Stemma_torre-di-palmeTorre di Palme
Il porto del vino dei Romani

Borgo Ospite

Comune di FERMO
(Provincia di Fermo)
Altitudine
m. 104 s.l.m.
Abitanti
878

info turismo
Coop. Sistema Museo, tel. 0734 217140 – 0734 284327
Ufficio IAT, tel. 0734 227940
www.comune.fermo.it
www.fermoturismo.it

Lo spirito del luogo

Stemma_torre-di-palmeIl nome
Torre di Palme ha origine dalla città picena di Palma, fondata nel VI sec. a.C., conquistata poi dai Romani. La zona costiera tra i fiumi Tesino e Chienti, chiamata nelle antiche carte geografiche “Agro Palmense”, aveva il suo porto nella Palma romana, citata da Plinio il Vecchio per il suo pregiato vino, noto come “Palmense”.

 

La storia
L’abitato di Torre di Palme sorse nel Medio Evo come protezione fortificata dell’antico scalo marittimo della città romana di Palma allo scopo di difenderlo dalle frequenti incursioni dei pirati. La zona costiera tra i fiumi Tesino e Chienti, denominata nelle antiche carte geografiche come “Agro Palmense”, aveva il suo porto nell’antica Palma in Agro Piceno, citata da Plinio il Vecchio per la produzione del pregiato vino Palmense.
L’insediamento, sviluppato sulla sommità di un dolce declivio, ha aggregato la popolazione del contado dando origine alla frazione le cui vicende storiche si sono spesso incontrate o scontrate con quelle di Fermo.
E’ questo il caso di Torre di Palme, fiero castello medievale munito di un saldo sistema difensivo, abbarbicato su uno sperone roccioso verso la distesa marina, che deve al movimento religioso agostiniano la costruzione di gran parte del nucleo più antico. La storia di questo piccolo centro è emblematica della fierezza e dello spirito di indipendenza della gente locale: alle diatribe che nel Medio Evo videro Torre di Palme misurarsi con il predominio di Fermo, seguì un periodo di autonomia, concluso nel 1861 quando il paese divenne frazione di Porto San Giorgio, per passare poi definitivamente, dal 1878, sotto l’amministrazione di Fermo. Nel 2004, con il capoluogo, è entrata a far parte della provincia di Fermo, operativa a far data dalle elezioni amministrative del 2009.

Torre di Palme è una delle dieci contrade della città di Fermo. Fa parte delle 4 contrade foranee. La contrada rappresenta la gente di mare e infatti nella rievocazione storica della Cavalcata dell’Assunta (che si svolge il 15 agosto di ogni anno) sfilano portando una barca. È la contrada logisticamente più lontana ma anche la più antica di Fermo.

Borgo prediletto dai molti villeggianti che ne sanno apprezzare il fascino, Torre di Palme propone scorci urbani incomparabili; le anguste vie, strette tra le facciate in cotto delle case fiorite di gerani, inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti. Visitando le sue belle chiese medievali ci si immerge in un’atmosfera di altri tempi.

Lungo il corso, poco oltre l’antico palazzo priorale, si incontra la Chiesa gotica di S. Agostino, che conserva un pregevole polittico di Vittore Crivelli: trafugato nel 1972, è stato in seguito recuperato e restaurato, pur mancando all’appello tre scomparti della predella. Una profusione di colori smaltati, vivificati dall’oro dei fondi, definisce le icastiche immagini dei Santi schierati su due ordini ai lati del trono sul quale siedono la Vergine col Bambino. La cornice originale in legno intagliato e dorato ancora unisce le varie tavole dipinte, formando un insieme coerente, spazialmente scandito secondo il ritmo disteso e pacato che ribadisce il tono malinconico dei volti.

Proseguendo lungo il corso si giunge alla chiesa di Santa Maria a Mare, le cui strutture murarie recano i segni di varie modifiche subite nel corso dei secoli che non hanno del tutto cancellato l’impianto gotico del tempio. Splendenti bacini in maiolica risalenti al XIV secolo ne decorano la facciata e il campanile, mentre all’interno, sulla parete sinistra del presbiterio, ancora si ravvisa una gentile raffigurazione della Madonna di Loreto, affrescata da un ignoro pittore locale operante nell’orbita di Paolo da Visso. Usciti dalla chiesa, un ampio belvedere consente all’occhio di spaziare lungo le rive sabbiose dominando l’abitato di Porto San Giorgio, il moderno porto turistico e l’antico santuario di Santa Maria a Mare, sin dal medioevo importante centro devozionale di grande richiamo.

Nel contesto del caratteristico borgo di Torre di Palme si inserisce la passeggiata al Bosco del Cugnolo, un breve e facile percorso (2 km) che si svolge lungo un tratto di duna fossile del Poliocene, a poche centinaia di metri dal mare, attraverso un piccolo boschetto che rappresenta uno dei pochi lembi residui di vegetazione mediterranea del litorale marchigiano ed ha un eccezionale valore botanico morfologico. Il percorso del bosco del Cugnolo è facilmente individuabile per la presenza di alcuni paletti di legno conficcati nel terreno apposti della locale sezione del CAI. Il sentiero, ampio e ben curato, dotato di parapetti e staccionate in legno,
scende nel Fosso di S. Filippo ed entra nel boschetto dominato da matricine ben cresciute e da querce secolari, offrendo scorci suggestivi su Torre di Palme e la rupe pliocenica su cui poggia sulla sponda opposta del fosso. Dopo alcuni minuti di cammino si arriva a scorgere il mare, come da un ombroso e fresco balcone. La locale vicenda della “Grotta degli amanti“ tra storia e leggenda, contribuisce a rendere più suggestiva questa bella passeggiata, che è stata recentemente recuperata grazie all’iniziativa del Comune di Fermo che, in collaborazione con la locale Sezione del C.A.I e ad alcuni volontari della zona, ha fatto ripulire ed attrezzare il sentiero, rendendolo nuovamente fruibile.

LA GROTTA DEGLI AMANTI – tra storia e leggenda

La vicenda che ha dato il nome alla “Grotta degli amanti” si svolse durante le guerre coloniali per la conquista della Libia quando un giovane di nome Antonio ebbe una licenza di pochi giorni per tornare a casa della sua famiglia e dalla promessa sposa Laurina. Trascorsi i giorni di licenza concessi al giovane militare, i due giovani non ebbero il cuore di lasciarsi e si rifugiarono nella piccola grotta di arenaria scavata nelle pareti tufacee del bosco dove vissero la loro avventura d’amore, mangiarono pane e sarde procurati loro dai vicini pescatori. Quando poi si diffuse la voce che le autorità stavano cercando Antonio perché disertore, i giovani amanti si rifugiarono nella chiesina silvestre di San Filippo Neri e dopo qualche giorno, divorati del rimorso e sentendosi braccati, piuttosto che separarsi scelsero la morte e si gettarono nel fosso di S. Filippo, strapiombo di 70 metri, legati insieme con lo scialle di Laurina e al polso con la cinta di Antonio. Il volo uccise Laurina sul colpo mentre Antonio riportò gravissime lesioni alla colonna vertebrale; morì alcuni giorni più tardi.

Piaceri e Sapori

Mercatino dell’Artigianato
Ogni martedì di Luglio e Agosto le vie del centro storico del borgo si vestono delle luci e dei colori dei migliori prodotti dell’artigianato locale e non solo. Il Mercatino dell’artigianato è reso possibile grazie all’impegno della Società Operaia di Mutuo Soccorso.

Cavalcata dell’Assunta
La Cavalcata dell’Assunta è la rievocazione storica più antica d’Italia. Un documento, infatti, attesta che già nel 1182 i castelli assoggettati a Fermo si impegnavano a portare un “palio bellum et bonum” proprio in occasione del 15 Agosto, giorno della Festa dell’Assunta.
Il documento più importante che testimonia l’evento della Cavalcata è il Missale De Firmonibus, pagina miniata del 1436 eseguita da Giovanni di maestro Ugolino da Milano che ripropone dettagliatamente il corteo storico.
La mattina del 15 Agosto era prevista la Corsa del Palio, che oggi invece si svolge di pomeriggio e che è motivo di contesa delle 10 contrade, tra cui figura appunto Torre di Palme. Durante il periodo della Cavalcata pertanto il Borgo di Torre di Palme fa da sfondo a sfilate del corteo storico, alle cene di Contrada o alla cerimonia della Lettura del bando.
Ogni estate Torre di Palme si arricchisce di eventi che spaziano da festival musicali, mostre d’arte, rassegne ed incontri culturali che accolgono il turista in modo cordiale e vivace e si moltiplicano per valorizzare ancor più la naturale accoglienza del borgo.

La gastronomia locale rispecchia le tradizioni contadine, utilizzando prodotti genuini. Tra i piatti tipici non potete mancare di gustare i tradizionali vincisgrassi, i maccheroncini di Campofilone, il fritto misto e, tra i dolci,  il ciambellotto della trebbiatura.

Fra i prodotti locali da non perdere, la caciotta del fermano, il salame fermanello, il ciauscolo, il vino cotto.

Ristorazione

Bistrot Evoè

Un accogliente Bistrot dove Marco e Letizia vi attendono per un piacevole aperitivo e per indimenticabili cene romantiche. La cucina propone sia specialità tradizionali che originali e nuovi abbinamenti. La cantina, con oltre cento etichette, è stata selezionata seguendo la filosofia biologica e biodinamica.

  Via Giulio Cesare,1
  +39 366 5739575
  infoevoe@gmail.com