Locorotondo
Locorotondo, Borgo a cummèrse e Città del Vino
Comune di locorotondo
(Provincia di Bari)
Altitudine
m. 410 s.l.m.
Abitanti
14060 (850 nel borgo)
Patrono
San Giorgio Martire, 23 aprile
Compatrono: San Rocco, 16 agosto
info turismo
Info-Point Locorotondo
Via Morelli, 24
Tel. 080 4312788
Il nome
Il nome del borgo deriva dal latino locus rotundus, relativo alla sua forma circolare. Il primo documento scritto, tra quelli noti, risale all’anno 1195: un diploma imperiale in cui Enrico VI di Svevia confermò l’esistenza di un “Locus qui dicitur rotondus” e una chiesa dedicata a San Giorgio tra i feudi appartenenti al Monastero benedettino di Santo Stefano a Monopoli.
La storia
Il borgo è situato nel cuore della Valle d’Itria a 410 metri sul livello del mare. Annoverato tra i borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club, si distingue per il suo centro e il suo esteso agro con 147 contrade abitate. La veduta più suggestiva è quella che si ha pervenendo da Martina Franca, dove si può ammirare via Nardelli, meglio nota come lungomare, sulla quale si affacciano le tipiche case locali, le cummèrse, parte della cupola e del campanile della chiesa madre. Il centro storico è impreziosito e caratterizzato dalla presenza delle “cummèrse” (dal latino cum vertice) case dal tetto spiovente realizzate con le chiancarelle, pietre calcaree tipiche del territorio, che fanno da cornice al meraviglioso borgo e che sono distribuite nei bellissimi vicoli bianchi adornati e profumati da balconi e atri in fiore e dalle facciate “allattate” col latte di calce. Un paese dalle antiche origini, il cui primo documento scritto, tra quelli noti, risale all’anno 1195: un diploma imperiale in cui Enrico VI di Svevia confermò l’esistenza di un “Locus qui dicitur rotondus” e una chiesa dedicata a San Giorgio tra i feudi appartenenti al Monastero benedettino di Santo Stefano a Monopoli. Diverse dominazioni e famiglie si contesero e succedettero nella storia di Locorotondo: dai Cavalieri Gerosolimitani (1314), ai Del Balzo Orsini e Pirro dei Loffredo (negli anni 1400), altra famiglia napoletana. Dopo un breve periodo con i Carafa (fine 1400), il potere tornò ai Loffredo (1530) contendendosi poi la dominazione del borgo per metà dai Loffredo e poi dai Figueroa e l’altra metà ai Borrassa. A partire dal 1500 furono edificate nuove chiese, l’Università, (l’attuale biblioteca comunale), vicino al sorprendente portale di Palazzo Morelli.
“U Curdunn ci pais!! iè nu stuzz d paradis” : questo verso di Don Peppino Rosato erge Locorotondo a pezzo di Paradiso. Come dargli torto?! Case bianche con tetti spioventi utili per la raccolta dell’acqua, vicoli lastricati, balconi e atri in fiore, monumenti preziosi, borgo che si sveglia presto al mattino con le signore che lavano le ”chianche”, che diffondono profumi dalla cucina e ti accolgono con sorriso e amore.
Due sono le principali porte d’accesso al centro storico: Porta Vecchia o Porta Napoli, che immette in Piazza Vittorio Emanuele, il salotto del centro storico, mentre dalla parte opposta c’è Porta Nuova o porta Lecce, il cui omonimo vicolo conduce direttamente alla Chiesa matrice detta “Madre” dedicata al patrono San Giorgio Martire, nel cuore del borgo. Monumenti di rilevante interesse sono le Chiese di San Nicola, della Madonna della Greca, di San Rocco, della Madonna del Soccorso, dello Spirito Santo e della Madonna della Catena. Da Largo Bellavista, da via Nardelli, dalla villa comunale Garibaldi, è possibile rivolgere un disteso sguardo sulla Valle d’Itria, che prende il nome dal culto della Vergine d’Hodegitria, scorgendo trulli, muretti a secco, vigneti, uliveti e il monumentale complesso di Sant’Anna di Renna. La pietra, la natura e il paesaggio offrono imperdibili scenari mozzafiato. Nell’agro menzioniamo fra i tanti punti d’interesse il Trullo di Marziolla, il più antico tra i datati in Valle d’Itria, le Chiese rurali come in Contrada San Marco e Contrada Trito, e la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, il cui tratto rinnovato attraversa parte del territorio.
CHIESA MATRICE DI SAN GIORGIO MARTIRE: L’attuale Chiesa dedicata al Santo Patrono Giorgio, eretta tra il 1790 e il 1825, sorge sui ruderi delle fondamenta di altre due chiese, la precedente cinquecentesca e il primitivo Casale San Giorgio. La sua facciata esterna di ispirazione neoclassica si erge luminosa e imponente, con il gruppo scultoreo di San Giorgio nel timpano, le statue di San Pietro e Paolo agli angoli, una cupola alta 35 metri e il campanile. All’interno la struttura presenta una pianta a croce greca inscritta, impreziosita dalle opere di diversi artisti napoletani, tra cui Gennaro Maldarelli, con quattro grandi dipinti sui rispettivi altari (1839-1841. La ripavimentazione del 2010 prevede in alcuni punti dei lastroni di vetro che mostrano parti delle precedenti costruzioni tra cui parte della facciata cinquecentesca. Il Santo viene festeggiato il 23 aprile, preceduto dalla sentita e importante cerimonia del dono il 22 aprile. Accanto alla Chiesa Madre si erge la Chiesa della Santa Annunziata, costruita agli inizi dell’800 sulle fondamenta dell’omonimo oratorio.
PALAZZO MORELLI: Eretto nel 1819, Palazzo Morelli, a pochi metri dalla biblioteca comunale e dall’ info-point turistico, rappresenta un raffinato esempio di architettura barocca.
Attraversando il portone d’ingresso, si apre un piccolo cortiletto visitabile, dove, intorno alla scala esterna, si può notare una distribuzione gerarchica degli spazi, tipica delle abitazioni dominicali.
CHIESA DI SAN NICOLA DI MYRA: La chiesetta seicentesca è un vero gioiello e sintetizza le due strutture tipiche del territorio: la cummèrsa a navata unica con volta a botte e il cono del trullo nella cupola. Realizzata per volere di Paolo De Aprile, si caratterizza per la presenza di una ricca decorazione parietale ascrivibile agli inizi del XVII secolo. Rientra dal 1977 tra gli edifici di notevole interesse storico e artistico.
CHIESA MADONNA DELLA GRECA: Sull’origine di questo splendido edificio non si hanno notizie certe; il primo riferimento documentario risale ad appena il 1520, mentre è, invece, evidente da una serie di elementi che la sua fondazione sia avvenuta molto tempo prima.
Ha un impianto basilicale a tre navate di cui la centrale, composta da quattro campate, con volte ogivali a crociera costolonata, e le due laterali da mezze botti rampanti ed unghiate. La volta a semibotte è propria delle chiese pugliesi a cupola in asse, che ebbero diffusione nel XII e nel XIII secolo. Tuttavia i due sistemi sono presenti accostati molto raramente, nella chiesa di san Benedetto a Brindisi ed in quella di santa Maria de Colonna a Trani.
CHIESA DI MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA: L’edificio venne edificato nel 1858, sui ruderi dell’ormai scomparso castello, ad opera della Confraternita della Vergine dei Sette Dolori, tuttora attiva. Un imponente edificio chiamato “Gran Cavaliere” con una grande torre quadrata e ponte levatoio nei cui sotterranei si collocava la fossa di luogorotondo, sede di soprusi e molte ingiustizie. Oggi è possibile scorgere sulle mura esterne a sinistra della Chiesa dei conci che potrebbero appartenere al castello. La nuova Chiesa sostituisce l’antico oratorio presente in quella che ancora oggi viene chiamata via Addolorata Vecchia (nei pressi della Chiesa Madre). Sulla facciata neoclassica vi sono i simboli della Confraternita. Le statue presenti all’esterno sono riconducibili alle sibille Delfica ed Eritrea.
CHIESA DI SAN ROCCO: L’edificio ha subito nel tempo diversi rifacimenti, tra cui uno nel 1872, ed attualmente presenta una facciata semplice in stile neoclassico. Nel timpano vi è un altorilievo del santo. La Chiesa nasce dalla devozione nei confronti del Santo per aver salvato il paese da un’epidemia di peste scoppiata tra il 1690 e il 1691, ma dell’omonima cappella si hanno tracce già nel XVI secolo. All’interno si ammirano inoltre una tela del 1834 con San Rocco fra gli appestati, realizzata dal locorotondese Antonio Semeraro e due tele di autore ignoto, di San Francesco da Paola e un’immagine di Sant’Irene con veduta di una città. Vi sono poi due statue settecentesche di Sant’Eligio e Sant’Oronzo. San Rocco viene celebrato il 16 agosto con una importante e lunga festa, caratterizzata da un ricco programma religioso e civile, che coinvolge tutti i cittadini.
CHIESA DELLA MADONNA DEL SOCCORSO: La piccola e accogliente chiesetta immersa nei vicoli del borgo antico a pochi passi da Piazza Vittorio .Emanuele, fu edificata per volere e imposizione del barone del tempo Giovanni Giacomo Borrassa, di origine spagnola, il quale utilizzò il contributo di un cittadino, Vincenzo di Borgerio, donato per ampliare un’esistente omonima cappella e che il Borrassa pensò bene di demolire per far costruire l’attuale, presumibilmente edificata prima del 1632, anno del suo decesso. Presenta in facciata un semplice portale lunettato con un obolo circolare e un piccolo campanile a vela e lo stemma della casata. All’interno vi è la suggestiva tela di autore ignoto, ascrivibile al XVII secolo raffigurante una Madonna combattente, la Vergine detta del Soccorso, che brandisce un bastone per scacciare il maligno e salvare un bambino. Oggi la Chiesa è custodita dalle abitanti dei vicoli adiacenti.
CONTRADE: L’agro è molto vaso e conta ben 15 contrade popolate, dove la pietra, la natura e il paesaggio offrono imperdibili scenari mozzafiato. Architettura rurale, tratturi, trulli, masserie, muretti a secco, vigneti, uliveti si distendono in un territorio che affonda le sue radici nella vita rurale e contadina, laboriosa e sempre viva.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
In Via Nardelli vi è un campo di beach volley e beach tennis con un mini parco giochi per bambini;
In Piazza Antonio Mitrano vi è un parco giochi per bambini e un campetto polivalente;
In Viale Olimpia vi è lo stadio comunale.
MUSEO PERLE DI MEMORIA: dagli oggetti ai gesti della tradizione”: una mostra-museo interattiva, dedicata alla valorizzazione degli antichi mestieri e del sapere tradizionale, curata dall’ Associazione culturale “Il tre ruote ebbro”. All’interno del complesso di Sant’Anna di Renna, i gesti della tradizione prendono forma attraverso un uso sapiente della tecnologia, nel tentativo di riconsegnare memoria e dignità ai mestieri di un tempo come il calzolaio, il trullaro e il trainere solo per citarne alcuni.
GIARDINO STORICO DI MASSERIA FERRAGNANO: giardino ottocentesco all’italiana ubicato nel complesso di una masseria storica, con piante della macchia mediterranea, due cedri secolari, una fontana monumentale, un torrione, lo scalone monumentale e busti lapidei. Un vero e proprio scrigno di arte, natura e bellezza. Il giardino è gestito dall’ Associazione culturale “Valle d’Itria Bonsai”, ed è anche sede comunale per i matrimoni civili.
FESTIVAL MUSICALI
Luglio e agosto, dicembre LOCUS FESTIVAL
un festival dal respiro internazionale in cui mettono radici i suoni che definiscono gli orizzonti musicali del futuro. Protagonisti grandi nomi della scena musicale internazionale e tante altre attività culturali. Organizzazione: Bass Culture Srl
Agosto: VIVA! FESTIVAL- VALLE D’ITRIA INTERNATIONAL MUSIC FESTIVAL
Concerti, talk, presentazioni, innovazione declinata sotto diversi punti di vista: cultura, arte, socialità, salute con appuntamenti Extra-Viva Organizzazione: Turnè Srl con Club to Club
Giugno: MUSICA IN FESTIVAL
Rassegna di musica jazz nella splendida cornice del centro storico di Locorotondo
Organizzazione: Associazione Amici della Musica di Francesco Acquaviva con la direzione artistica di Giovanni Angelini
Agosto e dicembre: MUSIChiamo
rassegna musicale con artisti locali e a scopo benefico, organizzata da amo puglia e associazione Comasia Jacovazzo Progetto Providens
FESTIVAL CULTURALI
Giugno-luglio-agosto: LIBRI NEI VICOLI DEL BORGO, LUOGHI DA LEGGERE E LIBRI DA SCOPRIRE
Presentazione di libri e importanti autori tra le vie del centro storico e in location suggestive di Locorotondo, rientrante nel circuito “Locorotondo Città che Legge”. Prevsti anche appuntamenti extra in primavera, autunno e inverno. Organizzazione: Associazione Cultura nel Borgo
Novembre, dicembre e gennaio: NATALE A LOCOROTONDO
Festival di luci e addobbi natalizi da metà novembre a metà gennaio, con divesi eventi e iniziative, quali presepi, mostre, concerti, animazione per adulti e bambini, organizzati in collaborazione con associazioni ed enti.
Giugno, luglio e agosto: BALCONI FIORITI: concorso che premia i balconi, gli atri e i vicoli in fiore più beli del centro storico, a cura de I Briganti.
Novembre: Vini soTto le cummèrse,
rassegna dei vini da vitigni autoctoni con degustazioni di cantine pugliesi e prodotti tipici. Organizzazione del Comune di Locorotondo con Istituto tecnico agrario Basile Caramia, CRSFA Basile Caramia, Fondazione ITS Agroalimentare Puglia, Ecomuseo Di Valle d’Itria, Info Point Locorotondo, I Briganti, e diversi operatori e cantine.
Da ottobre a maggio: ASSOLI IN SCENA
Rassegna teatrale con spettacoli che fondono recitazione e musica, a cura dell’Associazione Teatri e Culture.
Vengono, inoltre, organizzate altre interessanti iniziative a carattere culturale, artistico, musicale, sociale ed enogastronomico, come le già citate, patrocinate e\o supportate dal Comune di Locorotondo. Basta seguire le pagine social del Comune di Locorotondo e dell’Info – Point Locorotondo per restare sempre aggiornati.
TRIDDO: Il triddo o maltrito è una pasta casalinga fatta di semola di grano duro, uova e aggiunta di pecorino o parmigiano e prezzemolo. Dopo averla lavorata col mattarello per creare una sfoglia, viene lasciata ad asciugare, per poi staccarne dei pezzettini. Così nasce il triddo, cucinato rigorosamente in brodo, e preparato in giorni particolari, solitamente dopo una festività come il 26 dicembre e il 17 agosto (giorno successivo alla festa patronale di San Rocco).
GNUMERÈDDE SUFFUCHÈTE: Il Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali ha inserito gli gnumerèdde suffuchète du Curdùnne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Puglia. Sono involtini di trippa di agnello cotti in brodo. In un tegame di terracotta, dopo aver soffritto la cipolla finemente affettata, si aggiungono gli involtini di trippa di agnello, preparati e venduti nelle macellerie, e il tutto viene condito con sale, pepe, pomodorini e formaggio. Si lasciano cuocere per circa 4 ore “soffocando” nel brodo saporito e aromatico.
CARNE AL FORNELLO: Il Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carne al fornello du Curdùnne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Puglia. Si tratta di carne in varie tipologie cotta nei fornelli delle macellerie. La carne, scelta al banco, ovvero salsiccia, involtini, bombette, costatine di agnello, maiale o vitello, ali di pollo, viene inserita in appositi spiedi, posti verticalmente in forni accesi con legna, che contribuisce a darne un sapore particolare e genuino. La carne può essere consumata nei locali, ove consentito, o d’asporto.
CIALLEDDA: Si tratta di un piatto freddo consumato e apprezzato soprattutto in estate e appartenente alla cucina povera e di tradizione contadina. Viene utilizzato del pane raffermo tagliato a fette abbastanza spesse e lasciato a mollo in acqua fredda per alcuni minuti. Dopo averlo strizzato, lo si condisce con pomodorini, caroselli e cipolle a fette molto sottili, per poi amalgamare il tutto e servirlo con sale, pepe e olio extra vergine di oliva.
FAVE E CICORIE: Altro piatto della cucina povera e di tradizione contadina. Le fave secche e decorticate vengono messe a mollo in acqua fredda 12 ore prima della preparazione. Poi si fanno cuocere con acqua, alloro e una patata pelata e affettata. La cottura a fuoco lento dura per circa 2 ore e mano a mano che si forma la schiuma, deve essere tolta. Nel frattempo, a parte, si bollono le cicorie selvatiche e spontanee, dopo averle lavate. Occorre aggiungere il sale alle fave e poco prima della fine della cottura iniziare ad amalgamarle sino a creare una sorta di crema puré. Vengono servite insieme alle cicorie e il tutto condito con olio extravergine di oliva e accompagnato da pane.
ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA: Le orecchiette sono il must della cucina pugliese. Il loro abbinamento con le cime di rapa è perfetto e si trova in diverse varianti. Ve ne proponiamo una. Le cime di rapa, di cui si selezionano le foglie più tenere, vengono lavate e lasciate a scolare. Nel frattempo si prepara un soffritto con olio e pan grattato che viene abbrustolito. Dopo aver messo le cime di rapa a bollire in acqua salata, si prepara un altro soffritto con olio, aglio e acciughe. Una volta pronto, l’aglio viene tolto. Insieme alle cime di rapa, dopo alcuni minuti, si aggiungono in pentola le orecchiette, rigorosamente fatte a mano. Una volta cotte, si salta il tutto nel soffritto e si servono aggiungendo olio extra vergine di oliva e il pan grattato abbrustolito.
VINO BIANCO: eccellenza della produzione vitivinicola, il vino bianco prodotto da vigneti locali nasce da diverse tipologie di uva: verdeca, fiano, bianco d’Alessano, minutolo. Secco o frizzante è una delizia per il palato e per l’olfatto. Non manca anche la produzione di ottimi vini rossi e rosati.
Complessivamente significativa è la produzione commerciale locale, dal settore enogastronomico al settore artigianale e industriale, con la presenza di aziende locali di pregio e attività commerciali atte alla vendita e promozione.
Ospitalità
Albergo Diffuso Sotto Le Cummerse
Caratteristiche abitazioni in pietra nel cuore della Valle d’Itria. Ideali per sentirsi parte della vita di un borgo e toccare con mano il fascino e il calore dell’ospitalità pugliese.
Via Vittorio Veneto, 138
+39 080 431 32 98
info@sottolecummerse.it
www.sottolecummerse.it