Salemi
Del pane e della pietra
Comune di salemi
(Provincia di Trapani)
Altitudine
m. 446 s.l.m.
Abitanti
10647
info turismo
ufficioturistico@cittadisalemi.it
Ufficio turistico e di accoglienza _ Piazza Libertà
tel +39 0924 991400
apertura ufficio da lunedì a sabato ore 9.30/13.00
www.livingsalemi.it (Sito turistico-culturale)
www.salemi.gov.it
Il nome
La città di Salemi è posta sul sito dell’antica città elima di Halyciae. Nell’827, cadde sotto l’egida degli arabi che la fecero prosperare e con i quali sembra avere avuto origine il nome Salemi.
Al riguardo, vi sono diverse teorie sull’origine del nome: quella attribuita in onore di “Saleiman” figlio del comandante che conquistò Alicia; quella conseguente da “Sale” per la presenza del fiume Salso che rende le acque che attraversano la città salmastre; quella derivante dal significato di “Salam” e cioè città salubre e sicura; quella tratta dal significato di pace “Salem”.
La storia
Salemi sorge in collina tra le vigne e gli uliveti della valle del Belice, intorno al castello normanno svevo. La cittadina, di impronta medievale, si trova al centro della provincia di Trapani. L’antica Halicyae, di influenza elima, è ricca di testimonianze archeologiche, da Mokarta a Monte Polizo all’area di San Miceli. Il centro storico è uno scrigno di tesori architettonici che meritano una visita: palazzi storici realizzati con la locale pietra campanella, chiese, il quartiere ebraico della Giudecca e quello islamico del Rabato.
Salemi è la “Città dei pani”: la lavorazione dei pani devozionali è infatti una pratica comune a diverse celebrazioni dalla tradizione secolare che ancora oggi si festeggiano nella cittadina.
Le più note sono la Festa di San Giuseppe del 19 marzo, con le sue celebri “cene” e gli “altari”,
la festa di Sant’Antonio Abate con i “cudduri” e la Festa di San Biagio con i “cavadduzzi” e i “cuddureddi”.
La formazione geologica del suolo risale prevalentemente al Pliocene per cui vi abbondano le argille, il silice ed il calcare. In alcune contrade, quali “Grutti “ e “Gessi”, predomina il solfato di calcio di formazione miocenica.
L’economia è prevalentemente agricola con particolare vocazione per la viticoltura che occupa circa il 50% della superficie coltivata, la cerealicoltura, con circa il 30%, l’olivicoltura, con il 5% ed altre colture minori come gli agrumi e gli ortaggi.
La zootecnia, un tempo assai fiorente, è in calo al punto che la superficie riservata al foraggio, sino a qualche decennio addietro pari al 30%, oggi non supera il 5% dell’intero agro. Nelle poche zone incolte prospera la tipica flora mediterranea con particolare riferimento all’origanum vulgare (origano), all’arundo amphelodesmo ( “disa”) ed alla chamaerops humilis (“giummara”) usata un tempo per la fabbricazione di scope e stuoie.
Salemi si trova al centro geografico della Provincia di Trapani, peculiarità che le consente di essere equidistante dai grandi centri turistico-culturali della Sicilia occidentale, quali Selinunte, Cave di Cusa, Mothia, Riserva naturale dello Stagnone ed Erice, dai quali dista, in media, 35 km.
Castello Normanno Svevo; Palazzo dei Musei, Ex chiesa Madre; quartiere arabo “Rabato”; quartiere ebraico; aree archeologiche di Mokarta, Monte Polizo e San Miceli; Antica Fornace Sant’Angelo; chiese del centro storico (circa 25).
Il Sistema Museale di Salemi è caratterizzato da un corposo patrimonio artistico. Esso comprende il museo d’arte sacra, museo archeologico, museo del risorgimento, museo della mafia, il castello Normanno Svevo, la biblioteca comunale, il centro per il cinema indipendente “Kim”, le aree archeologiche di Mokarta, San Miceli e Monte Polizo.
3 febbraio, Festa di San Biagio: contraddistinta dai “cavadduzzi” (cavallette), realizzati con il pane, per celebrare il Santo che secondo la leggenda fu abile nello scacciare un’invasione di locuste.
19 marzo, Festa di San Giuseppe: caratterizzata dagli Altari e dalle Cene dedicate al Santo. Tra folclore e devozione il rito consiste in un ricco banchetto che conta a volte più di cento piatti della cucina contadina. Gli altari sono invece realizzati dalle associazioni cittadine e decorati con splendidi pani, vere e proprie opere d’arte modellate con maestria per rievocare simboli religiosi e pagani.
Il piatto tipico è la “busiata” da gustare con diversi sughi. Da gustare anche le “alivi scacciati” (olive schiacciate), le “milinciani sutt’ogghiu” (melanzane sott’olio), le sarde a beccafico. I dolci tipici sono quelli con la ricotta, come le “cassatedde” o cassatelle e la sfincia. Tradizionale è pure il buccellato, impasto di pasta frolla, a forma di ciambella e farcito con chi secchi, uva passa, mandorle, scorze d’arancia.
Si segnala, inoltre, la Vastedda della Valle del Belice: formaggio di latte di pecora a pasta filata, ottenuto con latte ovino intero, crudo, ad acidità naturale di fermentazione, di pecore di razza Valle del Belice e suoi incroci. Viene prodotto tipicamente nella stagione estiva. È l’unico formaggio italiano di pecora a pasta filata.
Pani di San Giuseppe;
Pani di San Biagio: “cudderedde” e “cavadduzzi”.
Pietra “campanedda”
Ristorazione
Ospitalità
Casa Vacanze “Nel cuore del borgo”
Delizioso e confortevole, in posizione privilegiata per poter raggiungere i principali centri turistico-culturali della Sicilia occidentale.
Via Francesco Crispi, 69
+39 333 6560913
nelcuoredelborgo@gmail.com