Varese Ligure
Un paese tutto bio
Comune di VARESE LIGURE
(Provincia di La spezia)
Altitudine
m. 353 s.l.m.
Abitanti
2223 (739 nel borgo)
info turismo
IAT/Pro Loco, Piazza Castello
Tel. 0187 842094
info@prolocovareseligure.it
www.comune.vareseligure.sp.it
www.prolocovareseligure.it
Il nome
Varese prende nome dal fiume Vara che lo attraversa, il cui nome antico era Baron.
La storia
1161, i conti Fieschi sono investiti del titolo di feudatari di Varese dall’imperatore Federico I dopo essersi affermati sulle altre famiglie nobiliari che ambivano al controllo di questo territorio al centro delle vie di comunicazione tra il Parmense e la Riviera ligure di Levante. Il Borgo Rotondo nasce nel XIII sec. da un progetto urbanistico moderno ideato dai Fieschi, che volevano un nucleo abitativo che fungesse anche da fortificazione: si spiega così l’impianto ellittico su cui sono costruite le case, in muratura e senza aperture esterne.
1386, il castello di Varese appartiene alla Repubblica di Genova; le sue vicende edilizie ne attestano l’importanza assunta nel Basso Medioevo.
1435, il Piccinino, capitano di ventura milanese, fa erigere la torre alta di “offesa”, che porta ancora oggi il suo nome, come simbolo del successo ottenuto contro la Repubblica di Genova.
1472-78, il castello viene ulteriormente ampliato quando Manfredo Landi, feudatario dell’Alta Val di Taro, sposa Antonia Maria Fieschi e fa costruire il torrione difensivo di forma cilindrica, in cui si possono notare le bocche di fuoco.
1515, a servizio di uno dei primi insediamenti urbani, il quartiere di Grexino (il toponimo rivela l’origine bizantina), è costruito il ponte che da esso prende nome.
1547, termina il potere feudale dei Fieschi, a seguito della fallita congiura di Gian Luigi Fieschi contro Andrea Doria e la conseguente vendetta della Repubblica di Genova, che ne incamera i domini.
XVII sec., cessate le funzioni militari, il castello è usato come carcere e destinato a diversi impieghi; viene infine restaurato da privati e restituito alla sua originaria imponenza.
Il borgo con la prima certificazione ambientale in Italia, con una produzione biologica riguardante il 95% dell’attività agricola, è stato recentemente restituito all’antico splendore e, dunque, non è più ambito solo dagli eco-turisti, ma anche da chi va alla ricerca delle emozioni dei luoghi. Tornato a nuova vita il castello dei Fieschi, è soprattutto nel Borgo Rotondo, il nucleo medievale, che si concentra l’attenzione dei visitatori: è qui, nell’antico ricetto degli artigiani, che gli ocra, gli arancioni e i verdini delle facciate danno la loro impronta genovese a questo nucleo abitato incastonato nelle valli dell’Appennino ligure lungo il corso del fiume Vara, al confine con l’Emilia-Romagna. “Valicando la soglia di questa vallata” – ha detto Maurizio Maggiani della Val di Vara – la nostra anima “ha una casa, trova riparo”. Basta infatti percorrere la strada panoramica che da Borgotaro porta a Varese tramite il passo delle Cento Croci, per lasciarsi sorprendere dalle fioriture delle ginestre, dal manto verde dei monti, da un’asprezza che si traduce in dolcezza, in domestico benessere. Qui infatti si potrebbe compilare un “Trattato della vita buona”, anche grazie alle certificazioni di qualità esibite da tutti i prodotti del territorio, dalla carne ai formaggi.
Varese è un borgo da visitare senza fretta, lasciandosi guidare dai percorsi che seguono gli antichi tracciati medievali e il corso del fiume, e si addentrano in strade immerse nei boschi, attraversano morbide colline e risalgono le vette delle montagne all’orizzonte. L’ambiente, votato all’agricoltura biologica, è uno dei più integri dell’intera regione.
L’architettura rurale, le case raccolte nei vicoli con le loro facciate decorate, le pietre nei chiaroscuri del Borgo Rotondo, i manufatti che arricchiscono chiese e palazzi, sono i piccoli tesori artistici che rendono prezioso questo luogo. Iniziamo la visita dal Borgo Rotondo che nella fase iniziale non prevedeva la fila di case mediane: la piazzetta, infatti, era occupata dai banchi del mercato e la funzione originaria dell’abitato (secolo XIII) era quella difensiva, come dimostra la struttura ellittica dove le case non avevano aperture esterne. Nel borgo le case erano tutte uguali e a due piani, con i locali al pianterreno adibiti a magazzino e i piani superiori ad abitazione.
Poco fuori il Borgo Rotondo si nota il castello, di proprietà privata, la cui torre alta è del 1435 e il torrione cilindrico di una quarantina d’anni successivo. Accanto, il Palazzo Ferrari, nella cui cappella privata furono celebrate le nozze di Domenico Pallavicini e Luigia Ferrari, resa immortale dalla poesia del Foscolo.
Il paesaggio urbano offre altri motivi di interesse, come i portali di pietra e le chiese, che nel Seicento erano cinque. In quella a pianta centrale di San Filippo Neri e Santa Teresa D’Avila, consacrata nel 1676, si può ammirare il San Francesco Saverio di un maestro del Seicento genovese, Gregorio De Ferrari. La chiesa fa parte del convento delle Monache Agostiniane, monastero di clausura dal 1652. Il monastero con il suo meraviglioso giardino è il luogo in cui le monache coltivavano erbe aromatiche, confezionavano funghi secchi e preparavano i dolci di pasta di mandorla, come le sciuette, la cui ricetta è segreta.
Nel 1648 fu avviata la costruzione della Chiesa di San Giovanni Battista che conserva all’interno una pregevole Madonna con Bambino in alabastro di scultore inglese del XVI secolo, e la settecentesca statua lignea della Madonna della Visitazione attribuita ad Anton Maria Maragliano e oggetto di devozione da parte della popolazione. Il coro ligneo tardo cinquecentesco proviene dalla chiesa e convento di Santa Croce (1563), di cui resta solo il campanile, oggi torre Civica.
Stucchi, affreschi e ornamenti preziosi decorano il secentesco oratorio dei Santi Antonio e Rocco, dove si conservano i Cristi processionali, i fanali indorati con oro zecchino e due pastorali in legno dorato.
Di fronte all’oratorio di Santa Sabina, oggi dedicato ad attività culturali, si trova la casa del conte Arrivabene, patriota mantovano e musicista, fondatore 155 anni fa della Filarmonica Varesina.
Fuori del borgo è da ammirare il cinquecentesco Ponte di Grexino, elegante nella sua realizzazione a una fornice, a servizio di uno dei primi insediamenti urbani, il quartiere di Grecino, situato lungo la collina che digrada verso il torrente Crovana.
Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.
Passeggiate, trekking, nuoto, equitazione, mountain bike, pesca sportiva (tel. 0187 42180), escursioni guidate (Centro di educazione ambientale, tel. 0187 842006), percorso ippico (Equitazione Canepa Giorgio, San Pietro Vara, tel. 389 0841912, e Azienda agricola Ormeia, loc. Ormeia-Caranza, tel. 0187 840014, www.maneggiormeia.it), onoterapia (Centro ippico Engea, loc. Guardiola, tel. 347 9225543).
Il borgo è situato nel cuore dell’Alta Valle del Vara, nota come “Valle del Biologico”. Sono più di 40 le aziende agricole che confluiscono le loro attività di allevamento nelle cooperative locali, per la produzione di carni e formaggi biologici.
Anche il fiume, anima languida del territorio, offre agli appassionati di pesca i suoi frutti quali trote e anguille.
Varese è stato il primo comune italiano ad ottenere le certificazioni ambientali (ISO 14001 e EMAS) e nel 2004 è stato premiato dall’Unione Europea come migliore comunità rurale. Tutto il territorio è apprezzabile. Costruite sul crinale o a mezza costa, le molte frazioni, con le loro chiesette, campanili, ruderi di castelli e fortificazioni, allevamenti biologici, disegnano un paesaggio da scoprire poco a poco. Bellissima la strada che conduce al Passo delle Cento Croci e da lì scende nella Val di Taro.
Castello dei Fieschi: utilizzato per mostre e convegni.
Museo di Cassego, tel. 0187 843005: tradizioni e oggetti della civiltà contadina.
Cantamaggio, 1 maggio: canti e balli popolari in costume contadino.
Madonna della Visitazione, prima domenica di luglio: l’evento religioso più sentito si conclude con la processione per le vie del borgo, con la statua della Madonna del Maragliano e i Cristi processionali.
Concerti bandistici, luglio e agosto.
Rappresentazione lirica e operistica, prima metà di agosto.
Il calendario annuale prevede anche cinema e teatro, sagre nel borgo e nelle diverse frazioni, mercatini dell’artigianato e del biologico.
Info: Pro Loco, tel. 0187 842094, www.prolocovareseligure.it
Piatti legati alla tradizione sono i ravioli di pasta fresca ripiena di verdure e carne, da gustare con ragù di carne o funghi; i croxetti, ossia dischetti di pasta decorata con disegni floreali da condire con salsa di noci o pinoli; le tagliatelle di farina di castagna da accompagnare con il pesto o la ricotta fresca.
Le carni sono soprattutto agnello e coniglio, insaporite dai profumi dell’orto.
La carne andrebbe cotta sulla “ciappa”, la piastra d’ardesia che si pone sopra il fuoco. Tra i dolci, le torte di verdura e, quando è stagione, il castagnaccio preparato con farina di castagna, pinoli e uvetta.
I funghi porcini e le castagne sono materia prima in tante ricette della tradizione locale. Varese è nota anche per la produzione di miele biologico e la coltivazione dei frutti di bosco.