stemma-brugnatoBrugnato
Il borgo a forma di tenaglia

Comune di BRUGNATO
(Provincia di La Spezia)
Altitudine
m. 150 s.l.m.
Abitanti
1250 (350 nel borgo)

Patrono
San Pasquale Baylon
info turismo
IAT, – Tel. 0187 896526
Comune, Piazza Martiri della Libertà Tel. 0187 894110
www.comune.brugnato.sp.it

Lo spirito del luogo

stemma-brugnatoIl nome
In origine Aprumacum, deriva da prunus, l’albero delle susine, che in dialetto sono chiamate brigne. Brugnato è quindi toponimo che indica la presenza di questo frutto, che ancora oggi cresce spontaneo nella pianura.

La storia
VII-VIII sec., nella piana in cui oggi si trova il borgo, i longobardi, subentrati ai bizantini, fondano l’abbazia di San Colombano, ricordata nei diplomi imperiali di Carlo il Grosso (881-82), di Ottone III (996) e di Enrico II (1014). I monaci bonificano la pianura acquitrinosa e sviluppano una laboriosa comunità, che cresce intorno all’abbazia.
1133, Papa Innocenzo II eleva Brugnato a dignità di diocesi, facente capo all’Arcidiocesi di Genova. Il luogo diventa strategico perché situato alla confluenza delle principali vie commerciali che dalla costa di Levanto e delle Cinque Terre risalgono da una parte verso Genova e dall’altra verso Luni, la Toscana e, attraverso gli Appennini, la pianura padana. Il vescovo di Brugnato ha poteri comitali e partecipa alle lotte feudali tra le diverse casate nobiliari, come i Malaspina e i Fieschi. XIV sec., le lotte tra guelfi e ghibellini all’inizio del secolo costringono il vescovo di Brugnato a ritirarsi a Pontremoli. Brugnato passa sotto la dominazione dei Malaspina che si alterna con quella dei Fregoso fino alla metà del sec. XVI quando, con un moto insurrezionale, si mette sotto la protezione della Repubblica di Genova, cui resterà sempre fedele, seguendone le sorti.
1820, per decreto pontificio la diocesi di Brugnato è unita a quella di Luni-Sarzana; nel 1929 la sede vescovile è trasferita a La Spezia.

L’antico borgo ha una curiosa forma a tenaglia, quasi volesse stringersi intorno alla cattedrale, alla cittadella vescovile da cui ha avuto origine. Gli edifici, compatti e serrati per ragioni difensive, non sono più delimitati dal fossato, ma mantengono nelle facciate i colori liguri portatori della sobria felicità di questa terra. A difenderla dai malefici, infatti, ci pensano le tante piccole teste scolpite in arenaria con funzione apotropaica. Nel susseguirsi di destini e commerci, qualcosa è rimasto immutato: una sorta di fede miracolosa, di spirito religioso che si avverte a ogni passo, nelle croci sui portali delle case e nelle nicchie, nei Cristi delle rituali processioni, nei Santi che la fede popolare ha messo in bella vista sulle case, a protezione del focolare. Questo è un borgo, dunque, in cui sopravvivono i lari, gli dei custodi della serenità domestica. L’intimità racchiusa tra le piazzette non può essere dispersa: basta immaginare il profumo delle susine, delle prugne, da cui ha preso nome Brugnato.

Immerso nello scenario naturale del Parco Montemarcello-Magra, dimora segreta dell’airone cinerino, Brugnato sorge sulle sponde del fiume Vara. Dal fiume si ricavavano i sassi per fare la calce e la legna per il fuoco, quando il borgo era ancora racchiuso nella cerchia del suo fossato. Le foto aeree consentono di distinguere il nucleo centrale di forma ellittica, sorto intorno alla cittadella vescovile come borgo fortificato a pianta circolare.

Tutto inizia, a Brugnato, nella prima metà del XII secolo, quando il piccolo villaggio diventa sede vescovile e viene costruita la cattedrale. L’edificio è a due navate divise da colonne e sorge sui resti di due chiese preesistenti, la più antica delle quali, posta sotto l’attuale navata maggiore, è databile all’epoca bizantina (VI secolo). Al centro dell’abside, i tre volti severi in pietra sbozzata con funzione apotropaica rappresentano i santi Pietro, Lorenzo e Colombano, contitolari della cattedrale. La terza colonna reca, rivolto verso la navata maggiore, un affresco del XV secolo raffigurante Sant’Antonio Abate, riconoscibile (ma alcuni vi vedono di nuovo San Colombano) dal mantello e dal bastone da eremita. Recenti restauri hanno riportato alla luce sulla parete della navata minore un pregevole affresco cinquecentesco, raffigurante la Presentazione di Gesù al tempio. Cristalli sistemati sul pavimento moderno permettono di scorgere il complesso archeologico sottostante. È emerso, sotto la navata maggiore, il primo insediamento benedettino, vale a dire una chiesa ad aula unica di cui restano i muri perimetrali, la pavimentazione in cotto, il fonte battesimale.

Dal 1133, e per parecchi secoli, il palazzo Vescovile, costruito sul sito dell’antica abbazia di San Colombano, accanto alla chiesa cattedrale, è stato residenza dei vescovi. L’edificio ha subito diversi rimaneggiamenti, come si può notare dagli interventi in stile barocco voluti dal vescovo Giovan Battista Paggi tra 1655 e 1663. Oggi l’Episcopio è sede del Museo Diocesano.

La devozione popolare s’indirizzava verso gli oratori: quello all’inizio del borgo, presso Porta Soprana, è oggi intitolato a San Bernardo ed è sede dell’antica e omonima Confraternita. Sorse probabilmente come luogo di preghiera per i viandanti ospitati nel vicino ospizio dedicato a Sant’Antonio. Dell’oratorio dei Santi Rocco e Caterina, presso Porta Sottana, a oriente del centro storico, resta solo il bel portale in pietra arenaria. Tra i vescovi della diocesi di Brugnato ci furono, tra XIV e XV secolo, almeno quattro frati francescani, ma solo nel 1603 l’ordine francescano fu autorizzato a costruire un convento a Brugnato.

Il monastero e l’attigua chiesa di San Francesco furono terminati nel 1635. Nel 1843 convento e chiesa passarono ai chierici scalzi detti Passionisti, ordine fondato da San Paolo della Croce.

In collina a pochi km dal paese, il santuario di Nostra Signora dell’Ulivo trae origine da uno dei tanti oratori che i monaci dell’antica abbazia di Brugnato costruivano nei loro possedimenti per pregare e officiare nelle ore diurne. L’attuale costruzione risale al Seicento.

Ma sono soprattutto le piazze Maggiore e San Pietro, i volumi delle absidi romaniche, l’atmosfera accogliente a rendere piacevole il soggiorno a Brugnato.

Resta da vedere, alla fine, il ponte romanico sul fiume Vara, di probabile origine romana, che costituiva il collegamento tra l’Appennino e il mare, lungo la strada altomedievale che da Pontremoli conduceva a Sestri Levante.

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Piaceri e Sapori

Il fiume Vara è uno dei pochi corsi d’acqua liguri con rapide che consentono di cimentarsi con la canoa acrobatica, il rafting e discipline analoghe. Vi è possibilità di sosta nell’areaattrezzata intorno al fiume.
Chi ama camminare ha a disposizione il percorso salute o i circuiti di trekking, in un ambiente dov’è piacevole anche praticare equitazione, mountain bike e pesca-turismo.
Infine, per la sua posizione baricentrica nella valle, Brugnato permette di raggiungere in breve tempo Pisa, Parma, Genova e il Parco delle Cinque Terre.

A due km dal centro storico si trova la frazione di Bozzolo, antico castello dell’abbazia di Brugnato, posto sulla collina a difesa della piana. Fu costruito nel 1179 grazie a un accordo tra il vescovo di Brugnato e i Genovesi.

Museo Diocesano: all’interno del palazzo Vescovile, sono ospitate al pianterreno la sezione archeologica e ai piani superiori la sezione diocesana, che dell’antica dimora conserva il salone di rappresentanza, lo studio e la stanza da letto del vescovo. All’interno si possono ammirare dipinti di scuola genovese del ‘600 e preziose argenterie liturgiche.

Museo Mineralogico: ospita una raccolta di minerali provenienti dalla donazione del prof. Ambrogio del Caldo, cui è intitolato, e una sezione archeologica. La struttura museale è stata insignita del premio nazionale di architettura Intraluoghi, edizione 2007-2008, perché ha saputo coniugare innovazione e tradizioni costruttive proprie del territorio.

Infiorata del Corpus Domini: ogni anno, il giorno del Corpus Domini, si ripete la più spettacolare delle tradizioni locali: le vie principali del paese si ricoprono per quasi un km di un vasto tappeto floreale, effimero capolavoro che continua a stupire per la bellezza dei colori e la varietà dei temi ispiratori.

Celebrazioni in onore di San Bernardo Abate, 19-20 agosto: il momento più emozionante dell’antichissima venerazione dei brugnatesi per questo santo è la processione delle confraternite liguri con i loro imponenti Cristi, ornati di lamelle d’oro, che vengono sollevati dai confratelli vestiti con un cappino di velluto blu sopra il camice bianco.

Brugnato_gastronomiaLa gastronomia locale s’inserisce nella tradizione ligure dei cibi semplici e genuini. Nelle trattorie si apprezzano le torte d’erbi, fatte con erbette di prato, gli ottimi ravioli di carne (citati come ghiottoneria anche nell’epistolario del cardinale Spina, arcivescovo di Genova dal 1802 al 1816), i formaggi del locale caseificio e i salumi artigianali prodotti dalle macellerie, tra i quali la mortadella nostrale.

Brugnato_ciboI panifici del paese vendono il famoso canestrello di Brugnato, dolce morbido e dorato, realizzato con pasta zuccherata e insaporito con finocchio selvatico, e il meno noto cavagnetto, tipico del periodo pasquale: è una ciambella zuccherata e munita di manico, proprio come un piccolo cestino (da cui il nome in ligure) con al centro un uovo sodo.