Militello in Val di Catania
Ninfe, Sante e Principesse

Comune di MILITELLO IN VAL DI CATANIA
(Provincia di Catania)
Altitudine
m. 413 s.l.m.
Abitanti
7109

patrona principale

Santa Maria della Stella, 8 settembre

patrono

Santissimo Salvatore, 18 agosto

info turismo

Ufficio Informazioni Turistiche
Pro Loco – Largo Majorana s.n.
Tel. 329 3387910
Facebook: Associazione Turistica Pro Loco Militello in Val di Catania

Infopoint – Piazza Municipio
Tel. 095 7941325
www.comunemilitello.it

Lo spirito del luogo

Il nome

Tre le ipotesi sull’origine: da MilitumTellus, “terra di soldati”, per la presenza di un avamposto romano durante la guerra contro Siracusa nel 214 a.C.; da piccola Mileto, retrodatando all’epoca greca la nascita del primo insediamento; da MellisTellus, “città del miele”.

La storia
Le molte necropoli rupestri disseminate nel territorio testimoniano la presenza umana già nel terzo millennio a.C. Con la colonizzazione greca, a partire dal VI sec. a.C., si fanno più evidenti le prove dei primi nuclei abitati. L’attuale borgo potrebbe aver avuto origine in epoca bizantina (VI-IX sec.) riadattando alcune necropoli in abitazioni abbarbicate sulle balze protese verso la valle del fiume Loddiero. L’oppidumMilitelliè conosciuto solo dalla fine dell’anno Mille, in seguito all’avvento dei Normanni, con i quali inizia la storia documentata del luogo. Nel 1249 è investito del feudo Bonifacio de Camerana; nel 1308 ai Camerana succedono i Barresi; nel 1567 il borgo passa ai Branciforte che lo tengono fino all’abolizione del feudalesimo nel 1812.È durante il governo del principe Francesco Branciforte e della moglie Giovanna d’Austria, nel primo ventennio del Seicento, che Militello vive il suo periodo d’oro, contraddistinto da importanti opere pubbliche,cenacoli artistici e perfino da una stamperia. Dopo il terremoto del 1693 il paese viene lentamente riedificato verso nuove direttrici. Nonostante vari attacchi al suo patrimonio monumentale in nome di una malintesa modernità, Militello è riuscita ad entrare nel 2002 nella lista dei Beni dell’Umanità Unesco grazie all’arte e all’architettura tardo barocca, splendidamente rappresentate dalla chiesa di San Nicolò e del Santissimo Salvatore e da quella di Santa Maria della Stella. L’itinerario comincia dall’abbagliante prospetto color ocra pieno di intagli barocchi dell’ex monastero dei Benedettini in piazza Municipio, cui fa da contraltare l’adiacente palazzo Baldanza-Denaro, adorno dei suoi balconi panciuti. Si visitano poi la chiesa dell’Immacolata Concezione, l’ex convento dei Cappuccini e la chiesa di Sant’Antonio di Padova con il campanile a cuspide bicromo (1716). Su piazza Vittorio Emanuele II si affacciano la nuova chiesa madre dedicata a San Nicolò e al Santissimo Salvatore – edificata dopo il sisma del 1693 in sostituzione di quella che sorgeva nel quartiere medievale – e il palazzo Reforgiato-Liggieri. Nel vicino oratorio della Madonna della Catena troneggiano dodici sante siciliane in una fantasmagoria di volute, ghirigori e decorazioni. Scendendo per la via Umberto I appare l’originale facciata concava della chiesa del Santissimo Sacramento al Circolo. Nella via parallela si ammirano i palazzi Baldanza e Niceforo-Laganà, e subito dopo la raffinata chiesa di Santa Maria della Stella, con campanile separato. Più avanti, sulla via Porta della Terra, si incontrano il massiccio palazzo dei Leoni, l’ex convento dei Domenicani e la chiesa di San Sebastiano, prima di arrivare a palazzo Tineo e ai monumentali ruderi della chiesa di impianto normanno di Santa Maria la Vetere, di cui rimane il bellissimo portale scolpito nei primi del Cinquecento. Tornati alla porta della Terra, si ammira la fontana della ninfa Zizza, costruita dai principi Branciforte a ricordo dell’incanalamento delle acque della sorgente Zizza nel 1607. Più avanti, in un panoramico slargo, si trova la chiesa del Purgatorio. Da via del Bastione ci si inoltra nel quartiere di San Pietro, un reticolo di stradine, vicoli e cortili di chiara origine medievale, sorvegliato dal solido contrafforte del castello. Da un rivolo del vecchio abitato si sfocia in un crocicchio dove si fronteggiano il monastero di San Giovanni Battista e la chiesa dell’Angelo Custode, entrambi con artistici pavimenti maiolicati. Qualche metro più avanti, in uno spiazzo, si nota il settecentesco palazzo Iatrini, mentre la chiesa del Crocifisso al Calvario,teatro degli eventi della Settimana Santa, è posta all’estremo limite occidentale del paese.

La chiesa Matrice dedicata a San Nicolò e al Santissimo Salvatore è ricca di tesori artistici – argenti, stampe, paramenti, sculture, dipinti – esposti, per la maggior parte, nel Museo San Nicolò realizzato nei suoi sotterranei.

La chiesa di Santa Maria della Stella, sorta dopo il terremoto del 1693,custodisce il sarcofago di Blasco II Barresi e due importanti opere del Quattrocento: la Natività,una ceramica di Andrea della Robbia, e il Ritratto di Pietro Speciale, bassorilievo attribuito a Francesco Laurana.

Nella chiesa del secentesco monastero dei Benedettini,voluto dal principe Francesco Branciforte e dalla moglie Giovanna d’Austria, si conservano il settecentesco coro in noce intagliato e il dipinto L’ultima comunione di San Benedetto di Sebastiano Conca

Sono due le feste patronali: quella del Santissimo Salvatore (17-18 agosto) e quella di Santa Maria della Stella (7-8 settembre). Molto seguiti anche i riti della Settimana Santa.

Si svolge in agosto e settembre il MIFF (Militello Independent Film Fest), rassegna annuale di cinema. Ottobre è invece il mese della Sagra della Mostarda e del Fico d’India, un’occasione per degustare il fico d’India e i suoi derivati (mostarda, succhi, marmellate, dolci) e altri prodotti tradizionali, come le cassatiddine, la pipirata, la mostarda secca e i biscotti.