Palazzuolo sul Senio
La’ dove la toscana diventa Romagna

Comune di PALAZZUOLO SUL SENIO
(Provincia di Firenze)
Altitudine
m. 437 s.l.m.
Abitanti
1120

santo patrono
Santo Stefano Protomartire
26 dicembre
info turismo
Comune
Piazza Ettore Alpi, 1
Tel. 055 8046008
protocollo@comune.palazzuolo-sul-senio.fi.it
Ufficio Turistico – Pro Loco
Piazza Ettore Alpi, 2
Tel. 055 8046125
palazzuoloturismo@gmail.com
comune.palazzuolo-sul-senio.fi.it
www.palazzuolo.org
www.prolocopalazzuolo.it

Lo spirito del luogo

Il nome

Il toponimo deriva dal diminutivo del termine latino Palatium, ovvero “palazzo, edificio”, al quale è stata poi aggiunta la specificazione “sul Senio” in riferimento al fiume che lambisce questo borgo del Mugello, nel cuore della Romagna Toscana.

La Storia

La storia di Palazzuolo inizia passeggiando per sentieri e vecchie mulattiere in una natura prepotente dove affiorano primitive vestigia di accampamenti stagionali e di bivacchi di caccia del paleolitico, tracce cospicue di insediamenti dell’Età del Rame e del Bronzo, resti di stanziamenti d’epoca preromana e della colonizzazione romana (in località Le Ari, Ghizzana e Quadalto).
Il Medioevo lo si ritrova custodito gelosamento nella “cripta” sotto a Pieve di San Giovanni Decollato di Misileo, nel borgo antico e tra le gesta di due poderose famiglie, i Pagani e gli Ubaldini. I primi dettero alla storia quel Maghinardo, ricordato da Dante nella “Divina Commedia” (Inf. XXVII, 50-51 e Purg. XIV, 118 19), che morì nel 1362 lasciando alla famiglia Ubaldini la maggior parte dei suoi beni; nel 1362, Gioacchino Ubaldini lasciò, a sua volta, tutti i suoi possedimenti alla Repubblica Fiorentina.
Il Rinascimento lo si riconosce nelle belle pietre che caratterizzano le abitazioni un tempo nobiliari: il Palazzo dei Capitani dove Giulio II e Niccolò Macchiavelli dormirono nel 1506 per poi lasciare il letto a Vicari, Capitani e Podestà sino al 1837, anni in cui il Granduca Leopoldo II unificò la giurisdizione sotto il Vicario di Marradi. Ma la storia di Palazzuolo, che racconta quella d’Italia, ci rivela ancora un Garibaldi sconfitto, in fuga dopo il 1848, che passò una notte insonne in questo borgo, accompagnato dal Canonico Verità e dal Colonnello Leggiero. Nella Grande Guerra e nella Seconda Guerra Mondiale, quando l’intera Valle del Senio era compresa nella “Linea Gotica”, si verificarono episodi di rappresaglia e di deportazione.
Nel dopoguerra un’economia essenzialmente agricola indusse la popolazione rurale a cercare migliori condizioni di vita e così assistiamo ad un esodo massiccio verso le campagne della Romagna e i centri industriali toscani o emiliano-romagnoli. Ad oggi è il turismo che, valorizzando la storia, le attrattive naturalistiche ed una celebra tradizione gastronomica, svolge un ruolo sempre più importante nell’economia di questo piccolo borgo dell’Appennino.

Incantevole Borgo del Mugello, Palazzuolo sul Senio è un luogo dove ritrovare l’emozione della vita a contatto con la natura, un’oasi immersa nel verde di dolci montagne, lontano dall’inquinamento, dal traffico e dai frenetici ritmi metropolitani.

Il borgo è suddiviso in due nuclei, il Borgo dell’Ore e il Borgo del Crocifisso, separati dal ponte sul fiume. Attraverso le testimonianze storiche, artistiche e culturali si potrà compiere un affascinante viaggio nel passato glorioso di questo borgo. Al di fuori di esso, percorsi naturalistici di ogni tipo consentiranno di scoprire un paesaggio incontaminato ed una natura meravigliosa, per cui Palazzuolo viene definita “la piccola Svizzera dell’Appennino”.

Questo piccolo borgo dell’Appennino ha orti e giardini curatissimi e un discreto patrimonio architettonico. Il nucleo storico è diviso in due parti – Borgo dell’Ore e Borgo del Crocifisso – separate dal ponte sul fiume. Il borgo più antico è il Borgo dell’Ore, costruito intorno al palazzo dei Capitani, mentre al di là del fiume, nel Borgo del Crocifisso, le case si dispongono intorno alla piazza del Crocifisso che un tempo ospitava lo “Spedale” di Santa Maria Maddalena, luogo di accoglienza e cura dei pellegrini. Qui si trova la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano, snaturata nella sua struttura originaria dopo varie ricostruzioni, a partire da quella del Cinquecento. Si dice che in una lapide, andata perduta, fossero scolpiti i simboli dell’eresia ariana, la forbice e il pesce – segno di una probabile fondazione pagana, databile al IV secolo.

Prima di salire alla scalinata che conduce alla chiesa, si incontra il ghetto ebraico, raccolto intorno a un cortile contornato da palazzi in pietra. Con i suoi sottopassi, è un angolino delizioso.

Ma la parte più interessante di Palazzuolo è il borgo antico, il Borgo dell’Ore che sta dall’altra parte del Senio. Vi si arriva da via Roma, luogo di antiche botteghe, attraversando il Ponte sul Senio che sostituisce quello a schiena d’asino con tre arcate fatto saltare in aria dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Con la sua lenta cantilena d’acqua, il fiume avvolge l’abitato, che emerge dal verde con i suoi muri e tetti antichi. Le emergenze architettoniche sono il palazzo dei Capitani e, alle sue spalle, la chiesa secentesca dei santi Antonio da Padova e Carlo Borromeo, dotata di un portico a tre archi e di un campaniletto a vela. Sulla destra, il municipio con il suo porticato. Tra il municipio e il palazzo dei Capitani si apre la duplice scalinata della fontana, restaurata negli anni Ottanta con bronzi dello scultore Roberto Barni.
Palazzo dei Capitani è contrassegnato da un portico d’angolo e da un ingresso sopraelevato. Edificato alla fine del Trecento, porta sulla facciata gli stemmi dei Capitani del Popolo che qui ebbero residenza e giurisdizione. Nel Medioevo in paese comandavano due famiglie, i Pagani e gli Ubaldini. Alla prima apparteneva il Maghinardo citato da Dante nella Commedia, e morto nel 1362 lasciando i suoi beni agli Ubaldini, i quali a loro volta li conferirono alla Repubblica Fiorentina. Nel 1506 nel palazzo sostarono due illustri ospiti: Papa Giulio II e il suo accompagnatore, Niccolò Machiavelli. Oggi vi hanno sede il Museo Archeologico Alto Mugello e il Museo delle Genti di Montagna.

Uscendo da piazza Alpi, dove c’è la fontana, si arriva in piazza Garibaldi, circondata da portici che ricordano la sua antica funzione di “mercatale”. Dalla piazza si arriva attraverso un vicolo in un altro slargo dominato da palazzo Strigelli, costruzione del 1804 restaurata e utilizzata al piano terra come Biblioteca Comunale. Nel borgo antico vi sono altri angoli dove riposare i pensieri, come via Borgo dell’Ore, la parte più antica di Palazzuolo. Si segue il profilo delle case in pietra fino alla piazza del Grano, dove nel Medioevo si teneva il mercato delle granaglie.

Appena fuori del borgo, la pieve di San Giovanni Decollato in località Misileo, proprio sul confine fra Toscana e Romagna, custodisce una cripta di età carolingia. Sempre sulla Statale 306 verso Casola Valsenio, alla destra del fiume si incontra la Badia di Susinana: un monastero fondato dai Cluniacensi e passato all’Ordine Vallombrosiano fra il 1070 e il 1090. Sull’altra sponda del Senio, il ponte e il mulino medievale fortificato compongono un suggestivo quadro.

Per raggiungere il passo della Sambuca, si oltrepassa la frazione di Quadalto con il santuario quattrocentesco della Madonna della Neve. Al di là del ponte si sale a sinistra per una stradina di ghiaia, finché in una sella del monte, a un’altezza di 800 metri, appare il borgo disabitato Lozzole, sperduto tra i crinali con la sua chiesa cinquecentesca restaurata grazie ai volontari, miraggio di una civiltà rurale scomparsa di cui ancora però si sente la voce, là dove si separano le vallate dei fiumi Senio e Lamone, e la Romagna si confonde con la Toscana.

Palazzuolo sul Senio è Città del Bio: mele, pere e castagne sono prodotte senza fitofarmaci, c’è un caseificio con ottimi formaggi e, soprattutto, c’è l’Albergo Diffuso Locanda Senio dove un oste d’altri tempi vizia gli ospiti con l’emblema del Mugello, vale a dire il tortello fatto a mano che sa di pasta fresca, uova e patate.

Tutti gli anni a Palazzuolo si organizzano rilassanti gite Trekking, per far conoscere meglio il pregiato territorio e trascorrere giornate a diretto contatto con la natura e l’ambiente.
Le gite sono organizzate percorrendo gli anelli individuati nella CARTA DEI SENTIERI acquistabile presso l’ufficio turistico, gli operatori turistici o attraverso gli anelli CAI e UOEI. Gli anelli sono distinti in base al grado di difficoltà e di percorribilità.
Lungo i percorsi si potranno visitare, affascinanti borghi disabitati, come Lozzole o Campanara, ruderi di castelli, ma soprattutto ammirare un panorama incontaminato di verdi valli, ruscelli, boschi e magari fermarsi a gustare i piatti tipici palazzuolesi presso gli agriturismi.
In Inverno poi, quando le nevicate non sono una rarità, i percorsi diventano l’ideale per ciaspolate e passeggiate sulla neve fresca.