Cocconato
La riviera del Monferrato

Comune di COCCONATO
(Provincia di Asti)
Altitudine
m. 491 s.l.m.
Abitanti
1462

patrono

Santi Fausto e Felice, 11 settembre

info turismo

Ufficio Informazioni Cocconato
Piazza Cavour 26
Tel. 0141 600076
Aperto da aprile a settembre

www.comune.cocconato.at.it
cocconatoufficioturistico@gmail.com

Lo spirito del luogo

Il nome

Il nome, dal latino cumconatu, indica lo sforzo necessario per salire in cima alla collina su cui sorge il borgo. Secondo altri, deriverebbe da cuccus, corruzione di acutus, riferito a ciò che termina in punta, come un monte o un colle.

La storia
La località che oggi è chiamata la “Riviera del Monferrato” per il suo clima mite, è stata probabilmente fondata dai Liguri. La presenza romana è documentata nell’abitato di Marcellina, e ad essa è collegata la leggenda della Pietra Cagnola, un simulacro d’oro massiccio a forma di cane che, posto sull’erpice, si credeva avesse il potere di rendere fertile la terra. Su fondazioni romane poggia la pieve della Madonna della Neve, il luogo di culto della città di Marcellina fino al trasferimento della popolazione ai piedi del castello. L’abbandono di Marcellina potrebbe essere stato determinato dalle invasioni barbariche, quando vi era la necessità di stabilirsi più in alto, dove ora sorge l’abitato di Cocconato.
La storia del borgo è legata ai conti Radicati che, ottenuto il feudo nel X secolo, lo amministrarono fino al 1450 rendendolo, grazie ad abili alleanze, quasi uno stato autonomo, con poteri di giurisdizione, compreso quello di battere moneta, sui territori circostanti. Due i conti da ricordare: Annibale di Coconat, che a metà del Cinquecento andò a Parigi, al servizio dei re di Francia; Alberto, scrittore politico ed esule volontario a causa della sua fede protestante e, per quei tempi, democratica. Nel 1450 Cocconato entrò nell’orbita dei Savoia, fino a subirne l’assoluto dominio nel 1586.
Il patrimonio artistico è costituito dalla chiesa della Santissima Trinità, che custodisce una tela del Moncalvo, dalla chiesa di Santa Caterina, con la facciata barocco–piemontese, dal palazzo Comunale con facciata in cotto del XV secolo e porticato trecentesco, e dal palazzo Martelletti, residenza nobiliare settecentesca nei cui documenti è stata trovata la ricetta di un vino vermouth oggi riproposto. È un falso storico, ma interessante, la torre appartenente al castello costruito sulla collina agli inizi del X secolo e ricostruito, dopo parziali distruzioni a seguito delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, alla fine del XV secolo. Dal definitivo abbattimento del castello nel 1556 si salvò solo la torre merlata, a sua volta demolita nel 1836 e riedificata a breve distanza di analoga foggia, e adibita per alcuni anni a mulino a vento.Oggi la torre è l’emblema della Riviera del Monferrato.

La chiesa della Santissima Trinità è stata edificata nel 1617 per voto della popolazione contro la peste. Il porticato laterale, la sacrestia e l’attuale facciata sono della seconda metà del Settecento, mentre è databile alla seconda metà del Seicento l’altare maggiore in legno scolpito e dorato. Notevoli la pala della Incoronazione della Vergine, attribuita alla bottega del Moncalvo, e i tre paliotti settecenteschi in scagliola della bottega dei Solaro.

Il palazzo comunale è frutto della ricostruzione quattrocentesca di parte del castello, di cui rappresenta la propaggine meridionale, ed è uno dei rari esempi in Piemonte di edifici civili in stile gotico, con eleganti finestre contornate da formelle decorate in cotto e le arcate a sesto acuto del porticato. Ammodernamenti ottocenteschi ne hanno un po’ alterato l’impianto originario.

A navata unica con tre altari minori per lato, la chiesa parrocchiale di Santa Maria della Consolazione è del 1669, con ampliamento ottocentesco. Tra le varie pale d’altare si ricordano quella di Ognissanti, di scuola genovese (1652-60), quella dell’Angelo Custode, del pittore torinese Giovanni Francesco Sacchetti (1675), quella della Madonna del Rosario, realizzata dalla scuola del Moncalvo (XVII sec.). La maestosa pala absidale della Madonna della Consolazione (1731), opera del pittore valsesiano Vitaliano Grassi, è la più antica raffigurazione iconografica dell’abitato.

Il 25 aprile si svolge l’antica Fiera di San Marco con mercatini e degustazioni.

Famoso per la sua robiola, Cocconato presenta i formaggi locali a Cocco…Cheese a metà maggio, mentre ai suoi vini dedica la Camminata enogastronomica del primo fine settimana di giugno: sette tappe e sette vigne,con degustazioni e una passeggiata di 15 chilometri tra le colline.

Caricando botti d’acqua sui dorsi degli asini, gli abitanti di Cocconato spensero l’incendio divampato nel castello nel Medioevo. Per ricordare l’episodio, il Palio degli Asini è dal 1970 l’evento principale del paese. Si svolge l’ultima domenica di settembre come una disfida tra gli otto borghi che compongono Cocconato, con un corteo di centinaia di figuranti in abiti storici.Ogni borgo allestisce il proprio corteo e prepara la squadra di corridori con l’asino che ne difenderà i colori.

Dall’8 dicembre al 12 gennaio Cocconato diventa il Borgo dei Presepi, perché non c’è casa, bottega, chiesa che non ne esponga uno. Un percorso di oltre un chilometro indicato da stelle comete guida il visitatore alla scoperta del centinaio di piccole opere d’arte dislocate in ogni angolo del paese.