Petritoli
Il Borgo dei Matrimoni

Comune di PETRITOLI
(Provincia di Fermo)
Altitudine
m. 358 s.l.m.
Abitanti
2184 (601 nel borgo)

patrono

San Giovanni, 24 giugno

info turismo

Ufficio Informazioni Turistiche
Via Provinciale n.7
Tel. 0734655995

turismopetritoli@gmail.com
www.comune.petritoli.fm.it

Lo spirito del luogo

Il nome

L’etimologia del nome Petritoli è sconosciuta, una delle teorie più accreditate è che il nome Petritoli derivi da un monumento funebre o un antico incrocio fra due strade romane poste in cima al colle dove sorge il borgo.

La storia

Petritoli è sorto, intorno all’anno mille, su di un diverticolo che si dipartiva dalla strada principale, la Salaria, che collegava le città di Ascoli Piceno e Fermo. Nel 1200 diventò Comune autonomo e fu governato con propri Statuti. Nel 1800, nell’era di Napoleone, diventò Cantone Mandamentale e proprio in quel secolo Petritoli raggiunse il massimo splendore architettonico e culturale con la costruzione dei tre monumenti più significativi: i Tre Archi, la Torre Civica ed il Teatro dell’Iride. Di notevole interesse turistico anche la chiesa di Santa Maria ad Martyres con all’interno il prezioso organo del 1777 opera di Gaetano Callido, la Sala del Coro Ligneo, il Santuario della Madonna della Liberata, la ottocentesca Antica Stamperia Fabiani.
Dall’anno 2007 Petritoli è identificato anche come il “Paese dei Matrimoni”, il paese dove molte coppie di stranieri, sempre insieme a numerosi ospiti, decidono di venire a sposarsi. Il sorriso e la cordialità dei paesani, l’aria salubre ed il paesaggio inimitabile, il centro storico accogliente, la cucina ottima e sana, la storia e l’architettura, la ricettività alberghiera di alto livello, sono questi alcuni degli ingredienti che ipnotizzano i turisti stranieri e che convincono molti ad immortalare a Petritoli il giorno più importante della loro vita.

Lungo quella catena di colli, che… dalla parte sinistra del fiume Aso, corrono giù giù accompagnando la lunga lista degli Appennini, è posta Petritoli… costruito sovra una deliziosa collina, ricca di viti, di olivi e di gelsi… Petritoli gode di un’aria saluberrima, di una salute invidiabile, di un panorama sorprendente.

 

Luigi Mannocchi

“Memorie storiche e statistiche di Petritoli”

Tre Archi, Antica porta Petrania costruita nella prima metà del XV secolo con lo scopo di rafforzare la porta trecentesca leggermente più arretrata e non più adatta a subire assedi fatti con le nuove armi che usavano la polvere da sparo.

Complesso delle Porte Petrania, tre porte medievali di varie epoche

Chiesa di Sant’Andrea, La chiesa fu costruita nella metà del XVIII secolo dall’architetto Pietro Maggi.

Monastero delle Clarisse – Palazzo Comunale, Il convento delle clarisse (oggi sede del municipio) fu realizzato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento grazie ad un lascito testamentario di Don Censorio Marziali.

Chiesa di Santa Maria in Piazza, Chiesa costruita nella metà del XII secolo con il nome di S. Marziale, nel XVI secolo durante un assedio la chiesa fu molto danneggiata, ricostruita sempre nel XVI secolo con orientamento opposto e finanziata dal Papa Paolo III.

Palazzo Fabiani, Di fronte a S. Maria in piazza si trova il cinquecentesco palazzo Comunale, di notevole pregio, è strutturato a due piani, ed ha una decorazione di cornici di finestre e pilastrini dei primi anni del XVI secolo.

Chiesa di San Prospero, La chiesa di S. Prospero in stile romanico è la chiesa più antica esistente a Petritoli, la sua costruzione risale al XIII secolo.

Torre Civica, costruita nel 1831 sulle fondamenta di una torre più antica su progetto di Giovan Battista D’Assi. La torre è composta da cinque basi diverse: quadrata, rettangolare, ottagonale, circolare e sferica.

Chiesa di Santa Anatolia, costruita nella seconda metà del XIV secolo e ricostruita interamente all’inizio del XX secolo. Custodisce all’interno la statua in cera con le ossa di Santo Innocenzo Martire e due urne cinerarie di epoca romana.

Palazzo Vitali, palazzo ottocentesco in stile gotico – veneziano fiorito. Lo stile è teso ad imitare il decorativismo delle facciate a bifore e pinnacoli sommitali tipico di Venezia.

Teatro Dell’Iride, è stato costruito nella seconda metà dell’800, su progetti dell’ing. Giuseppe Sabbatini.

Chiesa Santa Maria dei Martiri, costruita intorno alla fine del 1500 ed ubicata nel monastero dei Minori osservanti. Essa ha un soffitto a cassettoni ottagonali tra i quali sono incastonati bellissimi rosoni dorati.

Antiche Fonti, antico complesso di varie fonti monumentali di epoca medievale

Santuario della Madonna della Liberata, edificato intorno all’anno mille a circa 2 km dal centro storico, successivamente Chiesa “ad pestem”. Al suo interno è custodito il dipinto di Giovanni Battista Morale da Fermo.

Chiesa dei Santi Vittore e Corona, Situata nella frazione di Moregnano, troviamo la chiesa settecentesca dei santi Vittore e Corona, con la sua facciata aperta da un portale con il timpano di forma triangolare.
Nella parte retrostante l’edificio spiccano il campanile con orologio e l’abside di forma circolare.

Piaceri e Sapori

Il complesso sportivo principale è quello che si trova nell’immediata periferia del capoluogo, lungo la strada che conduce a Moregnano, a circa 1 Km dal centro storico.

Questo complesso ospita il Palazzo dello sport predisposto per calcetto, basket e pallavolo.

Presso il medesimo complesso si trovano: un campo da calcio dotato di tribuna coperta, un campo da calcetto in erba sintetica ed un campo da tennis.

La struttura ospita anche l’edificio sede della locale Società Bocciofila con il bar interno, i suoi 6 campi da bocce e la sala biliardi.

Nella frazione Valmir si trova un secondo impianto che, nel contesto di un’ampia area attrezzata destinata a verde pubblico, ospita un campo polivalente in erba sintetica.

L’antica Stamperia Fabiani, ubicata in Vicolo del Forno 3 dal 1957, è un museo didattico nel cui interno possiamo trovare diverse macchine da stampa rarissime tra cui il Torchio manuale in ghisa, con base a crociera di legno, della ditta Amos dell’Orto in Monza 1841, unico esemplare originale in Europa.

Pinacoteca Civica e Archivio storico comunale, ubicati nel Palazzo Comunale

Museo delle arti e dei costumi antichi, ubicato nella sala mostre adiacente al Teatro Comunale dell’Iride

Martedì di Pasqua Tradizionale visita al Santuario della Liberata

24 Giugno Festa in onore del Patrono S. Giovanni Battista

Secondo fine settimana di Luglio Festa de le Cove

Terza domenica di Agosto Festa in onore della Madonna della Misericordia

Li moccolotti de lo vatte

Un piatto che ci riporta indietro nel tempo, quando durante la trebbiatura i vicini prestavano il loro aiuto a buon rendere e la pausa del pranzo diventava un momento di festa.

Le donne anziane preparavano il sugo in un grande “callarà” e spesso i “moccolotti” si cucinavano direttamente nel sugo bollente, mescolati a lungo e ingolositi da abbondante pecorino grattugiato.

Ingredienti:

La ricetta per 4-6 persone:

– 400 gr di rigatoni grandi

– 1/2 Kg di carni miste pollo, oca, papera e rigaglie

– 60 gr di lardo macinato

– 30 gr di olio

– 1 cipolla

– 1 carota

– 1 costa di sedano

– sale

– Pepe

– 1 bicchiere di vino

– 1 chiodo garofano

– 4 cucchiai di conserva di pomodoro (oggi poco usata) o 1 bottiglia di salsa di pomodoro

Procedimento

Tagliare le carni a pezzi in una pentola rosolare lentamente con il lardo, l’olio, la cipolla, carota e sedano.

Aggiungere i pezzi di carne e il chiodo di garofano, aggiustare di sale e pepe e rosolare.

Sfumare con il vino bianco.

Diluire la conserva con acqua calda e versare sulla carne fino a coprirla

Lasciar cuocere lentamente con il coperchio per almeno 2 ore.

Cuocere come da ricetta originale i rigatoni direttamente nel sugo oppure cuocerli a parte in acqua bollente e poi ripassarli nel sugo. Servire con abbondante pecorino grattugiato.

Prodotto d’elezione di questa zona e della valle dell’Aso è la pesca della Valdaso, frutto del lavoro di piccoli produttori con aziende quasi sempre a gestione familiare.

Ottima è anche la produzione di olio extra-vergine di oliva e vino data la vocazione agricola dell’intera valle.