice al termine locale mré, che designa le aree soggette alle inondazioni del fiume Bormida; in seguito il nome sarebbe passato, per estensione, a identificare l’intero borgo. La leggenda vuole invece che Millesimo sia stata fondata in epoca romana da un soldato della legione di Pompeo che, stanco per le lunghe marce che lo vedevano sempre ultimo della fila, e quindi miles imus, al ritorno dalla Spagna non volle più proseguire e si fermò qui.

 

La storia
1206, 9 novembre il marchese Enrico II Del Carretto, apud pontem Millesimi, fa redigere l’atto di fondazione del Comune, accompagnandolo a tutta una serie di franchigie e immunità per chi avesse scelto di abitare all’interno del borgo.
Lo stesso Enrico II del Carretto fonda nel 1212-1216 il monastero femminile cistercense di Santo Stefano.
XIII-XIV sec., Millesimo conosce un periodo di particolare benessere economico frutto della stabilità del feudo dei Del Carretto.
L’economia si basa principalmente sull’allevamento di suini e ovini, sui prodotti ortofrutticoli e la coltivazione della vite; molto sviluppati sono pure l’artigiano e il commercio.
1553, l’antico castello dei Del Carretto demolito su ordine del Governatore di Milano Don Ferrante Gonzaga per evitarne l’occupazione da parte dei Francesi durante la guerra tra Spagna, Austria e Francia.
1713, con il trattato di Utrecht il borgo passa al Regno di Savoia.

Vecchio borgo ligure, situato sull’antica via romana tra i vigneti delle Langhe e il mare, patria montana dei marchesi Del Carretto, Millesimo è impegnata a recuperare la sua anima, a lungo trascurata.

Nelle strette vie, nelle vecchie case contadine, nella Bormida attraversata dal famoso ponte, sopravvive qualcosa dell’antica poesia. Che va cercata, ma esiste.
Nella Chiesa di Santa Maria si srotola adagio la millenaria storia dei santi a cui andava la devozione dei fedeli, e nell’immagine del Bambino che gioca in grembo alla Madonna con un cardellino ritroviamo un po’ dell’infanzia perduta.
Cesare Garelli ha descritto bene questa tensione tra un paesaggio che esige rispetto e lo scenario nebbioso e sconsolato di una Val Bormida che ha vissuto lo sviluppo industriale, le lotte operaie, la famigerata Acna di Cengio. “Era tutto un cerchio di vigne, un unanime anfiteatro attorno al paese, e qualche colore autunnale delle Langhe c’era, allora, anche qui, paesaggio di frontiera”, ricorda Garelli. Oggi l’impegno è quello di restituire alle cose il loro corso di bellezza, come la Bormida non profanata e come la vide Garelli a sedici anni: “Ho riveduto, / sulla riva d’un giorno, / il giunco arcarsi, in un sospiro, / come l’esigua luna; / ho riveduto gli abbracci notturni / di elci e di abeti; / ho riudito i suoni conosciuti…”.

A Millesimo bisogna concentrarsi sul centro storico, la cui caratteristica forma triangolare, avente come vertice il castello e come base il palazzo dei Del Carretto, è ben visibile dall’alto, e in tutte le carte d’epoca, ad es. in quella napoleonica del 1806, dove si nota con chiarezza il tracciato delle antiche mura medievali con le torri e le quattro porte di accesso. Bisogna dunque tagliare fuori dallo sguardo la “nuova” Millesimo informe cresciuta a ridosso dell’antico abitato.

La visita può cominciare con il simbolo di questo borgo ligure, il Ponte della Gaietta, o “ponte vecchio”, uno dei pochi esempi in Italia di ponte fortificato. Il corpo originario risale al XII secolo e si trova citato nell’atto di fondazione del borgo. La torretta serviva come porta sorvegliata per l’accesso a Millesimo dal lato occidentale.

Poco distante dal ponte si trova la casa presso la quale il marchese Enrico II del Carretto firmò nel 1206 l’atto di fondazione del borgo. Il castello, edificato da Enrico II a difesa dell’abitato, con i castelli di Cengio, Cosseria e Roccavignale costituiva un quadrilatero a protezione della via tra Piemonte e Liguria attraverso le Langhe. La torre in pietra, il maschio e la parete est sono le parti più antiche, risalenti alla seconda metà del XIII secolo. Nel 1989 fu acquistato dal Comune che dieci anni dopo ne iniziò l’opera di restauro e recupero funzionale.

Villa Scarzella, circondata da un magnifico giardino ai piedi del castello, fu edificata nel 1855 da Giuseppe Scarzella che quattro anni prima aveva acquistato i ruderi del castello e il relativo lotto di terreno per costruirvi una residenza estiva. La villa venne ampliata dal figlio ingegnere Alberto Scarzella, sindaco di Millesimo dal 1888 al 1913. Acquistata dal Comune nel 1989, è ora sede del Museo Napoleonico e del Centro visitatori del Bric Tana e della Valle dei Tre Re.
Il restauro nel 1989 del Palazzo Comunale ne ha confermato la contiguità con la cinta muraria del borgo, risalente al XII secolo. Nell’atrio spicca un arco di pietra arenaria perfettamente conservato. Nel 1882 i Del Carretto lo cedettero al Comune di Millesimo. Nella sala consiliare, oltre a pregevoli armature, si trova l’altare presso il quale, il 17 agosto 1809, Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, assistette alla Messa. Nella sala della Giunta, al piano superiore, il 15 o 16 aprile 1796 il Bonaparte ricevette le bandiere strappate ai Piemontesi dopo la presa del castello di Cosseria.

Di proprietà dei monaci di Sant’Antonio Abate, la chiesa parrocchiale era uno dei tre monasteri esistenti in Millesimo. Fu consacrata nel 1467 da Pietro del Carretto, primo Vescovo di Alba. All’interno si trovano opere pregevoli: l’acquasantiera in marmo bianco del 1484, l’altare maggiore (eretto nel 1723, quando la chiesa fu prolungata con il coro) e la statua della Madonna del Carmine, che viene portata in processione alla festa patronale il 16 luglio, e il crocifisso, opera barocca della scuola del Maragliano. Fuori del centro storico sorge Santa Maria extra muros, un edificio a pianta basilicale del XII secolo, di stile romanico, diviso in tre navate da archi a tutto sesto e dotato di un campanile a cinque ordini del XV secolo. Questa pieve si trova citata su un documento del 998 con la denominazione di San Petri de Melesino. Dopo secoli di incuria e di abbandono durante i quali è stata anche cimitero del paese, a partire dal 1960 è stata restaurata e restituita al culto. L’interno presenta una pregevole vasca battesimale risalente alle origini della chiesa e affreschi in stile gotico, oggetto di una recente campagna di recupero.

Proprietà dei monaci del Monastero di San Pietro di Savigliano, il Monastero di Santo Stefano fu acquistato dal marchese Enrico II del Carretto e donato nel 1216 alle monache dell’ordine cistercense di Santa Maria de Betton (in Savoia). Accanto all’originale chiesa romanica, trasformata nel ’600 in forme barocche, nel XV secolo fu aggiunto il chiostro con eleganti capitelli in pietra arenaria. In un cortile adiacente alla chiesa si trova un interessante affresco del XIV secolo, rappresentante la Madonna, Santo Stefano e la famiglia del Carretto. Nel 1802 il monastero venne soppresso e da allora è proprietà privata. Durante i primi anni del ’900, per volontà del proprietario, il marchese Carlo Centurione Scotto, i Coppedè ne curarono la ristrutturazione secondo i modelli del revival gotico-rinascimentale.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Piscina comunale coperta, tennis, pesca sportiva, percorsi naturalistici nell’area protetta del Bric Tana e della Valle dei Tre Re, canoa e canottaggio nel vicino lago di Origlia. La pista ciclabile Cengio-Roccavignale-Millesimo è in costruzione.

Nelle immediate vicinanze del borgo, in una zona boschiva ricca di castagni, noccioli, ontani neri, betulle, robinie, è stata istituita l’Area Protetta del Bric Tana e Valle dei Tre Re, estesa per circa 170 ettari e luogo ideale per passeggiate a piedi, a cavallo, in mountain bike o per andare in cerca di funghi, tra cui il prelibato porcino. L’area è interessante dal punto di vista geologico per la presenza di fenomeni carsici che hanno dato origine a grotte e inghiottitoi, tra cui la “tana dra vurp” (tana della volpe) sul Bric Tana e le grotte dell’Arma e dell’Armetta nella Valle dei Tre Re. Nella zona il Comune ha recuperato un vecchio edificio adibendolo a foresteria -ostello con 10 posti letto, e attrezzato un’area pic-nic per gli escursionisti.

Villa Scarzella ospita il Museo Napoleonico della Liguria,
la Mostra permanente di mineralogia della Val Bormida e la Mostra di reperti archeologici del Bric Tana.

Castello: vi si svolgono periodicamente delle mostre d’arte.

Galleria d’arte Bruno.

Concerto di Capodanno, 1° gennaio.

Rally nazionale delle Valli del Bormida, gara automobilistica di rilievo nazionale, in primavera.

Donna & …, mostre e manifestazioni al femminile in castello, da marzo a maggio.

Luglio Millesimese, divertimenti e buona cucina, mese di luglio. Parole e note in castello, spettacoli teatrali, concerti di musica folk, classica e jazz, manifestazioni letterarie, mese di settembre.

Festa nazionale del Tartufo, quarto fine settimana di settembre. In questa occasione, che richiama a Millesimo moltissime persone, il borgo è avvolto dal profumo soave sprigionato dal magico fungo sotterraneo.

Anniversario della Fondazione di Millesimo e premio Enrico II Del Carretto al merito di Millesimo: festeggiamenti per la ricorrenza della fondazione del borgo e attribuzione del premio al cittadino che più si è distinto per meriti sociali, culturali o scientifici, 9 novembre.
Il primo sabato successivo al 9 novembre il Concorso Tesi di laurea premia i migliori lavori aventi come oggetto Millesimo e la Val Bormida.

La gastronomia locale è naturalmente ispirata dal tartufo, ma non solo. Altre prelibatezze sono la giuncata, un tipo di ricotta ricavata dal latte di pecora, la tira, pasta di pane farcita di salsiccia e cotta in forno, e i fazzini, pasta da pizza con sugo di pomodoro, basilico e aglio.

Millesimo_tartufiCittà del tartufo, Millesimo e le colline della zona sono terre di caccia degli esperti tartufai, organizzati in associazione. Il pregiato tubero, sia nero che bianco,è protagonista in settembre di un’importante festa. I sapori locali sono anche quelli dei dolci al cioccolato e liquore, i celebri “millesini al rhum”.