stemma-san-Giovanni-in-marignanoSan Giovanni in Marignano
Il Granaio dei Malatesta

Comune di SAN GIOVANNI IN MARIGNANO
(Provincia di Rimini)
Altitudine
m. 30 s.l.m.
Abitanti
9.400 (350 nel borgo)

Patrono
San Giovanni Battista 24 giugno
Santa Lucia 13 dicembre

info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
Piazza Silvagni n. 26
Tel. 0541.828124
URP 0541.828111

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Lo spirito del luogo

stemma-san-Giovanni-in-marignanoIl nome

Il nome San Giovanni in Marignano è un toponimo composto di 2 elementi: San Giovanni deriva dall’intitolazione della chiesa di San Giovanni Battista in Castelvecchio, databile alla metà del XIII secolo; mentre Marignano è originato da un antico fondo agrario, fundus rusticus Mariniani, di derivazione tardo-romana. Fin dalle sue origini l’insediamento si caratterizza per la fertilità del suolo e l’abbondanza dei raccolti.

La storia

Le origini di San Giovanni sono strettamente interconnesse all’evoluzione della Valle del Conca. Dal III secolo a.C., i Romani fondarono una serie di colonie, tra cui Ariminum, suddividendo l’intero terreno in centurie e fondarono diverse ville romane, tra cui una arroccata sulla collina di Montelupo, originario insediamento di Castelvecchio.

Da Castelvecchio a Castelnuovo

L’insediamento attuale del borgo, Castelnuovo, è dato dall’incastellamento del “Monastero di San Pietro”, avvenuto intorno alla seconda metà del XIII secolo. Il Monastero era situato in pianura, in prossimità del torrente Ventena. Con l’opera di dissodamento, bonifica e rinnovamento agricolo dei Benedettini Cassinesi, la valle divenne davvero fertile la valle. L’originario impianto urbanistico di Castelnuovo è rettangolare: si articola sulla “via di mezzo” (oggi via XX Settembre), che contiene il “tesoro” del borgo, oltre 200 fosse granarie.
La Signoria dei Malatesta

Fin dal Trecento il territorio riminese era dominato dalla Signoria dei Malatesta. Quando tra il 1438 e il 1442 Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini, riorganizza le difese del territorio, interviene soprattutto sui cinque principali centri economici malatestiani, fra cui San Giovanni in Marignano, avvalendosi dell’abilità di Filippo Brunelleschi.

Dal Cinquecento all’Ottocento

San Giovanni in Marignano, dalla rifondazione di Castelnuovo al XVI secolo, vive direttamente o di riflesso la vita e le vicende storiche della città di Rimini. Nell’Ottocento, in seguito ad un nutrito flusso migratorio proveniente dai centri vicini e costieri, vanno formandosi, il Borgo S. Antonio, che prende nome dalla chiesa omonima, Monastero trecentesco benedettino, oggi sede delle Maestre Pie dell’Addolorata, ed il Borgo della Scuola (oggi Piazza Silvagni), delineato attorno ad una piazza mercato delimitata, da un lato, dalla torre civica, e, dall’altro, dalla chiesa della Beata Vergine delle Grazie.

Il Novecento

Negli ultimi decenni del potere pontificio e nel primo del nuovo Regno d’Italia, le idee mazziniane e poi garibaldine trovano anche a San Giovanni sostenitori convinti. È forte anche la partecipazione dei contadini ai moti agrari del 1913.  San Giovanni viene duramente colpita dagli eventi bellici. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, la situazione è particolarmente difficile. Il reale risveglio economico si ha solo negli anni Cinquanta, quando comincia a svilupparsi il turismo balneare nella vicina Cattolica. Cessa l’emigrazione, ed il turismo stimola le attività artigianali. Da questa nuova realtà e dallo spirito imprenditoriale, si dà avvio alla realizzazione, a partire dagli ultimi anni Sessanta, dell’area artigianale di San Giovanni. Da paese che ha vissuto la sofferenza dell’emigrazione, San Giovanni diventa polo attrattore, importante soprattutto nel settore della moda.

L’esplosione di luce estiva nei campi di grano ci fa pensare che la migliore rappresentazione dell’anima di questo luogo sia la scena dipinta a metà Ottocento da Antonio Mosconi per il sipario del teatro comunale A. Massari. Si vede il borgo sullo sfondo, con i profili delle chiese di San Pietro e Santa Lucia e della torre dell’orologio; in primo piano, il tempietto della dea Cerere, protettrice dei raccolti. Vive dunque sotto il segno della spiga, San Giovanni, anzi: il borgo fortificato è sorto proprio per difendere il tesoro di Cerere, grano e cereali ammassati nei depositi sotterranei. Oggi, mietitura, trebbiatura, falciatura, sono riti dimenticati: rimane il ricordo del solstizio d’estate, la festa di San Giovanni per il raccolto delle messi. Ma i campi pulsano ancora intorno al paese. Il nero della terra feconda le viti e gli ulivi. Il bel vivere, che qui è di casa, ha attratto il turismo e l’industria del lusso, ma la storia resta viva e suggestiva tra le antiche colline dei Malatesta e l’alito del mare.

Prima di farci catturare da piazza Silvagni e di entrare nel borgo, non ci sfugge, in posizione frontale rispetto alla torre civica, la chiesa di Santa Lucia dai toni pastello. Costruita nel 1786 su un preesistente edificio religioso cinquecentesco, è dedicata alla Beata Vergine delle Grazie., unico elemento preesistente dell’antica chiesa. Pregevole l’organo settecentesco dei fratelli Ricci da Verucchio, ancora utilizzato in occasione di concerti e rassegne musicali.

Eccoci dunque in piazza Silvagni, la cui forma risale al Settecento, quando venne realizzata come piazza del mercato, delimitata da un lato dalla chiesa di Santa Lucia, e dall’altro dalla torre di uscita del castello medievale, ora torre civica, alta 24 metri. La seconda torre portaia, che si trovava a nord, fu abbattuta nel 1854 per consentire l’allargamento della strada. Le due torri erano uno degli elementi del sistema di fortificazioni voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta.

Attraversando la torre ci immergiamo nel borgo fortificato, attraversato dalla “via di mezzo” sulla quale si affacciano pregevoli edifici sette-ottocenteschi. La pavimentazione fa risaltare la presenza di fosse granarie, circa duecento depositi sotterranei per la conservazione dei cereali a lungo termini, già esistenti dal XIV-XV secolo. La vicinanza al porto naturale di Cattolica consigliò ai monaci ravennati prima, e ai Malatesta poi, di creare qui un vasto serbatoio di generi alimentari destinati al commercio con il nord Italia.

Nel borgo incontriamo tre notevoli edifici: una chiesa, un teatro e un palazzo. La chiesa di San Pietro è citata dal 1348, ma dovrebbe essere coeva alla fondazione del castello, quindi duecentesca. Si presenta oggi nell’ultima ristrutturazione, avvenuta a metà Settecento, dopo quelle cinquecentesche dei monaci di San Vitale in Ravenna. Tanta storia, dunque, che si concentra nella tavola del Cristo portacroce di Nicolò Rondinelli (fine Quattrocento) e nel mirabile altar maggiore dello scultore Domenico Toschini (1754).

Attivo ancora oggi è il teatro A. Massari, uno dei più antichi teatri storici romagnaoli. In origine oratorio della Confraternita del Rosario, fu adibito alle scene nel 1821 e radicalmente restaurato nel 1855 fino a trasformarlo nel tipico teatro all’italiana a ferro di cavallo con doppio ordine di palchi. Dall’Ottocentro ad oggi ha mantenuta viva ed attiva la proposta teatrale proponendo ogni anno una significativa stagione. Palazzo Corbucci, infine, fu residenza di Malatesta de’ Malatesti, signore di Pesaro, nella seconda metà del Trecento. Dopo vari passaggi di proprietà, fu acquistato da Pietro Corbucci nel 1812 ed ora di proprietà comunale. Si tratta di una struttura imponente che ha inglobato anche parte delle mura malatestiane ed ora ospita una mostra della cultura contadina romagnola. Siamo ora nel cuore delle mura castellane, perno del sistema fortificato malatestiano. L’impianto difensivo quattrocentesco, cui mise mano Filippo Brunelleschi, consisteva in una cinta muraria guarnita di sei-otto torrioni, circondata da due torri portaie di accesso al castello.

Il nostro giro termina di nuovo con la chiesa di Santa Lucia, costeggiando la quale possiamo salire in collina per arrivare alla chiesa di Santa Maria in Pietrafitta, ricostruita nel 1730. Qui è conservato un piccolo tesoro: un frammento di una lastra di pluteo di epoca carolingia, databile VIII-IX secolo. Una rarità, che ci riporta al fondo oscuro del tempo.

Molti altri sono gli edifici religiosi presenti nel territorio: in particolare la chiesa della Madonna del Monte (1699) sul colle di Castelvecchio, e la chiesa di San Giovanni Battista in Isola di Brescia, al cui interno è conservata una sorta di pinacoteca sacra.

Piaceri e Sapori

Nei dintorni del centro storico San Giovanni offre importanti attrattive: un campo da golf da 18 buche e campo pratica (Riviera Golf Club), ma anche un galoppatoio che ospita gare di equitazione presso il Riviera Horses. Davvero incontaminato il percorso lungo il fiume Conca, un percorso ciclopedonale che costeggia il fiume e permette di raggiungere i borghi vicini, ma anche di perdersi nel paesaggio naturale. A San Giovanni è poi possibile attivare percorsi alla scoperta della storia, ma anche dell’enogastronomia del borgo tra cantine e frantoi. A circa 3 km troviamo le spiagge di Cattolica.

  • “Cum a Simie”: mostra della cultura contadina: via XX Settembre, presso Palazzo Corbucci
  • Mostra Entomologica Permanente, via Macello n. 26, csnvalconca.it

Informazioni per visite e percorsi presso Pro Loco, tel. 0541 828124 www.prolocosangiovanni.it

San Giovanni Marignano_streghe

La Notte delle Streghe,

ogni anno a giugno www.lanottedellestreghe.net
L’evento “La Notte delle Streghe” segna con puntualità, dal 1988, l’inizio dell’estate nella Riviera Romagnola ed ogni anno viene salutata con entusiasmo dalle migliaia di visitatori che la scelgono per l’alchimia del mercatino, con i suoi prodotti artigianali, le essenze, i gusti, i manufatti e gli unguenti a base di erbe, ma anche la magia delle scenografie, l’incanto degli spettacoli e le tante animazioni che colorano i vicoli del centro,  e le specialità tradizionali proposte da ristoranti e stand.

L’evento è anche l’occasione per salutare l’arrivo dell’estate recuperando riti e folclore che dialogano con la tradizione popolare romagnola delle celebrazioni per il Solstizio e per San Giovanni, che culminano con il tradizionale ed evocativo “Rogo della Strega” che si svolge ogni anno alla mezzanotte dell’ultima serata.

L’evento marignanese racconta, da ormai 30 anni, le Streghe, dee e magiche erboriste, e le loro magie, con curiosità, stupore ed incanto ed è ormai un vero e proprio festival popolato da artisti italiani ed internazionali che, per cinque giorni, animano il borgo con acrobazie, magie e tante performances divertenti per grandi e piccini!

 

Capodanno del Vino e Palio della Pigiatura
quarta domenica di settembre

L’evento “Capodanno del Vino e Palio della Pigiatura” celebra le tradizioni della Romagna contadina, nonché i vini di qualità che hanno permesso a San Giovanni in Marignano, “Uno dei Borghi più belli d’Italia”, di essere inserito all’interno della “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini”. Questo evento è il benvenuto al vino nuovo! Durante la giornata è possibile fare un tuffo nel passato, all’inizio del Novecento, tra gli antichi mestieri e tanti personaggi tradizionali, lo strillone, i briganti, le azdore, i cantastorie. Durante il pomeriggio è possibile degustare i prodotti della tradizione, in particolare il vino, ma anche partecipare a giochi ed eventi per grandi e piccini, che rievocano la vita nella campagna e la civiltà contadina. Il culmine dell’evento è “il Palio della Pigiatura”. Le frazioni marignanesi, La Cattolica, Monte di Conca, Pian di Ventena, Pietrafitta, rappresentate da una coppia, si sfideranno per aggiudicarsi il Palio di Marignano, pestando l’uva a piedi nudi nella botte.

Antica Fiera di Santa Lucia

13 dicembre

Si tratta della millenaria fiera che riprende le tradizioni legate al solstizio invernale, alla celebrazione della patrona della vista e alla vocazione contadina del borgo. La fiera rievoca infatti le tradizioni legate al solstizio invernale, alla celebrazione della Santa patrona della vista ed alla vocazione contadina del borgo di San Giovanni in Marignano. La Fiera di Santa Lucia ha origini talmente antiche che si può affermare che la tradizione di festeggiare la santa protettrice della vista inizia insieme alla nascita di San Giovanni in Marignano. Furono proprio gli arcivescovi di Ravenna, che possedevano beni patrimoniali in Sicilia, a trapiantare nella terra romagnola la tradizione di festeggiare Santa Lucia, martire siracusana. Fino al 1805 si svolse in aperta campagna, nei pressi della chiesina di Santa Lucia al Moscolo, un antico edificio religioso ricordato già nel 1333. Solo in seguito ad un decreto napoleonico la si trasferì in quella che oggi è Piazza Silvagni e divenne una vera fiera, scambio di merci e bestiame, tra le più importanti della vallata.

Teatro A. Massari, stagione teatrale e musicale

I passatelli in brodo.

  • Vino dei Colli dei Rimini (pagadebit e sangiovese)
  • Olio extravergine di oliva
  • Confetture e miele.

San Giovanni è Città del Vino e fa parte del Consorzio Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini.