La Maddalena
Un Mare di Storia
Comune LA MADDALENA
(Provincia di Sassari)
Altitudine
m. 352 s.l.m.
Abitanti
10800 (1700 nel borgo)
patrono
Santa Maria Maddalena, 22 luglio
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
Via XX settembre
Tel. 0789 736321
Il nome
La Maddalena: nome citato per la prima volta da Giovanni Francesco Fara nel XVI secolo ad indicare l’isola maggiore dell’arcipelago delle Cunicularie. Sembra legato alla Santa evangelica che è la patrona dell’isola.
La storia
La Maddalena ha una storia “ufficiale” di appena 250 anni, ma la sua posizione nelle Bocche di Bonifacio l’ha resa strategica fin dall’antichità; tappa dei viaggiatori preistorici che portavano ossidiana e selce nel continente europeo, poi delle navi romane che mettevano in contatto la Spagna e Turris Libissonis con Roma; sede, nel Medioevo, di solitari monaci importanti protagonisti in una delicata fase della storia dei Giudicati, intermediari fra la Giudicessa Adelasia di Torres e il Papa. Poi, di volta in volta, rifugio o zona di scontro durante le incursioni dei barbareschi nord-africani. Il suo ruolo di cerniera fra Gallura e Corsica del sud divenne fondamentale a partire dal XVII secolo, quando le nostre isole furono abitate dapprima saltuariamente, poi in maniera sempre più stanziale da pastori corsi che riuscirono a creare una comunità pacifica, al di fuori di ogni controllo statale, fino a che, nel 1767 il Regno di Sardegna le occupò militarmente per affermarne la proprietà. I pastori accettarono la condizione di sudditi sardi e si arruolarono numerosi nella Marina Militare: La Maddalena diventò così avamposto del Regno nei lunghi periodi di ostilità con la Francia; Napoleone stesso fu protagonista di un tentativo di invasione nel 1793; in seguito, il suo nemico, l’ammiraglio Nelson, sostò spesso nei nostri mari ricevendo collaborazione negli approvvigionamenti per la sua flotta da parte degli isolani: in segno di gratitudine donò alla chiesa due candelieri e un crocefisso d’argento.
Nel 1849, reduce dall’esperienza della Repubblica Romana, arrivò, esule, Giuseppe Garibaldi, accolto con affetto dalla comunità. Tornò nel 1856 facendo di Caprera la sua casa fino alla morte.
Alla fine dell’Ottocento, quando la necessità di proteggere i confini nazionali dovette tener conto dell’inimicizia contro la Francia, La Maddalena divenne una Piazzaforte Marittima: a difesa della Base furono costruiti ad anello sulle alture, e in basso a protezione dei canali di acceso, numerose fortificazioni antinave, esempio pregevole di architettura militare; nel periodo fra le due guerre, a completare la struttura difensiva, si aggiunsero le originali batterie mimetizzate, ricoperte con scaglie di granito che le rendevano poco visibili agli aerei nemici.
Intanto cresceva l’industria del granito con lavori esportati in tutto il mondo.
Mussolini visitò La Maddalena tre volte; la quarta vi fu portato prigioniero a villa Webber, il 7 agosto 1943; vi rimase venti giorni. Quell’anno fu tremendo per l’isola, che subì i bombardamenti alleati. I giorni più drammatici furono quelli dal 9 al 13 settembre quando i tedeschi che abbandonavano la Sardegna occuparono i gangli di comando della Maddalena per garantirsi il passaggio verso la Corsica: la reazione compatta delle Forze Armate presenti nell’isola può annoverarsi fra i primi episodi della Resistenza.
Ponente: è lui che comanda, che spesso gestisce o limita le nostre azioni. È il netturbino del cielo e del mare, il pericolo e la bellezza.
Spiritello che si nasconde regalando la calma assoluta, e poi emerge leggero e rinfrescante d’estate, a giocare con le onde o a spettinare i capelli. E poi si adira e sbuffa e ce l’ha con tutti: nessuno deve disubbidire, i pescatori lo sanno meglio degli altri. Ma quanto di buono regala! Pulisce il mare, offre colori inattesi, plasma le rocce che lo accolgono anche nelle sfuriate più violente.
Palazzo Comunale: esempio di architettura umbertina, accoglie importanti memorie; le colonne dell’ingresso sbrecciate ricordano i bombardamenti del 1943.
Sala consiliare: accoglie lo stendardo creato durante l’attacco francese del 1793: le figure dipinte di Cristo e di S. Maria Maddalena accompagnano il motto Per Dio e per il Re vincere o morire.
Chiesa parrocchiale: voluta dall’ammiraglio Desgeneys all’inizio dell’Ottocento, costruita con le offerte degli isolani, della congregazione dei marittimi e il lavoro dei forzati.
Piazza Comando: primo esempio di “piano regolatore” con le palazzine del Comando disposte a corona del Palco della Musica e della piazza che ospitava le parate e le cerimonie militari.
Lungomare di piazza Comando: notevoli le basi in granito dei due pennoni per le bandiere posti all’inizio della “banchina dell’ammiraglio”.
Via Garibaldi: è il “corso” cittadino con i palazzi umbertini dai numerosi balconi che hanno caratteristiche ringhiere in ghisa di tante fogge diverse
Forte S. Andrea: costruito nel 1790 per difendere il borgo dall’attacco dei francesi, combatté contro l’artiglieria di Napoleone; divenne poi carcere per prigionieri politici.
L’Artiglieria: complesso nato intorno alla Caserma costruita nel 1810, diventata, alla fine dell’Ottocento comando di Artiglieria: oggi ospita il Liceo e la Biblioteca Comunale.
Forte Carlo Felice: del 1808, ha due caratteristici torrioni a sud. Fu acquistato da una principessa amica di Garibaldi. Nel 1943 fu protagonista delle giornate di Resistenza.
Forte S. Vittorio: nella parte più alta dell’isola, a pianta ottagonale; vi fu incarcerato Vincenzo Sulis. Oggi fa parte del VTS, sistema di controllo del traffico marino nelle Bocche.
Chiesa della Trinita: prima parrocchia costruita accanto al trinceramento militare del 1767: accolse i primi morti isolani. Una statua all’interno racconta una storia curiosa.
Spiagge di Bassa Trinita, Monti da rena, Spalmatore, Cala Lunga: nella zona nord dell’isola, raggiungibili facilmente su strada panoramica.
Capocchia di purpu (Testa di polpo): curiosa formazione granitica con spiaggia bianchissima nell’isolotto Giardinelli che ha tante piccole insenature sabbiose.
Batteria Colmi: situata a ovest di Guardia Vecchia, pregevole esempio di architettura militare dell’Ottocento. Oggi accoglie un teatro nel quale si svolge “La valigia dell’attore”.
Tegge: inizia con due spiagge, poi una batteria militare ben conservata, e, in fondo, caratteristiche rocce piatte dalle quali si gode il tramonto sul mare di Spargi.
Madonnetta: minuscola chiesa edificata sulle rocce a ponente, segno di devozione di un pescatore salvato dal naufragio nei primi anni del Novecento.
Colonna Garibaldi: eretta nel 1907, centenario della nascita di Garibaldi su progetto dell’architetto Valfredo Vizzotto, in granito locale lavorato a Cala Francese.
Cala Gavetta: il cuore dell’isola su cui convergono molte strade: il porticciolo riparato accoglie le barche dei pescatori nella parte più interna.
Piazza XXIII Febbraio: il nome ricorda la data dello scontro del 1793 contro i francesi: notevoli le case Larco e Ajassa, quest’ultima sede della Società di navigazione Rubattino.
Carrugghi: nome genovese che indica le stradine del centro storico, caratteristiche per il loro andamento irregolare interrotto da gradini e da piazzette.
Bassa Marina: un tempo animata dalle case dei pescatori puteolani, con le loro reti stese sulla banchina presso le loro barche affusolate. Oggi vivace passeggiata lungomare.
Via Vittorio Emanuele: bei palazzi su marciapiedi rialzati: la casa di Antonio Millelire sorge sullo slargo un tempo usato come scalo, al centro di cala Gavetta.
Via Montebello: antica via del primo impianto del borgo, già via della Processione, ospita la casa di Agostino MIllelire, governatore dell’isola fino al 1816.
Cava di Cala Francese: importante opificio di estrazione e lavorazione di granito fino agli anni sessanta del Novecento; un piccolo museo ne racconta la storia.
Villa Webber: immersa in un grande parco, apparteneva all’inglese James Phillips Webber che, nel 1851, vi si stabilì. La villa ospitò, nell’agosto del 1943, Benito Mussolini prigioniero.
Strada panoramica da Guardia Vecchia a cala Francese: percorrerla significa vedere, dai numerosi belvedere, le isole dell’arcipelago, la costa gallurese e la Corsica.
Santo Stefano
Cave di Santo Stefano: cave di granito dislocate a est di Villamarina; vi rimane il busto di Costanzo Ciano realizzato dopo la sua morte avvenuta nel 1939.
Scoglio Roma: una colonna romana, rostrata, posta su uno scoglio, ricorda i caduti delle navi Roma, Vivaldi e Da Noli del 1943; alla base la statua in bronzo della Procellaria, opera di Carlo Fontana.
Torre quadrata: prima vera fortificazione realizzata dopo l’occupazione del Regno di Sardegna negli anni 1771-73, a guardia della cala di Villamarina e del canale meridionale.
Forte San Giorgio: del 1808, costruito sulla punta occidentale di Santo Stefano, controllava l’accesso alle isole dal canale di Spargi.
Punta dello Zucchero: vi sono le ultime batterie antiaeree, dalla caratteristica forma rotonda, costruite nel 1943 nella parte alta dell’isola dalla quale si domina il canale di capo d’Orso.
A Caprera
Spiagge a ponente: Cala Garibaldi, Cala Serena, Cala Caprarese, Cala Napoletana. A queste si aggiungono piccole insenature senza nome che segnano tutta la costa.
Spiagge a levante: Cala Andreani, cala Brigantina, Cuticciu. A nord l’insenatura della Crucitta. In particolare il Relitto che conserva i resti di un motoveliero naufragato.
Batterie Candeo e Messa del Cervo: situate a nord-est, l’una antinave, l’altra antiaerea, costruite con la tecnica del mimetismo che le rendeva difficilmente identificabili ai voli di ricognizione nemica.
Tejalone: punta più alta di Caprera, domina l’arcipelago e la costa gallurese: posto di osservazione per tutte le batterie di Caprera.
Poggio Rasu superiore e inferiore: due batterie vicine e complementari, l’una rivolta a levante, l’altra a sud: caserme, riservette, postazioni di cannone differiscono nella struttura e nell’uso.
Punta Rossa: batteria bassa, di sbarramento, caratteristica per il colore rossastro del granito e per l’estensione delle strutture nella lunga penisola.
Stagnali: era il centro nevralgico di riferimento di tutte le batterie per rifornimenti, servizi, casermaggio: oggi abitato da alcune famiglie, ospita una chiesa e i locali ad uso del Parco Nazionale.
Porto Palma: grandi capannoni dove si tenevano le grandi reti usate per chiudere i passaggi a mare e per proteggere le navi in rada dai siluri.
La Maddalena capoluogo dell’omonimo Parco Nazionale, offre la possibilità di vivere esperienze tutto l’anno con la possibilità di visitare le sette isole e le decine di spiagge, scogliere e aree verdi praticamente intatte.
Il suo centro storico appare nel suo stile umbertino e ospita bar, ristoranti e boutique aperti tutto l’anno
Il suo porto di Cala Gavetta, ospita numerose regate veliche e manifestazioni legate al mare
Caprera collegata all’isola madre è ambiente ideale per passeggiate a cavallo, trekking e jogging.
Museo Navale Lamboglia: conserva i reperti della nave romana naufragata nel mare di Spargi nel secondo secolo a.C. È oggi in fase di ristrutturazione.
Museo Diocesano: contiene il tesoro di S. Maria Maddalena, gli argenti donati da Nelson e una importante collezione di stampe magdaleniche.
Memoriale Giuseppe Garibaldi: museo multimediale della vita di Garibaldi nel ristrutturato forte Arbuticci.
Compendio garibaldino: la casa di Garibaldi a Caprera e le dipendenze che narrano la vita e le attività quotidiane dell’Eroe.
Museo del mare: situato a Stagnali, in un capannone militare oggi gestito dal Parco Nazionale, raccoglie reperti e storie della marineria e della pesca locale.
Museo mineralogico: il granito in tutte le sue vicende: dalla formazione geologica all’erosione, dalle spiagge alle cave. Molti i cristalli di minerali esposti.
La Maddalena offre una grande offerta culturale durante tutto l’arco dell’anno, nel periodo estivo ininterrottamente l’isola si anima con concerti, mostre, dibattiti e rassegne teatrali.
Tra gli appuntamenti fissi è giusto citare
1 maggio: Festa della Madonnetta, una ricorrenza molto sentita e partecipata dai maddalenini che si ritrovano in una piccola cappella a strapiombo sul mare e dopo le celebrazioni religiose termina con una grande sagra
2 giugno: Settimana dedicata al cittadino più illustre, Giuseppe Garibaldi, con dibattiti, mostre e rievocazioni storiche
22 luglio: Santa Maria Maddalena, la città offre cerimonie religiose, sagre, processione caratteristica che attraversano l’intero borgo termina con la parata della santa nella baia antistante
Ultima settimana di luglio: Festival “La Valigia dell’attore”, dedicato a Gian Maria Volonté, ospita proiezioni, dibattiti e Premio al miglior attore
Giugno, Luglio, Agosto e Settembre: Un calendario di un centinaio giornate che animano il centro storico con concerti, rassegne teatrali e iniziative culturali
Settembre: “Premio Solinas”, rassegna nata nel 1985 è il più importante e prestigioso riconoscimento sia nel panorama Italiano sia Internazionale, il Solinas è oggi una bottega creativa permanente, un riferimento essenziale per Autori, Produttori e Industria.
Ziminu: originariamente brodo di pesce povero con olio, cipolla e pomodoro: indispensabile la presenza di scorfano e “cappone”. Oggi lo si prepara anche con pesci di qualità superiore.
Curconi: dolce di origine genovese: oltre a farina, strutto e lievito, è tradizionale ingrediente il mosto di fichidindia che dà la caratteristica colorazione bruna.