Maratea
Un borgo sospeso tra cielo e mare
Comune di maratea
(Provincia di Potenza)
Altitudine
m. 311 s.l.m.
Abitanti
4701 (520 nel borgo)
patrono
San Biagio, 3 Febbraio
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche IAT
Piazza Biagio Vitolo, 1
Tel. 0973.030366
La storia
Maratea nacque probabilmente nei secoli dell’alto medioevo come χάστρον bizantino in funzione anti-longobarda o come castrum longobardo in funzione anti-bizantina. Il toponimo, avendo radice greca (da μάραθον, ossia finocchio), farebbe propendere per la prima ipotesi: mancano però dati certi. Dal tardo Seicento gli eruditi locali hanno provato a far indietreggiare l’origine della comunità sino all’epoca magnogreca. Seppure nel territorio ci siano diversi siti archeologici (intorno all’isola di S. Janni esiste il più ricco giacimento di ancore romane del Mediterraneo), non ci sono prove che già all’epoca esistesse un insediamento chiamato Maratea, nome che appare per la prima volta in un documento del 1079.
Nel medioevo la comunità di Maratea risiedeva nell’insediamento sulla cima del monte San Biagio, oggi diruto, chiamato popolarmente Castello perché fortificato.
L’importanza strategica del sito fece sì che Maratea non fosse infeudata. Questo e la vicinanza al mare garantì alla comunità una certa floridezza economica. Poiché le aspirazioni commerciali del centro sul monte erano frustrate dalla sua posizione, un nuovo insediamento si sviluppò sul versante settentrionale dello stesso monte, a metà strada tra la costa e la cima: si chiamò popolarmente Borgo ed oggi è il centro storico della città.
Dal Cinquecento al Settecento l’approdo di Maratea fu tra i più importanti scali commerciali del Tirreno. Pertanto si sviluppò un ceto imprenditoriale, con notevole peso sociale. In questo senso, è indicativo che il centro storico, a differenza di simili insediamenti lucani, non si sviluppa intorno a una chiesa o a un castello, ma a un lungo corso chiamato la piazza, cioè dove si affacciano le porte delle botteghe.
Nel 1806 l’antica fortezza sul monte fu difesa da una banda di irregolari borbonici, comandati dal marateota Alessandro Mandarini, che resistette a 4000 assedianti napoleonici comandati da Jean M. Lamarque.
Questo evento determinò un più deciso spopolamento del Castello a favore del Borgo e delle nuove frazioni che in quei decenni si andavano formando lungo il territorio e la costa.
Il Borgo rimase l’unico centro amministrativo ed economico del comune. Qui si svolgeva il mercato, avevano sede tutte le istituzioni e le maggiori attività commerciali.
Conseguita l’Unità nazionale, Maratea si distinse come centro di studi con numerose scuole e fu saldamente agli ultimi posti nelle statistiche dell’analfabetismo regionale. Dopo la Grande Guerra si affacciò sulla scena del turismo nazionale: nel 1918 diventò una «stazione balneare» riconosciuta dal Ministero dell’Interno.
Nel secondo Dopoguerra fu scelta dal gruppo Rivetti, tra i principali lanieri d’Italia, per uno dei primi impianti industriali finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno. Contestualmente Maratea fu coinvolta nel boom turistico del Mezzogiorno, attestandosi ai primi posti delle statistiche compartimentali. Nonostante gli insediamenti industriali non esistano più, Maratea registra ancora oggi uno tra i più alti redditi pro-capite del Mezzogiorno d’Italia.
«Forse in Italia non c’è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene.» (Indro Montanelli)
«È un paese meraviglioso, – disse Giovanni guardando la valle. – È magnifico, – io replicai. –. Non c’è nessun altro luogo che io conosca che sia valido in me come questo che vedi. I colori, l’aria di questa terra, il paesaggio cosi combinato. I colori soprattutto, sono colori primordiali.» (Cesare Pavese e Bianca Garufi)
«Maratea, Maratea, nome magico, che mette sospetto, in ansia, come tutte le cose di moda, a cui non si vuole arrivare secondi» (Pier Paolo Pasolini).
Da vedere le chiese principali, in particolare quella di S. Maria Maggiore (XV sec., ma rifatta nel XIX sec.), l’Annunziata con la tela omonima del XVI sec. e l’Immacolata con l’affresco del XIV sec. nella cripta.
La chiesetta di S. Vito, il fabbricato più alto del Borgo di Maratea, è un gioiello nascosto di arte sacra medievale. Ospita diversi affreschi del XIV e XV secolo.
Palazzo De Lieto, posto nei pressi della chiesa di S. Maria Maggiore, è una dimora storica, nonché antico ospedale, ex municipio e scuola, utilizzato come pinacoteca e sede di mostre.
Di fronte alla chiesa dell’Annunziata c’è la colonna di S. Biagio, patrono della cittadina, eretta nel 1758 per munificenza dei commercianti marateoti residenti a Napoli.
Davanti alla chiesa dell’Addolorata si erge l’obelisco dell’Addolorata, fabbricato nel 1788 per interesse di Gerardo Laurelli.
Nel centro di piazza Vitolo c’è una fontana in cui troneggia La Sirena, scultura in bronzo da Alessandro Romano nel 1996. Raffigura un mitico antico stemma del paese che sorregge il nuovo, composto da tre torri e un’aquila bicipite.
Palazzo De Lieto è sede della pinacoteca di Angelo Brando, pittore marateota impressionista. Il piano inferiore ospita mostre temporanee.
Nel prossimo futuro sarà possibile ammirare una mostra perenne di archeologia subacquea e terrestre, comprensiva di ancore greche e romane e reperti preistorici, presso l’ex convento dei Cappuccini.
La festa della traslazione delle reliquie di S. Biagio cade dal sabato precedente alla prima domenica di maggio sino alla domenica successiva. Secondo un accordo del 1781, a seguito di richiesta del Sindaco al Rettore della Basilica, il giovedì il simulacro d’argento del santo viene portato dal Castello al Borgo con una suggestiva processione. La statua è coperta da un manto rosso, rimosso all’arrivo nel Borgo. Nel sabato precedente alla seconda domenica del mese, la statua viene portata in processione nella piazza e nei vicoli del centro storico.
Perdersi tra i vicoli del borgo di Maratea è un’esperienza suggestiva. Si torna indietro nel tempo, in un piccolo mondo fatto di scale, balconi fioriti, piccole chiese e botteghe.
Il lungo corso detto la piazza, posto al centro del Borgo di Maratea, è una passeggiata molto piacevole. È anche una rete di comunicazione e informazioni molto superiore a internet: qui si può, tra il serio e il faceto, aggiornarsi sulle ultimissime novità.
Una delle delizie più amate dai marateoti, alla fine della giornata, è godere del tramonto sul golfo di Policastro dal belvedere detto Pietra del Sole. Il nome suggestivo è dovuto al fatto che questo è il punto perennemente toccato dai raggi solari, poiché la luce diretta manca da inizio novembre a inizio febbraio sul resto del Borgo.