Stilo
La città del sole

Comune di stilo
solo centro storico
(Provincia di Reggio Calabria)
Altitudine
m. 386 s.l.m.
Abitanti
2800 (1500 nel borgo)

Patrono
San Giovanni Theresti, 24 giugno
info turismo
Comune, piazza San Giovanni
tel. 0964 775031 – 775312
www.comune.stilo.rc.it

Lo spirito del luogo

Il nome

Deriva dal greco Stylos, “colonna”, in latino Stilum. Così forse era anticamente chiamato il monte Consolino ai cui piedi si è sviluppato il borgo.

 

La storia

389 a.C., la distruzione della città magno-greca di Kaulon (Caulonia) da parte del tiranno di Siracusa Dionisio I sembra legata alle origini di Stilo. Rinata e tornata potente grazie all’alleanza con Roma nel 270 a.C., Caulonia viene di nuovo distrutta dai cartaginesi di Annibale. Comincia il trasferimento degli abitanti verso un altro luogo più protetto, accentuato nel periodo delle invasioni longobarde.
Si popola così l’area sulle pendici del monte Consolino, in posizione più facilmente difendibile.
VII sec., con l’arrivo in massa dei Bizantini comincia la fortuna di Stilo, il suo periodo d’oro, testimoniato dalla costruzione della Cattolica.
Nel X sec. Stilo è il centro bizantino più importante della Calabria meridionale. Memorabile la sua resistenza ai Normanni e la fedeltà agli Angioini, che ne fanno uno dei castelli più importanti della regione.
1599, il filosofo Tommaso Campanella organizza una sollevazione contro gli Spagnoli.
A Stilo come in tutta la Calabria la popolazione è oppressa e vive di stenti, nel più completo abbandono politico e isolamento culturale.
XVIII-XIX sec., la presenza del ferro e del rame favorisce lo sviluppo delle industrie siderurgiche; il vasto complesso borbonico della Ferdinandea diventa sede, agli inizi dell’800, delle Reali Ferriere.
1783, un rovinoso terremoto danneggia gran parte del borgo.

Stilo è la religione della luce. Quella che penetra sommessa nelle sue chiese bizantine, quella divina che i santi basiliani invocavano attraverso la preghiera e l’ascesi, quella del sole metafisico di Tommaso Campanella che è “insegnae volto di Dio”. Poi c’è il sole della Calabria, imploso e catturato nei profumati agrumi o nelle olive, o splendente sul Mare Ionio. C’è la dolce luce del sud che penetra nelle làmie, le labirintiche stradine dove gli occhi si accendono per il colore vivo dei gerani pendenti dalle erose balconate. Come una colonna, la vecchia Stilo sta ritta di fronte al sole, affacciata sull’argentea fiumara, con le sue case erette sulla pietra tufacea, le sue rughe e la sua generosa fierezza.

Baluardo della Calabria bizantina, Stilo ha una storia lunga e misteriosa, iniziata al tempo delle colonie greche nell’Italia meridionale e resa ancor più affascinante dall’insediamento sul suo territorio di numerose “laure” del monachesimo orientale, la cui principale testimonianza è la Cattolica. Si tratta di un tempietto del sec. IX che ricalca il tipo classico della chiesa bizantina su pianta quadrata e croce greca, con tre absidi rivolte a oriente e cinque cupolette.
Qui i monaci basiliani, che in Calabria avevano trovato rifugio dalle persecuzioni, perseguivano il loro ideale di povertà e distacco dal mondo. Ciò che colpisce, all’interno, è soprattutto la luce, quasi folgorante nella parte superiore e tenue nella parte bassa, così da favorire il raccoglimento. L’ambiente, con le quattro colonne provenienti forse dalle rovine di Kaulon, emana dolcezza e serenità. Gli affreschi, scoperti dall’archeologo Paolo Orsi nel 1927, sono gli unici esempi di pittura normanna intorno al Mille in Calabria. Confuso con le rocce e la vegetazione, il piccolo cubo della Cattolica sembra sospeso con la selvetta delle sue cupole tra cielo e terra. Se la Cattolica di Stilo può considerarsi l’esempio perfetto di tempio bizantino in Italia, un altro ricordo lasciato dai monaci in questa Terra Santa del basilianesimo è la piccola chiesa di San Nicola da Tolentino, in condizioni precarie, con una dolce cupola a “trullo” e la caratteristica disposizioni degli “embrici” (tegole) che la ricoprono. Da qui lo sguardo sconfina verso gli infiniti orizzonti del mare e le colline digradanti della vallata dello Stilaro. Nella chiesa rinascimentale (1450 ca.) di San Francesco, con facciata rifatta agli inizi del ‘700 e spalleggiata da una possente torre-campanile, si ammirano alcuni affreschi attribuiti al pittore stilese Francesco Cozza. Il piccolo convento della chiesa di San Domenico, costruita intorno al ‘600 dai Domenicani, ospitò il frate Tommaso Campanella nei suoi anni giovanili. Pure barocca e internamente decorata a stucchi, con una bella facciata affiancata da due campanili, è la chiesa di San Giovanni Theresti, eretta nel 1625 e dedicata nel 1662 dai monaci basiliani al loro santo, di cui si conservano le reliquie.
La visita alle chiese di Stilo si conclude con il duomo, trecentesco ma variamente rimaneggiato. Fu una delle più antiche sedi vescovili della Calabria e presenta almeno tre capolavori: il maestoso portale gotico ogivale, incorniciato da tante colonnine; la scultura in pietra alla destra dello stesso portale, raffigurante due uccelli affrontati e stilizzati di fattura normanna o, secondo altri, di mano bizantina; la tela secentesca Il Paradiso del Battistello, pittore napoletano allievo di Caravaggio.
I resti del castello Normanno, costruito in cima al monte Consolino da Ruggero II, sono raggiungibili a piedi attraverso un sentiero panoramico che parte dalla Cattolica. Da vedere infine le sculture arabo-moresche della fontana dei delfini.

Guarda tutti i video sulla pagina ufficiale Youtube de I Borghi più belli d’Italia.

Piaceri e Sapori

Trekking, alpinismo, deltaplano, parapendio, attività speleologiche e archeologiche.

Per un breve tratto (ca. 500 m) il territorio del Comune si affaccia sul mare, con costa sabbiosa e acque pulite. La montagna invece, ricca di boschi di faggi, custodisce la sorgente di acqua minerale della Mangiatorella e la Ferdinandea, bella residenza estiva dei Borboni utilizzata anche come sede delle Reali Ferriere e della Fonderia.

Museo d’arte sacra:
sono conservati oggetti di argento e oro, pergamene, crocefissi e tele che facevano parte del patrimonio del Duomo.

Museo di archeologia industriale: legato all’attività delle fonderie
borboniche sette-ottocentesche.

Pinacoteca di arte moderna e
contemporanea “Francesco Cozza”.

Museo Civico Tommaso Campanella.

Biblioteca Civica:
anch’essa intitolata al filosofo, è fornita di oltre 10 mila volumi consultabili in palazzo San Giovanni.

Fiera dell’Epifania,
6 gennaio.

Festa di San Giorgio,
23 aprile.

Processioni della Settimana Santa, festività pasquali. Processione votiva delle croci e drammatica rievocazione della Passione.

Fiera della Ribusa,
24 giugno, mercato dell’artigianato e dei prodotti tipici.

Palio di Ribusa,
rassegna di spettacoli medievali, prima settimana di agosto, tel. 0964776006. È una delle manifestazioni estive più seguite della Calabria: rievocazione storica, musica, spettacoli e cucina per le vie del borgo e, l’ultimo giorno, Giostra ell’Anello con assegnazione al vincitore del Pallium, un drappo artisticamente lavorato. Tutto il centro storico è percorso da personaggi in costume medievale e illuminato dalla luce delle fiaccole.

La pasta fatta in casa, filata con il “ferro” secondo l’uso antico e condita con sughi dai sapori forti, ad es. con ragù alla carne di capra o con una salsa di melanzane ripiene.

Le saporite olive “cumbité”, i profumatissimi pomodori secchi, il piccante e candido pecorino, gli insaccati di maiale (“soppressate” o “capicolli”).