Colletta di Castelbianco
Il villaggio telematico
Comune di CASTELBIANCO
(Provincia di Savona)
Altitudine
m. 300 s.l.m.
Abitanti
320 (20 nel borgo)
info turismo
Nel borgo – Tel. 0182 778274
Comune – Tel. 0182 77006
Pro Loco – Tel. 339 8210990
www.colletta.it
www.castelbianco.org
Il nome
Deriva da qualche particolarità del castello dei marchesi Clavesana, che sorgeva in posizione difensiva sull’altura che domina la stretta valle. Oggi del castello si vedono solo rovine.
La storia
1202, in un documento il territorio di Castelbianco compare già tra le proprietà dei marchesi Clavesana; il castello, di piccole dimensioni e in diretto collegamento visivo con quello di Alto (Cuneo), serviva, oltre che per prevenire gli attacchi nemici, a riscuotere le gabelle e controllare i traffici dei mercanti che facevano la spola tra i territori marini e quelli piemontesi-padani. 1270, il borgo è conquistato dalla potente famiglia Cepolla di Albenga, ma ritorna ai Clavesana nel 1288. 1397, dopo essere stato feudo dei marchesi Del Carretto di Finale, entra a far parte dei possedimenti del nuovo ramo dei marchesi di Zuccarello. 1588, Carlo Emanuele I duca di Savoia cerca di conquistare il marchesato ma incontra l’opposizione della Repubblica di Genova.
1623, i marchesi di Zuccarello vendono Castelbianco ai Savoia; nel 1642 Genova entra in possesso di parte del marchesato, ma l’anno seguente la Liguria è occupata dalle truppe franco-piemontesi. XIX sec., intorno al 1850 Castelbianco raggiunge il massimo sviluppo demografico, ma il violento terremoto del 1887, che colpisce in particolare Colletta, causa il progressivo spopolamento della borgata, durato fino al 1970 circa.
1993-99, il fazzoletto di case arroccate sulla collina è scoperto da alcuni imprenditori che affidano al noto architetto Giancarlo De Carlo il piano di recupero di tutti i volumi esistenti, nel rigoroso rispetto dei materiali originali e delle architetture; al tempo stesso il villaggio viene dotato delle più sofisticate infrastrutture tecnologiche per consentire ai futuri abitanti di lavorare a distanza nella pace assoluta dell’entroterra ligure.
Tra i boschi della Val Pennavaire e il mare, nel Ponente ligure, si trova un posto davvero unico. Un posto dove il medioevo e internet s’incontrano. Dove le caratteristiche finestre listate di bianco che spiccano sui muri in pietra si affacciano sul verde profondo di una valle incontaminata; ma dentro, ad aprire le imposte, nella tranquilla penombra delle case, vi sono persone la cui attenzione è fissa sui monitor dove si materializzano i messaggi di posta elettronica e scorrono le notizie del mondo. Un tempo, per restare connessi all’esistenza, bisognava andare nell’agorà, nel foro, in piazza, al caffè – abitudini che recavano il senso della comunità. Oggi, dove tante solitudini mischiate non fanno una piazza, ci si può sfilare dall’obbligo di condividere con altri gli spazi urbani e lavorativi sempre più caotici e impegnativi. Si può scegliere l’agorà elettronica, ritirarsi – quando si può o si vuole – nell’eremo telematico di Colletta. E in un attimo, disconnettersi da tutto e ritrovarsi – realmente – a camminare per un carrugio tra case di pietra antica, a respirare l’aria del bosco o a prendere il sole in terrazza, pensando in pace alla prossima mossa.
Colletta di Castelbianco era solo un pittoresco cumulo di rovine quando a qualcuno venne l’idea di salvarlo dalla distruzione completa facendolo diventare il primo esempio europeo di villaggio medievale telematico. Affidato per la ristrutturazione alle cure di un celebre architetto, Giancarlo De Carlo, oggi si presenta come un ponte tra passato e futuro, con le sue case in pietra che dominano la collina, i carruggi, le piazzette, le terrazze, le finestre incorniciate di bianco secondo la tradizione dell’entroterra savonese, e tutto l’equipaggiamento telematico che consente il telelavoro o comunque la connettività con il resto del mondo. Certo, l’intervento fa discutere: criticato da alcuni perché, non fosse per il verde, il borgo sembrerebbe un villaggio berbero, con i tetti segati a ospitare terrazze; ed esaltato da altri, ad esempio gli inglesi che hanno premiato il lavoro di De Carlo con l’Homes Overseas Awards 2006 nella categoria “Miglior Restauro”.
Incorporare in modo discreto l’alta tecnologia in uno dei tanti esempi del patrimonio urbanistico del passato di cui è ricca l’Italia, rispettandone le tipologie architettoniche (ad esempio, la bellezza delle antiche scale in pietra e dei soffitti a volta) è una bella sfida. Al di là dell’esito finale del progetto telematico, Colletta non è più un ammasso di ruderi e dalle sue finestre si guarda ancora sulle fasce coltivate a ulivi e ciliegi della valle. De Carlo ha usato per questo borgo l’affascinante espressione di “sistema crostaceo” per descriverne la particolare conformazione architettonica.
A Colletta si può sperimentare l’abbandono, il raccoglimento, il ritiro interiore, il vero lusso che è – come diceva Paul Morand – quello di “prendersi il proprio tempo”.
Tempo di vagabondare, anche, per i dintorni del borgo cablato, alla ricerca dei sapori e dei profumi del territorio, ricco di timo, rosmarino, funghi, ciliegie, e delle bellezze delle altre frazioni. Come la chiesa dell’Assunta a Veravo, che domina la vallata, e la barocca cappella dell’Annunziata a Vesallo.
Passeggiate ecologiche a piedi o a cavallo, tra gli ulivi e i ciliegi, ma anche impegnativi trekking che hanno come meta il Monte Alpe (m. 1056) o l’Alta via dei monti liguri. Per i più determinati non manca la possibilità di praticare sport più tecnici come mountain-bike, speleologia nelle grotte carsiche, free climbing su palestre di roccia costituite da falesie e torrioni calcarei.
Meta turistica apprezzata dagli amanti della natura, del trekking, del free climbing, della mountain bike e della cucina genuina, Castelbianco partecipa alla vocazione agricola della vicina piana di Albenga: non solo, quindi, prodotti del bosco e del sottobosco come castagne e funghi, ma anche ortaggi, erbe aromatiche, olive e frutta, soprattutto fichi e ciliegie.
Festa dell’Olio, inizi di dicembre (in genere il 12, vigilia del patrono): a Colletta si celebra l’olio nuovo con la spremitura delle prime olive raccolte.
Ne indichiamo tre, assolutamente speciali: la fonduta di tartufi neri di Castelbianco, i ravioli di borragine «au tuccu» e il coniglio alla castelbianchese.
È sicuramente la ciliegia, da sempre apprezzata sui mercati ortofrutticoli della Riviera di Ponente e recentemente inserita dalla Regione Liguria nell’elenco ufficiale dei prodotti tipici. Non va dimenticato lo squisito olio extra vergine prodotto da olive taggiasche, merline, pignole e cevasche, macinate a freddo non appena raccolte.
Ospitalità
Colletta di Castelbianco Albergo Diffuso
Villaggio del XIII° sec., recuperato e sapientemente ristrutturato.
Posizione panoramica per una vacanza di assoluto relax.
Via Ciassetta, 1
+39 019 8387211
+39 338 7717909
www.colletta.it