Golferenzo
Oltre il cuore
Comune di golferenzo
(Provincia di Pavia)
Altitudine
m. 464 s.l.m.
Abitanti
172 (50 nel borgo)
patrono
Madonna del Rosario e San Michele Arcangelo, prima domenica di ottobre
info turismo
facebook ASSOCIAZIONE SAXBERE
La storia
In epoca altomedievale il territorio di Golferenzo come (Gulferisi o Gulferixe) fa parte, fin dal periodo longobardo, degli antichi possedimenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614, assieme alle corti di Pecorara e Nibbiano, inserite nei possedimenti del grande feudo monastico imperiale bobbiese descritti nella carta di Wala, abate di Bobbio nell’833.
Golferenzo è un nome di difficile interpretazione. Il Maragliano lo farebbe derivare dai termini celtici, goro, territorio e, frin, monte, e significherebbe paese montano. Sarebbe un isolato celtico con Fortunago. Nell’ambito della parrocchia trovasi un luogo detto Ferevige,in dialetto Frens. Si confronti l’antico tedesco fretaum, nutriente, ricco, ed il latino fero, porto. Il P. Capsoni lo segna nella sua carta Ager Laevorum riportata anche dal Vidari. Il medesimo Vidari si domanda se per avventura fosse il Rufenengo donato da Ottone II al Monastero del S. Salvatore di Pavia. Fu uno dei paesi donati da Federico I ai Pavesi e confermato da Federico II. Nel 1216 ebbe molto a soffrire per l’invasione delle bande armate dei Piacentini e dei Milanesi uniti contro i Pavesi come vedremo parlando di Soriasco. Golferenzo costituiva un sol feudo con Volpara e Montecalvo. Esso fu acquistato dal Dott. Colleggiato Barnaba Belcredi cui era stato venduto dal Magistrato di Milano in esecuzione di ordini di Carlo II Re di Spagna e Duca di Milano in data 10 aprile 1691, previa redenzione del medesimo feudo e di altri fatta dal Marchese Don Gaetano Dal Pozzo che si ebbe in pagamento de’suoi crediti. A Barnaba successe Antonio Belcredi che il 3 agosto 1701 ebbe l’intera giurisdizione col titolo di marchese dei suddetti luoghi per se e per i suoi discenti; e di tenere l’intera giurisdizione col mero misto impero, titoli, preminenze, regalie, redditi, omaggi ed entrate dei dazi del pane, del vino, carne, con facoltà di eleggere il pastore salatario dalle tre comunità predette, il fisicale, l’attuario civile e criminale ed il bargello. Il feudo possedeva molte terre feudali. Nel 1690 fu venduto alla potente famiglia dei Belcredi, a cui rimase in gran parte fino alla fine della Seconda guerra mondiale.
Il nucleo medievale è stato oggetto di un attento recupero sia da parte di privati cittadini sia da parte dell’amministrazione comunale, e a livello urbanistico è da considerare uno dei centri più attraenti dell’Oltrepò Pavese. In piazza della Chiesa si trova l’elegante chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari, circondata da un muro di cinta. È di antica fondazione, si pensa romanica (XI-XII. Secolo), ma l’edificio attuale è sorto nel Cinquecento come cappella all’interno del castello, poi ampliato nel secolo successivo con impronta barocca. La facciata è in stile neoclassico con i due affreschi di Santa Rita e San Francesco. All’interno presenta decorazioni in stile barocco con marmi pregiati, e conserva pregevoli tele del Seicento nel coro e un pulpito di epoca napoleonica. Su ogni altare si trova una reliquia, quella dell’altare centrale è di San Nicola di Bari. È aperta nell’orario della messa al sabato pomeriggio.
La chiesa di San Nicola deve essere posteriore al 1100 perché è solo da quell’epoca che il culto del Santo si diffuse in Italia. Già la parrocchia esisteva nel 1336 e ne era parroco Giacomo della Costa: è di nuovo nominata in un atto del 1337 rogato Gabriele Mussi; nel 1479 ne era rettore Don Giovanni Belcredi come comparisce da un atto rogato. A. Parrigo.
Fino a questo tempo dipese dal vicariato di Canevino: nel 1500 dipese da quello di Pietra dei Giorgi. Vi erano in quel tempo tre cappellanie che andarono perdute.
Nel 1599 la chiesa era insufficiente, senza sacrestia, con un’unica campana entro un piccolo arco in un muricciuolo eretto sopra la chiesa: parroco Don Francesco Bucceliere, anime da comunione 150, più altre 50 non ancora ammesse. Nel 1609 si stava edificando la chiesa nuova e frattanto la messa si celebrava in coro. La chiesa nuova era mal fornita di paramenti; il catechismo si insegnava, solo in quaresima, e solo in quaresima si spiegava il Vangelo. Nel 1858 anime da Comunione 145 in tutto 290; vi esisteva la confraternita del S. Rosario.
Adiacente alla parrocchiale si trova palazzo Belcredi, nel punto più panoramico del paese. Costruito sulle fondamenta del castello, è in pietra a vista ed è stato edificato con materiali del posto. In adiacenza ai locali rustici adibiti a fienile con sottostante scuderia, il Comune ha creato una struttura polifunzionale utilizzata anche come vetrina dei prodotti tipici del territorio. Prendendo la laterale via Circonvallazione, al numero 14 si trova il complesso con la torre e a fianco l’altro palazzo Belcredi (1860 circa), in stile neoclassico. All’interno è affrescato e, nella cantina a volta, sono ancora presenti botti in legno e attrezzature del passato per la lavorazione delle uve. Poco oltre, sul lato opposto della strada, c’è un altro palazzo nobiliare, conosciuto anche come palazzo Quarone. Nell’area a fianco un grande progetto in divenire, il relais Il Borgo dei Gatti, il cui cuore è l’albergo diffuso con dimore in pietra. A 100 metri dal centro del paese, in via Brevio, chiamata da tutti «strada di Cappo», è ubicata la chiesetta di San Mauro, da dove parte il sentiero botanico Pomorosso – Bosco Baccano, un percorso didattico lungo 5 km realizzato con gli alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Valle Versa di Santa Maria della Versa. Il sentiero attraversa il bosco Baccano, un bosco secolare, e porta al laghetto naturale con sorgente vicino alla località La Cà, a fianco della frazione Casa Guastoni, costeggiando il confine con l’Emilia-Romagna.
LA TORRETTA DI GOLFERENZO
In uno stabile nei pressi della chiesa, si trova la torre (via Circonvallazione, 14), tra i resti delle strutture fortificate del borgo, la cui origine si può far risalire al XI secolo per quelle più antiche, mentre è possibile arrivare sino al XVI per quelle più recenti. La torretta si può attribuire al XIV-XV secolo. Il castello di cui faceva parte venne distrutto nel 1216 a opera delle truppe piacentine, ricostruito e venduto nel 1691 a Barnaba Belcredi con il beneplacito del re di Spagna Carlo II, duca di Milano, e passò poi al marchese Antonio Belcredi il 3 agosto 1701. Resta della sua funzione primordiale la posizione sopraelevata dell’insieme e la tipologia quasi labirintica dell’impianto, arroccato su se stesso, secondo uno schema tipico dei piccoli abitati di origine medievale lungo l’Appennino. La torre è costruita in pietra locale a masselli ed è caratterizzata da una finestra posta alla sommità, strombata nella parte superiore e difesa da un’inferriata antica. Secondo la tradizione locale, la torre servì a lungo da prigione. All’interno c’è ancora una cella con strumenti di tortura e catene fissate al muro. Sotto la torre, nel cortile, c’è un pozzo molto profondo protetto da un muretto che si racconta abbia infitte lame acuminate, che ai tempi servirono per martoriare i corpi dei condannati gettati dentro. La torre è proprietà privata.
In questo paese, incastonato tra filari di vigneti, il tempo sembra fermarsi. Ritmi lenti, chiacchiere per strada, accenti stranieri, turisti presi ad immortalare tramonti mozzafiato sono le caratteristiche di questo piccolo Borgo. Golferenzo offre anche luoghi di notevole pregio ed interesse storico e naturalistico dove è possibile svolgere molte attività all’area aperta, fare passeggiate a piedi o in mountain bike lungo una rete di sentieri ben contrassegnati. Nel borgo è situato il centro sportivo, con un ampio parco giochi e area pic-nic, area fitness campo giochi e una struttura con servizi ove poter noleggiare E-bike (biciclette con pedalata assistita)
Arroccato sulla parte alta della collina si trova il Borgo caratterizzato da un reticolo di vie che permettono di apprezzare l’armonia dei volumi del centro storico, i sassi a vista utilizzati per la costruzione delle case e alcuni edifici storici di notevole interesse, dove sono presenti diverse attività ricettive e enogastronomiche, il primo albergo diffuso certificato in Regione Lombardia con piscina e Resort/benessere, ove poter degustare e acquistare prodotti d’eccellenza a km0. Arrivando nella parte alta del Borgo troviamo la suggestiva chiesa intitolata a San Nicola di Bari.
Palazzo Belcredi-Belloni situato a fianco al sagrato della Chiesa collabora con la Galleria d’arte IKonica che nel suo salone, oltre l’incantevole panorama che si può ammirare dalle finestre panoramiche, ospita a rotazione opere di vari artisti.
Galleria a cielo aperto: dal piazzale della chiesa, punto più alto del borgo, si può ammirare un panorama subendo, nelle giornate serene da sfondo la catena montuosa delle alpi che fa da contenitore ai pazzi di Milano e delle città della pianura.
SaXbere street end wine
una serata di degustazioni all’interno del borgo medioevale di Golferenzo, oltre 60 aziende vitivinicole tutti gli anni partecipano a questo evento e molti stand gastronomici con prodotti tipici e danno la possibilità di degustare piatti della tradizione.
Convivium
una serata speciale a Golferenzo dove le abitazioni di privati aprono i cancelli ai convenuti e nei giardini più belli e i posti più emozionanti del borgo, i ristoranti più prestigiosi dell’Oltrepò presenteranno un piatto della tradizione rivisitato in chiave moderna abbinato a più vini del territorio, questo è un evento che tiene impegnato un anno con l’altro i soci dell’associazione a partire dalla scelta delle location ,ristoranti ed abbinamenti con i vini fino ad arrivare all’allestimento di tutte le postazioni per creare un atmosfera magica.
Mercatini di Natale
Prima edizione nel 2021 ma con un grande successo, nelle vie del borgo le caratteristiche casette in legno da far da cornice alle stupende luminarie ed addobbi natalizi e per finire la splendida casa di Babbo Natale. Durante varie giornate diversi artisti di strada e musiche natalizie come suggestivo contorno.
AGNOLOTTI DI STUFATO AL LORO SUGO
Raviolo ripieno di stufato di manzo tritato al coltello, parmigiano, spezie, pan grattato, cotto nel brodo e servito con la carne stufata utilizzata nel ripieno.