Monforte D’Alba
Tra i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte” Patrimonio UNESCO
Comune di MONFORTE D’ALBA
(Provincia di Cuneo)
Altitudine
m. 528 s.l.m.
Abitanti
1995
Patrono
Madonna della Neve, 5 agosto
info turismo
Visit Monforte Ufficio Turistico
tel. +39 3758356711
monforte@tourbante.com
incomingpiemonte.com/destinazioni/monforte
www.comune.monforte.cn.it
Il nome
Il Comune deve il suo nome al castello cinto da mura che sorse nell’Alto Medioevo sulla sommità di un colle “Mons Fortis”
La storia
Monforte è di antichissima origine: infatti sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti al neolitico e frammenti d’epoca romana. Nel 1028, secondo gli storici Glabro e Landolfo Seniore, fu espugnato dagli armati inviati dall’Arcivescovo di Milano, Ariberto d’Intimiano, per soffocare l’eresia catara diffusasi in loco coinvolgendo gli stessi feudatari. Gli abitanti di Mons Fortis, fatti prigionieri, furono condotti a Milano e costretti a scegliere tra l’abiura e il rogo; la maggior parte, coerentemente con i propri principi, si lanciò tra le fiamme. Non è azzardato supporre che la presenza del nome Monforte nella toponomastica di Milano sia da ricollegarsi a questa vicenda.
Dopo alterne vicende, il paese divenne, nel XIII secolo, feudo dei marchesi Del Carretto, cui più tardi subentrarono i marchesi Scarampi del Cairo. Nel 1703 fu conquistato dalle truppe di casa Savoia e passò quindi definitivamente al regno di Piemonte e di Sardegna.
Il centro storico di Monforte conserva il caratteristico impianto medievale: la conformazione del rilievo su cui si erge l’abitato ha determinato la disposizione planimetrica a forma di ventaglio; le strade che salgono seguono le linee di massima pendenza e sono incrociate da vie parallele disposte secondo l’andamento delle curve di livello. Una passeggiata nelle sue viuzze medioevali che salgono ripide, una sosta nei suoi locali di ristoro o nei suoi alberghi, dimostrano come questo Comune, già noto nella seconda metà del Novecento per la sua gastronomia, abbia valorizzato il suo centro storico con molta attenzione al restauro e al recupero funzionale dei suoi edifici.
Il territorio del Comune di Monforte d’Alba presenta delle peculiarità legate alla natura ed al territorio che ne hanno determinato l’inserimento a giugno 2014 nei siti italiani “Patrimonio dell’Umanità” dell’UNESCO tra “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”. La coltura della vite ha permesso di modellare le colline in un modo unico riconosciuto in tutto il mondo. Buona parte del territorio è inserita fra le zone di eccellenza “core zone” e parte fra le zone di completamento “buffer zone”.
Il fulcro della composizione urbana è costituito dalla residenza dei marchesi Scarampi, situata a fianco della piazza in cui è stato ricavato l’Auditorium Horszowski e dalla quale si ergono la torre Campanaria e le due Confraternite di Santa Elisabetta e di Sant’Agostino.
Del primitivo castello di Monforte documentanto nel XI sec. non resta nulla. Sul sito del maniero precedente, Gravemente danneggiato nel 1703 dalle truppe savoiarde, che lo conquistarono, i signori del Carretto dopo il 1706 edificarono Palazzo Scarampi, passato allo Stato sabaudo nel 1726 con la cessione dei feudi imperiali e ristrutturato nel 1833.
Piccolo anfiteatro, utilizzato come auditorium e intitolato al famoso pianista che vi tenne il concerto d’inaugurazione nell’estate 1986, l’Auditorium Horszowski ospita la rassegna musicale Monfortinjazz.
Scendendo lungo la “Via dei Catari”, si percorre l’attraversamento del sottopasso recante la data del 1622 su cui poggiava la navata detta “dei manichei” dell’antica chiesa di Santa Maria. Si oltrepassano l’arco e la porta medievale di accesso alla rocca e, scendendo per via del Carretto, è visibile una meridiana dipinta nel 1834. Visibile, anche, un tratto delle antiche mura all’incrocio con via de Magistris, (già via del Forno, o delle Case Bianche). Ritornati in via del Carretto, si supera, sulla destra, l’antica Piazza d’Assi, cosiddetta perché pavimentata con tavole di legno e dove, un tempo, vi si teneva il mercato.
L’Oratorio di Sant’Agostino e di San Bonifacio, in stile barocco, presenta una facciata in mattoni a vista, divisa in due ordini, ed è scandita da quattro paraste, poggianti su basamento. Sul portale in bronzo, realizzato nel 2014 dall’artista svizzero Marcel Mathys, sono raffigurati il Tetramorfo (simbolo dei quattro Evangelisti con l’angelo di Matteo, il leone di Marco, il bue di Luca e l’ aquila di Giovanni) e due Labirinti (rappresentazioni medievali del percorso di penitenza).
L‘Oratorio barocco di Santa Elisabetta è esternamente scandito ad ottagono e presenta una facciata intonacata nel 1827. Paraste marmorizzate ornano l’interno e una decorazione floreale impreziosisce la volta. Nella parete di fondo una profonda nicchia ospita l’altare dietro il quale un’importante cornice barocca racchiude la tela rappresentante S. Elisabetta.
La Torre Campanaria è l’ultima testimonianza, insieme ad un affresco quattrocentesco (ora nella cappella della Casa di Riposo), della chiesa parrocchiale di Santa Maria, già citata in un documento del 1223, e demolita nel secondo decennio del 1900. Il campanile, che ha subito molti rimaneggiamenti nel corso dei secoli, era in origine la torre quadrangolare di vedetta dei primi signori di Monforte, inglobata nella facciata della chiesa costruita successivamente. La parte terminale, cuspidata, presenta le caratteristiche tipiche del gotico. Durante i lavori di restauro è emersa, alla base, un’ampia nicchia con decorazioni barocche che fungeva da fonte battesimale.
Le Meridiane ancora visibili sono due: quella in via Del Carretto presenta, al centro, una clessidra alata e, in alto, la scritta “VELOCITER TRANSIT” seguita dal nome dell’autore “A. CHALLANCE FACIEBAT A.D. 1834”; l’altra, in via Vallada, sulla torre annessa al palazzo già Martina, porta in alto la scritta “Soles occidere et redire possunt nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una eterna dormenda” [Il sole può calare e ritornare per noi, quando la breve luce cade resta una eterna notte da dormire] (Catullo, Carme V).
PANCHINE GIGANTI:
Nel territorio di Monforte d’Alba vi sono due coreografiche panchine giganti, realizzate dal designer americano Chris Bangle.
Posizionate in posizione panoramica, si trovano una poco fuori il centro storico nell’area verde di via Circonvallazione e si affaccia su Monforte d’Alba ed il paesaggio; l’altra, in aperta campagna, nei pressi della Cascina Gramolere (località Castelletto), con una spettacolare vista sui vigneti delle Langhe.
MATITE COLORATE:
L’Amministrazione Comunale ha ideato e realizzato, con la collaborazione di artigiani locali, “le matite colorate”, ossia pali colorati simili a dei pastelli posti dentro ad un porta matite in questo caso una botte che conteneva vino.
Le matite colorate sono poste vicino alla panchina gigante, in via Circonvallazione, nell’area destinata a parco verde e parco giochi in via Vallada e in località S.Eligio.
SDRAIO GIGANTI:
L’Amministrazione Comunale ha ideato e realizzato, con la collaborazione di artigiani locali, “le sdraio giganti” coreografiche e insolite poste nell’area verde di via Montà.
Il Borgo di Monforte d’Alba offre molto al visitatore, sia per quanto riguarda gli eventi che qui si organizzano nelle varie stagioni che per la gastronomia.
La cucina è espressione di un mondo agricolo ad economia povera e conserva tuttora la sua tipicità, per quanto risenta, in alcune preparazioni, dell’influsso della vicina Liguria e della Valle d’Aosta, come nella “bagna cauda” e della fonduta. Da una materia prima varia e dalla fantasia dei cuochi è nata una vasta gamma di antipasti, primi, secondi e dolci molto elaborati che richiedono pazienza ed abilità nell’esecuzione. Tra i principali: il vitello tonnato, la carne cruda all’albese, le frittate, il fritto misto alla piemontese, la fonduta, la “bagna cauda”, la pasta fatta in casa (tajarin, ravioli al “plin”, gnocchi di patate, lasagne al sangue).
Da non dimenticare il brasato al Barolo, il bollito misto accompagnato dal “bagnet verd” ed il coniglio alla langarola con i peperoni; completano il pranzo le “tume”, il “bonet”, la torta di nocciole e le paste secche di meliga con lo zabajone.
Sovrano, su alcuni di questi piatti, il profumato e prezioso tartufo bianco d’Alba.
Fra gli eventi segnaliamo:
nel mese di luglio si tiene la rassegna musicale Monfortinjazz, giunta ormai alla 43^ edizione. Il Monfortinjazz, nato nel 1976, ha ospitato molti tra i più noti e apprezzati protagonisti della scena musicale internazionale dando vita, ogni anno, a un appuntamento unico.
Nella 4^ domenica di novembre, si tiene la tradizionale Fiera dei “ BERU” (letteralmente “i maschi delle pecore”). La Fiera è una vera e propria”classica” del periodo autunnale in Langa, che affonda le proprie origini a molto tempo addietro a partire dalla sua ormai curiosa denominazione. Per tutta la giornata, il centro è animato da bancarelle pronte ad offrire ai visitatori un panorama di generi di ogni sorta. La Pro Loco prepara per tutti la colazione di langa, il pranzo con polenta e salsiccia e la merenda.