Guarene
Borgo di snodi, cultura e cibo
Comune di guarene
(Provincia di Cuneo)
Altitudine
m. 360 s.l.m.
Abitanti
3564
patrono
San Giacomo, 25 luglio
info turismo
Ufficio Informazioni Turistiche
Piazza Roma 6, tel. 0173-611103 – Int. 7
Il nome
Il nome di Guarene ha origine dal centro abitato di GORENA. Così era definito nell’XI secolo dopo Cristo l’agglomerato plebeo costruito dagli abitanti di San Giovanni de Villa per sfuggire alle sempre più pericoloso incursioni saracene. Fin dal 1200 dominava a Guarene un maniero.
La storia
Il genius loci è lo spirito del luogo e il compito dell’architetto è quello di creare luoghi significativi. Per i Guarenesi il simbolo principale del paese è IL CASTELLO.
IL CASTELLO DI GUARENE esempio di architettura barocca piemontese, fu costruito a partire dal 1726 per iniziativa di Carlo Giacinto Roero, nei suoi tratti architettonici mostra l’influenza dell’architetto Filippo Juvarra di cui Roero fu allievo. All’interno del castello si possono ammirare decorazioni ed affreschi di pittori come Casoli, Rappa, Galliori e Palladino.
LA CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA. E’ l’edificio più amato dai Guarenesi, costruita tra il 1699 e il 1738 su progetto dell’Arch. Francesco Rachis di Carpeneto.
PINACOTECA COMUNALE DEL ROERO Uno dei tesori più belli del territorio. La collezione nasce nel 1975 con il primo concorso di pittura “Omaggio a Guarene”, organizzato dal Pittore Guarenese Dino PASQUERO, con l’intento di dotare il comune di una propria galleria d’arte moderna.
IL PARAMURO. Con il termine PARAMURO si intende una sorta di corridoio che divideva le case dalle mura vere e proprie che cingevano l’abitato in epoca medioevale. Questa protezione era utile anche nei confronti della natura, per contrastare le frane che hanno da sempre caratterizzato la storia del paese. Persa la funzione difensiva, il Paramuro è diventato un luogo per le passeggiate. Da questo punto di osservazione si può apprezzare sia la disposizione delle case del paese, costruite intorno alla collina, sia il paesaggio circostante delle Langhe.
PIAZZA ROMA ED IL MUNICIPIO Piazza Roma è il fulcro di Guarene, della vita di Comunità. Sulla Piazza si affaccia il Palazzo del Municipio, edificio dove avevano già trovato collocazione prima un tinaggio e successivamente un teatro fornito di palchi e palchetti a testimonianza della passione degli abitanti di Guarene per le opere teatrali. L’edificio fu donato nel 1876 dal Conte Alessandro Roero al Comune stesso, che lo ristrutturò e lo adibì ad uffici comunali e scuole.
PALAZZO RE REBAUDENGO – Dimora storica settecentesca, complesso museale che comprende sale nobiliari, decorate con affreschi a tema mitologico realizzati dal pittore Francesco Casoli, pitture e stucchi di grande pregio e due quadri di Gian Giacomo de Alladio detto il Macrino.
LA CHIESA DI SAN MICHELE – Collocata in uno degli incroci principali del nucleo storico, rappresenta l’edificio religioso più antico del paese, citato nei documenti già dal 1379, in questo luogo venne stipulato il contratto di cessione di Guarene ai Roero. Appartengono alla Chiesa un prezioso quadro dei Moncalvo ed una magnifica statua in legno dell’Angelo Custode.
LA CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE – Costruita nel 1711 all’ingresso meridionale del paese e dedicata alla Madonna della Moretta il cui culto era diffuso per le grazie elargite nella guarigione degli uomini e dei bovini nelle epidemie.
IL PUNTO PANORAMICO “IL POGGIOLO” – Consente, proiettandosi oltre il margine della rocca, di vivere un emozionante effetto aereo ed offre un superbo panorama che permette di spaziare con lo sguardo dal Capoluogo di Guarene sino alla catena delle Alpi piemontesi.
IL PARCO D’ARTE SANDRETTO RE REBAUDENGO – Sulla collina di San Licerio a Guarene, ad ingresso libero, è un luogo dove la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta le installazioni all’aria aperta, tra i filari di una vigna di Nebbiolo, i salici e le querce e la vegetazione selvatica di un bosco antico. Il Parco è stato progettato dagli architetti Remediani e Scaccabarozzi ed è inspirato al mosaico di tessere dei campi, dei noccioleti e vigneti che lo circondano. Realizzate da artisti riconosciuti sulla scena italiana ed internazionale, le installazioni compongono un panorama e tracciano un vero e proprio sistema di orientamento. Sculture di Paul KNEALE, di Ludovica Carbotta, Marguerite Humeau ed altre.
IL PARCO D’ARTE SANDRETTO RE REBAUDENGO – MUSEO A CIELO APERTO – Sulla collina di San Licerio a Guarene, ad ingresso libero, è un luogo dove la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta le installazioni all’aria aperta, tra i filari di una vigna di Nebbiolo, i salici e le querce e la vegetazione selvatica di un bosco antico. Il Parco è stato progettato dagli architetti Remediani e Scaccabarozzi ed è inspirato al mosaico di tessere dei campi, dei noccioleti e vigneti che lo circondano. Realizzate da artisti riconosciuti sulla scena italiana ed internazionale, le installazioni compongono un panorama e tracciano un vero e proprio sistema di orientamento. Sculture di Paul KNEALE, di Ludovica Carbotta, Marguerite Humeau ed altre.
PINACOTECA COMUNALE DEL ROERO Uno dei tesori più belli del territorio. La collezione nasce nel 1975 con il primo concorso di pittura “Omaggio a Guarene”, organizzato dal Pittore Guarenese Dino PASQUERO, con l’intento di dotare il comune di una propria galleria d’arte moderna.
GALLERIA DI SAN MICHELE – Locali gestiti dall’Associazione IL CAMMELO dove vengono svolte periodicamente Mostre/Esposizioni.
FESTEGGIAMENTI VACCHERIA – Una settimana di festeggiamenti in frazione Vaccheria.
FESTA DI SAN ROCCO e DEL VILLEGGIANTE – 16 agosto – Questa festa, era ed è caratterizzata dalla processione e benedizione del bestiame, di cui il santo è protettore, e dalla distribuzione del pane della carità, noto come “caritone”.
ROERO CHAMBER MUSIC EVENTS – Concerti nel periodo di inizio estate di alto livello con artisti internazionali affermati ma anche giovani promesse. Una rassegna di artisti dai nomi Catherine Ordronneau, Tehaikovsky, Zhang Yanling e Debussy e Ravel, Valentina Messa, Miriam PrandiAdrian Pinzaru, Injeong Hwang, Morimoto.
PANE chiamato “CARITONE” legato alla festa di San Rocco – Questa festa, era ed è caratterizzata dalla processione e benedizione del bestiame, di cui il santo è protettore, e dalla distribuzione del pane della carità, noto come “caritone”. Secondo le regole di trascrizione classica codificata della lingua piemontese, il nome di questo dolce si dovrebbe scrivere “cariton”, ma è pronunciato in ogni caso “caritun”. La parola “caritun” deriva da “carità”, poiché in origine questo dolce molto semplice era dato da chiese e confraternite in carità ai poveri. Il caritun un tempo era costituito da un pane dolciastro preparato con gli avanzi della pasta usata per fare il pane, senza aggiungere burro, con poco zucchero e utilizzando la frutta a disposizione.
“BOLLITO MISTO ALLA PIEMONTESE” – In principio era il bollito misto alla Piemontese, che appare nella letteratura di settore già nel 1887. Ricordiamo che il Re Vittorio Emanuele II ed il Conte Camillo Benso di Cavour erano grandi estimatori del piatto. Questa pietanza si compone di sette tagli di vitello piemontese: tenerone, scaramella, muscolo di coscia, stinco, spalla, fiocco di punta, cappello del prete. A parte vanno cotti i cosiddetti “sette ornamenti”: testina di vitello, lingua, zampino, coda, gallina, cotechino e rolata (copertina di petto arrotolata e ripiena di lardo, salame, uova, carote ed erbe aromatice, che viene tagliata a fette). Il gran bollito non è completo se non viene accompagnato da almeno tre dei “sette bagnetti” della tradizione: salsa verde ricca, salsa verde rustica, salsa rossa, salsa al cren, salsa cugnà, salsa al miele e mostarda. La Confraternita del Bollito viene costituita con cerimonia ufficiale il 27 ottobre 1984 a Castagnito e Guarene (CN) per iniziativa di Guido Ferrero, Lusso Romana e dei fratelli Piero e Cesare Romanello. Rappresenta un sodalizio enogastronomico che, all’insegna dell’amicizia e della fratellanza, ha lo scopo:
di far rivivere usi, costumi e tradizioni popolari delle terre del Roero, valorizzare la cucina del Roero. Nell’anno 2005 la Confraternita del Bollito integra la sua denominazione in: “Confraternita del Bollito e della Pera Madernassa” al fine di promuovere e far conoscere una cultivar tipica del Roero che deve il proprio nome alla località Madernassa, posta al confine tra i Comuni di Guarene e Vezza d’Alba, in cui ebbe origine.
LE ECCELLENZE AGROALIMENTARI DEL TERRITORIO:
Sulle pendici della collina guarenese si estendono vigneti di molteplici varietà pregiate di vitigni quali soprattutto Barbera, nebbiolo, Dolcetto, Favorita ed Arneis. Sviluppata la coltivazione di nocciole ed i frutteti soprattutto di albicocche. Nella frazione di vaccheria, in pianura, vengono prodotte pere, tra le varietà di frutta spicca la PERA MADERNASSA, con buccia di colore verde-giallastro, con sfumature che a seconda dell’ambiente di coltivazione assumono tonalità dal rosso al grigio marrone. La polpa particolarmente croccante profumata e di sapore dolce. La raccolta di tale varietà si effettua nel mese di ottobre. Può essere cotta ed utilizzata per la preparazione di piatti della tradizione culinaria del Roero. Si ritiene che sia un naturale incrocio tra una pera Martin Sec ed un pero selvatico. La pianta madre di questa cultivar è stata abbattuta nel 1914 ed aveva un diametro di circa 260 centimetri.
Tipica la produzione di peperoni, sedani ed i prelibati CARDI, prodotti tipici per la preparazione della Tradizionale BAGNA CAUDA: una preparazione a base di aglio e acciughe dissalate e deliscate, cotta a fuoco lento in olio d’oliva, riducendo il tutto a salsa. Si consuma intingendovi vari tipi di verdure di stagione solitamente divise tra crude e cotte: cardi, cipolle cotte al forno, peperoni crudi o abbrustoliti, foglie di cavolo crude, cavolfiori, topinambur, barbabietole, patate cotte a vapore, ravanelli, rape e tante altre. Un tempo si usavano solo cardi gobbi e peperoni conservati nella raspa (ciò che rimaneva del procedimento di vinificazione del grappolo d’uva).