San Giorgio
Antico borgo di pietra tra ulivi e vigne della Valpolicella.

Comune di sant’ambrogio di valpolicella
(Provincia di Verona)
Altitudine
m. 392 s.l.m.
Abitanti
11756 (356 nel Borgo)

Lo spirito del luogo

Il nome

San Giorgio di Valpolicella detto anche San Giorgio Ingannapoltron (inganna i pigri), perché la salita per raggiungerlo è più faticosa di quanto appaia. In realtà il toponimo corretto è San Giorgio in Ganna. Ganne, nome pre-romano, significherebbe “mucchio di pietre” o “località rocciosa e pietrosa”.

 

La storia

La Preistoria

Nel territorio attorno a San Giorgio le prime tracce dell’uomo sono testimoniate dai cospicui materiali preistorici rinvenuti; essi sono ascrivibili al periodo che vanno dal Paleolitico al Neolitico (da 40.000 a 4.000 anni a.C.). Numerosi altri ritrovamenti entro l’attuale abitato, appartenenti all’età del Bronzo e all’età del Ferro frammisti a vari materiali romani, testimoniano una significativa presenza abitativa tra V e IV secolo a.C. e fino in età romana. Tutti questi dati mostrano come San Giorgio rappresentasse un importante nodo di scambio tra la pianura e l’area centro alpina.

L’età romana

L’ipotesi che San Giorgio fosse un importante centro religioso viene dalla molte iscrizioni sacre che sono state rinvenute in questa località e che sono in parte conservate nel locale museo-antiquarium.

Al villaggio di San Giorgio è attribuito il titolo di capoluogo religioso del Pagus degli Arusnati, una popolazione di cultura etrusco-retica a cui venne garantita una certa autonomia amministrativa, una volta che Verona divenne municipium romano.

Aveva inoltre un’importanza strategica per il controllo sulla grande arteria consolare romana, la Via Claudia Augusta Padana, sui traghetti dell’Adige, sulla strata de Alemannia, e sulla fertile pianura.

Dal Medioevo all’età moderna

La sua posizione dominante di controllo sulla Valpolicella e sulla Valdadige doveva costituire una particolare importanza per questo sito, che accanto alla curia aveva il suo palatium (centro amministrativo). Un’iscrizione sul Ciborio, all’interno della pieve, riporta un riferimento a Re Liutprando (712-744) e indica, per l’età longobarda, la presenza di un clero residente e di alcuni funzionari pubblici, che amministravano il fisco regio in loco.

Il borgo venne fortificato probabilmente nel corso del X secolo, secondo un processo di “incastellamento”, anche se non si può escludere che strutture difensive fossero già presenti dalla tarda antichità o dall’età longobarda.

Dal XIII secolo San Giorgio perde la sua importanza strategica, pur mantenendo una certa centralità per la presenza della Pieve, si assiste ad uno spostamento della popolazione verso gli insediamenti a valle. Questo, però, ha contribuito a trasmetterci una situazione urbanistica di San Giorgio pressoché inalterata, caratterizzata da un forte accentramento, priva di case o contrade sparse, che rimanda al castrum medioevale.

Dopo la caduta degli Scaligeri e dei Visconti, nel 1405 il Vicariato della Valpolicella e quindi anche San Giorgio, passa, conservando i suoi privilegi, sotto il dominio della Repubblica di Venezia fino al 1797; diventa uno dei tre piovadeghi del Vicariato (chiesa con fonte battesimale) e gode di un lungo periodo di tranquillità e benessere.

Dalla fine della dominazione veneziana, la popolazione impegnata principalmente nell’agricoltura e nella escavazione e lavorazione della pietra, alternò momenti di pace e progresso (metà anni ‘800) a momenti di emigrazione e di esodo (1876-77 / 1950-70).

Ad oggi sono rimaste inalterate le antiche vocazioni di questo territorio, come la produzione agricola (olio extra vergine di oliva e vino) e la lavorazione della pietra; ad esse si è aggiunto il turismo enogastronomico e culturale, ma anche naturalistico.

(Testi tratti da “San Giorgio di Valpolicella” guida di storia e arte veronese, di Pierpaolo e Andrea Brugnoli – GBE Editore)

San Giorgio ha rappresentato nel tempo, in maniera continuativa almeno sin dall’ ottavo secolo a.C., un luogo importante per l’uomo, sia per la sua sacralità che come centro della vita collettiva di tutta la Valpolicella.

La Pieve di San Giorgio di Valpolicella

Al centro del castrum, la chiesa (pieve barbarico-romanica), risale al VII-VIII secolo, il che ne fa uno dei luoghi di culto, tuttora utilizzati, più antichi di tutto il territorio Veronese.

Dotata di chiostro, sala capitolare e campanile, la chiesa fu costruita su resti di precedenti edifici molto antichi; il Cristianesimo si andò diffondendo lentamente anche in Valpolicella e i luoghi di culto pagano vennero spesso sostituiti o inglobati nelle chiese.

L’area archeologica

Dal chiostro della Pieve si accede all’area archeologica sul retro dell’abside orientale; qui sono visitabili i ritrovamenti di alcuni edifici, scavati nella roccia, dell’età del Ferro

Il Museo-Antiquarium

A fianco della chiesa, si trova l’ingresso dell’antiquarium, che raccoglie tutti i reperti della preistoria, dell’età del bronzo e del ferro e dell’età romana trovati nel paese e nei suoi dintorni.

La via Crucis dei Lapicidi

Accanto al Cimitero, gli allievi della Scuola d’Arte (l’unica scuola d’arte italiana di proprietà comunale) hanno scolpito una via crucis speciale.

Le Marogne

Elemento caratteristico della collina veronese, in particolare in Valpolicella, sono i terrazzamenti realizzati con muretti a secco, detti marogne (inserite nel registro nazionale dei paesaggi storici). 

Le Cave

Nei dintorni di San Giorgio ci sono numerose cave di marmo Rosso Verona e di pietra.

I sentieri

Numerosi sono i sentieri che ricalcano antichi percorsi. Immersi nella natura, tra vigneti e alberi fioriti, permettono di raggiungere vecchie fontane, ville venete, chiese e forti austroungarici.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

FESTA DI PRIMAVERA – ZUGHI EN PIASSA (25 Aprile)

E’ la festa di bambini e ragazzi. I giochi di una volta vengono riproposti sulla piazza della Pieve. Sono previste, inoltre, escursioni guidate e laboratori di carattere naturalistico, etnografico ed archeologico.

LA NOTTE ROMANTICA ( 25 Giugno)

Notte promossa dal Club “I Borghi più Belli d’Italia”. Il sabato successivo al solstizio d’estate, tutti i Borghi del Club organizzano una notte speciale, la notte bianca degli innamorati. Una notte magica e romantica nelle bellezze architettoniche e naturalistiche del borgo.

CORTEGGIANDO (primo sabato di luglio)

Gli abitanti del borgo aprono le loro corti storiche a turisti e visitatori, che potranno ascoltare  musica e degustare piatti e buoni vini locali.

IL BORGO DEI DESIDERI (10 Agosto)

Il 10 agosto nei Borghi più Belli d’Italia si celebra la notte delle stelle cadenti. Nel pozzo del chiostro si raccolgono i desideri di cittadini, turisti, visitatori. Il borgo silenzioso, illuminato solo dalle candele e dalle stelle, rapisce e fa sognare.

FESTA DE LE FÀE (Seconda Domenica di Novembre)

Secondo un antichissimo rito gli abitanti, in costumi storici, distribuiscono la minestra di fave.  Musica, balli, iniziative culturali, visite guidate e bontà eno-gastronomiche allietano la festa.

Nel rispetto della stagionalità e ispirati alla tradizione, i piatti che il Borgo offre sono semplici e gustosi.

  • minestra di fàe (fave) (in autunno)
  • paparele e fiagadini (tagliatelle in brodo con i fegatini)
  • pasta e fasoi (pasta e fagioli)
  • bigoli con le sardele (sarde)
  • coniglio in umido
  • lepre in salmì
  • brasato all’Amarone
  • tortel con l’erba amara (frittata alle erbe)
  • soppressa veronese (salame con l’aglio)
  • formaggio Monte Veronese della Lessinia
  • tartufo nero
  • pissota con l’oio o sulla gradela (focaccia dolce)
  • brassadele (ciambelle dolci) e nadalin (dolce alle mandorle)
  • sosole e fritole (dolci di carnevale)

La presenza di ulivi e vigneti porta alla produzione di olio extra vergine di oliva e dei vini DOC e DOCG della denominazione Valpolicella: Amarone e Recioto, Valpolicella, Valpolicella Superiore e Ripasso. Il frutto dell’estate è la ciliegia, mentre cave e laboratori di pietra sono testimoni di un’antica artigianalità e cultura.

ANGIORGIO_SEREGO-ALIGHIERI

Adagiate sulle dolci colline della Valpolicella, terra dell’Amarone, le Possessioni Serego Alighieri appartengono ai discendenti del Poeta Dante dal 1353. Visitarle è un tuffo nella storia di questa nobile famiglia, che da 21 generazioni tramanda la passione per il vino e il suo territorio.