montemerano stemmaMontemerano
Nel cuore della Maremma

Comune di MANCIANO
(Provincia di Grosseto)
Altitudine
m. 303 s.l.m.
Abitanti
7361 (503 nel borgo)

info turismo
Biblioteca Comunale, via del Bivio
Tel. 0564 1760101 – 335 7617773  | accademiadelibro@gmail.com
Ufficio Turistico – via Cavour 6 – Tel. 0564 620532
www.mancianopromozione.it
www.prolocomontemerano.it  |  www.bibliotecaarte.it

Lo spirito del luogo

montemerano stemmaIl nome
Tradizione vuole che il nome derivi da Mons Marianus in memoria del console Caio Mario, qui sconfitto durante la guerra civile contro Lucio Cornelio Silla (88-82 a.C.). Ma la radice latina potrebbe riferirsi a personaggi o famiglie locali, come Marius, Amerius, Mirius.

 

La storia
896, l’imperatore Arnolfo concede all’abbazia di San Salvatore sul Monte Amiata il dominio sul «castello» di Montemerano.
1005-1010, il borgo passa sotto il dominio degli Aldobrandeschi, conti palatini che costruiscono la rocca e circondano di mura il nucleo originario del paese, l’attuale piazza Castello.
1203, un documento notarile registra i nomi dei signori, legati alla casata degli Aldobrandeschi, che giurano fedeltà al Comune di Orvieto: tra questi Ruggero da Montemerano; nei secoli XIII e XIV il borgo è feudo della famiglia orvietana dei Baschi, ghibellina e filoimperiale, legata per matrimonio agli Aldobrandeschi.
1382, Ranieri de’ Baschi vende al Comune di Siena il castello di Montemerano, sottraendolo all’influenza del Comune guelfo di Orvieto; Siena favorisce la nascita della Civitas Montis Merani rifacendo la cinta muraria (1407) e la rocca – di cui oggi resta solo la torre quadrata – e circondando con mura la nuova chiesa e le case sorte all’esterno della vecchia cinta.
1556, la «Terra di Montemerano», inglobata nel vicariato di Sovana, entra a far parte del ducato mediceo.
1783, per legge granducale sono soppresse trentotto comunità del territorio grossetano, tra cui Montemerano che perde così ogni autonomia amministrativa.

Borgo medievale in terra etrusca, Montemerano conserva fin dalla sua caratteristica pianta a cuore l’impronta di luogo umano per eccellenza, dove i contatti sono spontanei e immediati. Il centro storico è ancora oggi stretto fra tre cinte di mura, al sommo di un colle-giardino abitato da ulivi e cipressi. L’impianto urbanistico dei secoli XIII-XIV si articola sull’asse di scorrimento della via principale, aperta e chiusa da due archi appartenenti alla seconda cinta muraria, da cui si sviluppano i vicoli che vanno a piazzette e slarghi appoggiati alle mura inferiori e le salite che portano alla rotondeggiante piazza del Castello. Le mura antiche non isolano il paese dalla campagna, che arriva a lambirle con i suoi campi coltivati e declivi verdeggianti. Di fronte a un panorama che spazia dal Monte Amiata all’Argentario, dalla valle dell’Albegna al mare Tirreno, dalle colline del Fiora all’isola del Giglio, non è raro assistere al tramonto del sole o al sorgere della luna in compagnia di un gregge di pecore che brucano silenziose fin quasi alle prime case del borgo.

Dentro la triplice cerchia delle mura medievali il borgo è intatto. La cerchia più antica racchiude la parte alta del paese chiamata «castello»; la seconda, fortificata dai Senesi con tre torrioni circolari ai primi del Quattrocento, protegge il quartiere sorto nel Duecento sotto la rocca aldobrandesca; la terza è un’addizione a completamento dell’assetto difensivo e unisce al borgo la chiesa di San Giorgio e il nuovo quartiere della prima metà del Quattrocento.

Dalla porta del Ponte, oggi priva del ponte levatoio, si sbuca in via Italia, dove si sceglie tra due itinerari: o s’imbocca sulla sinistra uno degli stretti vicoli che si allargano in spazi silenziosi all’ombra delle mura, come le piazzette dell’Antico Frantoio, di San Martino e del Ritiro, oppure si sale verso piazza del Castello, attraversando un arco che in passato era l’unico ingresso al centro abitato. La piazza sembra una cartolina dei tempi andati: si presenta come uno spazio continuo di architettura spontanea, una sequenza di edifici in pietra a vista con loggette ad archi, terrazze e finestre fiorite, tetti a livelli diversi che creano un gioco elegante di linee e volumi. L’edificio sulla destra sormontato dalla torre quadrangolare del cassero senese è il «palazzo», dimora prima degli Aldobrandeschi, poi dei Baschi e dei vicari senesi, quindi sede del Comune di Montemerano dal XV secolo alla sua soppressione nel 1783.

La zona alta del paese è completata da tre vicoli paralleli e da altre due piccole piazze, quella del Forno e quella del Campanile. Quest’ultima prende nome dal campanile della pieve di San Lorenzo, la cui facciata, con architrave romanico in travertino su cui sono scolpite due croci a tortiglioni, è leggibile pochi metri più in basso.

Si ridiscende in via Italia, il cuore del borgo medievale dove, tra archi e piccoli portici, si teneva il mercato. Attraverso un nuovo arco che passa sotto le mura costeggiando il contrafforte a scarpa della pieve di San Lorenzo, si giunge in piazza San Giorgio, spazio inclinato tutto di pietra, che si spalanca alla luce e all’aria della campagna. Sulla destra si trova la chiesa di San Giorgio, di origini trecentesche ma consacrata – dice la lapide sulla facciata – nel 1430. Si tratta dell’edificio religioso più importante della Maremma meridionale, integro nella sua architettura e nella fusione con la natura circostante, anche grazie al camminamento coperto che chiude a sud la piazza e unisce la chiesa al borgo. Al suo interno si conservano il polittico del pittore senese Sano di Pietro (1458), notevole per il complesso apparato iconografico e la raffinata stesura pittorica; la statua policroma di San Pietro, opera di un altro grande artista del Quattrocento senese, il Vecchietta, autore anche del dossale in legno scolpito a bassorilievo dell’Assunta, con una campagna disseminata di castelli sullo sfondo; e la tavola della Madonna della Gattaiola (così detta per il foro che secondo la tradizione fu aperto da un parroco per farci passare il gatto), forse un’anta d’organo con una Annunziata dipinta da un anonimo maestro senese della metà del Quattrocento, vicino a Giovanni di Paolo e Sano di Pietro. Oltre ai maestri senesi, la chiesa conserva intatta la stratificazione delle diverse fasi della sua decorazione, dagli affreschi tardogotici del Giudizio universale (dove angeli con le trombe destano i morti e Satana ingoia ed espelle i dannati, mentre diavoli cornuti ne torturano altri) a quelli della Leggenda di San Giorgio (1491) ambientata nella piazza di Montemerano; dal ciborio intagliato e dipinto della metà del Cinquecento agli altari barocchi e alla cappella di gusto rococò del Buon Consiglio (1791), successiva alla risistemazione settecentesca della chiesa.

Usciti dalla porta di San Giorgio, si percorre la via dello Spedale, dove fino a metà Settecento sorgeva l’ospizio medievale. Dall’esterno si ammira la cinta muraria con i suoi bastioni, prima di rientrare in centro passando per un piccolo varco, detto «la buca», aperto nell’Ottocento per facilitare il passaggio di uomini e animali e ombreggiato da un secolare glicine che in primavera si riempie di profumati fiori violetti.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Passeggiare a piedi e a cavallo lungo la fitta rete di sentieri tra i boschi e la campagna; bagnarsi nelle acque calde di Saturnia; impigrirsi al sole sulle spiagge a sud dell’Argentario; degustare olio, vino, carne, formaggi, salumi; cenare in uno dei tanti ristoranti della zona: le giornate in Maremma sono semplici e lontane dalla frenesia della città, ma rispecchiano una qualità di vita difficilmente riscontrabile altrove.

Situato sulle colline nell’entroterra maremmano, Montemerano è un ottimo punto di partenza per l’esplorazione della regione a sud e a est di Grosseto. Da qui si raggiungono in breve le spiagge del Tirreno, il lago di Bolsena, il monte Amiata (la cui massima altitudine è di 1700 metri), la laguna di Orbetello con le spiagge della Feniglia e della Giannella, e il promontorio dell’Argentario. Poco distanti sono anche le celebri Val d’Orcia e Val d’Arbia in terra di Siena, le città etrusche di Tuscania e Tarquinia, i siti archeologici del viterbese. E molto vicini sono la cisterna romana del Castellum Aquarum di Poggio Murella, il castello di Manciano dalla cui torre si gode un meraviglioso panorama sulla Maremma, e il borgo di Saturnia, con il tratto della romana via Clodia che scende da Porta Romana. Saturnia è nota anche per le sue acque termali che sgorgano alla temperatura stabile di 37 gradi e alla velocità di 500 litri al secondo.

Biblioteca Comunale di Storia dell’Arte, via del Bivio, Montemerano, tel. 0564 1760101: inaugurata nel 2012 grazie alla donazione di un privato al Comune di Manciano di circa 7mila volumi di storia dell’arte, archeologia, architettura, illustrazione, design e fotografia, la biblioteca è gestita dall’associazione Accademia del Libro che vi organizza, concentrate nei fine settimana, una trentina di iniziative all’anno, tra conferenze, mostre, dibattiti, presentazioni di libri.

Museo della Preistoria e Protostoria della Valle del Fiora, tel. 0564 625327: il museo, collocato a Manciano in palazzo Nardelli, via Corsini 5, è una tessera importante del «Parco degli Etruschi», sistema museale della Provincia di Grosseto, e ricostruisce la preistoria e protostoria nelle valli del Fiora e dell’Albegna, dal Paleolitico all’Età del Rame e a quella del Bronzo.

Museo Archeologico di Saturnia, tel. 0564-601550: nel borgo termale è stato riallestito recentemente il piccolo museo che ospita la raccolta della famiglia Ciacci, formata tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, con reperti provenienti dai principali centri etruschi delle valli del Fiora e dell’Albegna, dalla necropoli di Poggio Buco, dalla stessa Saturnia e dai Pianetti di Montemerano.

Festa di San Giorgio, 23-25 aprile: durante la festa patronale si svolgono la Giostra del Drago (protagonisti i ragazzi delle tre contrade), la sfilata in costumi medievali per le vie del borgo e la rappresentazione de “La vera storia di San Giorgio” realizzata con il teatro delle ombre.

Rassegna di Musica Popolare, luglio: concerti di musica tradizionale durante i fine settimana, nella cornice medievale di piazza Castello, a cura della Pro Loco e dall’Accademia del Libro.

Sagra della Trippa, primi dieci giorni di agosto: cene maremmane sotto le stelle, con l’imperdibile “trippa alla montemeranese” accompagnata da un bicchiere di Morellino di Scansano.

Mostra-mercato della Ceramica, penultima settimana di agosto: esposizione e vendita di manufatti in ceramica di artigianato locale e di noti centri ceramici italiani, con inaugurazione della mostra di un artista ceramista presso la Biblioteca Comunale di Storia dell’Arte.

Festa delle Streghe, inizio novembre: festa in costume, musica e incontri sul tema “arte e stregoneria”, a cura della Pro Loco.

Mercatino di Natale, nei fine settimana di dicembre: in piazza Castello esposizione e vendita di prodotti tipici e dell’artigianato artistico, con degustazione di vini e dolci natalizi, a cura della Pro Loco.

Tortelli alla maremmana - Primi ricette della ToscanaRicotta fresca, erbette, spinaci o bietola sono gli ingredienti dei tortelli di Montemerano, conditi con ragù di carne. Esiste anche la versione dolce: stesso ripieno, ma con zucchero e cannella al posto del sale. Altra specialità è l’acquacotta, una zuppa di verdure dell’orto, più cipolla, sedano e pomodoro, arricchita da un uovo fresco. L’uovo va rotto sulla zuppa calda subito prima di versarla sul pane raffermo tagliato a fettine. Non c’è una ricetta unica, perché ognuno la prepara a modo suo e secondo le verdure di stagione.

montemerano Affettati e formaggioUn olio di prima qualità, frutto di una selezione di olive frantoiane, moraiole, ragge e canine, condisce al meglio primi piatti, zuppe, sughi, verdure e carni in tegame di origine contadina, come la “padellata” di cacciagione e la scottiglia maremmana.

Ristorazione

Ristorante Passaparola nell’Antico Frantoio

Anna e Bruno vi attendono per farvi provare gustose specialità della cucina locale, con specialità di carne di cacciagione e bistecche alla fiorentina di Chianina Certificata e Maremmana. Dal terrazzo panoramico, si ammirano bellissimi tramonti. Nel centro storico. Chiuso il giovedi.

  Via delle Mura, 21
+39 0564 602983
  +39 320 0324424 – 333 4233792

Ristorante La Solina

A breve distanza dalle cascate del Molino e dalle Terme, un locale accogliente provvisto di un bel giardino. Il menu offre il meglio della cucina tipica del territorio con prodotti propri di prima scelta. Ottima la carta dei vini proposta. Durante l’inverno, vi attende un accogliente camino.

  Località Poggio Bertino
  +39 0564 602986
  ristorantelasolina@gmail.com
www.ristorantelasolina.com

Trattoria Il Nibbio

Una tipica trattoria che vi accompagna attraverso i sapori genuini del territorio senza rinunciare ad un pizzico di innovazione. Ottimi piatti di pesce, selezioni di carni e, tra i primi, imperdibili gli gnocchi di patate viola al tartufo.

  Via del Bivio, 25
  +39 334 9209646
  leoco52@gmail.com

Ospitalità

Agriturismo Il Capannone

Camere e appartamenti, maneggio, lezioni di equitazione, quad, e-bike. Barbecue e piscina. Le famose terme di Saturnia e il campo golf a soli 3 km. Ampio parcheggio privato.

 Via Capannone, 14
  +39 0564 602982
  +39 339 4678425
 ilcapannone@agriturismoilcapannone.it
www.agriturismoilcapannone.it

Fattoria La Maliosa

L’Azienda biologica di 165 ha è situata a breve distanza da Montemerano nella Maremma collinare. Produzione di vini naturali da varietà storiche: tra i rossi Ciliegiolo, Cannonau Grigio e Sangiovese mentre tra i bianchi Procanico e Ansonica; Olio Evo e Miele.
L’offerta di enoturismo comprende pic nic, visita a vigneti e uliveti e degustazioni e vendita a Km 0 nel wine shop. L’Offerta di ospitalità comprende soggiorni in appartamento di charme in formula B&B e la notte sotto le stelle nello StarBox, esperienza unica sul territorio toscano.

 Loc.à Podere Montecavallo snc
Fraz. Saturnia – Montemerano
  +39 327 186 0416
www.fattorialamaliosa.it