stemma-VissoVisso
La perla dei Sibillini

Borgo colpito dal sisma del 26/10/2016

Comune di VISSO
(Provincia Macerata)
Altitudine
m. 608 s.l.m.
Abitanti
1207 (834 nel borgo)

info turismo
Casa del Parco, piazza Capuzi 55 – tel. 0737 95262
cdpvisso@tiscalinet.it
Pro Loco, tel. 0737 9363
Comune, Largo G.B. Gaola Antinori 1, tel. 0737 95421
comune@visso.sinp.net
Punto informativo turistico, P.zza M. vissani – tel. 0737 9239

Lo spirito del luogo
Le immagini e le informazioni del Borgo sono precedenti al sisma

stemma-VissoIl nome
Vicus, cioè “luogo”, “villaggio”, accompagnato dall’aggettivo Elacensis, “rispettabile”, fu secondo tradizione il nome del primo insediamento. Il toponimo Vicanum indicava la terra comunale (o vicana) del pascolo e del legnatico attorno a un vicus.

 

La storia
XV-IX sec. a.C.: secondo alcune fonti il luogo sarebbe stato abitato già intorno al 1500 a.C. da popolazioni pelasgiche attestate sui monti Sibillini; sono in ogni caso probabili origini pre-romane.
295 a. C., situato presso gli antichi confini degli Umbri e dei Sabini, il vicus è conquistato dai Romani.
494-526, Teodorico vi pone un presidio gotico per consolidare i suoi domini sui pagi (villaggi) della Valnerina.
579, il borgo è assoggettato al Ducato longobardo di Spoleto, che governa i paesi di montagna per mezzo di feudatari minori mandati sul posto dai Gastaldi per mantenere l’ordine e amministrare la giustizia. Col succedersi dei secoli, i vissani si organizzano in libero Comune, fiero e bellicoso, sempre in lotta, sino alla fine del Cinquecento, con i Comuni confinanti.
1455, la chiesa, sempre bendisposta nei confronti di Visso, le concede diversi privilegi, come la giurisdizione civile e criminale e, nel 1472, l’esenzione perpetua da tasse e gabelle sui viveri importati.
XV-XVI sec.: epoca di pestilenze, inondazioni e saccheggi da parte delle compagnie di ventura, ricordata come “la ruina di Visso”; la ripresa economica che ne segue – dovuta alla posizione strategica di Visso nei traffici commerciali tra Roma, Spoleto e le Marche – consente la costruzione degli edifici rinascimentali che ancora oggi vediamo; saranno poi l’artigianato e la pastorizia a portare prosperità al borgo.
1583, papa Gregorio XIII eleva Visso a sede permanente del Governatorato, alle dipendenze del Legato Pontificio.
1828, Visso è insignita dalla chiesa del nome e delle prerogative di Città.
1860, la cittadina viene staccata dall’Umbria e assegnata alle Marche.

Le linee severe delle architetture sposate ai colori tenui della pietra creano la grazia di questo luogo di mezza montagna, che una scuola di artigiani, scalpellini, decoratori e cesellatori, bravi a trattare la pietra, per 400 anni ha disseminato di mensole, portali, finestre, lunette, cornici modanate, capitelli, scritte sapienziali. In un travaso continuo dal gotico al rinascimentale, con gli affreschi che affiorano dagli intonaci slabbrati dell’antica collegiata, e la paura che i terremoti (l’ultimo è del ‘97) sbriciolino l’arte in calcinacci, percorriamo Visso come pellegrini increduli di tanta bellezza sgualcita tra vecchie case, sagome medievali, mura brunite dal tempo, porte blasonate di stemmi, portali inquadrati in purissime modanature, vicoli serrati e canali fluviali.

Visso è un incantevole centro montano delle Marche al confine con l’Umbria. La “perla” dei monti Sibillini (è sede del Parco Nazionale) vanta un passato ricco di storia: le imponenti mura, i balconcini medievali, le case, le torri, i palazzi gentilizi rinascimentali, i portali in pietra arricchiti da motti latini e stemmi di famiglia, costituiscono un insieme armonioso e grandioso, se messo in relazione alla limitata estensione del centro storico.
Le meraviglie in così poco spazio sono tali, che è impossibile non concordare con il grande storico dell’arte André Chastel, quando dice che “nella costruzione scenografica delle piazze e delle città il genio italico non ha avuto rivali”. Basti vedere, a Visso, la piazza dei Martiri Vissani, dove tutto è compostezza, luminosità, armonia di linee: pura bellezza.
La piazza è delimitata da eleganti palazzetti quattro-cinquecenteschi e caratterizzata da due strutture architettoniche: la collegiata di Santa Maria e la chiesa di Sant’Agostino. La collegiata in stile romanico-gotico risale, nel suo impianto originario, al XII secolo. È sovrastata da un elegante campanile a bifore e trifore e abbellita da una facciata con un portale trecentesco finemente lavorato, recante ai lati due fieri leoni. La lunetta racchiude un pregevole affresco quattrocentesco raffigurante l’Annunciazione e attribuito a Paolo da Visso.
La chiesa di Sant’Agostino (XIV secolo) ha una facciata a tre cuspidi con portale e rosone; oggi sconsacrata, è sede del Museo che raccoglie opere di proprietà comunale ed ecclesiastica provenienti in gran parte dalle chiese del territorio vissano. Vi sono anche custoditi sei Idilli manoscritti di Giacomo Leopardi, tra cui “L’Infinito”.
Tutto il centro storico è di grande suggestione, con il profilo dei monti Sibillini a fargli da corona e, all’interno, le antiche torri, le quattro porte che chiudono le mura castellane, i palazzetti rinascimentali ricchi di portali e finestre in pietra chiara lavorata dagli artigiani locali: i celebri “petraioli vissani”, alla cui Scuola appartiene il battistero trecentesco dell’antica pieve attigua alla collegiata. Tra gli edifici di pregio, il palazzo dei Priori, quello dei Governatori e il palazzo del Divino Amore (oggi sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini) aggiungono ricchezza a questo borgo che sembra ricamato nella pietra.
Fuori del paese, merita una visita il santuario di Macereto, a 1000 m d’altitudine sull’omonimo altopiano dominato dal Monte Bove. Edificato su modello bramantesco da Giovan Battista da Lugano tra il 1528 e il 1538 intorno ad una più modesta cappella del XIV secolo, sorta per custodire una statua della Madonna dalle virtù miracolose, la chiesa si presenta con tre avancorpi su cui si aprono tre portali riccamente scolpiti, impreziositi da bassorilievi e colonnine con capitelli corinzi sui quali poggia una cornice con il timpano triangolare.
La tradizione narra che il 12 agosto 1359 i muli che trasportavano la statua, giunti nel luogo dove sorge ora il santuario, si bloccarono e non vollero più proseguire.
La mirabile costruzione in pietra fu portata a termine nel 1558 da maestri anch’essi provenienti da Lugano.
A fianco sorge il palazzo delle Guaite edificato tra il 1571 e il 1583 e racchiuso, insieme al santuario, in un recinto di mura con un portico interno che serviva come rifugio per i pellegrini e gli animali.

Piaceri e Sapori

Pesca, trekking, mountain bike, passeggiate lungo i fiumi e le mura castellane e nel Parco Jaja, escursioni all’Anello dei Sibillini.

Attraversata da tre fiumi e immersa nel verde, Visso è sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e dunque ideale punto di partenza per conoscere il mondo aspro e selvaggio di queste montagne, dove secondo tradizione si nasconde l’antro della Sibilla. Nei mesi invernali è possibile praticare gli sport sulla neve, mentre in estate il paesaggio, l’aria pura, le acque sorgive predispongono a serene passeggiate tra i boschi.

Museo Civico, attualmente in fase di ristrutturazione, è allestito nei locali della ex chiesa di Sant’Agostino: raccoglie oltre 200 opere di pittura, scultura lignea e artigianato artistico provenienti da chiese del territorio comunale in un arco che va dal XII al XVIII secolo. La perla del museo è il manoscritto originale de L’infinito di Giacomo Leopardi, gelosamente custodito insieme ad altri cinque Idilli.

Mostra mercato dei prodotti della gastronomia dei Sibillini, luglio.

Mostra mercato dell’Artigianato, chiostro di Sant’Agostino, agosto.

Torneo delle Guaite,
agosto: nella Taverna del Priore, rievocazione storica degli antichi mestieri e corteo per le strade del borgo in costumi rinascimentali.

Sagra del Ciauscolo dei Sibillini, agosto: si fa festa con il ciauscolo, un salame preparato con carne di maiale aromatizzata.

Sibilla & Ovini,
in località Cupi di Visso, settembre: rassegna zootecnica nazionale che sotto il nome di “Tesori della Sibilla” abbina convegni e vendita di prodotti tipici.

Le Terre del Ciauscolo,
rassegna di prodotti tipici,

Al ciauscolo, un insaccato preparato con una speciale lavorazione del maiale, la cui carne viene macinata e infarcita di aromi, è dedicata una sagra. Visso eccelle nella lavorazione dei salumi, tanto da essere considerata il contraltare marchigiano di Norcia. Ma tra i sapori robusti e genuini di questa terra ci sono anche i formaggi, da gustare nelle diverse stagionature, la lenticchia e il farro dei Monti Sibillini, il castrato di montagna. E, a completare il menu, i piatti preparati con la trota del fiume Nera e soprattutto con il pregiato tartufo nero.

Ai primi del Novecento, si contavano sul territorio circa 150 mila ovini (la conta si faceva con una stanga di legno che sbarrava la strada di accesso delle greggi). A rappresentare Visso è perciò la “sopravissana”, una razza ovina di corporatura tozza e appesantita, molto resistente e produttiva, da cui si ricava un eccezionale formaggio pecorino.

Ristorazione

Visso, Trattoria del Pescatore

Trattoria del Pescatore

Le specialità della trattoria sono carne e pesce alla brace.

 Loc. Molini di Croce, 14
  +39 0737 960105
  info@ristorantepizzeriavisso.it
www.trattoriapizzeriadelpescatore.it

Ospitalità

Visso, Due Torri

Affitta Camere Due Torri

Il B&B offre due strutture di cui una situata al centro storico e l’altra all’ingresso del borgo. Camere con bagno privato e 3 mini appartamenti.

 Vicolo Angelini, 18
  +39 0737 95403
  +39 338 4226790
  info@vissoimmobiliare.it