RIPATRANSONE
Il belvedere del Piceno
Comune di RIPATRANSONE
(Provincia di Ascoli Piceno)
Altitudine
m. 494 s.l.m.
Abitanti
4188 (1000 nel borgo)
patrono
Santa Maria Maddalena, 22 luglio
info turismo
IAT – Ufficio Informazioni Turistiche
Piazza XX Settembre, 12
Tel.0735 99329
ufficioturismo@comune.ripatransone.ap.it
www.comune.ripatransone.ap.it
www.visitripatransone.it
Il nome
Il toponimo di Ripatransone è da ricercare nell’Alto Medioevo, secondo l’ipotesi più accreditata, l’origine del nome della Città è legata all’unione delle parole “ripa”, da rupe o altura, e “Tra(n)sone”, l’eponimo relativo al fondatore del feudo.
La storia
Il territorio ripano ospita l’uomo fin dagli albori della civiltà. Le fonti archeologiche ci narrano di insediamenti già in età paleolitica. Durante l’Età del Ferro, la zona fu abitata dagli Umbri e dai Piceni divenendo poi un centro della civiltà picena (secc. IX-III a.C.).
Anticamente abitato dai Cuprensi fu chiamato nell’epoca Romana Cupræ Mons, in virtù della sua posizione inaccessibile.
L’alba di Ripatransone è da ricercare nell’Alto Medioevo, periodo al quale viene fatta risalire la concessione del possedimento a Trasone (o Transone), primo feudatario del luogo. Non a caso, secondo l’ipotesi più accreditata, l’origine del nome della Città è legata all’unione delle parole “ripa”, da rupe o altura, e “Tra(n)sone”, l’eponimo relativo al fondatore del feudo.
Secondo la tradizione, gli originari castelli ripani di Monte Antico, Capo di Monte, Roflano e Agello – così denominati in relazione ai colli sui quali erano costruiti – furono fondati già nel IX secolo, ma ne venne completata l’unificazione nel 1198 sotto la protezione di Adenolfo, collaboratore del Vescovo di Fermo Presbitero, con l’intento di fronteggiare l’avanzata di Marcovaldo contro la chiesa ed il Comune fermano. Nel 1205, Adenolfo divenne Vescovo e con i ripani stipula un contratto che rappresentava di fatto la carta di nascita del primo libero comune rurale d’Italia.
Vennero dunque concessi agli abitanti del posto alcuni diritti, come la facoltà di eleggere i consoli, di fare communantiam e di crearsi uno statuto. La posizione strategica – sulla più alta collina della zona – e le continue resistenze agli attacchi nemici in età medievale le fecero acquisire il nome di Propugnaculum Piceni. Le travagliate vicende di cui fu protagonista Ripatransone sono testimoniate ancora oggi da una gagliarda cinta muraria, più volte restaurata e in gran parte intatta. Dopo appositi processi, per l’importanza raggiunta nella zona in quasi tutti i settori della vita cittadina, per il numero degli abitanti e delle attività, il 30 luglio 1571 papa Pio V elevò Ripatransone al grado di Città e di sede vescovile con la bolla Illius fulciti Præsidio; il primo Vescovo, Mons. Lucio Sasso di Nola, vi fece il solenne ingresso il 23 marzo 1572. La Città è tuttora divisa nei quartieri di Monte Antico, Capo di Monte, Roflano e Agello, sulle tracce dei quattro antichi castelli, ciascuno con la sua porta e la sua chiesa parrocchiale; i quattro quartieri si estendono sugli omonimi colli su cui si sviluppa il centro urbano a cui si aggiunge il Colle del Belvedere (nel Quartiere di Monte Antico). I complessivi cinque colli sono rappresentati nello stemma comunale su sfondo rosso amaranto (colore ufficiale della Città), sormontati dal Leone passante che regge con la zampa destra il giglio franco, in memoria del primo feudatario.
La peculiarità di Ripatransone è la ricchezza che caratterizza il suo vasto territorio. Nel centro storico, tra i più estesi e ricchi della Provincia di Ascoli Piceno, è presente il Vicolo più stretto d’Italia (43 cm, si restringe fino a 32 cm). È il Comune della Regione Marche con la maggior superficie coltivata a vite. È Città del Vino e dell’Olio. Grazie alla sua posizione e alla sua altitudine, 494 m s.l.m., vanta una vista che spazia dal Conero al Gargano, dagli Appennini al Mare Adriatico fino alle Alpi Dinariche della Croazia: per questo panorama “a 360°”, la Città è soprannominata il Belvedere del Piceno.
Ripatransone è un affascinante borgo marchigiano che vanta un patrimonio storico-artistico di pregio, una posizione panoramica suggestiva, tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche uniche ed il curioso primato del Vicolo più stretto d’Italia. L’aspetto monumentale è testimonianza dell’importanza raggiunta dalla Città nel passato. Il centro si presenta medievale nell’impianto urbano, con edifici prevalentemente risalenti ai secc. XV-XIX, palazzi nobiliari, visibili soprattutto lungo Corso Vittorio Emanuele II, che percorre la Città longitudinalmente da sud a nord per circa un chilometro, intersecato ortogonalmente in corrispondenza di Via Margherita. Nei quartieri insistono numerose rue strette e vicoli, che si aprono in piccole piazzette, ed angoli caratteristici, disegnando un tessuto urbano suggestivo. Notevole, inoltre, è il complesso dei luoghi di culto e delle case gentilizie.
Palazzo del Podestà – Teatro “Luigi Mercantini” – Piazza XX Settembre, 11
Edificio trecentesco, il cui primo piano è stato trasformato in teatro dalla fine del ’700 e intitolato al poeta risorgimentale nativo di Ripatransone.
Duomo-Basilica-Concattedrale di San Gregorio Magno – Piazza Ascanio Condivi
Costruita tra il 1597 ed il 1623; al suo interno ospita il Santuario della Madonna di San Giovanni e, nella cripta, la Chiesa di San Giovanni Decollato.
Vicolo più stretto d’Italia – Via Sante Tanursi/Via Giacomo Fedeli
Ampio 43 cm all’ingresso, 38 cm all’altezza delle spalle, si restringe fino a 32 cm. Possiede tutti i requisiti per essere considerato tale: pavimentato, percorribile, collega due vie ed è dotato di almeno un’apertura.
Fortificazioni
La cinta muraria misura un perimetro di 2418 m. Gli accessi storici residui dei quartieri della Città sono la Porta di San Domenico, o di Roflano, la Porta d’Agello, detta di Donna Bianca de’ Tharolis, e la Porta di Monte Antico.
Complesso delle Fonti
Antico sistema difensivo delle fonti idriche della Città. Di esso rimangono la Corte e le due porte: Porta Cuprense e Porta Antemurale delle Fonti. All’interno del suo perimetro sorge il Teatro delle Fonti.
Altri punti di interesse civili da non perdere: Palazzo Municipale, Casa di Ascanio Condivi, Casa Teodori e case porticate, Complesso del Grifoni, Palazzo Massi-Mauri, Palazzo Bruti Liberati, Palazzo Mancini-Boccabianca, Palazzo Tozzi-Condivi, Fondazione Cardarelli, Palazzo Cellini, Palazzo Fedeli-Vulpiani, Palazzo Sciarra, Palazzo e Antica Farmacia Lupidi-Boccabianca, Palazzo Tassoni-Gera, Palazzo Neroni, Licei Mercantini, Palazzo Recco, Palazzo Benvignati, Casa Tovagliani, Palazzo Rotigni, Case Benvignati, Palazzo Vegezi.
Altre chiese di interesse:
Urbane: Chiesa di Santa Maria della Valle (sec. XIX), Chiesa di San Michele Arcangelo detta di Sant’Angelo (secc. XIII-XIV), Chiesa dell’Immacolata Concezione detta di San Filippo Neri (secc. XVII-XVIII), Chiesa di San Pastore (sec. XIII), Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria detta di Sant’Agostino (sec. XIV), Chiesa di San Rocco (sec. XVI), Ex chiesa di Santa Maria Magna (secc. XIII-XIV), Chiesa di Santa Chiara (sec. XVIII), Ex Pieve dei SS. Niccolò, Dionigi, Rustico, Eleuterio (con abside del sec. IX), Ex Chiesa di Santa Maria Annunziata d’Agello (sec. XIII), Ex Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo (sec.XIV), Ex Pieve di San Benigno (prima cattedrale, sec. XIV, ora ne rimane il solo campanile), Cripta di San Giovanni Evangelista (sec. XVI), Chiesa di Sant’Antonio di Vienne (secc. XVI-XVIII).
Extraurbane: Chiesa di Santa Croce (sec. XVI), Chiesa di Santa Maria dell’Elemosina detta della Petrella (sec. XV), Chiesa di Santa Maria Maddalena (sec. XIV), Chiesetta della Madonna della Carità (sec. XV), Chiesa della Madonna della Misericordia detta del Carmine (sec. XVI), San Giovanni in Albore (sec. XV), San Michele Arcangelo rurale (secc. XVI-XX), San Biagio (sec. XVII), Maria Santissima di San Francesco detta della Pittura (sec. XVII),Sant’Andrea Apostolo (sec. XVIII), San Giacomo in Paterno(sec. XIX), San Giuseppe nuovo (sec. XX), Natività di Maria e parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice del Trivio (sec. XX), San Simone e parrocchiale Madonna di Fatima in Valtesino (sec. XX), Parrocchiale di San Savino (sec. XX), ruderi di Sant’Egidio (sec. XV), Santa Prassede (sec. XV), San Giuseppe Vecchio (sec. XVI), San Giovanni Battista in Menocchia (sec.XVI), San Vincenzo Ferreri (sec. XIX), Anime Sante (sec. XIX).
Museo Civico Archeologico “Cesare Cellini” – Piazza XX Settembre, 12
Dal 1877 custodisce numerosi reperti provenienti dal territorio comunale e dall’antico Ager Cuprensis. Di notevole importanza i manufatti della civiltà picena ed i reperti di epoca romana.
Palazzo Bonomi-Gera Polo Museale – Corso Vittorio Emanuele II, 130
Include la Pinacoteca Civica, il Museo del Risorgimento dedicato a Luigi Mercantini, la raccolta storico-etnografica e la Gipsoteca, intitolata ad Uno Gera.
Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana – Via Cuprense – circonvallazione panoramica
Oltre 4000 reperti che documentano la tradizione rurale della Città, gli usi e i costumi di epoche diverse.
Museo del Cavallo di Fuoco – Via Cuprense-circonvallazione panoramica
Dal 14 aprile 2012, il Museo ospita le sagome utilizzate nei secoli per lo spettacolo pirotecnico del Cavallo di Fuoco e vari cimeli.
Museo Vescovile di Arte Sacra – Piazza Ascanio Condivi, 18
Il Museo ospita opere d’arte provenienti dal Duomo e dalle chiese della Città. Nelle varie sale si possono osservare oggetti d’argento di uso liturgico, paramenti, reliquiari e sculture lignee.
Museo-mostra permanente della Barbie – Via Fonte Antica, 25
Il museo, di proprietà privata ma aperto al pubblico, dal 2008 mette in mostra una collezione di circa mille esemplari di Barbie prodotte dal 1959 ad oggi.
FIUTO ART SPACE – Piazza Giacomo Matteotti, 13
Galleria d’arte contemporanea
Studio d’Arte – Mario Vespasiani – Corso Vittorio Emanuele II, 32-34
Spazio espositivo dell’artista
Studio d’Arte – Eugenio Cellini – Corso Vittorio Emanuele II, 40
Acquerelli originali del borgo
Altri archivi e biblioteche
Archivio storico comunale dal 1225, Archivio storico Notarile-Mandamentale, Archivio Vescovile di Ripatransone dal 1571, Archivi parrocchiali e delle Confraternite. Biblioteca Comunale “Aldo Gabrielli”, Biblioteca Diocesana del Seminario Vescovile.
Cavallo di Fuoco – Domenica in Albis
Spettacolo pirotecnico risalente al 1682 svolto in onore della Madonna di San Giovanni
Puzzle Gastronomico – 13-14-15 agosto
Sagra itinerante per le vie del borgo delle tipicità locali preparate dalle famiglie ripane
Carnevale Storico Ripano
Parco Avventura RIPADVENTURE
Situato all’interno della Selva dei Frati, un bosco storico a ridosso delle mura antiche della Città in cui prevale il Carpino Nero, con percorsi che includono liane, ponti tibetani, passerelle mobili e lunghe zip-lines (https://www.parchiavventuraitaly.it/ripatransone/)
Comprensorio cicloturistico degli ANELLI PICENI
Si sviluppa tra i crinali del territorio e collega l’area interna con il litorale attraverso i comuni di Cupra Marittima, Massignano e Ripatransone, con percorsi in continuo aggiornamento adatti per mountain bike e gravel (https://www.marcheoutdoor.it/Territori/Dettagli/1)
Ciavarro
Ricca zuppa a base di legumi e cereali, tradizionalmente legata alla festività del 1° maggio in occasione della quale le famiglie erano solite dare fondo alle rimanenze del raccolto dell’anno precedente
Stoccafisso in salsa alla ripana
Antica ricetta della tradizione, legata in particolare alla ricorrenza di Sant’Antonio Abate (17 gennaio)
Vino
Il territorio può vantare la DOCG Offida (Pecorino, Passerina e Offida Rosso), e le tre DOC Rosso Piceno, Falerio e Terre di Offida. D’interesse è la produzione del Vino Santo di Ripatransone dall’appassimento e successiva spremitura di uva passerina.
Olio
Varietà autoctone di ulivo come l’Ascolana tenera e dura, il Carboncella, il Nebbia del Menocchia e il Sargano di San Benedetto.