Pietrapertosa
Tra le rocce e il cielo
Comune di pietrapertosa
(Provincia di Potenza)
Altitudine
m. 1088 s.l.m.
Abitanti
900
Patrono
S. Giacomo Maggiore, 25 luglio
info turismo
Pro Loco, via M. Pagano 1 – tel. 320 8337801
Comune, via della Speranza 159 – tel. 0971 983002
www.comune.pietrapertosa.pz.it
Il nome
La grande massa rocciosa che si trova all’ingresso del paese, la quale presente un enorme foro, ha dato origine al nome di Pietra perciata (poi divenuto pertosa), ossia pietra forata. L’incantevole paese è costruito interamente sulla roccia nuda, quasi incastonato come la più preziosa delle pietre.
La storia
Per quanto le origini sulla fondazione del paese siano incerte, l’ipotesi più accreditata la colloca nell’VIII secolo a.C. ad opera dei Pelasgi, stabilitisi nella parte bassa del paese. Pietrapertosa ha una storia intensa e movimentata in quanto fu abitata successivamente dai Greci provenienti dalla costa ionica, dai Goti, dai Longobardi e dai Saraceni. Furono proprio gli ultimi due, sotto la guida del Principe Bomar, a contribuire alla costruzione delle strutture più importanti del borgo, tra cui il castello (residenza del Principe) e il nucleo urbano arabata, sviluppato intorno alla fortezza e considerato il quartiere più suggestivo dell’intera località.
Ancora in buono stato, il castello conserva oggi le sue mura, la torre e le celle dei prigionieri. Inoltre, durante un recente restauro, sono state scoperte due cisterne usate per la raccolta dell’acqua piovana, che si vanno ad aggiungere ai resti integri dell’antica roccaforte.
Nel periodo delle invasioni barbariche V-IX sec. d.C, il paese fu occupato da Goti e Longobardi, prima di passare sotto la dominazione bizantina, nel periodo in cui fiorirono le architetture che oggi la rendono particolarmente caratteristica. Nel tempo si sono succeduti gli Aragonesi e diverse famiglie, che hanno avuto un ruolo determinante nella storia e nello sviluppo del paese.
Pietrapertosa partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848, e nel 1860 parte della popolazione si unì alla spedizione dei mille, mentre, qualche anno dopo, il paese venne coinvolto nel fenomeno del brigantaggio.
Preservando la sua natura di roccaforte, Pietrapertosa si snoda fino ai piedi dell’antico e suggestivo castello saraceno anch’esso scavato nella roccia. Proprio qui, nella parte più alta del paese, ci si ritrova all’interno di un mondo magico: l’Arabata, il quartiere più antico che svela le origini arabe del paese e si mostra in tutta la sua spettacolare bellezza.
Piccole case contadine, incastrate l’una nell’altra e quasi poggiate alla roccia scoscesa, un labirinto di stradine e scalette tutte in salita, costituiscono il quartiere rimasto invariato nel tempo.
Pietrapertosa, come Castelmezzano, con cui condivide l’appartenenza ai “Borghi più Belli d’Italia”, rientra nell’area del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
Tra incontaminate bellezze paesaggistiche e tracce di una storia millenaria, il Parco è uno degli spazi verdi più belli della regione, in cui è possibile scoprire e conoscere, per l’importante valore naturalistico, storico ed etno-antropologico, tutti segreti che la natura può preservare.
Con un’estensione di oltre 27 mila ettari, l’area verde comprende la foresta di Gallipoli Cognato e il bosco di Montepiano, formato da imponenti esemplari di cerro, tigli, peri e meli selvatici, e il raro agrifoglio. Qui vivono diversi animali come lupi, tassi, istrici e gatti selvaggi e tra gli uccelli si possono avvistare falchi pellegrini, poiane e picchi muratori.
In questi boschi ogni anno vengono prescelti il tronco e la cima, lo “sposo” e la “sposa”, protagonisti de “du’ Masc” uno dei numerosi riti arborei celebrati in Basilicata e noti come “Matrimoni tra gli alberi”. Nell’insolito paesaggio del parco si ergono, poi, le maestose rocce di arenaria che formano le Dolomiti Lucane di Castelmezzano e Pietrapertosa e che possono essere sorvolate grazie ad uno dei grandi attrattori lucani: “Il Volo dell’Angelo”.
IL CASTELLO NORMANNO SVEVO
Fortificato (IX sec.) sul punto più alto del borgo antico, da qui si assiste ad uno degli spettacoli più belli che le Piccole Dolomiti Lucane possano offrire.
Coperto da un arco naturale, per la sua posizione, il castello di Pietrapertosa ha sempre assunto una funzione militare di avvistamento e domina l’intero centro abitato. Vi si accede attraverso una scalinata posta a ridosso delle case disseminate nel borgo, poggiata direttamente sulla roccia, ed è proprio questo dettaglio a renderne ancora più suggestiva e unica la visita.
Prima utilizzato dai saraceni, in seguito roccaforte normanno-sveva, la fortezza è stata messa in valore grazie ad una serie di scavi che hanno riportato alla luce importanti reperti archeologici e testimonianze medievali. Il luogo, poi, è suggestivo di per sé, perché pieno di memorie: come quelle di Costanza d’Altavilla, madre di Federico II, che si sarebbe seduta sul “trono della regina”, scavato nella roccia.
Oggi infatti è visitabile e chiunque raggiunga questo punto resta colpito dal panorama di straordinaria bellezza che lo circonda, tra monti, boschi, torrenti e fiumi, che sembrano quasi rincorrersi tra loro.
Dell’antico castello si riconoscono parte delle mura perimetrali, il grande arco d’ingresso e un torrione di avvistamento.
LA CHIESA MADRE DI SAN GIACOMO
Il complesso ecclesiastico di San Giacomo sorge in posizione dominante e si raggiunge passeggiando lungo Via Garibaldi.
Man mano che si ammirano gli antichi portali in ferro battuto disseminati lungo il paese, ci si ritrova davanti alla quattrocentesca chiesa madre di San Giacomo, restaurata di recente. Il tempio è di fondazione quattrocentesca su una fabbrica preesistente e custodisce diverse opere artistiche di pregio che vale la pena ammirare.
In particolare, la chiesa di San Giacomo custodisce numerose testimonianze dell’arte lucana databili tra XV e XVIII secolo, come i due affreschi del pittore campano Giovanni Luce raffiguranti il Giudizio Universale e la Serie Cristologica. Appartengono invece al lucano Pietro Antonio Ferro le due tele con la Decollazione del Battista (1606), una Madonna del Carmine con Bambino fra i Santi Giovanni Battista e Francesco, e una pittura su tavola rappresentante l’Eterno Benedicente.
IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO D’ASSISI
Nella parte bassa del paese sorge il Convento di San Francesco D’Assisi, il quale è impreziosito da numerose opere d’arte ed è organizzato intorno a un chiostro quadrato.
Fondato nel 1474, sul lato occidentale il convento presenta la chiesa a navata unica con copertura in legno a capriate e un presbiterio a pianta quadrata con soffitto a crociera. Fiore all’occhiello del tempio è il pregevole Polittico, attribuito all’artista campano Giovanni Luce. Dello stesso autore sono gli affreschi che decorano le pareti del presbiterio, risalenti al primo trentennio del XV secolo, e raffiguranti il Ciclo Cristologico ed episodi della vita di San Francesco.
Nella navata si possono ammirare altre opere di pregevole fattura tra le quali si distingue una tela dell’Apparizione del Bambino a Sant’Antonio di Padova (1631) attribuita all’artista lucano Giovanni De Gregorio, detto “Il Pietrafesa”, uno dei massimi esponenti della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco, le cui numerose opere sono disseminate nelle chiese e nei conventi della regione.
Molto bella è anche l’Immacolata di Francesco Guma (1628). Dal prezioso valore artistico è anche la cantorea con il coro totalmente intagliato in legno (XVI sec.).
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
IL VOLO DELL’ANGELO
Caso unico in Italia, è possibile vivere l’emozione del volo lungo un cavo d’acciaio lungo un chilometro e mezzo in poco più di un minuto, da Castelmezzano a Pietrapertosa, e viceversa. In Basilicata si “vola” sulle vette delle Piccole Dolomiti Lucane, in due o in solitudine.
“Il Volo dell’Angelo” ogni anno fa vivere l’esperienza della discesa tra le vette e gli incantevoli paesaggi dei due “Borghi più belli d’Italia” e consente di sorvolare le Dolomiti Lucane regalando sensazioni straordinarie e amplificate, sospesi a quattrocento chilometri dal suolo e perfettamente allineati su un cavo di acciaio.
Un tuffo tra cielo e terra con la percezione di accarezzare uno dei paesaggi più suggestivi della Basilicata.
IL PERCORSO DELLE SETTE PIETRE
Un antico tratturo contadino congiunge i comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano da percorrere in circa novanta minuti.
Il Percorso delle Sette Pietre è un viaggio nella fantasia e nella tradizione, che si snoda in sette tappe recuperando una storia tratta dal testo “Vito ballava con le streghe” del giornalista lucano Mimmo Sammartino e traducendo in forme visive, sonore ed evocative i temi e le immagini della narrazione.
Ogni tappa prevede uno spazio allestito e propone una parola chiave che restituisce il senso del racconto: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio. Nella tappa centrale, quella delle “streghe”, il visitatore apprende l’intera storia, attraverso elementi di suggestione scenografica e sonora.
Carnevale,
ultimo giorno di Carnevale: dopo la sfilata delle maschere, il largo Garibaldi si svolge il processo al Carnevale.
Il rito Arboreo del Mascio,
il 13 giugno e il fine settimana successivo si celebra la festa che più caratterizza Pietrapertosa, legata a remoti culti agrari. Il 13 giugno, giorno di Sant’Antonio, viene individuato e abbattuto il mascio, ossia l’albero (un cerro) re del bosco. Il sabato successivo è abbattuta la cima, la regina del bosco, scelta tra gli agrifogli più adorni di rami e foglie. Il mascio, debitamente scortecciato e privato dei rami, e la cima sono quindi trascinati rispettivamente da una pariglia di buoi e una coppia di giovani vacche. Arrivati in paese, i due alberi sposi sono trionfalmente accolti dalla banda musicale e dall’offerta di vino e biscotti ai presenti. Il giorno successivo, le due piante vengono innestate l’una all’altra, e la tradizione cristiana si sovrappone a quella pagana facendo intervenire la processione della statua di Sant’Antonio accompagnata dai cirii, le candele, artisticamente composte sul capo, con cui le donne ballano al suono degli organetti. Nel pomeriggio, i giovani del paese scalano a braccia il mascio. La sera, esplodono i fuochi d’artificio.
Sulle tracce degli Arabi,
il 10 agosto: per una decina di giorni il rione Arabata torna agli antichi fasti, tra suoni, profumi d’incenso, mercatini e il cous-cous proposto dalle locande.
Festa di Santa Lucia,
13 dicembre: la festa inizia con la banda e si conclude con la celebrazione della messa: la sera i ragazzi preparano in una grande caldaia la cuccìa.
“Sapori d’autunno”.
Tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre a Pietrapertosa si ripete ogni anno la tipica manifestazione de i “Sapori d’Autunno”, la mostra mercato di prodotti tipici che offre al visitatore la possibilità di scoprire, tra stand sapientemente allestiti, un borgo incantato dai sapori autentici e irrinunciabili.
Cucina genuina ma ricca di sapori, quella pietrapertosana propone un piatto di riferimento in ogni momento dell’anno.
L’ultimo giorno di Carnevale si cucinano le orecchiette e i fusilli, conditi con il sugo della salsiccia, e la rafanata: una gustosa frittata dal sapore forte con la radice del rafano e pecorino, mentre la domenica delle Palme non può mancare la pasta fatta in casa con la mollica di pane fritta e noci tritate, un tempo pasto tipicamente contadino, oggi pietanza molto ricercata.
A Santa Lucia la cuccìa, un misto di grano, ceci, fave lessati e conditi con poco sale.
Particolarmente diffusi sono gli insaccati di maiale preparati in modi diversi, freschi o stagionati, ma sempre appetitosi. Tra le carni dominano agnello e capretto, ma costituiscono un’eccellenza anche i formaggi, dal pecorino alla ricotta fresca o salata. Da non perdere, tra i dolci, Ie Scrippelle, pasta fritta condita con sale e zucchero, o le Fazzemole, pasta di uova fritta cosparsa di zucchero e miele.
Anche qui è sempre più raro trovare i prodotti dell’antica tradizione artigianale. Tuttavia, resiste ancora qualche esperto intagliatore che produce piccoli utensili di legno, magari con la decorazione di un galletto o un cavalluccio in cima al manico.
Ristorazione
Ristorante La Locanda di Pietra
Cucina tipica lucana con varie specialità tra le quali: peperoni cruschi, maialino nero cotto a bassa temperatura, agnello delle Dolomiti al timo selvatico con funghi, costata di Podolica alla brace.
Via Giuseppe Garibaldi, 58
+39 0971 983181
+39 368 3865863
Ospitalità
Albergo Diffuso – Le Costellazioni
Dimore ospitali incastonate nel cuore del borgo per vivere un’autentica esperienza di un soggiorno alla scoperta della storia, le bellezze naturali, i prodotti enogastronomici, gli usi e le tradizioni del territorio.
Vico 1° Nazionale,12
+39 0971 1746836
+39 328 4438239
info@lecostellazionilucane.it
www.lecostellazionilucane.it
Dimora Cigno
Casa nella roccia
Accogliente dimora dotata di tutti i comfort, tra le case di pietra incastonate nella roccia nell’antico quartiere arabo Ràbata, punto più alto del borgo.
Via Guglielmo Pepe, 39/43
+39 335 1309371 – 333 4827940
info@dimoracigno.it