Monteleone D’Orvieto
Un’isola di mattone in un mare di verde
Comune di Monteleone d’Orvieto
(Provincia di Terni)
Altitudine
m. 500 s.l.m.
Abitanti
1437 (60 nel borgo)
patrono
San Teodoro, 24 maggio
SS. Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche IAT Orvieto
piazza Duomo, 24 – 05018 ORVIETO
0763/341772
info@iat.orvieto.tr.it
A.T. Proloco Monteleone d’Orvieto
Corso Vittorio Emanuele II – 05017 Monteleone d’Orvieto
info@prolocomonteleonediorvieto.it
Il nome
Due sono le ipotesi intorno all’origine del nome: la prima allude alla posizione strategica e difensiva del Castello che, come un leone disteso lungo il dorso di un’impervia altura, sovrasta la vallata sottostante aprendosi su un paesaggio che spazia dal Monte Arale alla Val di Chiana fino ai monti Cetona e Amiata, l’altra vuole che il toponimo sia legato al passaggio in queste terre di un grande personaggio: Papa Leone IX.
La storia
Scorci mozzafiato, natura incontaminata, tradizioni antiche e sapori autentici. Un piccolo angolo di paradiso lontano dal turismo di massa, da scoprire e amare. Immerso nel verde delle dolci colline umbre, adagiato su un colle a un’altezza di 500 m s.l.m., Monteleone d’Orvieto offre al visitatore una delle vedute più suggestive dell’Italia centrale. Una natura autentica e selvaggia, ricca di boschi rigogliosi e vivaci ruscelli, fa da cornice a una morbida campagna domata dalla sapiente mano dell’uomo, fatta di olivi secolari e floridi vigneti. Questo pittoresco borgo medievale posto all’estremo nord della provincia di Terni, lungo il confine che separa l’Umbria dalla Toscana, nacque intorno al 1052 come castello del Comune di Orvieto a difesa del confine con l’allora Castel della Pieve e della Val di Chiana. Il clima temperato e la vasta area collinare che circonda il centro storico di Monteleone d’Orvieto favoriscono la coltivazione di viti, olivi e alberi da frutto, oltre a numerose tipologie di cereali e ortaggi, tutti lavorati nel rispetto dell’ambiente grazie a tecniche di coltivazione biologiche e biodinamiche fortemente legate alla tradizione. Il territorio di Monteleone d’Orvieto vanta un incredibile panorama naturale che abbraccia parte dell’Umbria, del Lazio e della Toscana. Per la sua posizione di dominio sull’orvietano e Città della Pieve, fu per molto tempo un importante luogo strategico. Il paese è parte integrante dell’Alto Orvietano, un territorio di straordinaria bellezza dal punto di vista paesaggistico, di notevole interesse storico, artistico, architettonico e culturale. Un paesaggio dove i castelli, un tempo luoghi di controllo del territorio ma anche ferventi centri di vita agricola e artigianale, ancora si presentano con la loro struttura originaria. La zona del “viver bene”, caratterizzata da un ambiente incontaminato, alimentazione naturale a chilometro zero e ottima qualità della vita. Il Castello di Monteleone, eretto per mano degli orvietani tra il Mille e il 1100 a difesa dei confini settentrionali, era caratterizzato da possenti mura, ancora visibili in alcuni tratti. Il primo documento ufficiale in cui viene citato Monteleone è un atto ufficiale dell’imperatore Federico II di Svevia del 1243, con il quale venivano fissati i nuovi confini di Castel della Pieve, fedele all’imperatore. Nel 1278 il Comune di Orvieto determinava i confini dei propri territori e Monteleone veniva indicato come Piviere. Il Castello di Monteleone rimase sotto il controllo orvietano fino al 1373, data in cui, per volere di Carlo IV, passò al visconte di Turenna, quindi fu ceduto al conte Ugolino di Montemarte da Corbara. Fu sempre conteso dai Conti di Marsciano che possedevano già il vicinissimo Castel Brandetto. Tra il 1643 e il 1644 le sorti di Monteleone cambiarono drasticamente: durante la Guerra di Castro tra il Papa e i Farnese, il castello fu assediato, distrutto e saccheggiato dai fiorentini, alleati dei Farnese. Da quel momento, privato della fortezza e di parte delle mura difensive, Monteleone cessò di essere un vero e proprio castello.
Riconquistata dalla Chiesa, ne restò parte fino all’Unità d’Italia. La sua storia millenaria ha visto nascere a Monteleone d’Orvieto attività e personaggi importanti:
dalle fornaci per la fabbricazione di laterizi, materiali musivi e vetri usati anche nella costruzione del Duomo di Orvieto, a Mastro Consilio Dardalini (XIII secolo), maestro vetraio e musaicista che ne dirigeva i lavori, fino ad arrivare al poeta e critico letterario Pietro Bilancini (1864-1895) e ad Attilio Parelli (1874-1944), direttore d’orchestra e compositore.
• Visitando il borgo si ha l’impressione che il tempo si sia fermato: entrando dalla Porta Nord, ingresso principale e una delle testimonianze più antiche del paese, ci si trova nel centro storico che mostra ancora la sua veste medievale con resti di mura fortificate, ruderi e camminamenti. Il rosso dei mattoni artigianali tipici delle mura è il colore predominante.
• Il centro storico si sviluppa in lunghezza e termina con una terrazza panoramica, il TORRIONE, con una visuale di 200° sulla Valdichiana, paesaggio che ricorda quelli dei dipinti del Perugino.
• Lungo questo percorso si può visitare la Chiesa dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo, con un dipinto della scuola del Perugino Pietro Vannucci.
• Altro monumento di spicco è il Teatro dei Rustici, uno dei più piccoli d’Italia e d’Europa; fulcro della vita del Castello, sede del palazzo dell’Amministrazione e dal 1738 divenuto teatro; ancora oggi sede della stagione teatrale, di matrimoni civili, conferenze e assemblee.
• Monteleone d’Orvieto ha conservato la sua essenza grazie anche alla bellezza e alla tranquillità della natura che lo circonda: giardini, sentieri, boschi, fontanili, fiumi, un’oasi naturalistica in cui vivere la sua stagionalità.
• Molte le personalità famose nate e vissute qui, a cui sono state dedicate piazze e musei:
Attilio Parelli, direttore d’orchestra famoso per sigle di apertura di programmi Rai (come il segnale d’apertura della sede Rai di Torino, con suono d’arpa e di campane che sembra ispirato a quelle del paese natale, ancora eseguito su Rai Radio Due alle 7). Monteleone lo ricorda con il Centro Documentazione di Arte Musicale. Interessante anche il Museo Parrocchiale nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova, dove sono conservati antichi suppellettili liturgici provenienti dalle chiese del territorio parrocchiale. Altro personaggio fu Pietro Bilancini, critico letterario, educatore e poeta, a cui è dedicata la piazza centrale dove si affaccia la Torre dell’Orologio.
L’importanza delle tradizioni si vive anche negli eventi culturali-enogastronomici portati avanti dalla Proloco, una delle più “vecchie d’Italia” e dalle altre associazioni del paese.
• Il Presepio Vivente, suggestiva rappresentazione della Natività nel periodo natalizio; il Corteo Storico organizzato durante la Rimpatriata di agosto, alla 40a edizione, rappresentante la sfida fra le due famiglie che si alternarono nella conquista del castello.
• Importanti anche le manifestazioni legate al cibo: Sagra degli Gnocchi (Santa Maria di Monteleone a giugno), tipico piatto della domenica monteleonese, Sagra degli Umbrichelli, altro piatto della tradizione, ad agosto, Festa di San Lorenzo, con la pizza cotta su forno a legna, nel mese di luglio. Piatti della tradizione culinaria e contadina del paese, con prodotti a km zero delle campagne circostanti come olio e vino, colture cardine dell’enogastronomia monteleonese.
• Manifestazioni Storiche trentennali: Festa delli Luminari, festa storico religiosa che si tiene il 29 giugno per i patroni e il Corteo Storico e Gara del Carro, 16 agosto, che ripercorrono le vicende storiche delle famiglie che hanno abitato il castello a metà del XIV° secolo, le casate dei Nobili Conti di Montemarte e dei Conti di Marsciano.
• Un festival delle arti visive – #PAF Photo & Art Festival – che rende il centro storico un museo a cielo aperto con esposizioni ed installazioni artistiche nel periodo estivo e che ha visto tra i partecipanti anche nomi del calibro di Maurizio Galimberti.
• Nel mese di ottobre/novembre si tiene l’evento legato ai prodotti con Denominazione Comunale – De.Co. – che raccoglie tutte le prelibatezze locali quali: l’olio evo, lo zafferano, la pera di Monteleone, gli umbrichelli, gli gnocchi, i cianfragnoni all’aietto, i biscotti con l’anice, i biscotti di magro, i fegatelli, le mazzafegate, le torte di Pasqua dolci e salate, pollo alla rabbiona con l’erba e la torta sotto al foco.