chianaleChianale
L’ultimo villaggio della valle

Comune di PONTECHIANALE
(Provincia di Cuneo)
Altitudine
m. 1797 s.l.m.
Abitanti
214

info turismo

Proloco Chianale – Associazione Turistica Proloco Chianale
Frazione Chianale n° 7 – Pontechianale (CN)
Tel. 3491626108

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Comune di Pontechianale,
Piazza Municipio n°1 – Tel. 0175.950174

e-mail: info@comune.pontechianale.cn.it
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Lo spirito del luogo

chianaleIl nome
Chianale, o meglio La Cianal in lingua occitana, significa canale, alludendo a un’opera di canalizzazione del torrente Varaita tra le case. Vi è anche chi sostiene che la cianal anticamente indicasse la sorgente stessa del fiume.

 

La storia
X sec., alla fine del primo millennio l’Alta Valle Varaita (abitata sin dalla preistoria) subisce le incursioni e le razzie dei Saraceni, la cui cacciata è rimasta nella tradizione popolare con le feste della “Baìo” di Sampeyre e la “Beò” di Bellino.
1125, la Val Varaita è assegnata ai marchesi di Saluzzo.
1210, la contessa Alasia cede tutta la zona al Delfinato francese.
1363-1713, la “Castellata”, ossia l’Alta Val Varaita con i paesi di Chianale, Pontechianale, Casteldelfino e Bellino, per quasi quattro secoli è territorio del Delfino di Francia e gode di un’autonomia unica per quei tempi: la République des Escartouns. Con il Trattato di Utrecht la zona è ceduta ai Savoia e il confine tra i due Stati è posto in cima al colle dell’Agnello, a 2748 m di quota.
1891, il villaggio de La Cianal conta ben 449 abitanti, a fronte delle poche decine di oggi.

A 1800 metri d’altitudine, al confine con la Francia, in fondo alla Val Varaita di cultura occitana, si trova questo villaggio dal cuore d’ardesia, con i suoi tetti di lose, le sue pietre, i suoi legni, le vecchie travi.
Les montagnards sont là. La posizione è magnifica, al riparo dalle valanghe. A Chianale si respira tutto il profumo delle Alpi, quando l’aria di neve spazza via i pensieri sotto un cielo color dell’acciaio; quando il silenzio scende sulle case intorpidite che sembrano stringersi tra loro come a tenersi caldo. I larici riposano come carezze nella neve e l’allegria scaccia la solitudine vicino al fuoco amico del camino. La cultura provenzale, orgogliosamente esibita dai pochi abitanti rimasti, riporta al tempo dei trovatori, che forse nella bella stagione componevano versi e musica nell’Alevé, il bosco di pini cembri più grande d’Europa, sulle pendici del Monviso. Attraversato dallo Chemin Royal che portava in Francia, il villaggio fu solo sfiorato dalle guerre di religione, e il tempio calvinista e la chiesa cristiana stavano senza problemi l’uno di fronte all’altra.

L’Alta Val Varaita si chiude a Pontechianale (m 1610) con il suo lago circondato da boschi e pinete. Poi si sale ancora e si arriva al villaggio in pietra di Chianale, quasi 1800 m, la cui struttura è centrata sull’asse dell’antico Chemin Royal, la strada del sale che portava in Francia. Proseguendo da Chianale, infatti, attraverso una spettacolare arrampicata sino a 2748 m, che l’automobile può affrontare solo d’estate, si raggiunge il colle dell’Agnello da dove si scende nella regione del Queyras.
Il borgo di Chianale è diviso dal torrente Varaita in due nuclei collegati tra loro da un ponte in pietra, vero cuore del borgo. Il ponte si trova in corrispondenza di una piccola piazzetta con fontana su cui si affaccia l’antica chiesa di Sant’Antonio.
Sorta nel XIV secolo, è stata la Parrocchiale di Chianale dal 1459 fino a tutto il Seicento. Semplice e armoniosa, con campanile a vela biforato e un portichetto d’ingresso, presenta un meraviglioso portale romanico a triplice ghiera. L’interno è ad aula con volta a botte. Gli archi trasversali sono retti da mensole scolpite con espressivi mascheroni e têtes coupées che rimandano all’arcaico substrato celtico.
Sullo Chemin Royal, asse centrale del borgo, l’edificio al n. civico 17, Casa Martinet, è ciò che resta del tempio Calvinista. Chianale fu, per buona parte del Seicento, fino alla vigilia della revoca dell’Editto di Nantes, l’unico centro della valle in cui fosse consentita la libertà di culto. Si noti sulla facciata la bifora con le armi di Francia e Delfinato.
Al di là del Varaita si leva, invece, la più recente parrocchiale di San Lorenzo, costruita tra Sei e Settecento, che conserva all’interno un altare barocco di tradizione brianzonese del 1726, appoggiato a quattro massicce colonne tortili di pino cembro e frutto di uno splendido lavoro di intaglio.
Il patrimonio architettonico delle valli alpine è stato spesso declassato a cultura povera.
Non è difficile, al contrario, osservare anche in Alta Val Varaita piccoli capolavori di architettura contadina sparsi qui e là, nelle borgate e nelle zone più impervie: ad esempio, case con un’articolazione di piani e un gioco di aperture estremamente originali, esatte nelle proporzioni e disposte funzionalmente in modo da fronteggiare i rigori del clima. Da ammirare, infine, a Chianale i bellissimi tetti in lose delle abitazioni, che visti dall’alto rendono compatto e suggestivo il borgo.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

In inverno, scalate alle cascate di ghiaccio, sci nordico e lo sci alpinismo. In estate, pesca nel torrente Varaita; canoa e windsurf sul lago di Pontechianale; escursioni e ascensioni nel gruppo del Monviso con guide alpine convenzionate; trekking e passeggiate naturalistiche per conoscere la flora e la fauna nel bosco dell’Alevé; mountain bike ed equitazione.

Disteso sulle pendici del Monviso, si trova l’Alevè, il bosco di cembri più esteso delle Alpi: 825 ettari ricchi di piante secolari. Il nome deriva da elvu, pino cembro in lingua d’oc. Il bosco dell’Alevè è dunque un gioiello antico, che per circostanze fortuite è rimasto quasi intatto. Esisteva già in epoca romana, citato da Virgilio nell’Eneide (il Monviso “ricoperto da una foresta di pini”); se ne parla anche negli Statuti Piemontesi del 1200 e in quelli della Castellata, dove si fa divieto assoluto di tagliare qualsiasi specie di legname.
Oltre all’Alevè, l’Alta Val Varaita ha saputo conservare un ambiente dove il fascino dell’architettura alpina si sposa con la possibilità di godere della natura in tutti i suoi aspetti. Innumerevoli, infatti, sono i percorsi naturalistici, i sentieri, le escursioni in alta quota che conducono in posti incantevoli quali laghi, cascate, boschi, alpeggi.
Tra i più frequentati trekking dell’arco alpino occidentale c’è quello che tocca Val Varaita, Val Po e Valle del Guil consentendo di ammirare il Monviso in tutta la sua imponenza .

Chianale è tappa del Val Varaita Trekking, un itinerario a piedi di 12 giorni che percorre l’intera Valle Varaita (www.vallevaraitatrekking.it)

Festa di Sant’Antonio, 17 gennaio: è la festa invernale, dedicata secondo tradizione alla benedizione degli animali, quando il borgo è sepolto dalla neve.

Carnevale, da poco riscoperta a Chianale, questa festa pagana vede il ritorno dei lupi, impersonati da uomini che seguono un cerimoniale fissato dalla tradizione, in base al quale le donne devono rimanere chiuse in casa, pena il rischio di essere sporcate in viso con la fuliggine. Ma la sera tutti si riuniscono a cantare e ballare al ristorante.

Festa di San Lorenzo, 10 agosto: la processione con la statua del santo è l’occasione per l’intero paese di indossare i costumi tradizionali e festeggiare con canti, danze e la mostra dei prodotti della valle, dall’artigianato del legno al miele, le marmellate e i formaggi.

chianaleLes ravioles sono gnocchi di patate locali impastate con formaggio e condite con burro fuso. “I curzetin sono fatti con gnocchetti aciduli di farina di segale”

Un tempo la valle era nota, e La Cianal in particolare, per il miele e l’artigianato del legno. Oggi si continuano a produrre ottimi formaggi d’alpeggio.