Santa_Fiora-StemmaSanta Fiora
Il paese dell’acqua

Comune di SANTA FIORA
(Provincia di Grosseto)
Altitudine
m. 687 s.l.m.
Abitanti
2639 (200 nel borgo)

Patrono
Sante Flora e Lucilla – 29 luglio
info turismo
Ufficio Turistico
Piazza Giuseppe Garibaldi, 39
0564/977142 – ufficio.turistico.santafiora@outlook.it

Lo spirito del luogo

Santa_Fiora-Stemma

Il nome

Santa Flora, martire a Roma con la compagna Lucilla, è all’origine del fiume Fiora e del borgo. Già nel IX secolo compare il toponimo di Santa Fiora in una pergamena del 27 giugno 833, riportata da P.Presutti nel suo inventario del 1876 dei documenti dell’archivio Sforza-Cesarini… “in cui viene stabilita una enfiteusi pel monastero del Monte Amiata nello Stato di S.Fiora”. Un altro documento datato 890, di controversa interpretazione – registra lo stesso toponimo “terra Sancte Flore” tra i confini di alcuni possedimenti dell’Abbazia di San Salvatore.

La storia

Santa Fiora è ricordata come villa con oltre cento poderi nel 1084 e come castello nel 1141, detto di Santa Flore. Nel 1164 l’Imperatore Federico I Barbarossa concesse al conte Ildebrando Settimo Novello il privilegio di battere moneta “il Provisino degli Aldobrandeschi”. L’atto fu siglato a Pavia il 10 agosto 1164 e l’imperatore Enrico VI confermò tale privilegio a Ildebrandino VIII suo figlio. I provisini traevano il loro nome dalla cittadina francese di Provins. In una delle due facce della moneta era scritto abbreviato comes palatinus aldobrandinus, nel rovescio sancta flora.
A partire dal maggio del 1251 il conte Ildebrandino Aldobrandeschi di Santa Fiora comincia ad instaurare rapporti di amicizia e alleanza con la Repubblica di Siena. Nel 1260 Santa Fiora affiancò l’esercito ghibellino senese con più di 1000 soldati nella battaglia di Montaperti contro la guelfa Firenze. La cronaca senese anonima elogia Ildebrandino per il coraggio dimostrato in battaglia.
I rapporti con Siena negli anni immediatamente successivi alla battaglia di Montaperti mutarono però radicalmente. Infatti, a seguito della battaglia di Tagliacozzo del 23 agosto 1268, che vide la sconfitta di Corradino di Svevia e dei suoi alleati i conti Aldobrandeschi di Santa Fiora da parte di Carlo D’Angiò, Siena ritrattò l’alleanza conclusa con Santa Fiora schierandosi dalla parte guelfa. Da quel momento in poi i conti Aldobrandeschi di Santa Fiora e Siena furono spesso in lotta tra di loro.
Dominio storico dei conti Aldobrandeschi, fu sede della contea assegnata ad Ildebrandino di Bonifacio nel 1274, quando il territorio aldobrandesco fu diviso nei due rami di Santa Fiora e Sovana: l’area della contea di Santa Fiora comprendeva anche i territori di Arcidosso, Castel del Piano, Roccastrada, Castiglione d’Orcia, Semproniano, Selvena Magliano e Scansano.
Nel corso del XIII secolo, Santa Fiora divenne uno dei centri più importanti della Toscana meridionale, fulcro della resistenza ghibellina al governo di Siena. “Tra il 1256 ed il 1297 Santa Fiora rinnova con maggiore forza il suo ruolo di capitale, come residenza di Ildebrandino XI e dei suoi figli, capostipiti del nuovo ramo comitale autonomo”.
Celebre è il verso «e vedrai Santafior com’è oscura» del VI canto del Purgatorio, dove la località è citata da Dante proprio per la sua appartenenza ghibellina.
“Nel corso del XIV secolo la contea aveva perso il suo splendore e risultava composta da Santa Fiora Castell’Azzara e Scansano. Santa Fiora riuscì comunque a non cadere sotto la dominazione senese perché il conte Aldobrandeschi sposò una Piccolomini, da cui ebbe un figlio Guido, ultimo discendente della stirpe, che proseguì la politica patrimoniale paterna sposando una nobil donna senese appartenente alla famiglia Salimbeni.”
Nel 1438, a causa di una pestilenza, morirono sia Guido sia suo figlio ed unico erede maschio Federico; rimasero le tre figlie Cecilia, Giovanna e Gabriella. La mancanza di una discendenza maschile alimentò le mire di Siena ad incorporare il territorio della contea.
Con la fine degli Aldobrandeschi, nel 1439 il territorio della Contea passò alla famiglia Sforza in virtù del matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi, figlia primogenita di Guido ultimo conte della casata, e Bosio I° Sforza, nato a Montegiovi da Muzio Attendolo Sforza e dalla nobildonna senese Antonia Salimbeni. Guido, figlio di Bosio I° e Cecilia, nipote quindi di Francesco Sforza Signore di Milano, nacque a Santa Fiora il 20 febbraio 1445 e governò la Contea tentando di riportarla agli antichi fasti. Impreziosì la città con opere d’arte di grande valore, come le terracotte di Andrea e Luca della Robbia nella Pieve delle Sante Flora e Lucilla; fece costruire eleganti palazzi nobiliari e riadattò la Peschiera, un bacino idrico già utilizzato dagli Aldobrandeschi come vivaio di trote, modificandone e ampliando l’area interna ad uso giardino e parco. Nella Peschiera ospitò nel 1462 papa Pio II Piccolomini, rinsaldando i già buoni rapporti con il Papato. Guido proseguì la saggia politica di alleanze matrimoniali intrapresa dai suoi avi sposando Francesca Farnese, nipote di Alessandro Farnese, futuro Papa Paolo III. Il Conte Guido Sforza concesse ai suoi sudditi nel 1480 lo “Statuto della terra di Santa Fiora e suo stato” e difese la Contea dal tentativo di invasione delle truppe del duca Cesare Borgia, detto Il Valentino. Guido Sforza entrò nella leggenda e nel folclore locale per aver ucciso un “drago” che infestava quei territori, il cui teschio è oggi conservato nel convento della Selva.
Federico Sforza, il figlio di Guido, sposò Bartolomea Orsini e prima di morire nel 1517, lasciò un atto con cui disponeva il vincolo di primogenitura per la Contea santafiorese, che non poteva essere suddivisa tra i figli, ma doveva essere interamente ereditata dal primogenito Bosio II°. Questi, a sua volta, continuando la politica matrimoniale della famiglia, sposò Costanza Farnese, figlia prediletta del Papa Paolo III°. Da lei ebbe 10 figli, tra i quali il cardinale Guido Ascanio, che ricevette dal Papa Pio IV° il feudo di Onano, Alessandro, anch’egli cardinale, che costruì la villa della Sforzesca e Mario I°,a cui si deve, insieme alla moglie Fulvia Conti, la costruzione del Palazzo Sforza di Santa Fiora, intorno al 1552, opera che verrà poi portata a termine dal nipote Alessandro nel 1596. Entrambi arricchirono il Palazzo con due cicli di splendidi affreschi, ma soprattutto quello di Alessandro riveste grande importanza.
Alessandro, che nel 1585 era diventato anche Duca di Segni, paese eretto a Ducato per volontà del Papa Sisto V°, aveva sposato nel 1592 Eleonora Orsini, nipote di Maria de Medici regina di Francia e e di Ferdinando de Medici Granduca di Toscana e aveva stretto rapporti strettissimi con Enrico IV° e con la Francia. Nel 1620 acquistò una lussuosa abitazione al Quirinale, di fronte al palazzo del cardinale Scipione Borghese, che aveva commissionato a Guido Reni la pittura l’Aurora, con il carro del dio Apollo-Sole, circondato dalle Ore. Alessandro fece affrescare da autore ignoto una stanza del palazzo di Santa Fiora con lo stesso motivo, facendo però aggiungere nella parete contrapposta la dea Diana-Notte, che traina il carro guidato da uccelli notturni. In un’altra stanza fece affrescare il ciclo delle quattro stagioni, unite da un girotondo di putti nudi e giocosi.
Suo figlio Mario II° sposò nel 1612 Renata di Lorena. Le nozze furono celebrate dal Papa Paolo V°, che aveva elevato a Ducato Onano, pertanto Mario II° poté assumere il titolo di Duca e tramandarlo ai suoi discendenti. Nel 1632 Ferdinando II° de Medici acquistò la terra di Santa Fiora dal Conte Duca Mario II° per 466.000 scudi, trattenendone 218.300 per l’infeudazione. Così da tale data i Conti di Santa Fiora divennero feudatari dei Granduchi di Toscana, mantenendo tuttavia ampia autonomia per la Contea fino alle riforme del Granduca Pietro Leopoldo.
Nel 1674 a seguito del matrimonio tra Federico Sforza di Santa Fiora, primo Duca di Segni e Livia Cesarini, ultima erede delle famiglie Cesarini, Savelli, Peretti, la famiglia cambiò nome in Sforza-Cesarini.
Santa Fiora conobbe una certa ripresa economica tra il XIX e il XX secolo, quando si affermò importante centro minerario per l’escavazione del cinabro, venendo raggiunta da numerosi lavoratori da ogni parte della Toscana.
Oggi Santa Fiora, dopo la chiusura delle miniere, è un’importante meta turistica del Monte Amiata, particolarmente ricca di tradizioni che si sono mantenute fino ad oggi a testimonianza di un grandioso passato quale antica capitale di questo versante della montagna.

Santa Fiora è stata capitale della Contea di Santa Fiora, prima sotto la famiglia Aldobrandeschi e poi Sforza e Sforza Cesarini. La Contea ha rappresentato uno Stato autonomo dal IX-X secolo fino al XVII secolo, venendo poi ceduta ai Granduchi di Toscana ma rimanendo entità autonoma fino alle riforme di Pietro Leopoldo (fine 1700). La collezione di terracotte robbiane della Pieve delle Sante Flora e Lucilla è una delle maggiori al mondo.

Situato nel versante meridionale del Monte Amiata e circondato da castagni, l’esteso centro storico di Santa Fiora si sviluppa su un colle di trachite ed è diviso in tre terzieri: Castello, Borgo, Montecatino, digradanti in successione dai castagni alle sorgenti del fiume Fiora.

Terziere di Castello.
La visita inizia dal terziere di Castello, la parte più antica del paese. La sua originale piazza medievale è dominata dai resti delle strutture fortificate aldobrandesche (la torre, i basamenti a scarpa, la torretta dell’orologio) e dal Palazzo dei conti Sforza Cesarini (secolo XVI), oggi adibito a sede comunale, costruito in ampliamento dell’originaria Rocca aldobrandesca, che contiene un grande stemma ligneo dorato della famiglia Sforza e mirabili affreschi della scuola del Cavalier d’Arpino raffiguranti le allegorie de Le ore del giorno e de Le quattro stagioni, unico esempio di pittura profana del 1500 nell’area amiatina. Nei fondi del Palazzo si trova il Museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata, che testimonia la storia delle miniere e il lavoro dei minatori con un allestimento che ripropone la discesa in miniera.

Si prosegue quindi per la Piazza del Suffragio (qui appoggiate alle pareti si innalzano grandi croci utilizzate per la solenne processione del 3 maggio), passando poi per Piazza dell’Olmo e Piazza San Michele, dominata da una rappresentazione in peperino del santo che calpesta il demonio (secolo XVII), a tutto tondo e a grandezza naturale. Si giunge così alla Pieve delle Sante Flora e Lucilla, che ospita una delle maggiori collezioni al mondo di “robbiane” (terracotte invetriate di Luca e Andrea Della Robbia).

Terziere di Borgo
Da piazza dell’Arcipretura attraverso la porta medievale detta Porticciola (che chiudeva a sud le mura del terziere del Castello) si entra nel terziere di Borgo. Prima di scendere conviene soffermarsi un attimo ad osservare il paesaggio che si offre alla vista da un parapetto posto subito dopo la porta, sulla sinistra. Ci appare la vallata del Fiora, il Monte Calvo (sulla sinistra) e, a destra, il Monte Labbro e la zona dei Poggi La Bella.
Si prosegue verso il Santuario del SS. Crocifisso, nel cui coro si conserva il cinquecentesco crocifisso miracoloso molto venerato dalle popolazioni locali. Da qui si prosegue verso il parco di Sant’Antonio, realizzato ove (prima delle riforme di Napoleone) era situato l’omonima chiesa con il convento delle clarisse.
Procedendo da via Lunga si entra nella zona del Ghetto degli ebrei (XVI-XVIII secoli) dove sorgeva, un tempo, la Sinagoga, e da questa si arriva alla caratteristica piazzetta del Borgo. Si accede quindi alla chiesa di S. Agostino (XIV secolo), contenente affreschi ed un crocifisso ligneo del 1400.

Terziere di Montecatino.
Passando porta San Michele si giunge nel terziere di Montecatino, la parte più nuova della parte vecchia. Qui un tempo, favorite dall’abbondanza delle acque (che rappresentavano la fonte energetica), fiorirono diverse manifatture. Ma l’interesse è subito catturato dall’insolito specchio d’acqua che si apre, finalmente vicino e ormai a portata di mano: quella splendida Peschiera (XVI sec.) che, secondo Cesare Brandi, sembra un luogo ariostesco, assolutamente indimenticabile e che vale da sola un viaggio. La Peschiera è un suggestivo parco-giardino sforzesco e la vicina chiesa della Madonna delle Nevi sorge sopra le sorgenti del fiume Fiora, visibili sotto il pavimento in vetro.
Vicino alla Peschiera si trova la Galleria delle Sorgenti del Fiume Fiora. Le sorgenti hanno sempre colpito e affascinato, indistintamente, tutti i personaggi che hanno vissuto o visitato Santa Fiora.

Fuori del centro storico
Sono possibili numerose escursioni nei dintorni di Santa Fiora e nelle sue frazioni, come ad esempio i percorsi naturalistici lungo il Monte Amiata (la più grande faggeta d’Europa) o dalla centrale geotermica di Bagnore 4 (l’ultima realizzata e la più moderna al mondo) fino alla Galleria delle Sorgenti del Fiora, oppure ancora il Percorso delle fonti di Selva, che passa anche vicino al convento della SS. Trinità.
Alle falde del Monte Calvo, dove il bosco si fa di un verde più intenso e scuro, si scorge infatti il profilo chiaro del Convento della SS. Trinità. Il convento, con questa stessa dedicazione, ricorda uno dei primi atti nella terra di Santa Fiora dei conti Aldobrandeschi. Alla fine del XV secolo, per opera di Guido Sforza, fu ristrutturato e affidato ai francescani che lo hanno amministrato fino a pochi anni orsono. Secondo la leggenda, il conte Guido volle erigere il convento come atto votivo per aver sconfitto e ucciso un “cifero serpente” che infestava le campagne della Fiora. Nel convento è ancora conservata e visibile una metà della leggendaria testa del drago a testimonianza dell’episodio. Nella chiesa sono conservate importanti opere d’arte. Il luogo religioso è immerso in un bosco di notevole valore ambientale, riconosciuto come raro biotopo di abete bianco ed inserito all’interno della Riserva naturale della SS. Trinità.

Di fronte a Santa Fiora si trova il Monte Labbro con la sua originale sagoma spoglia e glabra. Il suo nome è legato all’utopia ottocentesca di David Lazzeretti (1834-1878), il “profeta dell’Amiata”che proponeva la realizzazione umana e storicamente verificabile del Vangelo: ferito mortalmente (fucilato, come disse Gramsci) dai carabinieri dentro l’abitato di Arcidosso, mentre guidava una processione religiosa, morì nella casa di un seguace a Bagnore e, per questo, il suo corpo riposa nel cimitero di Santa Fiora.

Piaceri e Sapori

– Indiana Park – Parco Avventura sul Monte Amiata
– I Ginestreti – Laghetto di pesca sportiva
– Bike Free Ride, down-hill
– Scuola di Equitazione
– Escursioni Trekking – Mountain Bike – bici elettriche
– Selva (Canalone) Golf Campo Pratica

a Galleria della sorgente del Fiora – La Centrale Geotermica Bagnore 4 – La Riserva Naturale della Santissima Trinità – Parco Faunistico – Riserva del Monte Labro – Vetta del Monte Amiata – Fiume Fiora

Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, sito nella piazza Garibaldi di Santa Fiora è stato realizzato per testimoniare la storia delle miniere e dei sacrifici compiuti dai minatori.

Il percorso museale con la documentazione storica tenta di far rivivere condizioni antiche e moderne del lavoro, della organizzazione sociale e dello sviluppo delle miniere sul Monte Amiata, oltre ad illustrare la fatica ed i rischi che questo lavoro comportava.

Il variegato e ricco calendario di manifestazioni comprende, tra gli altri appuntamenti, il festival internazionale estivo Santa Fiora in musica, con concerti di musica classica e jazz di alto livello nei luoghi più suggestivi, il Palio delle Sante Flora e Lucilla l’ultima domenica di luglio e le sagre del fungo e del marrone santafiorese in autunno, dedicate a due dei prodotti distintivi della località.

1º gennaio Concerto di Capodanno Santa Fiora Concerto della Filarmonica Comunale “G.Pozzi”

5 gennaio Befanate Bagnolo, Bagnore, Marroneto, Selva, Santa Fiora I vari gruppi di “befane”, con canti e balli bussa alle varie porte del paese chiedendo qualcosa in cambio di dolci e buona fortuna nell’anno che viene
Carnevale Carnevale Morto Marroneto Gli uomini di Marroneto si divertono a “creare” una piccola scenetta che si tramanda da generazioni, dove si dà il saluto a “Carnevale” che viene ucciso dalla Quaresima

30 aprile
Canto del Maggio Selva I “Maggiaioli” cantando i tradizionali “Canti del Maggio” danno il buon auspicio al raccolto che avverrà nei mesi successivi

3 maggio
Festa delle Croci Santa Fiora Tradizionale “Processione dei tronchi” dove nel passato era anche un rito per il passaggio dei giovani nell’età adulta;
nel corso della giornata Fiera di Merci e Bestiame

Maggio-giugno
Festa della Fiaschetta Viene riproposta l’usanza dello scambio dei doni tra i fidanzati. Degustazione prodotti tipici locali.

Luglio-settembre

Festival Internazionale “Santa Fiora in Musica” Nei suggestivi ambienti del parco “Peschiera” o delle innumerevoli Chiese del paese, grandi concerti di musica classica, jazz ecc di livello internazionale

29 luglio – Fiera delle Sante Flora e Lucilla
5 agosto – Festa della Madonna Delle Nevi Festa e spettacolo pirotecnico in Peschiera
Prima settimana di Agosto Bagnolo – Festa dei lavatoi
Prima Domenica di Agosto Selva Giro delle Fonti di Selva (Passeggiata e pranzo con prodotti locali Cipolla della Selva)
Prima settimana di Agosto – Sorgenti aperte e centrali aperte – Passeggiata e Visita centrale Bagnore 4 e Galleria delle Sorgenti del Fiora
14 agosto – Festa dell’assunta Marroneto
15 agosto – Concerto di Ferragosto Santa Fiora Concerto della Filarmonica Comunale “G. Pozzi”
13/15 Agosto Selva – Festa del Drago e della Cipolla
16 agosto – Fiera di San Rocco – Tradizionale “Trippata”

12/20 Agosto – Sagra dell’Acquacotta
Stand gastronomici. Degustazione dell’Acquacotta, piatto “povero” della Montagna a base di pane e verdura

Agosto Terza domenica di agosto
Palio dei Somari Bagnolo Tradizionale corsa di somari tra le contade del Bagnolo

Ultima domenica d’agosto Selva – Festa patronale della Selva
9 settembre Festa del Bagnolo – Festa religiosa e fiera

Ottobre Bagnolo Sagra del Fungo Amiatino (Mostre e convegni Micologici, concorsi, passeggiate alla ricerca di funghi e degustazione del Fungo Porcino dell’Amiata nella premiata cucina della Sagra)

Prima settimana di Novembre Sagra del Marrone Santafiorese (Santa Fiora). La qualità della Castagna più pregiata del Monte Amiata. Degustazione di prodotti tipici a base di castagne, visite guidate nei boschi di Santa Fiora e nei luoghi tradizionali della lavorazione dei marroni, i seccatoi

1/4 dicembre – Festa di Santa Barbara – Festeggiamenti in onore della patrona dei minatori
Periodo natalizio Presepi nelle chiese
Vigilia di Natale Canti sotto l’albero
26 dicembre Concerto di Natale Si esibisce la Corale “Padre C. Vestri”
30 dicembre La Fiaccolata Nel borgo, in piazza, per le vie di tutto il paese vecchio, vengono accese imponenti fiaccole con festeggiamenti negli stands per tutta la notte

L’acquacotta
La polenta di castagne

Il Marrone Santafiorese, la castagna IGP, funghi porcini, la Cipolla della Selva di Santa Fiora

Ospitalità

Hotel Il Fungo

Situato a 4 Km da Santa Fiora”. Camere confortevoli dotate di tutti i confort. Colazione a buffet con ristorante specializzato in piatti della cucina locale.

 Via dei Minatori, 10
  +39 0564 953025
 info@hotelfungo.com

Acquisti

Enoteca Aldobrandesca

Scenario medioevale, nel sito era ubicata la rocca Aldobrandesca. Il locale, un luogo tanto magico quan- to suggestivo, dove poter degustare vini di alto livello e taglieri di salumi, formaggi, bruschette e stuzzichini.

  Piazza Garibaldi, 36
  +39 0564 978042
  +39 339 2008620
 info@enotecaaldobrandesca.com
 www.enotecaaldobrandesca.com