stemma-TrioraTriora
Il borgo delle streghe

Comune di TRIORA
(Provincia di Imperia
Altitudine
m. 780 s.l.m.
Abitanti
410

info turismo
Associazione Turistica Pro Triora, Tel. 0184 94477
Comune, Corso Italia 7 – Tel. 0184 94049 – 94310
APT Riviera dei Fiori – Sanremo, Tel. 0184 571571
www.comune.triora.im.it  – info@comune.triora.im.it

Lo spirito del luogo

stemma-TrioraIl nome
Deve la sua origine al latino tria ora, ovvero tre bocche: quelle del cerbero raffigurato nello stemma. Secondo alcuni il mostro infernale sta ad indicare i tre fiumi alla cui confluenza si trova il territorio, secondo altri i tre principali prodotti su cui si basava la sua fiorente economia: il grano, la castagna e la vite.

 

La storia
XI-XII secolo, Borgo dalle remotissime origini, agli anizi dell’anno mille appare già come un importante centro. Appartenuto alla marca aleramica, indi a quella arduinica, è un importante feudo della Contea di Ventimiglia. Dopo aver tentato invano di conquistarlo con la forza, la Repubblica di Genova lo acquistò nel 1261. Grazie alla sua importanza strategica e militare, Triora venne eretta a capo della IX Podesteria della Repubblica di Genova, con giurisdizione su un vastissimo territorio. In cambio, Genova avrà un alleato fedele nei secoli, che sosterrà sotto la sua bandiera numerose battaglie, in primis quella della Meloria contro Pisa.
1405, dopo anni di lealtà, la popolazione, vessata da pesanti tributi, si rivoltò contro la casa madre, distruggendo ben quattro delle cinque fortezze, successivamente ricostruite. Tornato l’accordo con Genova, che Triora continuò a rifornire di vino ma soprattutto di grano, tanto da meritarsi l’appellativo di granaio della Repubblica, il borgo stipulò importanti trattati con i paesi vicini. Soltanto con Briga Marittima non si riuscì ad ottenere un accordo duraturo, nonostante l’intervento del delegato del re di Francia, l’abate Ugo di Servient, nel 1671. Solamente con il Trattato di Pace del 1948 si giunse alla definizione, tuttora imparziale, delle controversie.
1587-1589, in quegli anni ebbe luogo un celebre e documentatissimo processo contro alcune donne tacciate di stregoneria, culminato con cinque sentenze di condanna a morte.
1625-1671, nelle guerre fra i Savoia e Genova, il borgo riuscì a resistere al nemico, mentre i paesi vicini erano in preda alle fiamme.
1797-1820, con la proclamazione della Repubblica Ligure, Triora divenne capoluogo dell’VIII cantone della giurisdizione degli Ulivi e dal 1805 fino alla caduta di Napoleone appartenne alla Francia ed in particolare all’85° Dipartimento delle Alpi Marittime.
Con le truppe napoleoniche arrivarono purtroppo anche i saccheggi delle chiese, l’asportazione di importanti opere d’arte, l’abrasione di stemmi nobiliari e finanche la cacciata dei Padri Agostiniani dal loro convento. 1815, Triora passò alla Casa Savoia, provincia di Nizza, e dal 30 marzo 1860 entrò a far parte del Regno d’Italia.
1944, il tritolo dei Tedeschi il 4 e 5 luglio 1944 distrusse interi quartieri, come quello storico del Rizèttu, contribuendo pesantemente al progressivo spopolamento dell’antica e gloriosa Podesteria genovese, che oggi ricerca un rilancio attraverso il turismo e le iniziative culturali dell’Associazione Turistica Pro Triora, custode delle memorie del luogo.

“Bisogna salire fin quassù – scriveva Riccardo Bacchelli – per vedere il cuore austero e scabro del paese ligure.” E non può che essere speciale un borgo che ha nello stemma il cerbero, il mostro canino severo custode dell’ingresso degli inferi pagani, ed il camposanto in posizione panoramica sul monte (averlo collocato lassù, dice lo scrittore, è una “stupenda invenzione d’amore”). A Triora tutto parla di streghe, mentre la Cabotina è il suo cuore segreto e misterioso, il sabba ed il regno dei morti. “Triora – afferma Quirino Principe – è la Loudun italiana, la Salem europea. Ma è più giusto dire che Loudun è la Triora di Francia e Salem la Triora del New England, poiché il celebre processo alle streghe si svolse a Triora nel 1588, e indubbia è la sua priorità cronologica, mentre in nulla è inferiore agli altri due quanto a spaventosa tensione…La strega e gli elementi infernali non erano nel borgo, bensì del borgo. Ciò che in origine appariva empietà e sacrilegio, irruzione del Nemico nella cittadella cristiana, si rivelava costume, indole, eredità genetica, natura. Quella terra non era vittima di Satana, ma sua incubatrice”.
“Di madre in figlia – sosteneva Diana Fontana, artista abitante nel centro storico – si tramandavano usanze che avevano la loro antichissima origine nel fanum pagano che sorgeva dove oggi è la collegiata: un concentrato di oracoli, guaritori, esorcisti, maghi, druidi e streghe di spaventosa potenza”.

Il vecchio borgo, per quanto deserto e segnato dalla distruzione bellica, conserva intatto il suo fascino. Provate ad osservarne il profilo, alla sera, dalla terrazza dell’albergo Colomba d’Oro. Se poi c’è la luna piena, la magia è assicurata. A tal proposito, molti sono i luoghi che sprigionano un senso di mistero, tra le viuzze e le piazzuole, in un dedalo inestricabile. Basta percorrere, in religioso silenzio, la zona dei casolari, nei pressi della Cabotina, per provare paurosi brividi ed un senso di angoscioso disagio. Se poi si sale verso il camposanto, “simile ad un fortilizio destinato all’ultima difesa” (come ebbe a scrivere Bacchelli) si prova un profondo senso di pace.
O ancora, se con un ultimo sforzo, si raggiunge il sovrastante Carmo delle Forche, dove convengono in processione i neri incappucciati la seconda domenica dopo Pasqua, ci si rende conto della grande atavica fede popolare, testimoniata anche da una semplice cappelletta votiva.

Passeggiare per il borgo, inoltrarsi dentro i carrugi, sotto volte e archi scavati nella roccia, negli antri scuri di case diroccate, è come tornare indietro nel tempo. Grande meraviglia si prova osservando i portali, da quello gotico (secolo XII) della collegiata a quelli ardesiaci delle dimore nobiliari, con i simboli delle casate discalpellati nel periodo napoleonico, contenenti ora motivi religiosi, quali agnelli mistici, delfini, monogrammi, Annunciazioni, ora profani, quali buoi, strane teste, personaggi straordinari. Non si può rimanere insensibili di fronte al vegliardo dalla lunga barba di vicolo Zunzelli o davanti al busto del benemerito padre Ricca in via Giauni, gli occhiali a molla tra le dita. è tutto un occhieggiare di segni del passato, di presenze sparite, di blasoni distrutti, di passi antichi che risuonano sul selciato di pietre levigate dall’uso.

Tra le emergenze architettoniche figurano: la collegiata con il campanile tardo-gotico e con i suoi numerosi tesori, fra cui il Battesimo di Cristo del senese Taddeo di Bartolo, datato e firmato nel 1397, le due tele dell’altar maggiore, il Compianto per il Cristo Morto e San Giacomo, risalenti al primo quarto del secolo XV. Non mancano altri motivi di interesse, quali dipinti del Cambiaso, di Lorenzo Gastaldi e soprattutto una crocefisso ligneo del secolo XV ed una tavola con lo stemma di Jesus Hominum Salvator, lasciata da San Bernardino dopo che fu a predicare nella zona nel 1418.

Il vicino oratorio di San Giovanni Battista, già destinato a Museo Diocesano, è una vera e propria pinacoteca con quadri di diverse epoche e differenti artisti, fra cui predominano i Gastaldi ed il Cambiaso. Non manca tuttavia una stupenda statua dello scultore genovese Anton Maria Maragliano, raffigurante il Precursore.

Tra le chiese foranee meritano una visita quella di Santa Caterina, con lo straordinario portale del 1390 in caratteri onciali e quella di San Bernardino, mirabilmente affrescata nel XV secolo dal sacerdote pinerolese Giovanni Canavesio o dai suoi seguaci.

Da non trascurare una visita ai ruderi dell’antico castello, il castrum vetus Trioriae, costruito dai Genovesi nel XIII secolo per la difesa dei propri confini.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Treekking ed orienteering, mountain-bike, free-climbing e buildering nella località Loreto, passeggiate ed escursioni nei boschi e sui monti di Triora. Tennis, calcetto, pallavolo, pallacanestro, bocce.

Triora è immersa in uno scenario incantevole, che sprigiona una forza arcana. Nell’alta valle Argentina l’aria è particolarmente inebriante, il silenzio profondo, e qualcuno ancora pensa che aleggino su questo paesaggio gli spiriti degli antichi Druidi che hanno celebrato riti in questi boschi. Volendo andare alla ricerca di scenari agresti e montani, si può fare il giro delle frazioni di Triora, come Creppo, Cetta, Realdo e Verdeggia, ovvero delle sue innumerevoli borgate, quali Goina, Loreto, Bregalla, Carmeli, Borniga, il Pin, oppure salire alla pineta di Monte Trono, prendere la strada panoramica che conduce a Monesi, raggiungere incantevoli punti panoramici sulle Alpi Liguri. A Verdeggia, a Realdo ed alla Bassa di Sanson esistono rifugi alpini per gli escursionisti che affrontano gli itinerari sui monti attorno a Triora.

Museo regionale etnografico e della stregoneria, Corso Italia 1. Vi sono conservati oggetti legati alle antiche usanze agropastorali. Pannelli e fotografie ritraggono personaggi impegnati nelle attività quotidiane. Una sala è dedicata alla preistoria, un’altra contiene oggetti appartenuti alla benefattrice Margherita Brassetti. Non mancano statuette lignee ed in ceramica, giocattoli, vestiti, una preziosa fisarmonica, l’antico orologio campanario ed una serie di esemplari faunistici, fra cui un magnifico gufo reale.

Nelle antiche carceri ha trovato posto una sezione dedicata alla stregoneria, con documenti, libri e la ricostruzione di ambienti (vi sono anche una strega nell’atto di essere torturata sul cavalletto ed un inquitore con il dito accusatorio puntato su streghe imprigionate).

L’Associazione Turistica Pro Triora ha dato vita, nel 1990, ad una casa editrice, avente lo scopo di documentare gli antichi saperi, dalla cucina alla medicina popolare, dalla storia alle leggende, che rischierebbero di andare dispersi. I volumi sono in vendita presso l’assortito book-shoop del museo.

triora halloweenVenerdì Santo, deposizione di Cristo dalla croce, con successiva processione tra i vicoli.

Seconda domenica dopo Pasqua – Processione del Monte, ricorrenza votiva religiosa, risalente al 1756. Si trasportano la pesante croce nera, il crocefisso e la Madonna della Misericordia.

Prima domenica di giugno – Fiera; 24 giugno, appuntamento al Santuario di San Zane; Prima domenica di luglio, ricorrenza della Madonna della Misericordia.

Seconda domenica di luglio,
fiera di San Tusco.

Domenica dopo Ferragosto, Strigòra, una giornata con le streghe di Triora, con spettacoli, animazioni, mostra-mercato di stampo medievale.

Ultima domenica di settembre,festa del fungo.

31 ottobre, notte di Holloween.

Ognissanti, fiera di novembre e castagnata.

24 dicembre, Vigilia di Natale con l’osu e Babbo Natale.

Fra i piatti spiccano le torte di verdure e patate, chiamate semplicemente paste, cotte ancora sul treppiede, in una teglia ricoperta da un testu, sul quale sono poste braci ardenti. Squisite le patate in-t-a föglia, tagliate a fette e cotte in una teglia. Altri piatti sono i ravioli magri, le tagliatelle, le lasagne con le rape, gli gnocchi, i bügaéli (grumi di farina di castagne cotti nel latte), i ciapazöi ed i sügeli, questi ultimi di origine brigasca ma recentemente introdotti nella cucina locale.

Anche i dolci hanno il sapore semplice e genuino di un tempo: i turrun natalizi, i canestrelli e le torte dolci, farcite di saporite marmellate.

pane di trioraIl principale prodotto del borgo è il pane, nella sua caratteristica forma rotonda. Molto apprezzati i formaggi d’alpeggio e il bruzzu, ottenuto dalla fermentazione naturale della ricotta; dal sapore leggermente piccante, è un ottimo condimento per la pasta e si sposa molto bene con il pane ed il pomodoro fresco. Il territorio dona anche castagne, miele e funghi, principalmente porcini e cicotti (tricholoma).

Ristorazione

L’ Erba Gatta – Vino e Cucina

Locale situato nella piazzetta della strega all’entrata del centro storico. Luogo ideale dove poter gustare piatti tipici con prodotti locali.

  Via Roma, 6
  +39 0184 94392
  info@erbagatta.it
  www.erbagatta.it

Ospitalità

B&B Triora Medievale

Nella zona più antica, a 30mt dalla Cabotina, in posizione suggestiva e panoramica, il B&B, frutto di una sapiente ristrutturazione di un antico caseggiato, offre assoluta tranquillità in un contesto naturale.

La struttura rispetta tutte le prescrizioni anti – Covid.

  Via Cria, 1
  +39 3356011921 (WAPP: 377 4963386)
  +39 0184 94347
  info@trioramedievale.com
  https://www.trioramedievale.com

Acquisti

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Presente da oltre 60 anni, è l’unico produttore del rinomato Pane di Triora, eccellenza gastronomica regionale.

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